mercoledì 30 gennaio 2019

Sicurezza

Già immagino i programmi elettorali delle prossime elezioni amministrative piene di misure per la sicurezza, muri, confini, controlli, divise, ambulanze, sirene, e palchi montati per le autorità.
A me tutta questa sicurezza fa paura.
Confesso che mi sento insicura da quando si smania per la sicurezza. 
Ogni giorno danno lo spettacolo che potrebbe titolarsi: Le smanie per la sicurezza.
La sicurezza è anche quella cosa per cui siamo sicuri che sempre gli stessi fanno grossi affari e vivono di rendita e all'ingrasso, mentre noi siamo occupati appunto nello spettacolo che ogni giorno si mostra della sicurezza insicura per cui è necessario attivarsi per la sicurezza.
Grazie a questo quotidiano spettacolo si osservano sempre più persone che non sono così tanto sicure della sicurezza e pensano che bisogna fare di più per assicurarsi una sicurezza sicura.

martedì 29 gennaio 2019

C'è Grillo

Ho visto volentieri - in streaming -  lo spettacolo "C'è Grillo", che ha ripercorso la carriera del comico genovese. 
Spero che ne facciano altri simili con altri comici,  sì che quelli attuali possano dimostrare di essere diversi dagli occupanti della TV che li hanno preceduti.
La carrellata ha mostrato che certi temi politici - come quelli ecologici, ma anche altri propriamente di 'sinistra' - erano presenti già in tempi non sospetti, quando il genovese era ancora un pupillo del presentatore Baudo e non era 'sceso' in politica.

La trasmissione ha dato certamente un po' di fiato al Movimento 5 Stelle (checché ne dicano i giornaloni), soffocata dall'istrionico Salvini e dalla sua politica destro-tematica (straniero/confini/identità/Nazione), che fa molto presa sui cittadini esiliati e impoveriti da anni di forzata globalizzazione (che però la Lega coltiva nascostamente in altro modo, diciamo su altri binari...).

Il Movimento 5 Stelle soffre tanto del ritiro dalle scene politiche, almeno in parte, del suo fondatore, e per risollevare un po' su le sue sorti il comico dovrà tornare sui palchi, e non dei teatri.


lunedì 28 gennaio 2019

La fragile trasparenza


Parto da un manifesto giallo che pubblicizza una promozione socio-culturale per anziani: Anziani fragili! che, grazie a un contributo regionale, possono andare a teatro gratis e trasportati a vedere Le baruffe chiozzotte di Goldoni al Metastasio di Prato.

Molto bene: i progetti di aggregazione sociale e culturale sono sempre benvenuti, sono da incentivare!

E poi il teatro, si sa, è in crisi. C'è bisogno di promuovere la sua frequentazione, ché le sale sono sempre più vuote e gli stabili sono sempre meno stabili.

Però mi chiedo: il Metastasio, teatro di rilevante interesse culturale, con i soldi che riceve da tutti noi dovrebbe già finanziarsi la propria attività di promozione.

Così può sembrare che la Regione, tramite un affettuoso progetto per il sociale, aiuti la promozione per il Metastasio.
Ma già la Regione finanzia il Metastasio (o almeno fino al 2015 lo faceva). Paghiamo due volte per lo stesso scopo?

Certo, si tratterà di bricioline, cosa vuoi che sia, un progetto di colore giallo?

Intanto andiamo a vedere quanti soldi prende il MET.  Non è molto chiaro. Saperlo richiede tempo; il bilancio dovrebbe essere pubblicato, ma l'ultimo consuntivo è del 2015,  quando il MET risulta aver percepito quasi tre milioni di euro di contributi pubblici, fra Stato, Regione, Comune e progetti  vari (e tuttavia resta con forte disavanzo passivo, a quanto mi sembra di leggere!).

Per il 2018 il contributo del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) ammonta a 919.412.  Di altro non si sa. Il Comune quanto dà? 
Dalle  ultime notizie disponibili -  per il biennio 2016-2017 - il contributo comunale ammontava a 1.540.000 euro.

