venerdì 8 novembre 2024

Sulla soglia della città

Permettete che io vi spieghi, in poche parole, cosa vi aspetta quando venite a vedere uno spettacolo alla Baracca.

Il teatro La Baracca si situa in una zona di soglia, una zona di confine anche geografico, ma soprattutto simbolicamente, come a stare in esilio.

Non è lo stesso, come poteva esser fino a qualche anno fa, del vivere e operare in periferia.

La periferia in realtà non esiste più, e quindi fare teatro in periferia, ha perso quel senso "alternativo" che poteva avere fino a vent'anni fa.

Un luogo ormai può essere periferico anche in pieno centro, e viceversa, si può trovare un luogo centralissimo in periferia. Come per esempio sono diventati i "centri" commerciali.

Da qui, da questo esilio, involontario peraltro, facciamo teatro, ma  in realtà, lo dico chiaramente e chi ci conosce lo sa, facciamo politica.

Cioè ci occupiamo della, delle città.  Ma, anche con i nostri spettacoli popolari, di quello che rimane, ben poco, anche della campagna, tentando di ripercorrere un senso e un mondo, e magari chissà reinventarlo.

Che impresa disperata.

Per questo, pur con fatica a volte confesso, apriamo un dopo teatro di dibattito, cosa che non troverete in nessun luogo di teatro ufficiale. 

Il dibattito è infatti pura politica. E se non lo facciamo, è capitato e capiterà, è perché valutiamo che un non dibattito sia più politico. Infatti anche il silenzio è una forma di commento.

Ma non ci vantiamo per questo. Non siamo affatto i migliori. E poi migliori di cosa, per cosa, ormai?

Ciò che avviene ed è avvenuto qui da noi, accade perché la politica non si fa più, pensieri e azioni sono evanescenti come i suoi personaggi, visibili tristemente sorridenti in gran parte soltanto in foto sui social; insomma sapete tutti di cosa parlo.

E' come se si fosse aperto uno spazio in cui noi ci siamo inseriti, nostro malgrado, uno spazio vuoto che era urgente riempire, in qualche modo significare.

E così, nel breve volgere di qualche anno, La Baracca si è ritrovata in esilio, e non per colpa o per espiare alcuna pena, non per fare i furbi o i ganzi del finto alternume, ma perché il piccolo spazio non ha saputo farsi travolgere dall'insensatezza della non politica, dell'economicismo, dal mercato e dalla tecnologia.

Già un'azione politica dei politici sarebbe quella, per esempio, di venire a vedere uno spettacolo da noi, ma tutti se ne guardano bene, perché sanno cosa facciamo. Politica.

E questo vale per tutti, quando ci chiedono: cosa possiamo fare per voi? Non c'è altro da fare che essere presenti, politicamente.

Ma venire da noi, anche se per poco tempo, è recarsi su una soglia.

E trovarsi non si sa quanti spettatori vicino, magari pochissimi tanto da sentirsi soli e imbarazzati, o magari invece è la sera confortante della piccola folla ma sempre si tratta di stare fisicamente vicini, a contatto col corpo degli altri in un piccolo spazio esiliato.

Chi ci frequenta tutte queste cose le sa già. Scrivo per chi verrà per la prima volta, e probabilmente si sentirà "fuori luogo". E davvero lo sarà.

Per questo non crediamo alle promesse della politica, perché l'unico modo per aiutarci e pro-gettare è appunto essere presenti; e non servono più nemmeno i finanziamenti - che già danno inutilmente ai teatri pubblici - , perché chi vuole aiutare deve fare politica, deve recarsi sulla soglia, andare se necessario, per qualche tempo almeno, in esilio. Non in periferia, dico in esilio. O chiamarci là dove esso si trova o si forma.


giovedì 7 novembre 2024

Carla Lonzi tabu


Torna, per la quinta e ultima volta alla Baracca, Carla Lonzi sono io!

La forma è quella di un radiodramma a vista.

Su Carla Lonzi persiste il tabu e, nei miei confronti, riprovazione.

Primo perché lei stessa ha contribuito a creare il tabu con la volontà nichilistica verso ogni forma spettacolo del sé nella società, con l'eccezione però proprio del teatro che, come sa chi l'ha un po' letta, diventa al contrario un possibile mezzo per ricerca dell'autenticità.

