martedì 28 febbraio 2023

Pasolini: lezione di architettura

Uno dei documentari più belli e utili in assoluto, semplice, "vero". Una lezione di architettura critica di Pasolini.

E come non pensare a Gonfienti, quando cammina per l'antica via etrusca di Orte?

L'ho visto tante volte, e ogni volta mi commuovo e mi arrabbio.

Quando una nuova vita per le Cascine di Tavola?

Aspettando una nuova vita per la fattoria voluta da Lorenzo il Magnifico,  è uscito un libro a cura dei prof. Giuseppe Centauro e David Fanfani, che ne delinea la possibile rinascita.

Intanto giace smembrata come un relitto del passato, ridotta a parco per le corsette della domenica pomeriggio, separata dal centro di Prato dal macrolotto e dalla peggiore brutalità industriale e faccendiera con annesso mostruoso corridoio-elettrodotto, a due passi dal depuratore di Baciacavallo.

Copio gli articoli usciti su La Nazione domenica scorsa, 26 febbraio 2023. Per leggerli basta solo cliccarci sopra. Sotto gli articoli per esteso.




Un libro per le Cascine di Tavola.

Giuseppe Alberto Centauro

La Fattoria Medicea e l’insieme di aree a carattere agroalimentare ad essa funzionali sono le protagoniste di una monografia scritta a più mani (per i tipi: Firenze University Press), che lo scrivente con il prof. David Fanfani ha diretto e coordinato come percorso conoscitivo e di progetto a 360° nell’intento di sollecitare chi finora non ha ritenuto di impegnarsi a fondo per la rinascita di questa straordinaria risorsa ambientale e paesaggistica, tutta pratese. Un impegno che si è fatto più che mai pressante in chiave di transizione agro-ecologica del Parco delle Cascine di Tavola, quale condizione ineludibile per un futuro che dovrà essere all’altezza della bellezza paesaggistica, architettonica ed artistica della storica tenuta, laddove l’Ombrone disegna le sue anse, tra la villa Ambra del Poggio e la parte più suggestiva della Piana pratese. Un luogo plasmato dalla visione illuminata del principe, quel Lorenzo, il Magnifico, che ne riconobbe il Genius loci, come il lascito più fecondo delle divisioni spaziali etrusche e del duro lavoro, dopo di loro, di generazioni di uomini. Una storia affascinante per un territorio reso unico dalle regimazioni del sistema gorile medievale e dalle raffinate addizioni medicee e lorenesi. Per ripartire con quella medesima visione, gli autori si sono impegnati a rimettere innanzi tutto in ordine il percorso della storia per evidenziare le grandi potenzialità, per lo più disattese negli ultimi 50 annI, e il rilevante valore di quelle terre, specie sotto il profilo identitario, in grado di offrire un modello ecosostenibile di sviluppo per una gestione co-evolutiva “Uomo-Natura” del territorio, non necessariamente affidata alla sola mano pubblica. Con questi presupposti e in una prospettiva di “rigenerazione patrimoniale” dell’esistente si sono mosse le ricerche sul campo.  Si tratta di un lavoro integrato fra discipline diverse, volto alla tutela e valorizzazione del paesaggio agrario e di architetture che hanno fatto la storia della ruralità in Toscana. All’interno del gruppo di studio nel rispetto dei caratteri del luogo si è sviluppata una progettualità innovativa nell’approccio mossa intorno ai sistemi agronomici e alla riqualificazione idraulica del territorio, approfondendo aspetti rimasti ad oggi slegati dalle proposte di intervento, prevenzione e manutenzione degli assetti paesaggistici alterati dopo gli improvvidi frazionamenti degli anni ’80 del secolo scorso. In questa direzione, la prof.ssa Elena Bresci, insieme al ricercatore Giulio Castelli, ha affrontato il delicato tema della regimazione e gestione  idraulica del compendio mediceo e del territorio limitrofo; il prof. G. Cesare Pacini con il ricercatore  Lorenzo Ferretti  hanno portato alla ribalta le opportunità di una moderna produzione di agricoltura biologica e di sistemi agro-zoo-forestali sostenibili in un’ottica premiante da un punto di vista qualitativo del ”paesaggio culturale” ereditato dalla “R. Tenuta delle Cascine di Poggio a Caiano”.  In questo contesto sono stati elaborati per una progettazione che guarda al futuro i contributi dell’arch. pianificatrice Martina Romeo e dell’arch. Daniela Cinti che hanno rispettivamente redatto le cartografie tematiche che accompagnano questi studi e repertoriato in un ideale data-base le vicende storiche del paesaggio agrario nei passaggi epocali che hanno preceduto e accompagnato fin dal 1477, il progetto laurenziano.

