giovedì 30 novembre 2023

La Baracca che resiste



Grazie alla Nazione per questo articolo di oggi, che illustra l'attività teatrale del prossimo mese di dicembre alla Baracca.

Per un teatro autonomo è difficile resistere. Anzi, è impossibile. Se penso a quando tornai a Prato da Roma, all'inizio degli anni '90, alle piccole e grandi compagnie di teatro che c'erano in zona, ai luoghi di cultura, allora le circoscrizioni organizzavano anche attività culturali, ecco, il paragone mostra una caporetto culturale presente e assoluta.

D'altronde anche La Baracca ha subìto dei colpi, uno forte è stato quello di vedersi togliere la qualifica di "Piccolo Teatro della Toscana", che ci era stato attribuito quando era viva un'altra politica culturale, quella di Sipario Aperto e della cultura dal basso,  alla cui definizione in parte aveva contribuito anche Fulvio Silvestrini (a proposito: ma non dovevano intitolargli l'emeroteca della biblioteca comunale?), e che dopo pochi anni hanno tolto quando è venuta di modo la comoda idea della cultura-azienda, oggi anch'essa fallita, delle Residenze Teatrali.

"Danno per poi levare del tutto",  diceva Cesarina Foresti, la cara amica sindaco di Arzergrande, in quel di Padova.

Così molte piccole autonome realtà culturali sono scomparse, sono svanite nel nulla e definitivamente a partire dall'inizio del nuovo secolo: in parte a causa dell'evoluzione tecnologica, che sviluppando lo spettacolo diffuso, ha reso ancor più superfluo andare a teatro e a cinema;  in parte a causa della decadenza dei grandi partiti storici del '900 italiano, a cui certe realtà erano legate in vario modo.

I movimenti che poi sono nati, come il M5S, anche quello ormai al capolinea, e  che dovevano aprire i parlamenti come scatolette di tonno, non si sono occupati se non marginalmente degli aspetti culturali del nostro paese.

La Baracca,  periferica e povera e scomoda, sopravvive solo con il nostro lavoro, perché gli incassi servono in gran parte a sostenere lo spazio stesso: non posso più pagare le compagnie come potevo fare fino al 2007/2008 in maniera dignitosa, ma si cerca di fare il possibile per far vivere questo teatro-laboratorio, e non solo per il mio lavoro di ricerca e sperimentazione.

Due parole su Cuori di donna, che vive dal 2003la formula dello spettacolo, semplicissimo, è stata copiata da alcuni teatranti. Vecchia storia, e misera. Anche per queste bassezze,  povertà morali e artistiche, il teatro, come ancora diceva Cesarina a cui dedico questa recita, è andato a ramengo.

martedì 28 novembre 2023

Cuori di donna, che non vuol morire



Ci sono spettacoli che nascono e muoiono, hanno la loro stagione; altri che non vogliono morire.

Continua a vivere e si rinnova da vent'anni CUORI DI DONNA, testimonianze di donne italiane, che porto a giro ancora per l'Italia e che presenterò alla Baracca sabato 2 dicembre ore 21,15.



giovedì 23 novembre 2023

La donna si ribella

 


Sì, ma quando? Dobbiamo sempre e ancora aspettare qualcuno che ce lo dica?...

(Questo è l'inizio di una testimonianza di "Cuori di donna" di non molto tempo fa, molto dura e spregiudicata, che chissà perché ho tenuto da parte; questa volta no).

martedì 21 novembre 2023

Pubblicata la terza edizione de L'infanzia negata dei Celestini



La terza edizione de L'infanzia negata dei celestini è pubblicata e disponibile in copie limitate.

L'ho pubblicata a mie spese, come è stato anche per la seconda edizione.  Questa terza è composta da160 pagine che includono fotografie e nuovi documenti.  E' stato un onere gravoso, ma necessario.

La presentazione ufficiale avverrà in occasione dello spettacolo il 16 dicembre 2023, sempre alla Baracca.