Questa carenza di contributi, bilanci palesati riguarda molti enti (anche Comuni!) che disattendono la legge sulla trasparenza ( DLgs 14 marzo 2013, n. 33);  solo con difficoltà e perdendo molto tempo si può sapere il cosa e il come.

Per esempio, leggo: dal FUS la Fondazione Toscana Spettacolo - la rete toscana regionale di prosa -  ha preso, per il 2018, 1.425.305 euro. E questo solo dallo Stato.

Una folta nebbia avvolge la trasparenza. E' quest'ultima a essere molto fragile.

("Creature, cossa diséu de sto tempo?", Le baruffe chiozzotte, Goldoni).

domenica 27 gennaio 2019

Debutto de "La donna invisibile"


Il 2019 è iniziato bene alla Baracca!

Innanzi tutto una nota personale: sono soddisfatta perché sono riuscita a debuttare nonostante l'incidente di ventuno giorni fa. Me l'ero riproposta come missione, come obbiettivo proprio per non abbattermi, anche se momenti di abbattimento li ho avuti perché, abituata a muovermi come una trottola, tutto è stato molto lento e difficile...

Poi è arrivato un pubblico tutto nuovo e attento, ché evidentemente l'argomento della 'visibilità' è di grande attualità, anche se la commedia (o dovrei dire dramma?) poi in realtà contiene elementi distopici, la sua ambientazione è di un presente che è già diventato futuro.

La sfida era poi data dall'allestimento, a cui sono stata inizialmente costretta, e da una ricerca nuova della presentazione scenica dei vari personaggi, che ha escluso alcuni elementi chiarificatori che invece ne "Le maschie", per esempio, erano ancora detti.

C'è un pubblico a giro che ha bisogno di vedere e ascoltare contenuti, e per questo è disposto a venire nella più lontana periferia e in un piccolo teatro non santificato da niente e nessuno.

Grazie  a tutti coloro che mi hanno regalato la loro presenza e i loro applausi.

La noce (come Gianfelice definisce la Baracca) continua il suo ostinato viaggio nell'oceano procelloso.

La donna invisibile sarà replicata il 23 febbraio, ore 21, a La Baracca.



Commenti:

"Mi è piaciuto, bravissima come sempre. Forse mancava un po' di movimento?...Ma forse anche no, dava il giusto senso". (Silvia Mazzoni).

"Grande bravura. Tema attualissimo per noi ossessionati dal metterci in vetrina. Brava" (Rosalia Coco).

"Come non identificarsi? La sovraesposizione alla  quale siamo costretti! Quante volte anch'io ho pensato di diventare invisibile. Bravissima".

"...Aggiungo questo mio commento, che sul momento non ho avuto la prontezza di scrivere. Per me è un giallo politico di grande significato e...con gran movimento. Bello bello". (Raffaella)


venerdì 25 gennaio 2019

Quasi invisibile

Su "Il Tirreno" di oggi.  Qualcosa di simile due giorni fa su "La Nazione".
Un trafiletto. Ormai sono quasi invisibile. Via, ci manca poco...


mercoledì 23 gennaio 2019

A proposito de "La donna invisibile"

La donna invisibile è la seconda parte di una trilogia ideale che è cominciata con Le maschie.
E' una commedia: il tono è ilare e ironico, da smarrimento quasi "gaberiano", con una trama importante e un andamento da giallo.  La protagonista, ormai donna famosa e riconosciuta, entra in contatto con una diversa dimensione della società, quella 'invisibile', con alterna fortuna e incerto sentimento, dando vita a comici fraintendimenti e indecisioni.

L'incidente che per più di qualche giorno mi ha costretto ferma, mi ha portato però a una mise-en espace diversa da Le maschie.

Continuo la mia focalizzazione sulla donna, ma anche no: qui tratto della visibilità come elemento fondante della nostra società, e certo non riguarda solo un genere. Ma è pur vero che la donna si è sempre confrontata col tema dell'apparire, del mostrarsi, al quale è stata obbligata, e certamente prima del maschio.