 

Un progetto strategico per la rigenerazione della fattoria Medicea Laurenziana

David Fanfani

Il principio guida del progetto per l’insieme di beni che storicamente costituivano la Fattoria mediceo-lorenese di Tavola, malgrado la progressiva disgregazione proprietaria e funzionale che l’ha interessata, è quello di attivare un processo di recupero di tale patrimonio tramite il quale le diverse parti “smembrate” tra loro siano nuovamente connesse e possano tornare a funzionare, e quindi “rivivere” come una unità organica. Ciò anche con la riconnessione idraulica e fruitiva, soprattutto in termini di mobilità lenta, con il territorio circostante. In particolare in questa prospettiva i beni di proprietà pubblica e la loro interpretazione progettuale fanno da riferimento ed “innesco” anche per la valorizzazione ed interpretazione di quelli privati, come l’edificio della Fattoria Laurenziana stessa e gli annessi circostanti. Un nuovo sistema fruitivo che recupera in particolare l’originaria vocazione innovativa della Fattoria nell’ambito agroalimentare con la riconversione agro-ecologica e produttiva nelle aree agricole di proprietà pubblica. Una vocazione che sta alla base non solo del recupero del “disegno” del paesaggio culturale della Cascina ma anche delle destinazioni pensate per i vari immobili e poderi. Dalla casa del Guardia come punto di servizio per l’accoglienza al parco e centro di documentazione, al podere delle Polline dove si colloca la vera e propria sede per una azienda agro-ecologica pilota, al Podere del Caciaio che coniuga la funzionalità di Fattoria didattica con quella di Agriturismo fino alla già restaurata Rimessa delle Barche che può integrare tali attività con magnifici spazi per la convegnistica e le mostre. Così, mentre anche le aree agricole limitrofe private -verso via Roma e sud ovest- possono collocarsi in questo quadro, l’edificio della Fattoria stessa può definire e sviluppare al meglio attività che, oltre alla ricettività, funzionale alle varie attività indicate (didattica, convegnistica, ricreazione) la possono configurare anche come vero e proprio polo e ”vetrina” della cultura e del “ben vivere e produrre in Toscana”. Una immagine legata alla rivisitata tradizione dell’eccellenza della cultura enogastronomica ed agroalimentare regionale e al suo connubio con l’oculata gestione del territorio e l’innovazione tecnica e produttiva. In sintesi, un progetto strategico complesso nel quale l’attore pubblico, è chiamato a svolgere un ruolo, purtroppo mancato da decenni, di portatore di una visione di progetto e rigenerazione per la Fattoria e di animatore di un’azione concertata tra i diversi attori in campo.



lunedì 27 febbraio 2023

Luddite club, ovvero i ragazzi col telefono contadino


Caro Fulvio,

non siamo più così soli nell'avere solo il telefonino contadino. Anche un gruppetto di ragazzi statunitensi.

Più propriamente si parla di telefono a conchiglia, come quello che ho io e che ogni volta che squilla fa sorridere qualcuno.

Leggi leggi.

Oh, come saresti stato contento, mi avresti certamente telefonato, ma sul fisso di casa, per informarmi della notizia, questa sul Corriere  di qualche giorno fa.  Il titolo affabile inganna, perché in realtà da quelle parti sono un po' preoccupati dal diffondersi dell'epidemia, e stanno pensando a come contrastarla con contro-articoli che sono già in circolazone..


venerdì 24 febbraio 2023

Quando Loriana e Clara dissero no a Costanzo

E' morto Maurizio Costanzo, e tutti a osannarlo.

Per carità, non voglio entrare nel merito, ma piuttosto ricordare di quando Loriana Nunziati - quella dei concubini di Prato - mi raccontò di aver rifiutato il suo invito al famoso "Costanzo Show".

E più volte il giornalista l'aveva ricontattata, ma lei sempre no.

Mi disse che aveva rifiutato per non sentirsi strumentalizzata, non voleva assolutamente parlare della sua amarissima vicenda in un salotto televisivo. 

Non le interessava diventare più famosa di quello che già non era stata, per carità, né avrebbe mai voluto poi passare da un salotto all'altro.

