mercoledì 27 febbraio 2019

Il set della movida

Copio due articoli su "Il Tirreno" di oggi, che dimostrano, ancora una volta, quali possono essere i risultati della "cultura della movida", dello sbevazzo, dei localini go-go, da molti rappresentanti politici, quali campioni!,  praticata, oltreché difesa come soluzione economica per i centri storici 'svuotati' di Prato e di Pistoia, dopo che sono stati innalzati i templi commerciali forisportam:  ecco la fontana del Bacchino, uno dei simboli di Prato, ridotto a pattumiera, e La Sala a Pistoia, fulcro cittadino di longobarda memoria, diventato come un set per scazzottamenti di ubriachi.
Ma questo accade in tutta Italia e non solo.
I centri storici non hanno più valore in sé, i locali "attivi" sono solo ristorantini e localini per il mangia-e-bevi, di artigianale non c'è più nulla (e infatti al mattino le città sono diventate spettrali, il paradosso, fantasmi al mattino!) e hanno del tutto perduto, non solo il valore di città, ma nemmeno conservano più attrattiva turistica per gli abitanti, e le mura e i palazzi eccetera servono solo come fondale, un fondale o set che sta per crollare e per nulla manutenuto, delle loro "scorribande al bicchiere".
Non serve, o non basta certo, invocare più controlli, più polizia il sabato sera, con il solito richiamo alla sicurezza! Pura demagogia e propaganda.  Il problema è ben lontano da risolversi con due pennellate sul web, visto che ormai il meccanismo del conformistico degrado sabatale è ben diffuso e radicato. Anzi, è incentivato da un sistema economico ormai marcio e ubriaco egli stesso, e dai presunti politici amministratori che non sanno che pesci pigliare: e dunque, guai a chi lo tocca! Forse chi delinea soluzioni a suon di dichiarazioni-social dovrebbe intanto leggersi , che ne so, cosa dice per esempio il Coordinamento Nazionale No Degrado e Mala Movida,  https://www.nodegradoemalamovida.it/home_1_0_0_ita.html  e cominciare, ma va! a cambiare abitudini! 





martedì 26 febbraio 2019

Sarà elettorale, ma nessuna campagna

Spulciando qua è là, per l'Italia, si assiste a una vera débacle politica: mai visto niente di più scialbo, insignificante, privo di prospettive e nuove idee per questa prossima campagna elettorale per le amministrative.

Viene quasi da piangere (sul latte versato?). Ancora nessuno è riuscito a sbaraccare il logoro, ma sempre in voga sistema politico vampiro che, auto-riproducendosi, succhia e nutre i partiti, e ormai anche i cosiddetti movimenti, ormai ingessati in sé stessi. O finalmente rivelatisi qual erano e sono.
In sostanza una politica sempre meno necessaria, determinata e determinante,  dove non si intravede alcun nuovo originale afflato, energia, o nuova visione.

Solo spauracchi e moneta.

Ne parlo con Malaparte

E' delineato il mio lavoro teatrale che ho annunciato su Tecnica del colpo di Stato di Malaparte: essendo un testo originale, un altro dialogo impossibile che parte da e discute quel testo - e attraverso di esso la controversa figura dello scrittore -,  quello che ne risulta è più che un adattamento teatrale nel senso classico. E quindi ho deciso di attribuirgli un suo titolo autonomo: "Ne parlo con Malaparte".
Questa è la prima bozza della locandina dello spettacolo che debutterà sabato 23 marzo prossimo al Teatro La Baracca.

domenica 24 febbraio 2019

La donna invisibile, com'è andata la replica

Nonostante la vasta offerta al mercato culturale, anche "aggratisse" e con nomi cine-roboanti alle ore ventuno del sabato sera, La donna invisibile ha registrato certo interesse anche nella replica di ieri, con giovani che sono venuti addirittura da Firenze.
Qualcuno ha chiesto, anche ieri sera: "Ma questi giovani, da dove vengono?".
Chissà che, prima di presentare il terzo "pezzo" della trilogia distopica al femminile, La donna invisibile non torni.
Ma intanto, il prossimo, è Malaparte.

Commenti:

"E' stata la mia prima volta, ma sono felice di averla conosciuta" (E. Guasti).

"Molto intenso, un dualismo irrisolvibile. Molto brava e profonda. Grazie". (G.Calamai).