Sabato mi piacerà confrontarmi con il pubblico per sapere quale senso giunge e cosa implica questa... "invisibilità" che propongo in chiave comica e credo spiazzante. 

martedì 22 gennaio 2019

Intervieni sulla cultura

Caro L.
Solleciti un mio intervento, e lusinghi con le tue parole.
Come ho già detto, come sempre sarò cittadina (c)attiva, ma non mi candiderò in alcun partito o lista, tantomeno darò alcun contributo a chi ha cercato di togliermi culturalmente di mezzo, e in maniera brutale; a chi ha sperato che ai miei spettacoli che finanziava - costretto - non vi fosse nessuno (e non sono chiacchiere, ma prove provate!); non darò il mio contributo a chi mi ha tolto ogni sostegno e ha cercato di isolarmi.
E poi, chi siete?
Certo vi conosco, un tempo ho anche agito in certa politica, ma ripeto, chi siete?
Non vi ho mai visto nel mio teatro, dove non si organizzano solo spettacoli, ma anche incontri politici, dibattiti alla vecchia maniera. Io sono qui da tanti anni, venticinque, ma non vi ho mai visto. Come fate a sapere della mia competenza, che tu dimostri di apprezzare così tanto, nella cultura e in politica? Non conoscete, al massimo superficialmente e in veste prevenuta, il mio lavoro,  che alcuni della tua parte (anche se non dello stesso gruppo!) hanno disprezzato calunniandomi sui cosiddetti social o altrove, come vecchie comari inacidite. Conosco la  trombona alterigia.

Ma poi non è nemmeno quello che avete fatto o non fatto a me, costringendomi a nuotare controcorrente. 

Il fatto grave è che da voi non si parla della mafia, dell'uso partitico, strumentale e distorto che si fa della cultura, l'impossibilità, per chi non è della 'greppia", di poter accedere minimamente ai giri, ai circuiti, di poter esprimersi culturalmente. Di poter esistere.
Questo sistema di entità culturali, inaccessibili e distruttrici e che assorbono tutta la ricchezza, ha cancellato un mondo di associazioni, gruppi, persone che un tempo facevano il mio stesso lavoro, alcune delle quali con fatica cercavano di mantenere la tradizione della cultura dal basso e in qualche modo alternativa, e hanno dovuto smettere.
La colpa è anche un po' nostra, che non abbiamo saputo, ma in fondo potuto, fare un cartello contro quel potere.
Noi, che appena il potere o la banca ci chiama, corriamo!

Altro che osannare e sostenere il gioco mediatico delle città della cultura, con cui la cultura al contrario viene distrutta, che non entra nel tessuto sociale e lo rigenera. Tanto i soldi vanno a certi enti, punto.

Io non so come ho potuto vivere e come vivo, perché ormai l'occupazione dei partiti è assoluta, asfissiante e, al tempo stesso, il tessuto istituzionale del tutto frantumato e impoverito.

Parlavo ieri con una funzionaria ormai prossima alla pensione, che conosco come persona competente. L'ho chiamata per fare due chiacchiere, per capire. E lei non aspettava altro; non vede l'ora di scapparsene in pensione, tanto la situazione è insostenibile.

Mi ha confermato come funzionano i circuiti teatrali (e lo so bene, anzi alla perfezione!), o come funzionano i vari festival che sono organizzati su varie materie importanti, format culturali che vengono calati in modo più o meno identico in varie città del centro Nord (il Sud no, il Sud è disastrato...), e che sono finanziati da cartelli editoriali e da banche che utilizzano e foraggiano agenzie di parte partito: si tratta di una vera e propria occupazione, di una forma di dominio assoluto...Tre giorni di questi festival, dove i pesciolini che vogliono acculturarsi chic abboccando all'amo dei pescicani choc, costano circa un milione di euro. La gente non sa del giro distorto che si nasconde dietro a questa apparente messe culturale.
A questi festival vengono chiamati gli intellettuali del giro, di cui è necessario promuovere libri, immagine, eccetera. Gli altri sono fuori, hai  voglia a scrivere o fare...Vengono chiamati coloro che servono ai cartelli e alle banche. Lo stesso succede in certi programmi televisivi di prima serata, dove l'intellettuale è presente per promuovere il suo libriccino filosofico sulla retona di moda, oltre che per sostenere la politica del sistemone. Ci sei se sei servo e servi.