Per adesso si acquista solo a teatro, costa 20 euro e, chi vuole, può già prenotarla.

Coloro che verranno a vedere lo spettacolo potranno acquistare il libro a un costo ridotto; come la volta precedente ci sarà la formula spettacolo+libro, su cui darò presto maggiori informazioni.

A chi abita lontano si può inviare, e per questo deve scrivere a teatrolabaracca@gmail.com...

Non vi lasciate fuorviare: tutti questi dati tecnici nascondono ma in realtà rivelano, oltre che un gran daffare, una grande emozione. 


lunedì 20 novembre 2023

Programma di dicembre 2023 alla Baracca





La recente alluvione di Prato del 3 novembre e i nostri giri teatrali in altre regioni hanno in parte cambiato il programma previsto alla Baracca. Questo è il nuovo programma.


Sabato 2 dicembre ore 21,15

CUORI DI DONNA

Testimonianze di donne italiane 

Uno spettacolo che porto in giro in tutta Italia da vent'anni, ora con nuove testimonianze.

Racconto nato dalle testimonianze di donne intervistate negli anni che rappresenta la vita interiore di ciascuna. Ogni personaggio racconta la propria esperienza mettendo in luce anche l’esistenza non conosciuta e il non detto, in un vortice ora drammatico ora comico, com'è la vita.


Sabato 16 dicembre ore 21,15

L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI

Spettacolo e presentazione della terza edizione del libro

Sarà una serata un po' diversa da quella che faccio ogni anno, con dettagli e curiosità sulla ricerca di nuovi documenti (che hanno portato alla III edizione del libro stesso) e l'incontro con persone protagoniste della triste vicenda dei celestini finora sconosciute. E, oltre a raccontarne come ogni volta le fasi salienti, presenterò anche brevemente una memoria dello spettacolo, perché esso stesso ha costituito uno scandalo.. 

Il libro contiene, oltre al Libro Bianco, già presente nella II edizione di cinque anni fa, la trascrizione delle dichiarazioni di alcuni piccoli celestini che portarono al processo, e l'intervista al Maestro Manetti che presentò la famosa denuncia. E anche alcune foto, queste non presenti prima. E' già disponibile e si può acquistare direttamente alla Baracca o, facendone richiesta, via posta.


Domenica 31 dicembre 2023, ore 22

L'AMORE PIPPO

Da un quaderno ritrovato durante l'alluvione di Prato

Il programma per questo ultimo giorno dell'anno era diverso. Ma l'alluvione, che ci ha colpito duramente, ha operato anche un piccolo miracolo, facendo apparire dal passato e togliendo dall'oblio un documento di alcuni anni fa, ormai confuso nella melma di questi giorni fra i mucchi di immondizia accatastata, e che racconta di una insolita, divertente e strampalata storia d'amore di alcuni anni fa, che non possiamo non condividere per stupire e divertire i nostri spettatori. (Chi avrebbe mai pensato che i toscani fossero così, ohi ohi, romantici?). 

Segue spumante e dolce per festeggiare il nuovo anno.



C'è ancora domani, ma è rimandato: anzi demandato!

Ho visto il film, record di incassi, C'è ancora domani.

Tratta il tema della violenza contro le donne,  con  certi momenti di originalità strutturale e registica, e in certi punti mi sembrava proprio di rivivere le scene di violenza, le botte di qualche mio parente alla consorte di cui sono stata diretta testimone...

Nonostante il tema trattato, ho trovato il film conformista.  In particolare nei personaggi, disegnati nel solco della tradizione italiana della commedia.

Il marito, in primis. Troppo mostro e monolitico,  senza sfumature, ottuso e brutale. Gli uomini che picchiano e ammazzano le donne sono davvero così? Erano così? Solo in parte. Io ne ho conosciuti diversi, come ho detto, li ho visti proprio, sono stata una testimone. 

Vedendo il marito si sa subito da che parte si deve stare, e se anche c'è violenza brutale poi alla fine è senza vero dramma.  Del passato della sua vita interiore dell'uomo non si sa niente, tranne che ha fatto due guerre, e che quindi conosce solo il linguaggio della violenza.

