giovedì 27 febbraio 2020

RIAPRITE TEATRI E MUSEI

Alcuni amici mi invitano a scrivere e rompere l'isolamento in cui mi sono volutamente collocata per evitare di essere contaminata dalla pazzia da corona-virus.
Sarò breve, e poi ritorno via.

Certe autorità hanno chiuso teatri e musei, ma lasciato ben aperti i supermercati con code infinite di gente che, pieni i carrelli di robba per riempire il vuoto della propria esistenza più che della pancia, ha sostato e sosta per ore gomito a gomito davanti alla cassa.

RIAPRITE I TEATRI E MUSEI, INVECE DI MOSTRARE AL MONDO IL TRISTE E DANNOSO SPETTACOLO DI VOI CON AL VOLTO LA MASCHERINA.

lunedì 24 febbraio 2020

Blog in quarantena

Ciao, sono il blog.
Mi sono messo in quarantena, onde evitare il diffondersi del virus dell'umanità impazzita.
Notizie e persone sono fuori controllo, istupidite e impaurite, e mi metto spontaneamente in quarantena, onde evitare di scrivere e diffondere l'insensatezza assoluta che ormai ci contamina.

giovedì 20 febbraio 2020

Si combatte per la catena di montaggio


Le lavoratrici precarie della Piaggio di Pontedera in questi giorni sono tornate a protestare, ma dal cancello (come si vede in questo video della scorsa estate), sono finite sul tetto: dopo tanti anni di contratto a termine, chiedono la "stabilizzazione".  A questo punto siamo schiavi, che si deve combattere per la catena di montaggio: "...e mi trovo qui a quarant'anni...per lavora' in catena".

mercoledì 19 febbraio 2020

martedì 18 febbraio 2020

Flavio Bucci e gli sciacalli (Dell'estetica del brutto e maledetto)

Ora gli sciacalli del cinema si butteranno sulla vita ormai conclusa di Flavio Bucci, l'attore maledetto.

Non c'è più altro modo per attrarre questo mondo di sciacalli che vive aspettando i vermi altrui, che essere appunto quello che Flavio era diventato.

Lo conobbi al teatro di Pescia una ventina d'anni fa, ci andai a parlare in camerino. Lo volevo ingaggiare (follie di gioventù), ma era cotto, letteralmente cotto, ubriaco.

Era molto bravo, ma la sua testa ormai non teneva una battuta, e per il teatro non funzionava più.
Ma la gente lo andava a vedere per questo. E lui lo sapeva bene.

 Cosa deve fare un attore, e un artista in genere,  cosa deve diventare?

Altrimenti, del teatro in sé, come anche in fondo del cinema o di arte che sia,  che l'artista sia bravo, capace, serio, no, non gliene frega più niente a nessuno.

Il pubblico, infelice e distratto, vuole il sangue, la maledizione, l'abisso. E da Baudelaire in poi che stiamo andando avanti con questa "estetica del brutto e maledetto", unita al mito del dialetto e popolare, morto sepolto e ormai impossibile, rinfocolato in anni di contestazione tardonovecentesca,  e al suo nascere aveva un senso, era necessario, mentre adesso è solo operazione commerciale...Ci siamo caduti tutti. Oggi però in aggiunta, quando la storia è finita, arrivano gli sciacalli, e santificano a proprio vantaggio. Degli affanni del tizio non si curano, anzi; vogliono il cadavere.

D'altronde, se non ci sono questi ingredienti, allora...l'unico spettacolo che la gente vuole vedere, e per cui paga un biglietto saporito, è quello dell'amato Sé, e per questo hanno già predisposto tutto l'occorrente.

domenica 16 febbraio 2020

Calendario dei delitti, commenti


Foto di Asia Pasquali

Era un po' di tempo che non mettevo i commenti sugli spettacoli alla Baracca...rimedio subito con quelli di ieri sera del "Calendario dei delitti". 
Personalmente ho passato una bellissima ora e più a recitare, e sembra anche il pubblico, che ringrazio; c'è ancora qualcuno che non si vergogna a compiere il "delitto del teatro libero":

"Affascinante lo spettacolo e bravissima Maila", Olga.
"Bravissima e molto interessante",  Gabriella.
"Bella tutta l'interpretazione", G. Cannone.

sabato 15 febbraio 2020

Replica de "Il calendario dei delitti"

Stasera replico Il Calenderio dei delitti, magari aggiungendo qualche misfatto che è stato appena compiuto, a febbraio...