Intanto, aprendo la porta, noi pesciolini troviamo il baratro e il deserto. Richiudiamo.

Tanto poi alla fine so come vi comporterete, chi appoggerete, che sono poi quelli che mi vogliono far fuori.
Un po' come oggi i governi non sanno che farsene dei poveri che, non servendo più come massa utile per il voto come invece accadeva qualche anno fa (vi ricordate gli operai com'erano vezzeggiati?, oggi quei quattro gatti rimasti non sono più buoni a nulla e sono lasciati soli, e quindi è chiaro che votano a destra!),  e non partecipando ad alcun banchetto azionistico,  costituiscono solo fastidio di cui doversi sbarazzare al più presto.

Buona fortuna.

lunedì 21 gennaio 2019

La Repubblica cede il passo alla Nazione

Chi avrebbe mai detto che la Lega, che negli anni '90 del secolo scorso, e quindi in fondo pochi anni fa, voleva dividere in due l'Italia, diventasse l'elemento unificante del Paese!
A Sud Salvini spopola come nel Nord.
E chi avrebbe detto che Salvini, come Bossi figli ideali del Partito Comunista e della Sinistra internazionalista, regalasse un appoggio alla Destra sciovinista!
La Repubblica sta cedendo il passo alla Nazione.


sabato 19 gennaio 2019

La donna invisibile

In un mondo dove la visibilità è un obbligo, diventare invisibili è diventato quasi impossibile. La protagonista, ormai donna famosa e 'riconosciuta', tenta di entrare in una diversa dimensione della società con alterna fortuna e sentimento.
Un giallo filosofico dai risvolti comici è la prossima rappresentazione al Teatro La Baracca: sabato 26 gennaio ore 21.

La locandina è di Raffaello D'Accolti.

giovedì 17 gennaio 2019

S'ode a Destra uno squillo di nulla...

Il Centro Destra a Prato stenta a partorire il candidato alla prossime elezioni. Dunque mi chiedo:
visto che ora, a livello nazionale Centro Destra e Sinistra sono d'accordo su TAV e giustizia e altre faccenduole, tant'è che fanno cene collettive, il Centro Destra mica avrà optato per Biffoni come candidato a livello locale?

Su questa foto ogni commento è superfluo. Tratta da "Il Tirreno"

mercoledì 16 gennaio 2019

Prossimi spettacoli al Teatro La Baracca

Questi i prossimi spettacoli al Teatro La Baracca:

Sabato 26  gennaio ore 21

La donna invisibile
di e con Maila Ermini.

sabato 9 febbraio ore 21

Porchetta Mission
di e con Gianfelice D'Accolti.

Sabato 16 febbraio, ore 17

Presentazione del nuovo libro "L'infanzia negata dei celestini"
alla Biblioteca Lazzerini.

Seguiranno gli approfondimenti.

lunedì 14 gennaio 2019

Sull'arresto di Cesare Battisti

Riguardo all'arresto di Cesare Battisti osservo che lo spaventoso dispiegamento di forze - mostrato in maniera ostentata, minacciosa e volgare, e nei dettagli!- nei confronti di un condannato all'ergastolo per delitti e rapine, che però si è fatto arrestare tranquillamente e anzi col solito sorriso spavaldo e strafottente che già conosciamo, può significare due cose: o che qualcuno lo protegge a tal punto da temere che un commando lo possa liberare, o che si voglia usare il memorabile arresto per la solita trita propaganda, condita dalle frasi-pallottola tipo: "E' finita la pacchia. Marcirà in galera".

Dalle immagini è evidente comunque un monito per tutti: non si attenta impunemente allo Stato, e non si sfugge alla giustizia.

E però al signor Battisti, pur così colpevole in tutti i gradi di giudizio nei processi che lo riguardano, è ben riuscito da più di trent'anni: scappato dalle patrie galere e accolto in Francia, e poi in Brasile per molto tempo, per finire in Bolivia dove l'hanno facilmente preso (ah, la Bolivia, i guerrilleros dovrebbero ricordarsi che non è un suolo felice per i revolucionarios, vedi Che Guevara che fu venduto per quattro soldi a La Higuera)...