I figli maschi, sono rappresentati sempre nello stesso modo, discoli e discoli che si rincorrono per casa e dicono le parolacce, che non reagiscono quando il padre picchia la madre. Qui è tutto buttato in schema commedia, anche se c'è la violenza.

La figlia sembra una protofemminista, ma poi è sul punto di farsi infinocchiare dallo stesso maschietto sorridente e possidente, il quale  mira a diventare proprietario, dominus della femmina (tanto per cambiare!) e a perpetuare la violenza eccetera, e che  lei poi compiange disperatamente quando non può più sposarlo.  Il fidanzato è il mostro prima del matrimonio, che si mostra buono prima dell'affare da fare.

E ancora, conformista e già visto, il coro delle donne del cortile, quelle amiche e quella ostile, con l'immancabile rissa fra donne, nella più scontata tradizione romanesca. Per non parlare del marcantonio buono e affidabile, quello è proprio uscito dalla commedia italiana senza alcun passaggio intermedio...

E la famiglia del fidanzato? Delineati tutti con l'accetta comica.

Ma è poi col nero americano che si ha l'apoteosi della piacioneria: il bel ragazzo si mostra sensibile verso la donna di cui capisce le violenze subite, ma questa sua consapevolezza è davvero assurda e non filologica, è una strizzatina d'occhi, è una carezza e un bel sorriso agli americani occupanti che regalavano la cioccolata (è vero, mia madre bambina fu operata da loro per un ascesso e la sommersero di barrette di cioccolata...). Il giovane americano addirittura arriva a compiere una violenza come ricompensa alla protagonista per avergli ritrovato una fotografia dove è ritratta la sua famiglia al completo composta da mammut babbut e figliut! 

C'è una violenza cattiva, quella del marito, e c'è una violenza buona, quella che libera, quella americana.

Il film è favolistico e conformista nel finale, soprattutto:  la protagonista, che scappa non per andare a finire con un altro uomo, che probabilmente l'avrebbe picchiata anche lui, ma per andare a votare per la prima volta, finalmente. Perché, donne! la scappatoia è nella democrazia, nel voto. Come si diceva una volta: nel collettivo.

E sarebbe questo il colpo di scena,  con diverse incongruenze e stiracchiato per farlo tornare: lei trionfante che viene difesa dalla massa delle donne contro il marito che stava per picchiarla perché...era scappata per votare!

Uno dei momenti fondamentali della Storia italiana è trasformato in puro osanna verso status quo. Qui il domani è rimandato e soprattutto demandato!

Sulle canzonette inserite non voglio commentare, ho troppa stima per Lucio Dalla.

Molto più efficace nella denuncia della condizione della donna fu il film Una giornata particolare di Ettore Scola: la Antonietta Tiberi interpretata da Sofia Loren subisce le violenze e le umiliazioni del marito; lo scarto dal Fascismo, che istituzionalizza la sua schiavitù; e il rifiuto di un uomo, di cui si innamora, ma che non ricambia il suo sentimento: è l'omosessuale anche lui vittima di pregiudizi e persecuzione.


giovedì 16 novembre 2023

Torna Il Bignamino delle Donne

Sabato 18 novembre ore 21,15 alla Baracca torno con un classico comico, Il Bignamino delle Donne.

Questo perché lo porto in giro in questi giorni, e anche perché l'idea è, ogni tanto, ripresentare un'opera del repertorio.

Del Bignamino, alla Baracca, non ci sarà replica.

Prenotate, consiglio.



martedì 14 novembre 2023

Suor Luisa e i Celestini

Stanotte ho sognato suor Luisa, quella suora vestita di nero che, quando ero bambina, mi picchiava.

Lei per me è legata ai celestini.

Come già scrissi e ho detto alcune volte, volli ricostruire la vicenda dei Celestini perché all'Istituto di Santa Caterina di Prato, dove insegnava suor Luisa, avevo subito vere e proprie torture, ma non si trovava alcun documento, nessuna storia.

