lunedì 20 novembre 2023

C'è ancora domani, ma è rimandato: anzi demandato!

Ho visto il film, record di incassi, C'è ancora domani.

Tratta il tema della violenza contro le donne,  con  certi momenti di originalità strutturale e registica, e in certi punti mi sembrava proprio di rivivere le scene di violenza, le botte di qualche mio parente alla consorte di cui sono stata diretta testimone...

Nonostante il tema trattato, ho trovato il film conformista.  In particolare nei personaggi, disegnati nel solco della tradizione italiana della commedia.

Il marito, in primis. Troppo mostro e monolitico,  senza sfumature, ottuso e brutale. Gli uomini che picchiano e ammazzano le donne sono davvero così? Erano così? Solo in parte. Io ne ho conosciuti diversi, come ho detto, li ho visti proprio, sono stata una testimone. 

Vedendo il marito si sa subito da che parte si deve stare, e se anche c'è violenza brutale poi alla fine è senza vero dramma.  Del passato della sua vita interiore dell'uomo non si sa niente, tranne che ha fatto due guerre, e che quindi conosce solo il linguaggio della violenza.

I figli maschi, sono rappresentati sempre nello stesso modo, discoli e discoli che si rincorrono per casa e dicono le parolacce, che non reagiscono quando il padre picchia la madre. Qui è tutto buttato in schema commedia, anche se c'è la violenza.

La figlia sembra una protofemminista, ma poi è sul punto di farsi infinocchiare dallo stesso maschietto sorridente e possidente, il quale  mira a diventare proprietario, dominus della femmina (tanto per cambiare!) e a perpetuare la violenza eccetera, e che  lei poi compiange disperatamente quando non può più sposarlo.  Il fidanzato è il mostro prima del matrimonio, che si mostra buono prima dell'affare da fare.

E ancora, conformista e già visto, il coro delle donne del cortile, quelle amiche e quella ostile, con l'immancabile rissa fra donne, nella più scontata tradizione romanesca. Per non parlare del marcantonio buono e affidabile, quello è proprio uscito dalla commedia italiana senza alcun passaggio intermedio...

E la famiglia del fidanzato? Delineati tutti con l'accetta comica.

Ma è poi col nero americano che si ha l'apoteosi della piacioneria: il bel ragazzo si mostra sensibile verso la donna di cui capisce le violenze subite, ma questa sua consapevolezza è davvero assurda e non filologica, è una strizzatina d'occhi, è una carezza e un bel sorriso agli americani occupanti che regalavano la cioccolata (è vero, mia madre bambina fu operata da loro per un ascesso e la sommersero di barrette di cioccolata...). Il giovane americano addirittura arriva a compiere una violenza come ricompensa alla protagonista per avergli ritrovato una fotografia dove è ritratta la sua famiglia al completo composta da mammut babbut e figliut! 

C'è una violenza cattiva, quella del marito, e c'è una violenza buona, quella che libera, quella americana.

Il film è favolistico e conformista nel finale, soprattutto:  la protagonista, che scappa non per andare a finire con un altro uomo, che probabilmente l'avrebbe picchiata anche lui, ma per andare a votare per la prima volta, finalmente. Perché, donne! la scappatoia è nella democrazia, nel voto. Come si diceva una volta: nel collettivo.

E sarebbe questo il colpo di scena,  con diverse incongruenze e stiracchiato per farlo tornare: lei trionfante che viene difesa dalla massa delle donne contro il marito che stava per picchiarla perché...era scappata per votare!

Uno dei momenti fondamentali della Storia italiana è trasformato in puro osanna verso status quo. Qui il domani è rimandato e soprattutto demandato!

Sulle canzonette inserite non voglio commentare, ho troppa stima per Lucio Dalla.

Molto più efficace nella denuncia della condizione della donna fu il film Una giornata particolare di Ettore Scola: la Antonietta Tiberi interpretata da Sofia Loren subisce le violenze e le umiliazioni del marito; lo scarto dal Fascismo, che istituzionalizza la sua schiavitù; e il rifiuto di un uomo, di cui si innamora, ma che non ricambia il suo sentimento: è l'omosessuale anche lui vittima di pregiudizi e persecuzione.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Insomma invece del 'volemose bene' si finisce col 'votamose bene'; non si può immaginare nulla di più , nulla di più lontano da un grido anarcachico liberatorio: la libertà - l'emancipazione - la si conquista non inseguendo un sogno d'amore ma rifugiandosi nel diritto di voto. Un grande favore al Sistema dei Partiti. La Storia, la Storia Italiana, ahinoi, ci dice che non è proprio andata a finire così troppo bene, che non è stata dopo tutto la scelta salvifica e totalizzante che ci si aspettava, e non certo per colpa del voto femminile...Concoro sulle incongruenze del colpo di scena finale; se la madre non va via peché lascia alla figlia i soldi per studiare? cosa raccolgono dal pavimento del 'basso' romanesco prima il padre poi la figlia, una lettera d'amore o una cartolina elettorale?
punteggio di adesione al Sistema: dieci e lode.
punteggio oggettivo: tra il cinque e mezzo e il sei.
Piacerà senz'altro allo zio Fazio e al suo zoo televisivo.

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