giovedì 24 novembre 2022

Vent'anni di Cuori di donna

In partenza per una breve tournée celebro quest'anno i vent'anni di Cuori di donna, Testimonianze di donne italiane, uno spettacolo significativo che ha sancito un cambio nella mia drammaturgia (e infatti dopo sarebbero venuti il racconto de L'infanzia negata dei celestini e il Dramma intorno ai concubini di Prato) e che ancora mi accompagna. In realtà il progetto del documentario è del 2000, solo che impegnai un po' di tempo per realizzarlo e definirlo in spettacolo.  E ogni anno si aggiunge una storia e un modo diverso di scriverla e raccontarla.



                                                                  (Foto di Francesca Pagliai)

mercoledì 23 novembre 2022

Primittina

 

Capirà questo mio breve scritto soltanto chi ha visto Cimiteri, La veglia delle paure.

Primittina l'hanno spostata, proprio in questi giorni, e senza foto. Chissà come prenderà questa nuova sistemazione. Si attendono sviluppi.

martedì 22 novembre 2022

Programma di dicembre '22 al Teatro La Baracca



Pubblico il programma di dicembre 2022.

Repliche: CimiteriLa veglia delle paure, che è molto piaciuto e anche a me farlo, e poi come ogni anno L'infanzia negata dei celestini.

Novità: per l'ultimo dell'anno debuttiamo con la commedia Spugliami, Avventure di un lover barese. Dopo lo spettacolo faremo il consueto brindisi. 

E' previsto poi un ritorno del teatro ragazzi con un nostro classico d'occasione, La Beffana.

La misandra, prevista per questo novembre e che non mi è stato possibile preparare per altri impegni, sarà inserita nel programma di marzo 2023.


Venerdì 9 dicembre ore 21,15

CIMITERI, La veglia delle paure

Teatro di narrazione

 

Sabato 17 dicembre, ore 21,15

L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI

Teatro di narrazione

 

31 dicembre, ore 22

SPUGLIAMI  (Giacinto)

Confessioni di un lover barese

DEBUTTO NAZIONALE

Commedia.


Venerdì 6 gennaio 2023  ore 16,30

LA BEFFANA

Teatro ragazzi.

lunedì 21 novembre 2022

Raccolta firme per intitolare a Fulvio Silvestrini la piazza davanti alla Lazzerini a Prato

Al Teatro La Baracca si può firmare per intitolare a Fulvio Silvestrini la piazza davanti alla Biblioteca Lazzerini di Prato, che, come ci ha suggerito il Prof. Giuseppe Centauro che fa parte della commissione toponomastica, non ha ancora nome.

Per i luoghi che non recano numeri civici non è necessario aspettare dieci anni dalla morte, e quindi muoviamoci subito per ricordarlo!

Io, proprio su questo blog, avevo pensato di titolargli l'emeroteca di quella biblioteca, ma questa mi sembra un'idea ancor migliore (e vicina all'originaria) per un intellettuale che con la sua presenza le sue idee la sua forza le sue battaglie si è speso completamente per una vita culturale sociale politica più giusta e umana. Più viva e critica, meno conforme.

Il suo continuo andare per la città, di gente in gente, di associazione in associazione per illuminarci, stimolare la poesia e il pensiero nel quotidiano, contro l'ignoranza e l'asservimento, non possono trovare un posto più rappresentativo per lui della biblioteca della sua città.

Gli avevano promesso un container (era il progetto Riversibility) per la sua emeroteca intelligente, gli spetta uno spazio cittadino di diritto!

Dopo che avrò raccolto un po' di firme, presenterò al Comune, e spero a breve, la domanda ufficiale.

Aiutateci in questo progetto,  sostenete i sogni di Fulvio!

giovedì 17 novembre 2022

La crisi nera del cinema

La SIAE denuncia la profonda crisi dello spettacolo, in particolare del cinema.

Non avevamo bisogno della SIAE, ma sia, ce lo conferma con dati alla mano.

La causa non è solo il COVID (scusa usata per esempio dagli assessori alla cultura per non fare nulla o non compromettersi, ma recentemente sostituita dal caro-bolletta).

Prima causa della crisi nera del cinema: la qualità scadente dei film. L'ha detto anche Moretti, pensa tu. Troppi e insignificanti, si dimenticano subito.