"A me è piaciuto perché affascinante, ci ha tenuto in tensione, e allo stesso tempo ci ha smarrito sul tema della visibilità, che è attualissimo. Per questo siamo rimasti senza parlare dopo, e non sono stata capace di scrivere niente sul momento. Anche la scenografia dava l'idea dell'incertezza di questa donna, il bianco e il nero, che incarna tutti noi in questo periodo, così come il fatto di stare bloccata..." (Anna).



venerdì 22 febbraio 2019

La donna invisibile, replica

Sabato 23 febbraio ore 21 replico a La Baracca La donna invisibile.
Con qualche piccola modifica rispetto al debutto di qualche giorno fa, ma la sostanza è immutata.

E' la seconda parte di una trilogia distopica che ha come protagoniste donne (la prima, Le maschie), anche se qui la distopia è molto attenuata e camuffata.  

E' la storia di una donna famosa che improvvisamente si trova tentata dalla sottrazione della propria immagine pubblica, allettata dall'uscita dalla mostrazione di sé e dalla sorveglianza generalizzata.

Ma in un mondo dove la visibilità è un obbligo, diventare invisibili è diventato quasi impossibile.  

Nella messa in scena, al debutto, ero stata costretta in un certo modo da un incidente; lo manterrò. Simboleggia il senso della condanna in cui si vede costretta la protagonista.

Il testo, politico come tutte le distopie, è formalmente ambiguo, è voluto incerto: monologo e dialogo, interiore esteriore, privato e pubblico; e addirittura, con pochi ritocchi tecnici, potrebbe trasformarsi da opera teatrale in sceneggiatura .

mercoledì 20 febbraio 2019

Tecnica del colpo di Stato, di Malaparte, al Teatro La Baracca

Quest'anno,  sabato 23 marzo, festeggeremo la Festa della Poesia in modo insolito alla Baracca, con uno spettacolo.
Allestiremo una mise-en-espace partendo dal  testo, molto discusso, di Malaparte, Tecnica del colpo di Stato. Anche questa volta colloquieremo con uno scomodo personaggio del passato. Darò presto altri dettagli della rappresentazione.


Ecologia solo per ricchi

In questi giorni in varie città di Italia, i sindaci fanno a gara a emettere ordinanze contro i diesel euro 0-2-3 che non possono entrare nelle città soffocate dallo "smog".

Tutti attenti alla qualità dell'aria? 

No, certo che no.

La considerazione che faccio però è questa:

se sei povero non ti puoi comprare la macchina nuova; o anche se hai un lavoro e fatturi poco per esempio, è meglio che non compri la macchina nuova, perché ti fanno controlli fiscali, gli studi di settore e ti perseguitano pensando che sei il solito evasore italiano;
ma se non hai la macchina nuova, non puoi entrare in città, e quindi non puoi lavorare.

In realtà, ancora una volta, queste ordinanze pseudo-ecologiche sono per cittadini benestanti o ricchi, che si possono permettere le nuove macchine, meno inquinanti. 

E i ricchi sono quelli che comprano più macchine, che le cambiano in continuazione, e quindi poi alla fine inquinano di più.

Il colore in città, un fattore culturale

Relativamente al Convegno "Trame cromatiche", avrà luogo venerdì 22 febbraio prossimo al Museo del Tessuto (di cui potete leggere sotto), e che ripercorre i 20 anni del Piano del Colore a Prato, ricevo e pubblico questo contributo del Prof Centauro. 
Il Piano del Colore intende riqualificare "centro e periferie attraverso il "colore" delle facciate, non solo (come) buone pratiche per il decoro urbano, ma (attraverso) anche interventi di recupero ambientale per la salvaguardia dell'identità dei luoghi".

Di un recupero e salvaguardia serio la città di Prato ha in effetti molto bisogno.; e non tanto di piazzette estemporanee con panchine pronte per essere vandalizzate, o interventi urbanistici invasivi e senza alcun senso se non quello della speculazione edilizia.