Come è riuscito il signor Battisti Cesare a svincolarsi per così tanto tempo, chi lo ha finanziato e protetto e perché,  se così colpevole?

La gente come me, tanto per dire una battuta, se avesse anche compiuto un millesimo di quello che ha compiuto "l'assassino comunista" (come è stato chiamato, criminalizzando subito l'aggettivo, tanto che tra poco la parola comunista sarà associata all'assassinio) , una come me sarebbe stata messa al gabbio in cinque giorni al massimo, ed è dire tanto. E da tanti anni! Nessuna Francia mi avrebbe accolta, nessun Brasile. Ma non sarei nemmeno potuta scappare dal carcere di Frosinone!

Si può pensare che lo Stato si serva del crimine o delle azioni illegali per farne, di volta in volta, quello che vuole, come parrebbe, e si tratta di altro caso che prendo ad esempio per cui non c'è bisogno di rogatoria internazionale, con la Banda della Magliana, i cui componenti sembrerebbero venir arrestati o meno a seconda della necessità?

domenica 13 gennaio 2019

Carcerati: un mondo su cui nessuno si interroga

La prima domanda è: 
quante carceri ci sono nel mondo? Quanti carcerati?
Qual è il paese che ne ha costruite di più?

Alla prima domanda non so rispondere.

Per l'Italia i dati sono raccolti dall'Istat, che nel 2013 però dice che nel mondo ci sarebbero 10 milioni di carcerati! In Italia in quell'anno si contavano 62.536 persone. Nel 2017 sono scesi a 57608 (36343), di cui solo 2421 donne (italiane 1520).

Nel mondo il paese con più carceri e detenuti sono gli Stati Uniti: nel 2017  666 detenuti ogni 100mila abitanti. Seguono a ruota la Cina e la Russia, e al quarto posto il Brasile.

E chissà quante carceri ancora serviranno in un mondo che chiede sempre e solo "sicurezza", senza chiedersi perché poi questa sicurezza ora serva così tanto!

10 milioni di persone detenute sono un mondo di cui nessuno sa nulla, e su cui nessuno o pochi, si interrogano!

venerdì 11 gennaio 2019

Fai l'artista, e basta

Salvini ha invitato il cantante Baglioni a cantare e basta, senza fare dichiarazioni politiche che, in questo caso evidentemente, erano contrarie al capo leghista.

Si tratta di un gioco delle parti.

Ogni anno, immancabilmente, c'è sempre qualche polemica promozionale per Sanremo al fine di scatenare interesse e audience nei confronti di una manifestazione canora consumata, e quindi l'intervento del cantante, di stampo umanitario condivisibile, è sospetto di marketing. 

Peraltro invitare gli artisti a fare solo il loro mestiere di artisti è ormai del tutto inutile, perché questo fanno in maggioranza, e sono ben lontani dal praticare quell'arte che invece consente certo margine di libertà e di senso. E che potrebbe mettere in difficoltà la stessa politica di Salvini.

Il conformismo dilagante e il benpensantismo collettivo - che riguarda anche luoghi e persone che un tempo non ne erano affetti - fa in modo che la censura sia automatica e implacabile e rende inutile la "bacchettata" di Salvini, o serve solo per "dire a nuora perché suocera intenda". Significa che le nomine ora le gestiscono quelli che comandano. Com'è sempre stato.

Cosa significa fare il cantante e basta?
Significa che l'artista non deve prendere una posizione politica, deve astenersi e deve fare l'artista come l'intrattenitore, il suscitatore di emozioni, ma non di pensieri. Non deve seminare il dubbio.

E così fa appunto, come ben sa Salvini, nessun dubbio pone la maggioranza degli artisti, a tutti livelli, in particolare quelli che passano in televisione o entrano nei circuiti, anche se quasi nessuno ormai se ne dà pena,  che basta "andare in televisione".
D'altra parte ormai il pubblico preferisce in massa gli intrattenitori ai cosiddetti artisti non convenzionali  "che hanno qualcosa da dire", anche perché non vuole essere disturbato nel suo moto aggregante, ora che il sistema reale offre così pochi spazi e tempi per la socialità!