I film sono generalmente sostenuti dall'ente pubblico o da case di produzione che si sostengono con i soldi pubblici (per dire, mancano i produttori alla Bini, ma a questo punto andrebbe bene anche  Carlo Ponti), e quindi producono pellicole standar, non solo o tanto nelle storie, ma anche, per esempio, nella fattura psicologica dei personaggi coinvolti in situazioni tutte buoniste o similcomiche, faccende improbabili e tutte provinciali, piacione, alla fine insomma noiose. 

Seconda causa, per me fondamentale: l'uso del digitale, che appiattisce tutto, e la fotografia eh sì manca di realtà, che è la base fondamentale, ontologica del film. La realtà. Se manca il supporto reale, la pellicola e l'argento per dire, i quattro buchini sopra per ogni fotogramma, se la fotografia si uniforma nei programmi perfetti digitali, ecco che il film diventa falso, paradossalmente teatrale.

La perfezione nuoce a tutta l'arte, anche alla musica, ma nei film è ancor più vero. Esaurisce, non lascia niente all'immaginazione dello spettatore, gravissimo. Funziona insomma come in amore.

Terza causa, non meno importante:  il cinema in crisi perché ha non solo la televisione che gli si oppone, ma anche internet. Non è così necessario andare in sala.

L'ex-mUinistro Franceschini ha, certo involontariamente!, fatto il possibile per distruggere il cinema sostenendo a spada tratta la piattaforma ITSART durante la pandemia.

Per fortuna è praticamente fallita, come anche Netflix è in difficoltà, ma tant'è, ancora la gente, anche per risparmiare e pigrizia diserta i cinema... (La vita è troppo affollata piena di impegni e non ci se la fa a volte a uscire!)

Recementemente sono tornata in sala e sì, c'è pochissima gente, in qualche caso meno di dieci persone. E badate si tratta di cinema in centro città!

Il teatro sta meglio, senz'altro. Da tutti i punti di vista. Non che brilli di grandi novità, va molto sul classico con le compagnie di famiglia e della Premiate Compagnie Famiglia e Nipoti e Amanti e Amici di Partito. 

Nel nuovo trovi solo i monologhi perché non ci sono i soldi per le grandi rappresentazioni che prevedano più di due personaggi, e poi le filodrammatiche presentano repertori scontati e ridanciani, quelle poche rimaste, e alla fine che noia eccetera, ma nel teatro la ricerca è più libera, è meno industria culturale, e c'è più modo di sperimentare con coraggio. Certo, i suoi numeri sono bassi, i guadagni magri, ma io direi che questo è una sua costante ormai da tanti anni.

Il male del teatro è il suo sistema chiuso, reazionario direi non tanto negli argomenti ma nella struttura gelosa e paranoide, quella stessa che denunciava Pasolini e che gli impedì di entrarci. Fece benissimo a parlarne male, aveva ragione straragione, si legge Pasolini e si capisce tutto di come va il teatro da un punto di vista economico-sociale. Da allora non è cambiato nulla, anzi, naturalmente peggiorato.

Il male del teatro è il suo essere troppo in mano ai partiti e ai direttori o assessori che programmano solo cose di propaganda, vetrina vetrina pura, non ci sono più gli assessori tecnici, svincolati, coraggiosi eccetera, che hanno idee in testa e le mettono in pratica, sono tutti a servizio, o addirittura la delega della cultura ce l'ha il sindaco, come a Firenze, per esempio. E questo la dice tutta della programmazione culturale che può fare per la città. Sviolinate per la Loren.

Nonostante questi mali, e le mafie, e le ritorsioni - come quelle attuate nei miei confronti - il teatro vive.

Perché?

Il teatro può fare a meno della tecnologia, dei grandi produttori.  E anche degli enti di partito. 

Il cinema va in guerra e ormai perde; il nemico è più potente. Il teatro fa solo guerriglia,  non ha un esercito e non fa paura, il nemico non ci perde tempo; ogni tanto vi fa ridere perché trovate poca gente sul campo, lo disprezzate in fondo perché siete raggirati dalla propaganda e non volete sedervi in sala in pochi, ma attenzione, non lo sottovalutate troppo: ogni tanto accade che, come i bombaroli di un tempo, eh sì, faccia saltare qualche ponte.