Il colore in città, un fattore culturale
Giuseppe Alberto Centauro

La città contemporanea, nel divenire continuo di mutazioni, si mostra con un coacervo incoerente di segnali visivi che, volenti o nolenti, restituiscono un’immagine oggettiva, non falsa, dei luoghi osservati. Sotto tale aspetto, attraverso i meccanismi della percezione, il colore può considerarsi come uno dei principali indicatori delle variazioni che interessano la “scena urbana” e non solo per gli aspetti del decoro o dell’incipienza del degrado che affligge centri storici e periferie. Infatti, le trame cromatiche che l’architettura definisce in forme e materie attraverso le superfici dei manufatti, sono allo stesso tempo espressione dei caratteri distintivi della città: storici, morfologici e paesaggistici. Le cortine degli edifici, al pari delle strade del commercio o della movida cittadina e delle piazze della vecchia e nuova aggregazione sociale, risultano uniformate dalle cromie. I colori storici o della tradizione costruttiva locale si mescolano con quelli moderni senza apparente soluzione di continuità, divenendo markers segnaletici dello stato di salute dell’ambiente urbano. Il trattamento cromatico delle superfici è quindi un tema centrale nel restauro architettonico e del paesaggio per la conservazione e valorizzazione del costruito storico e non solo, pur tuttavia è anche un’occasione di rinnovamento in spazi urbani deoggettivati e “senza storia”, i nonluoghi privi d’identità, offrendo ai progettisti una ragione in più di creatività che per questo sembra sfuggire alle consuetudini e alle norme.  Il colore in tal modo entra prepotentemente anche nella sfera dell’elaborazione concettuale come strumento di progetto dell’arte visiva plastica. Nondimeno, più banalmente, se disancorato dal contesto, può risultare il frutto di arbitrarie soluzioni estemporanee che non tengono nel dovuto conto l’ambiente entro il quale si vanno ad inserire. Sotto questo angolo visuale le relazioni instaurate dalla selezione e dalla distribuzione delle cromie nel tessuto urbano dovrebbero rispettare il frutto di radicamenti storicizzati e non già assecondare acriticamente le mutazioni distopiche che, sempre più frequentemente, contraddistinguono le trasformazioni indotte da una globalizzazione omologante. Nel trattamento delle superfici delle facciate, in ordine alle problematiche del restauro e del rinnovamento, questi principi devono dunque fornire giusti orientamenti tecnologici per una corretta applicazione della tavolozza di tinte e pitturazioni, ora conseguenti alle stratigrafie storiche rilevate sul monumento, ora rispettosi della grammatica architettonica e del lessico dell’apparato decorativo, senza per questo rinunciare necessariamente alle nuove espressioni culturali di una società in continua evoluzione. Occorrerà in ogni caso agire con grande consapevolezza e attenzione nell’adozione delle soluzioni progettuali più opportune. Ogni singola facciata traccia infatti un segno indelebile nel contesto urbano, che non appartiene più solo al singolo manufatto, ma all’intorno. Le città metropolitane italiane come Firenze e Roma ad esempio, rappresentano casi emblematici per lo studio del colore. In queste realtà si deve affrontare la riqualificazione delle aree periferiche che ruotano intorno a centri storici maggiori universalmente riconosciuti come patrimonio dell’umanità per gli eccezionali valori culturali, architettonici e storico artistici che sono in grado di esprimere, attraverso le testimonianze fisiche che li caratterizzano. Se l’autenticità e l’integrità di questi valori costituiscono i principali  obiettivi  della salvaguardia attraverso il rispetto dei materiali e delle cromie, il rifacimento si rileva spesso necessario ed opportuno per il recupero qualitativo delle aree periurbane; restauro e rinnovamento sono le due facce di una stessa medaglia. La presenza diffusa di aggregati storici  decontestualizzati, inglobati in anonime realtà urbane, senza volto, mette in luce l’altro annoso aspetto del problema che nelle aree metropolitane è fortemente avvertito ma che passa anch’esso attraverso la corretta revisione dei colori urbani al fine di ricostituire un’unitarietà del paesaggio cromatico contemporaneo.

Giuseppe Alberto Centauro

Disordine cromatico. Riomaggiore, la marina (foto G.A. Centauro), 




martedì 19 febbraio 2019

Il mio è un teatro archeologico

Durante la presentazione del libro sui celestini, dopo che era stata evidenziata una caratteristica del mio teatro, una signora mi ha chiesto: 
"Perché il suo teatro è così tanto impregnato di storia e geografia?".

Dopo aver riflettuto bene ora posso rispondere.