Foto di Angelo Sabanito Polizzi

venerdì 14 febbraio 2020

Stop all'ampliamento dell'aeroporto di Firenze: altro becchime per noi polli?

Tutti contenti e coro di evviva per lo stop all'ampliamento dell'aeroporto di Firenze da parte del Consiglio di Stato, perché il progetto presentato dalla società aeroportuale non rispetterebbe le norme ambientali. Devono rifare tutto daccapo.

Molto bene, ma...questo fermo, per cui esultano non solo i cittadini che hanno a cuore l'ambiente disastrato della Piana, ma tutto il mondo politico della Sinistra locale o quasi (in sostanza quasi tutto il PD), come se non fossero stati i comitati a portarlo avanti ma gli altri, cade a fagiolo su una campagna elettorale che si vede così togliere, almeno da una parte, uno scontro importante al suo interno. Sì, certo, ci saranno le schermaglie, il candidato alla Regione si dovrà destreggiare un po', ma la sostanza è che ora quell'intoppo, e che intoppo, è stato, se non eliminato,  ammorbidito nell'ambito della scaletta elettorale di quella parte! Certo è, con questa pietra tombale messa su quel progetto, che i cittadini ora staranno un po' più buoni, e loro potranno più tranquillamente "correre in campagna" e poi, rimescolando un po' carte e nomi, tornare ai loro posti alla mensa della Signoria, e poi, naturalmente riprendere il progetto dell'aeroporto. Anzi, si mangeranno anche quel che rimane di varie piccole un tempo opposizioni, compreso M5S, e torneranno rinvigoriti.
Insomma, purtroppo, questa sentenza, pur auspicata e necessaria,  e vorrei proprio sbagliarmi!, sembra trasformarsi in altro becchime per noi polli.

giovedì 13 febbraio 2020

Il delitto del virus intelligente

Ultimo delitto del mio "Calendario" che pubblico; è un delitto del mese di febbraio.

"Il virus si modificò, diventò pensante. Agli scienziati fu subito chiaro. Si trattava di un virus che attaccava moralmente. Era diventato un virus intelligente.
Il virus DD3G56 aveva cominciato a scegliere le sue vittime. O a svilupparsi in certe persone.
Per esempio i codardi. I vigliacchi. I paurosi. I falsi. Gli ipocriti. I doppiogiochisti. I lecchini.
Fu chiamato il virus politico.
D'altronde, non essendoci più l'opposizione, non essendoci più contrasto, qualcuno - dicono le voci dei malevoli - qualcuno probabilmente modificò il virus, lo potenziò per creare una opposizione.

Favole? Ma le favole, si sa, stanno diventando sempre più vere.

Il  Presidente del Partito e Primo Ministro fu il primo colpito. Cominciò durante un  comizio a sudare freddo. Balbettò.  Si disse che era influenza, ma nonostante le medicine, non passò.   Cominciò a compiere gesti insulsi. Ad adottare manovre assurde. Fu manifesta la sua nullità, e il Partito lo convinse a dimettersi.
Di lui non ne abbiamo saputo più nulla.

Poi lentamente altri si sono ammalati del virus DD3G56. Ma prima di scoprire le sue caratteristiche, è passato del tempo!  Il virus è stato isolato, ma il contagio si è diffuso a livello mondiale. Ancora il vaccino non c'è, anche se ci stanno studiando febbrilmente.
In realtà ancora non sappiamo come il virus si trasmetta. Se tramite certe parole, per esempio, o certi comportamenti. Il che però sembrerebbe scientificamente impossibile.

Sospettiamo che sia stato colpito anche il nostro primo cittadino, che da qualche giorno è sparito; ha cominciato a tossire in pubblico e a balbettare. 