Ma dei Celestini sì. C'era stato un processo. Volli raccontare quella storia, perché era documentata e similissima a quella che avevo vissuto io. E che ugualmente ricordavo bene.

A Santa Caterina di Prato frequentai l'asilo e lì rimasi fino alla seconda elementare. L'Istituto era capeggiato da Suor Luisa, almeno così io mi ricordo, la quale nemmeno possedeva il diploma magistrale come seppi poi e pure insegnava, e da lei in particolare subii le stesse violenze dei poveri Celestini. Ho ricordato diverse volte quegli episodi con mia cugina Rossella, anche lei con me in quell'Istituto negli stessi giorni della fine degli anni '60, perché volevo essere sicura di non ricordare male, o venire accusata di essermi inventata tutto.

Io ero e sono mancina, e fui letteralmente torturata, rinchiusa diverse volte in uno stanzino al buio perché non riuscivo a scrivere con la destra - poi ci son riuscita -, a cucire e ricamare e mangiare con la destra - quello invece e tutto il resto è rimasto mancino, e anche lo scrivere, mancina mancina! -, o bacchettata per aver sbagliato una sottrazione, e un'altra volta, e questo è stato l'oggetto del sogno di stanotte - perché scrissi una poesiola o qualcosa del genere. Era qualcosa di scherzoso, mi sembra sulla primavera o sull'amore. Ricordo benissimo il viso acceso della suora mentre la leggeva! Me la distrusse davanti agli occhi e mi dette un ceffone.

A causa delle violenze non mangiavo più, ma non parlavo con nessuno di quello che mi accadeva.

Mia madre, riportavo a casa il cestino di vimini con le vivande ancora intatte, intuendo che c'era qualcosa che non andava, mi tolse da quell'Istituto, e mi mandò alla scuola pubblica.

Mi aveva portato là per due motivi: perché l'istituto era rinomato (proprio così!), perché ci andavano le mie cugine e le suone tenevano le bambine fino al pomeriggio tardi.

Non riesco a entrare in quell'edificio, dove ora ci sono gli uffici dell'Assessorato alla Cultura e della Pubblica Istruzione, senza provare uno stordimento. Il giardino interno per me è inguardabile, impercorribile: mi ci misero al freddo per un'oretta o forse più, da sola, un pomeriggio. Non mi ricordo cosa avevo combinato.

Ero davvero così discola?

Quell'istituto per bambine fecero a tempo a chiuderlo e cancellare le prove delle violenze proprio per lo scandalo appena scoppiato all'Istituto dei Celestini. Infatti a Prato si diceva: - Sei non fai il bravo, ti porto ai Celestini!". Di versi anni fa alla presentazione della prima edizione del libro, un ex dipendente del Comune mi confermò che dopo lo scandalo nell'Istituto retto da Padre Leonardo fecero il possibile affinché non se scoppiasse un altro in città. Lui conosceva bene la situazione a Santa Caterina, se n'era occupato in prima persona e rivelò, davanti a tutti, che in Comune sapevano delle violenze. Peccato, non feci a tempo a chiedere il nome a quell'impiegato, perché se ne andò via prima che potessi fermarlo.

Come ho già detto tra pochi giorni uscirà la terza edizione dei libro sui Celestini di Prato.

Lo presenterò il 16 dicembre, in concomitanza con lo spettacolo, con cui debuttai, fra grandissime polemiche, diciannove anni fa alla Baracca. Potrei scrivere un altro libro su quello che mi è costato ricostruirne la storia, tutta italiana, che la città di Prato aveva voluto dimenticare. O voleva tener nascosta. Altre violenze.
Sconosciuti mi suonavano a casa, mi offendevano. "Sei una puttana!" . "Gesù ti punirà!." "Da una divorziata, cosa vuoi aspettarti?" Lo spettacolo poi è stato più volte interrotto; hanno tentato di aggredirmi in camerino, e dibattiti violenti hanno seguito la recita protratti fino all'una e oltre di notte. Il sindaco di allora, Roberto Giovannini, su cui abbiamo appena fatto lo spettacolo, fu determinante per la ricerca della verità. Non ebbe paura.