In fondo scrivo e faccio teatro solo nel e per il passato. Anche quando delineo scenari distopici che sembrano situarsi nel futuro; o si vestono di leggera comicità e appaiono slegati da queste implicazioni. 

Ora lo studio del passato si basa sull'archeologia.  L'archeologia si basa sullo scavo, è uno scavare nel terreno. E' una ricerca nel tempo (storia) e nello spazio (geografia). 
Solo attraverso tempo e spazio mi riesce capire e quindi rappresentare il presente.
L'archeologia è quindi un modo simbolico e concreto di accesso all'uomo presente. E anche all'uomo futuro (ma ci sarà?). 
Con il mio teatro io faccio archeologia del e per il futuro, anche se può sembrare un paradosso, e un rischio.
Il mio dunque è propriamente un teatro archeologico.

lunedì 18 febbraio 2019

In merito alla presentazione de "L'infanzia negata dei celestini" alla Lazzerini

Innanzi tutto ringrazio il direttore e il personale della Biblioteca Lazzerini per aver ospitato la presentazione della seconda edizione de "L'infanzia negata dei celestini" lo scorso sabato, 16 febbraio.

Questa seconda edizione è stata pubblicata a dicembre scorso, a dodici anni di distanza dalla prima, nel 2006, quando l'editore fu Carlo Zella.

Un grazie anche a coloro che hanno scritto o telefonato per manifestare il loro apprezzamento per la presentazione, giudicata efficace ed elegante. Ed è merito anche di Gianfelice D'Accolti che ha curato la premessa e ha interpretato la testimonianza, nuovissima, di un ex-celestino.

C'era tanta gente, nonostante fosse sabato e giornata di sole.

Preciso, e rispondo ad alcuni interventi o domande, che, pur la violenza sui minori sia argomento di attualità, ahinoi, tuttavia quanto accadde ai celestini è da inserirsi in un discorso diverso, ché là v'era, con la complicità di alcuni industriali pratesi e non solo, un piano di speculazione edilizia per la creazione di un santuario e di altre opere edilizie, e lo sfruttamento e vessazione sistematica dei bambini orfani o figli di gente povera che lavorava all'estero o in condizioni disagiate, anche al fine di costringerli a seguire la carriera religiosa, e quanto altro racconto nel libro.

Riguardo all'Istituto Santa Caterina di Prato, per ragazze e gestito da suore, dove io come ho ricordato fui vittima di abusi simili a quelli dei celestini (e che come quelli non furono mai a sfondo sessuale), ribadisco che non ci sono documenti. Solo le testimonianza di noi che ne fummo vittime. Lo scandalo non ebbe modo di "scoppiare" proprio perché prima vi fu quello dei celestini ed è per questo che l'istituto femminile fu chiuso, "appena in tempo", come mi confermò un ex-funzionario del Comune di Prato, che aggiunse: "Si sapeva anche del Santa Caterina, eravamo al corrente di tutto, ma non si poteva parlare".

Il libro sui celestini non è distribuito, e non si trova alla Feltrinelli né su Amazon o altrove on-line: si vende, ancora qualche copia, al Teatro La Baracca e alla Libreria Cattolica di Prato.

Lo spettacolo, presumibilmente e se la salute mi assiste, sarà riproposto al Teatro La Baracca a dicembre, come ogni anno dal 2004.

Ringrazio infine chi, e proprio in questi ultimi giorni, mi ha arricchito di altri documenti -molto importanti!- e testimonianze; fra le altre cose un libretto religioso edito dal discusso Padre Leonardo nel 1965, una vera e propria, e triste, rarità.

Se dovessi mai fare altra edizione, sarà mia cura condividere almeno parte di questi documenti, così come ho fatto per Il libro bianco in questa edizione, pubblicata  a mie spese.

Per la cronaca: nessun rappresentante politico, né consigliere né assessore locale, era presente.

Il turismo è nemico della cultura

Certi rappresentanti politici, che hanno fatto bella mostra di sé per la sfilata del Dragone a Prato in occasione del Capodanno Cinese, sostenendo che potrebbe essere una "risorsa per il turismo", si sono immancabilmente tenuti lontani dalle Camminate per Gonfienti che per ben quattro anni di seguito abbiamo organizzato al fine di non dimenticare il patrimonio archeologico locale. Evidentemente non erano sfilate altrettanto belle e colorate!