Il problema è grave. Prima i virus colpivano indistintamente, a prescindere dal carattere e dalla tipologia morale della persona; ora invece, colpiscono nell'intimo, in quel campo in cui la scienza non può fare molto. Anzi, non può fare nulla!

Il panico è assoluto. Molti politici non si vedono più a giro, anche se non sono malati.
Il panico è ancor più totale dato che prossimamente ci sono le elezioni. Nessuno vuole candidarsi. Ma soprattutto nessuno sa come fare ad evitare la malattia. Deve dire la verità? Deve essere buono? Deve essere coraggioso?

Gli psicoanalisti stanno facendo grossi affari.

Gira la voce anche che il virus colpisca i ricchi, coloro che hanno in banca un tot di capitale superiore a certo valore. Ma come fa il virus a sapere quanto uno ha in banca? E' chiaro che c'è qualcuno che lo manovra. Qualcuno che sa.

Intanto, oltre al fracasso politico, si registra quello economico: le borse africane sono in rialzo, e non trovi  più nessuno a cui puoi regalare cento euro.

(Tutti i rovesci riservati).


mercoledì 12 febbraio 2020

Cosa sarebbe Prato se se ne andassero i cinesi?

Perché non dovrei pensare che questo virus non sia una guerra?
E' ragionevole pensarlo.
Perché non dovrei pensare che questo virus sia stato messo in circolazione per questa guerra?...


Per questo virus guerreggiante Prato ha assunto un'aura lievemente spettrale, diciamoci la verità, ma non solo perché costringe i cinesi a starsene rintanati, e deserta è Via Pistoiese, la China-Town.

E' spettrale perché questa assenza scopre il vuoto profondo che caratterizza la città a livello politico e culturale, senza più nemmeno un'anima che la caratterizzi e parli. 

Cosa sarebbe oggi questa città se se ne andassero i cinesi?

E non si scorge certo anima politica nella trita propaganda, nella macchina messa già in moto per le elezioni regionali in primavera. Per cui si mostra il solito copione; e che sia un copione lo dimostra il fatto che la propaganda si realizza ancora una volta a teatro, con il signor Giani di Firenze che, volendo diventare "governator mancino" alle prossime regionali,  sale sul palco stasera nella città potenzialmente più "invirussita" del suolo tosco, ormai pronto e dissodato per far crescere, come giani bifronti, aeroporti e interporti. 

Il candidato si presenterà accompagnato dal Sindaco della città fu tessile, il quale, rassicurato e come guarito, risbuca dalla tana comunale balzando direttamente al Teatro Politeama per fare la sua particina, di spalla, nella commedia.

martedì 11 febbraio 2020

Le regole di Aristotele (Delitto del centro commerciale)

Penultimo delitto che lascio qui del mio "Calendario". Questo è del febbraio,  e l'ho compiuto proprio io.

"L'altro giorno, a lezione, spiegando le unità aristoteliche del teatro di azione e tempo, chissà perché ho finito per  rivelare ai miei allievi che non sono mai entrata nel centro commerciale "I Gigli" di Campi Bisenzio. Loro, felici di avermi colto in difetto, hanno commentato che questo è davvero un delitto  per cui certamente sconterò una pena, anzi forse la sto già scontando. Infine, a darmi la stoccata finale è stato al solito l'allievo più bravo, che ha definito meglio l'accusa: "Prof, forse non se ne rende conto, ma è Lei a non rispettare le regole di Aristotele;  il suo agire non ha un luogo, ma soprattutto è fuori dal tempo." (TIRR, Tutti I Rovesci Riservati).

venerdì 7 febbraio 2020

Il delitto di Sanremo

Un altro delitto del "Calendario". Il delitto di Sanremo, che cade proprio oggi. Così attuale. Il resto, un piccolo ma sugoso resto, domani a teatro. Ciao.