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2022/11/17/sullo-spettacolo-lallarme-siae-il-covid-pesa-ancora_8e830d2c-4168-4f5f-b9b6-eec2e5091772.html


mercoledì 16 novembre 2022

Una emeroteca dedicata a Fulvio Silvestrini

Aggiunta allo scritto di ieri sulla toponomastica, in cui notavo la mancanza di una via dedicata ai "concubini di Prato", Mauro Bellandi e Loriana Nunziati. Che comunque la si pensi, hanno fatto la  storia della città e non solo!

Dunque ora chiedo: perché non dedicare una via una piazza o l'emeroteca della Lazzerini di Prato a Fulvio Silvestrini?

Chi l'ha conosciuto sa quanto abbia girato per le stanza degli assessori e non solo per avere uno spazio adatto alla sua Emeroteca Intelligente.

Snobbata da tutti, deriso da tutti!

Anche se non sarà Intelligente come l'immaginava lui, sarà comunque Emeroteca Fulvio Silvestrini. Diamogliela finalmente questa gioia, almeno da morto!


martedì 15 novembre 2022

Prato, la bigotta

Leggo notizia che intitoleranno una strada al balio e alla balia di Malaparte (e son contenta), ed altri emeriti personaggi, meno conosciuti o più, come Tina Anselmi.

Ma nessuna strada a Prato recherà il nome di Mauro Bellandi o di Loriana Nunziati, i concubini di Prato. E invece sì una strada gliel'hanno data al don Aiazzi, che nel 1956 li definì, nella Chiesa del Soccorso e per essersi sposati solo in Comune, "pubblici concubini".

Prato, nei giorni pari o quando fa comodo a lei, è particolarmente bigotta e ipocrita.


http://www.notiziediprato.it/news/nuova-toponomastica-una-strada-intitolata-al-balio-e-alla-balia-di-malaparte-e-una-al-partigiano-moardei

domenica 13 novembre 2022

Cimiteri, La veglia delle paure, replica straordinaria

 Grazie a tutti coloro che sono venuti alla Baracca, a La veglia delle paure (Cimiteri). Sabato 19 novembre faccio una replica straordinaria.





sabato 12 novembre 2022

Cimiteri, la veglia delle paure, debutto e commenti


Alcuni commenti su Cimiteri, La veglia delle paure, scritti a caldo sul Libro del Gradimento o altrove. Stasera replico.

Ridere a crepapelle, riflettere di cose serie con estrema semplicità. Alla Baracca è possibile. Grazie, Maila (Serena S).

Sarà che siamo coetanee, ma mi sono molto ritrovata nelle tue storie. Mi hanno fatto ridere, sorridere commuovere. Su Pino Daniele brividi, anche perché ho visto 8 concerti, il numero dell'infinito. La terza canzone mi ha portato alla memoria Giorgio Gaber. Che dire, felice di esserci stata. (Edi Guasti).

Bravissima Maila! Un racconto per niente macabro, anzi molto tenero in dei momenti...."

Tanti ricordi mi sono tornati alla mente, è stato bello, sia tutto lo spettacolo, e rivivere un mondo così particilare e dimenticato. (Patrizia Pacini).

Un racconto dal sapore di vecchi ricordi, memorie di giorni lenti ormai passati, dove l'umanità e la condivisione erano colonna portante delle persone. Grazie per aver portato questi "cimiteri". (Federica Vannacci).

Sono rimasto stupito dal passaggio dal teatro alla vita reale di Maila. Complimenti. (Lorenzo Montecchi). 

Grazie Maila, mi hai fatto risentire un passato che non c'è più, ma vivo dentro di noi, facciamo rivivere i cimiteri, ritrorniamo a riappacificarci con le nostre anime. Ritroviamo la nostra cultura popolare. La nostra cultura popolare e contadina! (Erica Tedino).

Un pezzo di teatro popolare, genuino, sapiente e casalingo. Un mistura di poesia e mollica di pane. (Gianfelice).

La Morte ha sapore di santità e va vissuta con pacatezza, perché insegna la vita. Niente paura. Grazie a Maila. (Lisa).

Mi sei piaciuta tanto, mi sono divertita ed emozionata, mentre tornavo bambina, ai nomi e ai cimiteri. Brava tantissimo, grazie. (Giuliana)

Te, tu le scovi da sottoterra! (Rita).

Riflessioni, divertimento, poesia. Sono uscito da teatro con qualcosa dentro. Bello. (Luigi).