Questa terza edizione, la seconda è esaurita, contiene documenti importanti e foto mai pubblicate.

Ringrazio il Maestro Manetti, colui che rese possibile le indagini e il processo, che ha voluto affidare a me documenti inediti e la sua memoria.



domenica 12 novembre 2023

Quarta replica di "TI ricordi della vita?", com'è andata.

Scrivo un po' correndo per i miei impegni, e certamente tornerò su questo commento.

Giudico che ieri sera, la replica "alluvionata" di  "Ti ricordi della vita?", Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo, sia stata, dopo quella del debutto, la più bella e forse significativa.

Ieri sera erano presenti i nipoti diretti di Roberto Giovannini, i figli di suo fratello Giovanni.

Si sono commossi, gentili e affettuosi,  ma noi siamo stati confortati nel nostro lavoro anche dalla loro viva testimonianza: Gianfelice per l'interpretazione magistrale del Giovannini, come se l'avesse conosciuto; e io per l'accostamento, che poteva sembrare bizzarro, di un dialogo del famoso sindaco di Prato con l'Aleramo, apprezzata per la ricostruzione tutta.

Vi potete immaginare come si gongola, si direbbe a Prato!

Nella casa di Roberto Giovannini, ha ricordato il nipote, campeggiava una foto dell'Aleramo, che lui avrebbe conosciuto quando lui era staffetta partigiana, e da allora sarebbe rimasto suo amico e l'avrebbe chiamata a Prato eccetera eccetera...

Il resto lo sa chi c'era alla Baracca ieri sera.

Una serata straordinaria, che ci ha un po' riconfortato dalla terribile settimana passata per l'alluvione.

Io credo che quest'opera potrà tornare presto in scena.




sabato 11 novembre 2023

Ti ricordi della vita? (Quarta replica).

Confermo che stasera, sabato 11 novembre alle ore 21,15 alla Baracca, andremo regolarmente in scena, come anche informava ieri La Nazione.



venerdì 10 novembre 2023

Nel Paese Mxxxxxo, l'incommentabile

La nomina del signor Figlio del Tanto Padre al Grande Teatro di Mxxxxo è incommentabile.  

Tuttavia la commenterò. Anche se questo sistema è talmente in uso che commentarlo può sembrare superfluo. Inutile. Ridondante. 

Vi siamo così abituati che è come dire che l'acqua calda è calda, e leggendomi so che voi sorriderete un po', come quando appunto si legge l'ovvio.

Infatti, tutti prima o poi inciampano miseramente nel sistema della parentopoli o clientelare in questo paese mxxxxxo, nessuno vi può sfuggire. Giri l'angolo e trovi un parente; o un amico; o un iscritto al partito. E ancora: ti hanno fatto un favore, ti hanno nominato ministro? Devi restituire. 

E chi mi lègge lo sa bene: qui la légge vera è questa.

L'opposizione fa mostra di nutrire dubbi e borbotterà un po'...ma gli attriti saranno presto appianati, com'è d'uso, perché a tutti i livelli, in tanti CdA si osserva lo stesso andazzo e ovunque la stessa occupazione di potere, uno dei motivi per cui si respira un'aria mefitica e per cui nulla cambia, gattopardescamente, in questo paese mxxxxxo.

Qui la cultura è prigioniera e schiava, è incommentabile.

giovedì 9 novembre 2023

Allerta rossa per il consumo di suolo

Queste foto, che mostrano ingrandite la Piana di Pistoia Prato Firenze, quella che è stata devastata dall'alluvione del 3 novembre scorso, è tratta dall'Atlante Nazionale del Consumo di Suolo e parlano da sé. 

Un territorio devastato dal cemento, dalla speculazione edilizia, dall'incuria.