L'artista può parlare, prendere posizione solo se si trova nella giusta condizione, se è protetto e sostenuto da un partito o fazione. In quel caso può anche essere costretto a dire e può azzardare il conformismo della protesta di parte.
Protesta che può servire per mettere in moto certo sistema di interesse, come è il caso di Sanremo, che mette in moto poi la redistribuzione del potere. E anche un artista come Baglioni, a suo tempo simbolo del sentimentalismo anticontestatario per eccellenza, oggi lo può fare.

Se invece non è protetto e parla autonomamente, se non è strumentalizzabile insomma da una fazione, l'artista non può, finisce rifiutato, e addirittura viene esiliato. E' accaduto anche ad artisti famosi, pur raramente: vedi recentemente Beppe Grillo, Montesano o Luttazzi. Invece gli artisti non conosciuti che parlano, finiscono al macero direttamente, ma nessuno mai lo sa.

Baglioni non finirà esiliato, ne sono certa.

giovedì 10 gennaio 2019

A proposito di valdesi: Domenico Maselli

Domenico Maselli, pastore valdese morto nel 2016, è stato il mio professore di Storia del Cristianesimo a Firenze.
Era un vero maestro di umanità e critica politica. Un professore non convenzionale che sosteneva l'assoluta libertà religiosa, e anche quella di essere atei. Per questo scelsi il suo corso.

Ricordo che un giorno degli anni '90, durante una mia passeggiata a Lucca, ero già laureata e vivevo a Roma, lo incontrai. La sua faccia si riconosceva subito anche da lontano, che aveva un colorito olivastro scuro, occhi cerchiati come pesti. Gli dissi che avevo continuato a studiare, oltre che a praticare l'arte di Talia, e che presto avrei discusso la tesi di Filosofia all'Istituto di Tullio Gregory presso Villa Mirafiori in Via Nomentana a Roma. Mi abbracciò forte, e mi offrì una cioccolata per festeggiare.

Son cose che non si dimenticano.

mercoledì 9 gennaio 2019

Come vincere le elezioni? Fai la politica delle emozioni

Ormai chi non si affida, una volta candidato, al marketing politico?
Chi non si affida allo spin doctor?
Non più la politica dei contenuti, ma delle emozioni.
E' per questo che i politici usano tanto Facebook e Twitter per avere il voto di pancia della gente!

Così il nostro Sindaco Biffoni, come molti altri per la verità, si ricandida a sindaco di Prato facendo il suo spettacolo al Metastasio, teatro di Prato, che ha potuto occupare! ben forte della sua posizione di sindaco, e quindi potendo usufruire dei vantaggi dati dalla sua posizione politica!

Ma cosa dice? A quanto ho potuto leggere dai commenti egli avrebbe tenuto un discorso emozionale, d'impatto ("Prato è una città che ha bisogno di essere amata!"..."Siamo una comunità"...), avrebbe fatto il monologone (quello che un tempo in gergo teatrale maudit si chiamava l'aringa teatrale), senza mettere in campo i problemi e soprattutto dire come affrontarli.

Sui giornali - in realtà ben troppo teneri con lui e lo staff-  viene fuori che per la prossima campagna elettorale il Sindaco si affiderà a una agenzia di comunicazione politica, quella stessa che ha fatto diventare (per il Centro-Destra) Cenni sindaco, e Silli deputato!

Non servono più le idee, i contenuti: la frutta (sì siamo alla frutta) può esser anche bacata, basta, per essere comprata, che abbia il bollino e sia lucida e cerata.

Su, elettori, al mercato!

lunedì 7 gennaio 2019

Il Sindaco Biffoni al Teatro Metastasio

Alcuni amici mi hanno invitato ad andare stasera al Teatro Metastasio, dove il Sindaco di Prato Matteo Biffoni lancerà la sua ricandidatura a sindaco.
Non andrò.