Intanto il patrimonio culturale antico continua a imputridire sprofondando nella incuranza, snobbato, insieme a tutto l'insieme del patrimonio paesaggistico e archeologico dei Monti della Calvana.  Dimenticati gli scavi.  Dimenticati i reperti.  Anzi, qusti portati altrove, anche se vicini (ma a Campi Bisenzio la nascita del Museo Archeologico è, a due anni dall'annuncio, ancora di là da venire). 

Ma non solo. E' tutta la città di Prato nel suo complesso a essere dimenticata, lasciata a sé (vedi il recente crollo di massi dalle mura di Prato), non curata, e anche proprio da molti cittadini orientali, che mentre addobbano le sfilate, lasciano le case dove vivono e i laboratori dove lavorano in condizioni grigie e disastrate. Fate un giro turistico a Galciana! E ci si dovrebbe elettrizzare per questa insolita (insolita? niente di più banale di una sfilata!) risorsa turistica che non sfruttiamo? O di un localino mangia e bevi in più aperto nel centro storico?

Si parla di turismo come momento complementare della cultura; ma il turismo non coltiva nulla, non fa che distruggere; ricordo che la parola "cultura" e  "colturahanno la stessa radice, dal latino "colere" che significare e coltivare e curare insieme!

Oggi il turismo si situa all'opposto della cultura, che è cura di sé, dell'uomo e del proprio ambiente; cultura è creazione di valore profondo e duraturo, che il turismo proprio non persegue; cultura è certamente incontro e quindi anche pluralismo, ma non sono certo espressione plurale le sfilate colorate,  mero atto di propaganda, dopo le quali continua la separazione e l'ostilità!

Il turismo va di pari passo con lo sfruttamento del territorio, c'è poco da fare, anche se lo pratichiamo tutti. Se si afferma il contrario, si guarda le cose in superficie, senza avere cognizione vera di storia e geografia; non farsi domande sui mutamenti che proprio il turismo impone.
E si rischia di compiere altri danni.

Banalmente: pensare al turismo come motore economico può significare anche distrugge l'identità di una città (come sta avvenendo a Firenze o a Venezia, ormai svuotate di case e cittadini, tutto per alberghi e B&B).

Ed è proprio il turismo il vero motore dell'ampliamento dell'aeroporto di Firenze, a Peretola.

sabato 16 febbraio 2019

Presentazione de "L'infanzia negata dei celestini" alla Lazzerini

Sono passati pochi giorni dalla prima presentazione a La Baracca della seconda edizione de L'infanzia negata dei celestini, e già ci sono altri fatti di questo difficile passato da raccontare.
Ogni volta che torno sulla vicenda, o con lo spettacolo o con appunto il libro, si apre come un sipario ed entrano nuovi personaggi in un dramma che sembra senza fine.
Il libro ha portato con sé altri documenti e testimonianze di persone importanti, oltre che di altri ex-celestini. Anche di questo parlerò oggi pomeriggio, alla Biblioteca Lazzerini, alle ore 17. Introdurrà Gianfelice D'Accolti.

giovedì 14 febbraio 2019

Paccottiglia su Mia Martini (e sull'arte)

Non ho visto e non vedrò lo sceneggiato-paccottiglia della RAI e del circo mediatico, dopo la ressa di Sanremo, che questa volta coinvolge la cantante Mia Martini. (Ancora una volta, la musica, che si vende bene, è il prodotto!)

Conosco molto di questa cantante, ho letto libri seri e le sue dichiarazioni, non parlo a vanvera.
Quello che mi interessava di lei, in particolare, a parte la voce e l'uso che ne faceva nelle sue interpretazioni, era certamente la figura tragica, emblematica del sistema, dove tutto è mercificato.

Dove l'artista è assassinato in vario modo. E lei se n'era ben resa conto.

Il sistema "fiction",  moderna confezione-regalo avvelenato del potere, che tende al livellamento e all'istupidimento oltre a renderci ovviamente supini consumatori (oltre che di prodotti anche di idee),  riesce a banalizzare e a inglobare anche la tragicità della vita e dell'arte.