Bello,  ironico, e a tratti comico! Mi ha molto emozionata e quando è finito sarei scoppiata a piangere per la forte emozione. Come se si spegnesse un trascorso che non tornerà più, certe figure di nonni "grandi maestri di vita" e come vivevamo i cimiteri e i racconti di paure, esistenti o no, ma in fondo queste simulazioni ci hanno fortificato, resi pronti ad affrontare la vita. Molti adesso hanno paura di tutto ma per non dimostrarlo si fanno arroganti, irriverenti!Grazie per il tuo impegno a farci sempre godere di momenti emozionanti e complimenti per la tua bravura e per le canzoni!! Un abbraccio Maura (Salvi).

 




giovedì 10 novembre 2022

La veglia delle paure



Roba che non esiste più, la veglia delle paure. Siamo rimasti in pochi a raccontarle. 

Domani, venerdì 11 e sabato 12 novembre '22 ore 21,15 alla Baracca presento una vera e propria veglia delle paure con CIMITERI (le paure che spasso: quando tutto è mortale tranne la noia). Portate la pila.



Ripubblico qui la presentazione dello spettacolo di qualche giorno fa.>

Ingredienti: un racconto di "paure" fatte in casa con l'aggiunta  di un piccolo viaggio in alcuni cimiteri inaspettati... Insomma, quando tutto è mortale tranne la noia!

I cimiteri sanno ancora tutti cosa sono, ma le paure? Molti non le conoscono e frequentano più!
Dunque spiego: le paure erano misteriose figure che di tanto in tanto sbucavano dalle plaghe remote del mondo antico, e indicavano fantasmi, spettri, anime vaganti che si aggiravano di notte nei luoghi solitari, nelle foreste, nei boschi, tra le antiche rovine... ma a casa mia il luogo d'elezione delle paure, da queste frequentatissimo, erano soprattutto i cimiteri!
Nonni e zii erano raffinatissimi novellatori di storie di anime vaganti e paure tutte abitanti nei piccoli, misteriosi e per me tutt'oggi affascinanti cimiteri...(in alcuni di questi troveremo  personaggi inaspettati).
Cimiteri che gli avi frequentavano con assiduità, conoscendo uno per uno, oltre alle anime, custodi e becchini -quest'ultima categoria ormai defunta e sostituita dai rispettabili "necrofori",-  e che possedevano come un'amante, ossia in un modo che oggi sarebbe considerato scandaloso.
Fino al tempo dell'università incredula, quando ho smesso per sempre di aspettare la Befana, me ne sono abbeverata: e tutte quelle paure erano il più bello spasso del mondo.

COSA E QUANDO
Venerdì 11 e sabato 12 novembre 2022
ore 21,15
al Teatro La Baracca
CIMITERI
(Le paure che spasso, ovvero quando tutto è mortale tranne la noia).
di Maila Ermini
DOVE E COME RAGGIUNGERCI:
Teatro La Baracca
via Virginia Frosini 8, (angolo via Maria Montessori).
Prato. Località Casale.
Per chi arriva in macchina: si può lasciare la macchina in Piazza della Chiesa, oppure nel parcheggio comunale in via Don Giulio Facibeni, a 50 m circa dal teatro.
In autobus: da Prato l'autobus è la linea 12, che a Casale fa capolinea.
E poi c'è anche la linea 10, che collega Casale con Galciana e Maliseti e viceversa.
Chi non ha la macchina e ha difficoltà nel ritornare a Prato - non ci sono corse dopo le 23 - ce lo dica: possiamo facilitarvi il ritorno a Prato, organizzarlo in qualche modo.
Per scriverci:
posta elettronica: teatrolabaracca@gmail.com;
il telefono: 3332713136 e, in giorno di spettacolo, 0574-812363.
No Whatsapp.
QUANTO:
se venite da soli, il biglietto costa 15 euro.
Se venite in 2, 25 euro.
Se venite in 3, 30 euro.
Se venite in gruppo, ci dobbiamo accordare, dipende dal numero.
Se qualcuno ha serie difficoltà economiche, e vuole comunque vedere gli spettacoli, non abbia timore nel dircelo: anche se non riceviamo alcun finanziamento pubblico, cercheremo di aiutarlo.


mercoledì 9 novembre 2022

Io qualche secolo fa


E' evidente. Questa sono io, solo qualche secolo fa.  Avevo già le trecce.

Vi avverto, dopo i ritrovamenti etruschi di San Casciano de' Bagni mi trovo in piena sindrome stendhaliana, e sono pericolosissima.