Un Sindaco che fra le altre cose è stato assente (anche a teatro!), che non si è mai visto in città, fra la gente, che è rimasto sempre protetto dentro le mura del Palazzo e nell'ambito dei suoi amici di partito, ora convoca la cittadinanza nel teatro cittadino (sempre più lontano dalla sua funzione 'vera' e solo strumento di potere!) per iniziare la sua nuova campagna elettorale.

Si presenterà senza il vessillo PD, un partito ormai squalificato e inservibile, e senza aver chiamato a raccolta le anime della Sinistra, delineando un progetto comune.

E tuttavia ci sarà tanta gente, anche molti curiosi certo, ma non so quali chiacchiere si potranno ascoltare se non fanfaluche, visto che in cinque anni si è rivolto alla comunità in modo pressoché stizzito e sprezzante. Come anche hanno fatto alcuni assessori che lo hanno accompagnato.

Nonostante l'età, Biffoni (e la sua giunta) non rappresenta e non ha rappresentato il rinnovamento, né tantomeno la sapienza e l'amore per la politica di cui abbiamo bisogno.

I muri a secco della Bucaccia

Ricevo e volentieri pubblico.


I MURI A SECCO DELLA BUCACCIA 
COME PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ

Riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità i muri a secco dell’Europa mediterranea trovano una grandissima espressione costruttiva e una viva testimonianza anche nell’area pratese. In particolare “La Bucaccia” di Poggio Castiglioni, che contiene tali tesori, è da considerarsi un’eccellenza. Sulle aree sommitali e sui pendii meridionali dei monti della Calvana sono presenti complessi di grandiose e solide strutture murarie elevate a secco, per lo più in opera poligonale a pezzatura disomogenea o in opera affine all’isodoma di stampo classico. Se ne possono notare estesi tratti soprattutto nei versanti pratesi della Calvana, con cospicue tracce di antichi castellieri presso Sant’Anna Vecchia, Cavagliano, Val di Cigoli, Sottolano ed altri luoghi ancora. La Bucaccia è raggiungibile da una strada carrabile, alquanto malconcia, che s’inerpica dalla conca di Travalle, oppure salendo l’erta scalinata dei cavatori che sta alle spalle della cementizia. La selvaggia ed arcana  bellezza di questi luoghi trova nei muri a secco che delimitano  e terrazzano le aree antropizzate d’altura un compendio di straordinario valore storico e paesaggistico, che merita di stare a pieno titolo nei siti tutelati dall’UNESCO. La straordinaria e plurisecolare stratigrafia di queste strutture murarie sono un “libro aperto”, accompagnando l’evoluzione della civiltà umana dall’Eneolitico all’Età del Ferro. Quel che vediamo disperso nella boscaglia rappresenta un lascito dei primi coloni già prima che gli etruschi strutturassero l’area come una munita e vigile roccaforte. Per il particolare ambiente naturale e per la posizione strategica lungo le antiche vie di transumanza, le muraglie della Bucaccia si sono preservate  fino ai giorni nostri, per  tutto il Medioevo e nell’età Moderna (XIX-XX secolo), negli adattamenti postumi di sistemazioni agrarie e terrazzamenti poderali. Qui si è realizzata una speciale simbiosi tra la natura carsica dei luoghi, fatta di grotte, doline e risorgive, e l’opera incessante operata dall’uomo. Pur nell’evidenza del parziale riutilizzo rurale e nel rimaneggiamento sopportato nel tempo, restano ben evidenti gli apparecchi murari tardoantichi che offrono scenari di grandissima suggestione e molteplici ragioni di studio per l’alto interesse archeologico che suscitano. Il sito della Bucaccia per la presenza di imponenti opere di regimazione idraulica sia di acque sorgive che meteoriche documenta gli ingegnosi sistemi di canalizzazioni semipogee adottate all’interno di recinti murari chilometrici. L’estensione del sito, la sua peculiare panoramicità dalla vetta di Poggio Castiglioni, ma soprattutto la sua nascosta giacitura in luogo protetto, incassato tra due versanti collinari riproduce al vero il modello reale dell’antico stazionamento: un grande villaggio orientato che rivive idealmente nelle piattaforme litiche di fondazione,  nelle larghe scogliere e muraglie a doppia cortina.  Si tratta dunque di una risorsa per la comunità da porre oggi in stretta relazione con la città degli Etruschi di Gonfienti, posta a pedecolle sulla sponda sinistra del Bisenzio. Questa peculiare connotazione geografica qualifica l’area di Poggio Castiglioni - La Bucaccia,  così com’è stato autorevolmente riconosciuto,  come la possibile acropoli dell’antico insediamento etrusco  realizzando un unicum ambientale di eccezionale rilevanza in grado di costituire una grande attrattiva da fruire attraverso passeggiate e percorsi trekking purché si sappiano custodire e curare con rispetto e dedizione questi speciali documenti di pietra, seguendo l’esempio e gli  insediamenti  ereditati dal compianto prof. Fiorenzo Gei, grande animatore e primo divulgatore di queste meraviglie.