E se avete tempo e voglia, sfogliatelo, questo Atlante, che dirama solo una allerta: rossa, per come abbiamo guastato tutto il territorio nazionale.





mercoledì 8 novembre 2023

Programma di novembre 2023 alla Baracca

 Si riparte, forza!


Alluvione di Prato: la caccia alle streghe è iniziata

Non vogliono la caccia alle streghe, ma in realtà la fanno eccome!

La Piana è un territorio dove si è cementificato senza misura né cognizione, basta andare in alto sulle colline attorno a Prato per rendersene conto, con un sistema idraulico non si sa come tenuto insieme a un sistema delle gore distrutto, e ora, per l'alluvione su Prato (o almeno sulla zona di Santa Lucia) si dà la colpa a un muretto del 1600 che sarebbe stato aperto, e molti anni fa sembra e con tanto di permesso, per farci un cancello.

Non cominciate la campagna elettorale massacrando le singole persone, siete vergognosi!

Col cavolo che si fanno interrogazioni, che ne so, per quello che è successo con l'interporto di Prato, che, tanto per dirla solo una, ha strangolato la zona est della città fra la montagna e la ferrovia (senza contare la zona archeologica); o per quanto cemento e come è stato buttato nella zona industriale di Oste e Bagnolo, nel comune di Montemurlo; avete visitato mai quella zona che è stata duramente colpita dall'alluvione?

Ci ricordiamo bene delle parole dei governatori passati della Toscana, quelli che parlavano di sviluppo del territorio; che non volevano che la Toscana rimanesse "indietro":  eccolo, l'avete avuto, anzi, noi l'abbiamo avuto lo sviluppo, ma delle alluvioni, della distruzione e dell'abbrutimento!

Oltre a dare vita e coltivare la cosiddetta guerra fra poveri.

Senza contare poi il problema GRAVISSIMO dei rifiuti che in questi giorni si ammassano per le strade e per il cui smaltimento ancora non esiste un piano chiaro e preciso.

Su questo dovete lavorare, di questo vogliamo sapere, e non delle vostre gesta, che vanno alla fine a colpire solo le singole persone, peraltro le prime vittime proprio delle esondazioni, o che indagano su permessi di varchi su muri antichi di cui a nessuno finora, sebbene sostengono fosse di contenimento per le acque, è mai fregato niente!


                                                        (Articolo di oggi su IL TIRRENO)


   ( Prato, 7 novembre, una delle tante strade invase dagli oggetti rovinati dall'alluvione).


martedì 7 novembre 2023

Domanda sui reperti di Gonfienti alla Tinaia

So bene che ci sono problemi più grandi (ripeto, io stessa alluvionata!), ma domando: visto che il Museo di Gonfienti di Campi è sul bordo, anzi sotto il Bisenzio (appunto alla Tinaia, che di solito non si trova in soffitta!), qualcuno sa come vanno le cose dalle parti dei reperti?

Novembre 2023 alla Baracca (distrutti, ma forse con il trucco non si vede?)

A causa dell'alluvione, oltre che per impegni fuori città, il programma alla Baracca è cambiato. 

Il teatro non ha subito danni, ma i garage, dove fra le altre cose teniamo oggetti di scena e apparecchi elettrici, luci e audio,  sono stati invasi da 60 cm di acqua.

Ci attende il quarto giorno di duro lavoro, ma sabato contiamo di riprendere anche la vita teatrale.

Questo è dunque il programma di novembre 2023:

Sabato 11 novembre replica di TI RICORDI DELLA VITA? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo. (2a replica straordinaria).

Sabato 18 novembre IL BIGNAMINO DELLE DONNE.

Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21,15.

CICCIA MIA, commedia dimagrante è spostato a sabato 2 dicembre. Ma di questo daremo conferma fra qualche giorno, data la situazione ancora incerta.