E così fanno ancora quest'anno, levando osanna nei confronti di Leonardo per i 500 anni dalla sua morte, che visse una vita talmente difficile da essere oggi facilmente comprensibile o tollerabile. Egli fu veramente perseguitato, e continuamente in fuga.  Per poco non ci rimise la pelle.

Si uccide varie volte.


mercoledì 13 febbraio 2019

Candidati sindaco a Prato: buona la mossa del M5S, male il Centro Destra


Candidati sindaco a Prato.
Mentre il Centro Destra langue e s'arena sul nome di Spada, non volendo portare avanti Rita Pieri - l'unica che forse potrebbe risollevarne un po' le sorti - ecco che il M5S presenta la sua candidata sindaco, Antonella Leone, che non conosco, e che comunque avremo modo di ascoltare e vedere. E' un avvocato.
Il fatto di non essere conosciuta, in un movimento come quello di Prato, diviso e litigioso, non può che fargli bene. Dunque, per ora, strategicamente parlando, è un'ottima scelta.

martedì 12 febbraio 2019

Seminario di "Fantastica"


A giugno prossimo, a La Baracca, terrò il primo seminario di
Fantastica
O dell’arte di inventare storie.

"Fantastica" è un termine che si trova nei Frammenti di Novalis (1772-1801), che scrisse: “Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”.

Novalis aveva ragione, la Fantastica non potrà mai essere una Logica. E tuttavia analizzerò la struttura della finzione come espressione della libera fantasia che, in quanto tale, è oggetto di libera contemplazione disinteressata, e anche per questo è difficilissima da praticare e insegnare.

Se ne possono studiare alcune strutture e ricorrenze, che possono aiutare a renderci più consapevoli, oltre a essere "utili" per coloro che scrivono e/o inventano storie (e mondi) a vari livelli artistici.

Per questo si studierà il procedere, le caratteristiche di personaggi e storie che si trovano nelle forme orali e letterarie, e non solo: poesia, fiaba, romanzo, racconto, opera teatrale e cinematografica, e perché no fumetto/cartoni animati, incluso nell'arte figurativa, nella musica e nell'architettura.

Si tratterà poi storicamente della fantasia rispetto all’immaginazione almeno nella differenza, anche filosofica, che ci è stata tramandata nel corso dei secoli, tentando di dire cosa sia veramente questa fantasia (che è alla base della Fantastica!), al di là del concetto magico-metafisico proprio del Romanticismo, che la vide come elemento fondante del genio.

Durante gli incontri si faranno alcune esercitazioni pratiche di scrittura, ma per chi vorrà anche di disegno, oltre che dare fondamenti teorici e riferimenti bibliografici.

Il corso è rivolto a tutti, ma  richiede una buona conoscenza dell’italiano e una preparazione scolastica equiparabile a scuola secondaria.


Il corso inizierà lunedì 3 giugno e terminerà venerdì 7 giugno, tutti i giorni dalle ore 20 alle ore 23, per un totale di 15 ore.

Altre informazioni, come il costo e modalità di iscrizione, si possono chiedere scrivendo a teatrolabaracca@gmail.com o   labaracca@tin.it  o telefonando allo 0574-812363.

lunedì 11 febbraio 2019

Piovono pietre

Dalle mura di Prato piovono pietre. A Porta Santa Trinità. Oggi.
Poteva morire qualche pedone, il passante.

Ieri lei pietre sono piovute da qualche altra parte. E forse un passante è morto. Magari sul lavoro. Certo lontano dalle città capitali della cultura.

Dice un proverbio inglese: "Quando piove sui poveri, piovono pietre". (Da cui il titolo di un film di Ken Loach).
Ma non solo sui poveri.
Anche sulle cose diventate povere. Cadono le cose diventate povere. La cultura. I beni culturali, architettonici, ambientali. Tutto quello che non dà rendita, affari, guadagno. 

L'altro ieri un crollo sulla Porrettana. Strada chiusa.

Crolla la Storia, svanisce la Geografia.

Sai forse in che anno sei? Sai forse dove ti trovi?

Piovono pietre. Cascano le mura. Cascano i ponti.
E naturalmente cascano i passanti, sui passanti, per i passanti.