Infatti, come penso io, il teatro è inattuale, povero, fuori dai grandi numeri e dalle grandi comunicazioni, ed è questa la sua forza. In particolare il teatro La Baracca, che è un teatro autogestito e indipendente. Come lei pensava che avrebbe organizzato il suo di teatro. Anche per questo mi sento totalmente "autorizzata alla profanazione". Anzi, non lo è affatto.

Secondo perché per Carla Lonzi il femminismo non è tanto emancipazione sociale e politica, ma appunto ricerca di autenticità.  Il femminismo, dice Lonzi, è un mezzo non un fine.

Persiste nei suoi confronti cattiva coscienza, disagio per aver inteso il femminismo in modo diverso da come poi è stato "assunto" .  E come è oggi volgarmente spacciato.

Terzo perché, nonostante Lonzi sia stata marginalizzata, sembra che solo la casta delle detentrici del verbo ne possano parlare.  Chi non fa parte del "gruppo", insomma, taccia.

Ma proprio no.

C'è in questo atteggiamento una violenza come iconoclasta che certo non mi intimorisce. Né, come vorrebbe qualcuno, mi renderà fantasma.

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Sabato 9 novembre ore 21,15, Teatro La Baracca (Prato, via Virginia Frosini, 8). Per la prenotazione, obbligatoria, scrivere a teatrolabaracca@gmail.com.

Nella foto sopra, Carla Lonzi con Pietro Consagra e la sorella Marta Lonzi

lunedì 4 novembre 2024

Aggiornamento del programma di novembre '24 alla Baracca

Ricordo i prossimi appuntamenti alla Baracca:

 

Sabato 9 novembre, ore 21,15

CARLA LONZI SONO IO!

Radiodramma a vista sulla filosofa femminista fiorentina Carla Lonzi. Quinta "trasmissione".


Sabato 16 novembre, ore 21,15 

INTERVISTA COL FANTASMA

Comica intervista a un fantasma che, impossessatosi di un teatro durante la "lunga chiusura", non vuole più uscirne...


Sabato 30 novembre, ore 21,15

LA TESSERA VERDE

Una storia dal tempo in cui gli uomini erano costretti ad andare in giro con la tessera verde.

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Per prenotare potete telefonare al 3487046645  o scrivere una mail a teatrolabaracca@gmail.com.

No whatsapp.

 

 

 

La tragedia del consumismo: "la muerte en el coche"

Nel diluvio spagnolo, con tutti quei morti intrappolati e sepolti nei parcheggi degli ipermercati, sulle strade e autostrade, treni e aeroporti trasformati in fiumi e laghi, e subito gli sciacalli saccheggiano e va in scena il caos, si assiste alla tragedia del consumismo, dove l'uomo è ucciso dal suo stesso "benessere".

Eppure ci si pensava al sicuro e asciutti, procedendo su cemento e asfalto alla guida del "cochecito querido": ma proprio dentro le amate automobili, quante!, molti di noi hanno trovato una liquida tomba.


venerdì 1 novembre 2024

Intervista col fantasma 3

Un'altra forma del fantasma, negativa e cattiva, può essere l'irriconoscente. Infatti non sempre il fantasma è la vittima, l'assassinato. E' anche il carnefice. 

Chi si dilegua, e sparisce dopo aver ricevuto del bene, diventa fantasma. 

Diventando fantasma, vuole uccidere te, accusandoti di un assassinio che non hai compiuto. Ricevere il bene è odioso e pesante per alcuni, così come il vedere negli altri la felicità, la pace, la serenità.  Per non parlare del successo o della semplice abilità.

E' allora che certuni diventano fantasmi. Desaparecen, diventano desaparecidos per loro volontà. E questo può accadere di punto in bianco. Da un giorno a un altro.

Di questi fantasmi punitori la Baracca ne ha visti e ne vede passare. 

Ma non pensate che si tratti solo di vicende tristi o che si rappresenti in termini di pura malinconia; anzi spesso, loro malgrado, questi ripetuti (o in qualche caso ripetenti), piccati fantasmi riescono a inscenare pura vita comica. 

Notoriamente il comico si realizza infatti con la ripetizione.

Articolo su La Nazione di oggi.


Sulla soglia della città

Permettete che io vi spieghi, in poche parole, cosa vi aspetta quando venite a vedere uno spettacolo alla Baracca. Il teatro La Baracca si s...