"Quando in Italia a febbraio va in scena il Festival di Sanremo, aumentano tutti i delitti.
Come nelle peggiori dittature, l'assassinio è generalizzato e, miror,  i suicidi invocati; addirittura si osserva come un piacere in questo autosoffocamento.
L'assassino è diventato tutti. E questo uccide quello; e quelli codesti. Ammazza, ammazza! E chi può, si uccide da sé. Con le cuffiette.
I livelli di morte sono così alti che nemmeno le dittature di un tempo sudamericane possono confrontarvisi. Là i dittatori buttavano i dissidenti dall'aereo nell'Oceano; qui i dittatori non devono fare nulla, i consenzienti si gettano da sé nel morto Mediterraneo. Con le cuffiette. Con gli smartphone.
E anche se non ti ammazzi, arriva il virus, il virus Sanremo; anche se non guardi il Festival, arriva, entra ovunque.  Anche se stai isolato, chiuso. Quasi senza respirare.  Senza cuffiette. Ma pochi sono quelli sopravvivono, e alla fine tutti vogliono morire. Qualcuno dice che è l'effetto del virus.
Ogni anno la mattanza peggiora, aumentano i numeri dei morti, quest'anno è quasi una strage, perché tutti tutti ma proprio tutti vogliono morire. 
I cimiteri non bastano più. Come i cinesi a Wuhan per il corona virus, bisognerà costruirne altri e altri ancora in pochissimi giorni.
E anch'io ho deciso di morire. Sono infetta". (TIRR, Tutti I Rovesci Riservati).

Come uccidere il comico

Estratto dal mio "Calendario dei delitti".

Quando il comico invecchia, non fa più ridere.   Quindi il comico ha due possibilità: o muore smettendo in tempo, oppure deve incaricare qualcuno di ammazzarlo. Ma nessuno ne ha il coraggio. E allora si fa così: si chiama l'artista a esibirsi davanti a un pubblico importante, e  si dà in pasto ai suoi applausi. A quel punto il comico muore, e nello stesso istante che lo applaudono.

mercoledì 5 febbraio 2020

Calendario dei delitti (I miei piccoli delitti quotidiani)



Foto di Angelo Sabanito Polizzi


Teatro La Baracca
sabato 8 febbraio ore 21
CALENDARIO DEI DELITTI
(I miei piccoli delitti quotidiani)


un anno di misfatti in confessioni comiche 
 di Maila Ermini

Dato il lievitare delittuoso del mondo, ho pensato che è tempo di annotare i delitti. Giorno per giorno. E non solo o tanto i delitti nel senso classico del termine di atto illecito doloso o colposo come assassinii, rapine o furti, ma anche i delitti nascosti, psicologici, e politici, e culturali; i silenziosi delitti economici, quelli ormai irreparabili ecologici; i disastrosi sentimentali, gli indifferenti  artistici...A volte solo i delitti sognati o impossibili,  quelli assurdi.
Nel Calendario dei delitti (I miei piccoli delitti quotidiani), gli assassini, e tutti la fanno franca!, parlano in prima persona ("mio ha questo senso di monologo collettivo), si confessano, sì che ogni giorno e  ogni luogo, ha il "suo" delitto.
Lo so, un tempo esistevano i calendari dei santi, ma il mondo è cambiato, i filosofi dicono che il sacro vi è sempre più assente e l'uomo vi si trova solo a livello mercificato...
Sabato 8 febbraio al Teatro La Baracca vi leggerò in mise-en-espace quelli di gennaio, con magari qualche incursione in altri mesi.
Nel tempo dell'odio, come questo viene definito, assisterete a una lunga carrellata di piccoli delitti, e naturalmente troverete anche quelli che voi avete compiuto. Alla fine sarà un anno di misfatti in confessioni comiche.

Il mio regno

Il mio regno
un teatrino di legno
casa di ragno
di lucertola e mugugno.
Posto ortagno
confine capanno
in terra di stagno.

lunedì 3 febbraio 2020

Il virus del pensiero diverso ancora non è stato isolato

In questi tempi virali certe signore e non pochi signori qui a Prato si fanno vedere a mangiare con i cinesi, e mostrano il loro presunto antirazzismo; insomma, intendono che il primo virus che ci contagia è quello razzista.
E' proprio così. Che bravi questi pratesi.
Peccato che prima sono passati qua, e mi hanno rinchiusa insieme a qualche altro: siamo colpevoli tutti di avere addosso il virus del pensiero diverso. Che ancora non è stato isolato a dovere.

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...