Politici: altro che elezioni. Altro che candidati. Altro che risultati.
Dimettetevi tutti.


domenica 10 febbraio 2019

Scrivere, opera d'artigiano

Metto qui queste parole di Heidegger, così che i miei allievi di drammaturgia e sceneggiatura, colti dal dubbio, possano consultarle in qualsiasi momento:

"Come sono pochi oggi quelli che sanno ancora veramente, in base a un genuino fare o a un ancor più genuino rinunciare, che "lo scrivere" è l'opera artigianale più ricca di misteri e perciò la più rigorosa." (Quaderni neri 1939-1941, Riflessioni XII-XV).

venerdì 8 febbraio 2019

Dal ghetto: Pasolini su Sanremo


"È cominciato ed è finito il Festival di Sanremo. Le città erano deserte; tutti gli italiani erano raccolti intorno ai loro televisori. Il Festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società. Quest’anno, poi, le cose sono andate ancora peggio del solito: perché c’è stata una contestazione, seppur appena accennata, al Festival. Ciò che si contesta sono infatti i prezzi dei biglietti per ascoltare quelle povere creature che cantano quelle povere idiozie: e si protesta moralisticamente contro il privilegio di chi può pagare il prezzo di quei biglietti. Non ci si rende conto che tutti i sessanta milioni di italiani, ormai, se potessero godere di questo famoso privilegio, pagherebbero il prezzo di quel biglietto e andrebbero ad assistere in carne e ossa allo spettacolo di Sanremo. Non è questione di essere in pochi a poter pagare quelle miserabili ventimila lire ma è questione che tutti, se potessero, pagherebbero. Tutti, operai, studenti, ricchi, poveri, industriali, braccianti..I centomila disgraziati che si tappano le orecchie e si coprono gli occhi davanti a questa matta bestialità, sono abitanti di un ghetto che si guardano allibiti fra loro, senza speranza. E i più non osano neanche parlarne: perché parlarne, sinceramente, fino in fondo, fino all'indignazione, è impopolare come niente altro. E' per non rischiare questa impopolarità, che i contestatori sono in questo caso tanto discreti. Ma è un calcolo bagliato, che li rende degni degli "innocenti" cantanti integrati e del loro pubblico.".  (Da "Il caos" su "Il Tempo", n.7, 15 febbraio 1969).

giovedì 7 febbraio 2019

"Porchetta Mission" a La Baracca

Sabato 9 febbraio, ore 21, a La Baracca, torna "Porchetta Mission" di e con Gianfelice D'Accolti.

Viaggio semi-immaginifico per raggiungere l'asteroide Porchetta, occasione che l'oratore usa per descrivere il proprio mondo e la sua semi-oscura comica organizzazione dell'esistenza, del lavoro, delle regole e delle finalità; in una società che non ammette sbagli e bugie, fondata sullo sfrenato benessere materiale, e svuotata di valori fondanti come memoria e bellezza, i nuovi umani inseguono - libere cavie felici - l'impresa spaziale come tentativo estremo e paradossale di rifondare se stessi in una nuova condizione di ignaro vegetalismo, pura passività, felicità supina.

mercoledì 6 febbraio 2019

La leggera


All'anarchico livornese Enzo Federighi.

Ampliamento dell'aeroporto di Firenze, morte della Piana

Sembra che ci sia il via libera per l'ampliamento dell'aeroporto di Firenze.
Ma questo aeroporto ampliato, grasso e bello come vuole Nardella, come hanno sempre voluto Lega, Forza Italia e PD, non era visto negativamente, come fumo agli occhi da M5S? E dunque non si dice niente? Non si scende in piazza per farsi sentire?
Ma siete tutti d'accordo così spudoratamente?

Stanno distruggendo tutta la Piana da Firenze a Pistoia, tutta, recando un danno irreversibile al territorio attorno alla grande Firenze, Firenze mangia territori limitrofi (e tutti succubi e silenti, 'sti inetti!), piena sempre più di turisti e svuotata di fiorentini, una città inutile, una città vetrina.

Mentre sono impegnati a fermare gli sbarchi, mentre sono impegnati nella sicurezza (molto più facile parlare di questo, no?), i politici attuali, in massa, fanno a gara per creare le condizioni per maggiore insicurezza, bruttura, squallore, isolamento sostenendo progetti come l'ampliamento dell'aeroporto: altrimenti su cosa e come farebbero le loro campagne elettorali? Quali spauracchi agiterebbero? Di cosa parlerebbero, dei danni eco-antropologici irreversibili che stanno contribuendo a produrre?