San Casciano de' Bagni


Sono così stordita dalla bellezza del tesoro etrusco che hanno ritrovato a San Casciano de' Bagni, e i bronzi del santuario del Bagno Grande resteranno là in un nuovo museo, e così arrabbiata per come invece hanno seppellito il nostro passato etrusco qui a Prato sotto un misero e inutile interporto, portando altrove anche i reperti! che non riesco a scrivere altro.
Ci fossero altrettante scoperte meravigliose anche in politica,  ma purtroppo no, essa ci affligge ancora e sempre con una gestione  misera e disonesta e ci condanna ogni giorno a ripetuta bruttezza eterna.







lunedì 7 novembre 2022

La Baracca, un teatro solare

Vi aspetto venerdì 11 e sabato 12 novembre per il debutto di Cimiteri (Le paure che spasso, ovvero quando tutto è mortale tranne la noia).

Intanto, stamattina su La Nazione, addirittura con un richiamo in prima pagina locale, appare un articolone su La Baracca. Buona lettura!


https://www.lanazione.it/prato/cronaca/crisi-teatro-lampade-solari-1.8258249

venerdì 4 novembre 2022

Cultura: la lite sul biglietto ai musei

Mentre il sistema culturale italiano è in stato comatoso e agonizzante, si preferisce lasciarlo morire o mantenere le gravi questioni irrisolte, tanto per fare un esempio le mancate assunzioni di personale per far funzionare dignitosamente musei e biblioteche, oppure lo si lascia nello status quo per non minare il fragilissimo assetto di potere locale,  e il flusso dei finanziamenti ai soliti eccetera come avviene nel sistema cinema, in quello teatrale, o nell'abbandono delle aree archeologiche e del patrimonio in generale distrutto a favore della corrente del cementismo e affari, e potrei continuare fino a domani, ecco che il Ministro alla Cultura Sangiuliano e il suo Sottosegretario Sgarbi, il finto arrabbiato ma ben ligio al sistema poi tant'è che l'hanno ben ricompensato, discutono sul biglietto d'ingresso ai musei, se far entrare gratis o meno i residenti o i turisti e altre questioni di "alto" livello. Tutta fuffa e propaganda.

giovedì 3 novembre 2022

Cimiteri: le paure che spasso, ovvero quando tutto è mortale tranne la noia







Ecco la presentazione del prossimo spettacolo alla Baracca: CIMITERI...

Ingredienti: un racconto di "paure" fatte in casa con l'aggiunta  di un piccolo viaggio in alcuni cimiteri inaspettati... Insomma, quando tutto è mortale tranne la noia!

I cimiteri sanno ancora tutti cosa sono, ma le paure? Molti non le conoscono e frequentano più!
Dunque spiego: le paure erano misteriose figure che di tanto in tanto sbucavano dalle plaghe remote del mondo antico, e indicavano fantasmi, spettri, anime vaganti che si aggiravano di notte nei luoghi solitari, nelle foreste, nei boschi, tra le antiche rovine... ma a casa mia il luogo d'elezione delle paure, da queste frequentatissimo, erano soprattutto i cimiteri!
Nonni e zii erano raffinatissimi novellatori di storie di anime vaganti e paure tutte abitanti nei piccoli, misteriosi e per me tutt'oggi affascinanti cimiteri...(in alcuni di questi troveremo  personaggi inaspettati).
Cimiteri che gli avi frequentavano con assiduità, conoscendo uno per uno, oltre alle anime, custodi e becchini -quest'ultima categoria ormai defunta e sostituita dai rispettabili "necrofori",-  e che possedevano come un'amante, ossia in un modo che oggi sarebbe considerato scandaloso.
Fino al tempo dell'università incredula, quando ho smesso per sempre di aspettare la Befana, me ne sono abbeverata: e tutte quelle paure erano il più bello spasso del mondo.