La foto, che mi riprende durante la prova de Il Bignamino delle donne, con cui andrò in tournée questo mese, vuole essere un invito all'ottimismo. Siamo, sono distrutta!, ma con un po' di trucco, magia del teatro, forse non si vede?



lunedì 6 novembre 2023

L'alluvione (oggetti in rivolta)



Lo so. Ci sono tanti

 problemi più grandi. 

Gente che ha perso tutto.

Gente in lutto.

Io stessa rovinata 

nella Prato alluvionata.

Ma sono rimasta così 

dal fatto

impressionata

che fatto!

di questi oggetti in sosta

chilometri di cose

davanti alle case

davanti alle fabbriche

accatastati

sporchi e rovinati

frigo lavatrici mensole

tavoli e ripiani

stoffe e macchinari

giocattoli per bambini.

Io non sapevo che gli oggetti 

si fossero celati così in tanti 

e tanti e tanti e quanti!

nei garage e in tutte le cantine

e si fossero ammucchiati 

silenziosi e pieni di rancore

per poi fatti decise brigantine,

e non vedevan l'ora!,

rivolgersi contro di noi maligni

e forti come massi e più macigni:

tenerci nel fango delle case

a spalar come galeotti alle galere;

e noi così bruti e imprigionati

e loro infine fuori, a stragodere.




domenica 5 novembre 2023

venerdì 3 novembre 2023

Ti ricordi della vita? è rimandato causa alluvione

La programmazione è cambiata. Intanto comunico che a causa dell'alluvione lo spettacolo "Ti ricordi della vita?" dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo è rimandato a sabato 11 novembre ore 21,15.

Poi dirò il resto, quando avrò finito di asciugare il garage e gli oggetti.

L'alluvione

Sono una alluvionata di questa assoluto disastro d'acqua che ha colpito Prato, Seano, Campi Bisenzio, Quarrata e altre zone limitrofe. 

Il teatro è salvo, ma il resto...






giovedì 2 novembre 2023

QUE VIVA PASOLINI


Rivedere Pasolini -ammetto che il suo cinema "barbarico" possa non piacere - serve comunque a togliersi di dosso l'ipocrisia il conformismo l'untuosità la dittatura del cinema di oggi. Parlo non solo delle storie, ma anche della confezione cinematografica. Dell'estetica. Nella trasmissione televisiva è evidente come il giornalista Francesco Savio, che intervista Pasolini, si trovi in difficoltà davanti alla sincerità straziante del poeta.

Io penso - drammaticamente - che il cinema vada rifondato, che quello che si sforna oggi sia inguardabile, anche perché spesso è -scusate il moralismo - disonesto. Vi è tutto troppo perfetto, anche nelle trame, e disgusta e soffoca. La fotografia del digitale non mi piace, quella anche in bianco e nero, che ammicca al passato, che vuole ricostruirlo perfettamente, lo strazia; e la musica poi! vi si infila sempre la canzonetta conosciuta per piacere al grande pubblico. Un filmismo favolistico ammiccante e compiacente.

Quello economico è stato superato da tempo; ora siamo al limite del terrorismo ideologico.

Questo cinema fa propaganda per l'uniformità e il conformismo.

mercoledì 1 novembre 2023

Ti ricordi della vita, quater

Quarta replica il 4 novembre 2021 di Ti ricordi della vita, Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo.

La Nazione ne dà ampio risalto nella cronaca locale, e basta leggere l'articolo, molto ben dettagliato. Vivaddio.

A novembre '23 il programma della Baracca cambia un po' rispetto al previsto, si spostano lievemente due date, e presto darò gli aggiornamenti: per alcuni nostri impegni fuori città, per la scrittura fitta fitta di questi giorni, per la terza edizione de L'Infanzia negata dei Celestini che uscirà, in coincidenza con lo spettacolo, a dicembre.

Vi aspetto sabato, non mancate.


Programmino di maggio 2024

  Questo, per ora , il programma di maggio alla Baracca: Sabato 4 maggio ore 21 LA MOSTRA PARLANTE TI MANDO AI CELESTINI (quinta replica) Sa...