Ma ve lo ricordate il Parco Agricolo della Piana? Quante balle ci hanno raccontato!
Ma che parco del cavolo è questo, che io non posso in nessun modo, senza mettere a repentaglio la mia vita, andare a piedi o in bici da Pistoia a Firenze, che le strade sono tutte violentate dal traffico?

Non daremo il voto a nessuno di questi distruttori del nostro futuro.
A nessuno. 
Non batteremo le nostre lingue sui loro tamburi!


La goccia


Registrazione "live".

martedì 5 febbraio 2019

Capomastro: abbiamo lavorato invano


Il progetto per le scuole di Capomastro, una commedia sulla sicurezza sul lavoro, è sfumato.
Non si farà per le scuole di Prato, come invece avrebbe dovuto essere, insieme ad ANMIL, INAIL e PROVINCIA DI PRATO.

Siamo stati gabbati! Abbiamo lavorato invano.

Adducono problemi organizzativi e pertanto l'aggancio con le scuole non ci sarà.

E pensare che l'avevamo allestito per loro, alla Baracca nel novembre scorso, proprio per 'mostrarlo', dimostrare che era uno spettacolo in tema!

Peccato, al pubblico era piaciuto.

Alla fine si capisce che di sicurezza si può parlare solo chi è sicuro di dare certa sicurezza a chi assicura di assicurare. Ed è evidente che Capomastro non essendo opera di teatrone, è autonomo, sganciato, indipendente. Onde, chi me lo fa fare di occuparmene per allestirlo? Perché dovrei?
E in fondo in fondo, poi, vai a vedere, sotto sotto, non è nemmeno tanto..."sicuro"! 

Si dice di tutelare la sicurezza e poi si dà buca a chi lavora.

lunedì 4 febbraio 2019

Febbraio 2019 alla Baracca

Mentre la realtà concreta sta sparendo - vedi la drammatica e dolorosa sparizione della redazione de Il Tirreno di Prato, mangiata dalla realtà apparente da cui pensava di ricavar nutrimento, ma sappiamo anche di importanti teatri e cinema milanesi in via di dissolvenza per mancanza di spettatori, - noi tentiamo di esistere ancora carnalmente. Arcaicamente.

Intanto, per questo mese, ci trovate fisicamente qui:


Sabato 9 febbraio 2019 ore 21
PORCHETTA MISSION
di e con Gianfelice D'Accolti



















Nel cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, Porchetta Mission è la storia di un nuovo immaginifico epilogo beffardo a cui l'Umanità viene destinata.


Sabato 23 febbraio 2019 ore 21
LA DONNA INVISIBILE
di e con Maila Ermini








In un mondo dove la visibilità è un obbligo, diventare invisibili è diventato quasi impossibile.



APPUNTAMENTO IN BIBLIOTECA LAZZERINI DI PRATO:
Sabato 16 febbraio, ore 17
presentazione della seconda edizione de "L'infanzia negata dei celestini" (ingresso libero)












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Teatro La Baracca via Virginia Frosini 8 
59100 Prato 
Per prenotare: telefono 0574-812363  - 3332713136



venerdì 1 febbraio 2019

La TAV toglie i TIR dalle strade come l'interporto?

Salvini ha detto che la TAV va finita perché toglie un milione di TIR dalle strade.
Davvero?
Una frase che già abbiamo sentito dire, per esempio, durante la costruzione dell'Interporto della Toscana Centrale di Prato, che ha completamente seppellito una importante scoperta archeologica, la cosiddetta città etrusca di Gonfienti (ve la ricordate?).

In realtà i TIR  in circolazione sono aumentati, perché poi l'interporto in questione, e non solo lui, non funziona come vero interporto ( scambio di merci tramite varie modalità di trasporto, in particolare con terminal ferroviario), ma come crocevia e interscambio/ parcheggio di TIR per mega magazzini di ditte, anche spedizionieri, eccetera.

Cioè, l'interporto ha incentivato la circolazione dei TIR, non li ha tolti dalle strade, come avrebbe dovuto essere.

Orto-Pereto del Teatro La Baracca in fiore

"Amo il teatro perché si arriva alla verità smascherando il falso; mentre nella realtà si arriva alla falsità smascherando la verità&qu...