COSA E QUANDO
Venerdì 11 e sabato 12 novembre 2022
ore 21,15
al Teatro La Baracca
CIMITERI
(Le paure che spasso, ovvero quando tutto è mortale tranne la noia).
di Maila Ermini
DOVE E COME RAGGIUNGERCI:
Teatro La Baracca
via Virginia Frosini 8, (angolo via Maria Montessori).
Prato. Località Casale.
Per chi arriva in macchina: si può lasciare la macchina in Piazza della Chiesa, oppure nel parcheggio comunale in via Don Giulio Facibeni, a 50 m circa dal teatro.
In autobus: da Prato l'autobus è la linea 12, che a Casale fa capolinea.
E poi c'è anche la linea 10, che collega Casale con Galciana e Maliseti e viceversa.
Chi non ha la macchina e ha difficoltà nel ritornare a Prato - non ci sono corse dopo le 23 - ce lo dica: possiamo facilitarvi il ritorno a Prato, organizzarlo in qualche modo.
Per scriverci:
posta elettronica: teatrolabaracca@gmail.com;
il telefono: 3332713136 e, in giorno di spettacolo, 0574-812363.
No Whatsapp.
QUANTO:
se venite da soli, il biglietto costa 15 euro.
Se venite in 2, 25 euro.
Se venite in 3, 30 euro.
Se venite in gruppo, ci dobbiamo accordare, dipende dal numero.
Se qualcuno ha serie difficoltà economiche, e vuole comunque vedere gli spettacoli, non abbia timore nel dircelo: anche se non riceviamo alcun finanziamento pubblico, cercheremo di aiutarlo.

martedì 1 novembre 2022

C'era una volta il decentramento culturale


Lavorando sul pubblico nel mio nuovo laboratorio teatrale, sono incappata in questo recupero su Pasolini, una intervista del 1970 dal titolo "Pasolini e il pubblico".

Verso il 18° minuto, Pasolini parla del decentramento e delle autogestioni.

Lui parla di cinema, ma quello che dice vale anche per il teatro naturalmente, la musica e l'arte figurativa. Purtroppo negli anni è avvenuto il contrario da quanto lui auspica, e il decentramento politico e culturale è stato distrutto.

Infatti ci troviamo culturalmente in un sistema tirannico, dispotico, monopolistico, e sostenuto dalla stessa "massa" di cui si parla nella trasmissione.

I teatri sono gestiti massicciamente (in qualche caso minacciosamente) dai vertici politici, e la distribuzione teatrale è totalmente in mano a un sistema statale di impronta - dico sul serio -  feudale come gli stabili eccetera, o regionale, che soffoca le produzioni e ogni possibilità di teatro alternativo e democratico. Il sistema dei finanziamenti è in sostanza raggiungibile solo a pochi e ben scelti gruppi e compagnie e richiede atto di vassallaggio.

Per quanto riguarda il cinema, beh, le cose stanno ancora peggio:  oltre che il soffocante sistema produttivo ormai inaccessibile,  la vera assassina di ogni film che si riesca a produrre è la distribuzione, per nulla democratica, che fa girare con la sua manovella impazzita solo i film che incassano, e per brevissimo tempo ormai.

Per la musica la situazione poi è talmente guasta che non si riesce nemmeno a raccontarla: in particolare la produzione di musica leggera è compromessa almeno dalla morte di Luigi Tenco, dal 1967 ma anche prima, e la morte del poeta cantante, non suicidio, è legata proprio alla corruzione che la regola da quel dì.

In tutto questo il pubblico è culturalmente peggiorato, involgarito e reso barbaro,  rispetto ai tempi di Pasolini, e difficilmente sarebbe capace di porre le domande che si ascoltano in questa trasmissione.

Ora il pubblico, almeno la sua maggioranza, sostiene e applaude il potere (meglio la poltrona della panca, no?), e preferisce sorbire senza fiatare tutto quello che gli vien propinato, possibilmente gratuitamente, senza interessarsi di conoscere i meccanismi politici ed economici che regolano l'arte e la sua distribuzione. Anzi, chi glieli rivela, è detestato.


Dalla trasmissione, che si riporta per intero, trascrivo il passo che interessa:

PASOLINI...la massa di per sé è antidemocratica, è alienata e alienante, tuttavia vi si può arrivare attraverso il decentramento. Questo è molto idealistico, lo so bene, ma d'altra parte uno scrittore non può non esserlo...il decentramento che, secondo me, è il problema fondamentale della civiltà di oggi. Il bisogno delle autogestioni, che incombe su tutto il mondo, e quindi anche l'arte in qualche modo può arrivare attraverso una serie infinita di decentramenti. Questo lo dico in linea teorica e idealistica, però mi sembra questa l'unica via possibile...

CONDUTTORE. Anche il decentramento cinematografico, per esempio.

PASOLINI. Occorrerebbero dei canali di distribuzione cinematografica che attuassero questo decentramento..tipo di produzione, un tipo di distribuzione diversi...

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...