Giuseppe Alberto Centauro

(Docente di restauro – Università di Firenze)



giovedì 3 gennaio 2019

Firenze, ormai sei solo una scenografia

In questo periodo di festa, con le luminarie, è ancora più evidente cosa è diventata Firenze: una scenografia per i negozi. Tutta la città ormai vive in funzione di questo servizio.
Il passo è ostacolato dalla folla, e lo sguardo è catturato dalla pubblicità, che sovrasta immensa, fin nei luoghi più significativi dell'arte.
Non si vede più la città, non si vedono più i suoi monumenti,  che  si sono trasformati in un bel fondale.

Via Tornabuoni, la via che frequentavo tutti i giorni a piedi durante il periodo universitario, quando correvo dal Professor Macrì che incontrava i suoi illustri amici da Doney, e quando ancora si vedevano negozi di artigianato, che è del tutto scomparso almeno dal centro, è diventata un non luogo, come una zona franca dell'aeroporto, dove ci sono i negozi più lussuosi che vendono prodotti "italiani" realizzati altrove, posticci come parrucche del Settecento, e altrettanto costosi.
La città è infatti ormai del tutto improduttiva e quasi nulla vi si fabbrica.

La quasi totalità della gente è munita di smartphone che usa per selfizzarsi, per documentare  il sé, la propria presenza in quel luogo prestigioso,  e nessuno si preoccupa di documentarsi invece dell'altro, ossia della città,  e non dico con la vecchia e utile guida del Touring, che fino a pochi anni fa si vedeva in mano a diversi turisti italiani che volevano erudirsi un po', ma nemmeno tramite Internet.
Firenze diventa così scenografia del sé.

Sono entrata nella farmacia vicino a Piazza della Signoria. La farmacia era assediata da gente di ogni tipo e nazionalità. Una folla scomposta che 'ciacciava' ovunque, ignorando i vari cartelli sparsi invitanti  a "non toccare e a rivolgersi agli addetti".
Una farmacista che serviva ha colto il mio sguardo che la compativa, e mi ha detto, in un fiato, come se mi conoscesse: "Non ce la faccio più".

mercoledì 2 gennaio 2019

L'Italia dei briganti

Il Ministro Salvini è ben desto e ciarliero quando stanno per sbarcare migranti al Sud, ma non sembra fare altrettanto quando bande di ben organizzati delinquenti assaltano non solo portavalori, come è accaduto oggi, ma anche piccoli camion che portano finocchi, per le strade della Puglia. E qualche giorno prima era stato assaltato un camion che portava gasolio. E ancora qualche giorno prima altri assalti.
Un disastro sociale, economico e culturale sta mangiando il paese in vario modo (EatItaly!), un paese ormai preda dell'illegalità e degli sfruttatori, come si osserva bene, pur in altre forme, anche nella città dove vivo, Prato.

L'Italia dei briganti.


http://www.lanotiziaweb.it/2018/12/15/camionista-ucciso-per-rapina-ecco-cosa-e-successo-sulla-ss-16-foto/

Io Malaparto: Gli assassini dell'amore

Caro Malaparte, è un po' di tempo che non ti scrivo. Che non ti scrivo qui, perché tu sai che io ti scrivo spesso segretamente. Come con...