Questo per mostrare la differenza fra lei e qualche attore di grido - quelli che riempiono le plateone - che invece al solo sentire la voce del famoso Maurizio, scattava, anzi scatta ancora nel ricordarlo!, in piedi o si piegava in due segno di sottomissione..

E cito con piacere anche quello che Clara Calamai combinò in uno dei salottoni organizzati dal mezzo busto, la trasmissione si intitolava Acquario, dove l'attrice proferì la fatidica frase, davanti a una gigionissima Paola Borboni: - Meglio sarebbe non essere nati -.  E Costanzo nemmeno le rispose tornando a bomba dalla ben più compiacente Paola, rifuggendo la pratese come la peste. E non la fece più parlare. Fu proprio lì che mi innamorai di Clara.

giovedì 23 febbraio 2023

IL BIGNAMINO DELLA GUERRA

Abbiamo inizato la stagione 2022-23 con Malaparte (Io Malaparto),  dedicandogli delle lettere sulla contemporaneità; continuato con la popolare Veglia delle paure (Cimiteri); siamo passati  poi a Spugliami, invocando il ritorno di Eros; abbiamo Visto le stelle (anzi, lo zodiaco e qualcuno non c'ha creduto e per questo il 1 aprile lo rifaremo); presento tra pochi giorni la scandalosa (vi avverto!) Misandra; poi torna il classico ma attualissimo Kleist che parla di ingiustizia, La Brocca Rotta (il 25 marzo) ; e,  se tutto procede, la stagione - che sta andando bene nonostante la crisi  nerissima, identitaria economica morale politica di cui nessuno parla -, termina con uno spettacolo che mi permetto di definire temerario, Il bignamino della guerraun blitz teatrale nell'arte che più mi è lontana, ma che putroppo vedo sempre più vicina. E' previsto il 6 maggio, ma come sempre, vi confermerò.

Questo sarà l'ultimo spettacolo della stagione 2022-2023; ma, se tutto va bene e Santa Pupa ci assiste, in estate presenteremo qualcosa anche nel piccolo piccolo ma gustoso Pereto. 

Non ci fermiamo. Fulvio Silvestrini è ancora con noi!

Intanto vi aspetto venerdì 3 e sabato 4 marzo a La Misandra.



lunedì 20 febbraio 2023

Marzo e aprile 2023 alla Baracca

Questi i prossimi spettacoli alla Baracca.  Per ora indico gli appuntamenti solo fino al 1 aprile (non è un pesce), ma non ci fermiamo.

Si può già prenotare per tutti e tre gli spettacoli indicati (teatrolabaracca@gmail.com).


VENERDI’ 3 e SABATO 4 MARZO  ore 21,30

LA MISANDRA

di Maila Ermini

PRIMA NAZIONALE

 

SABATO 25 MARZO ore 21,30

LA BROCCA ROTTA

di H. von Kleist

Interpreta Gianfelice D’Accolti


SABATO 1 APRILE, ore 21

HO VISTO LE STELLE

Viaggio teatrale nello zodiaco

di Maila Ermini

con Nicoletta Zignani

(replica)






venerdì 17 febbraio 2023

Caro babbo, guarda che foto!

Caro Babbo, 

guarda cosa ho trovato oggi, a quasi trent'anni di distanza: le foto di quando ristrutturavamo la Baracca!

Per noi un vero e proprio documento storico.

Ti ricordi quando alcune persone, che oggi non ci sono più come te, ci prendevano in giro quando passavano davanti alla Baracca, chiedevano:

- Cosa state facendo?

- Ristrutturiamo la baracca.

- Per cosa?

- Per farci uno spazio culturale, di teatro.

E giù loro a ridere. 

- Che, Loris, ti sei messo a fare anche i teatri in campagna?

E giù risate. E tu ti arrabbiavi, e sì rispondevi per le rime, ma io vedevo che ti dava fastidio. E quanto a me!

Però poi dicevi: - Lasciali stare, sono o invidiosi o ignoranti; chi la dura, la vince.

E così caro babbo, specialissimo mio babbo, chi t'ha conosciuto lo sa che intendo, finalmente la Baracca ha sala piena da un po' di tempo, a parte qualche volta no,  magari se facciamo la terza o la quarta replica, allora c'è meno gente; o se facciamo spettacoli magari un po' "difficili", mi prendo anche questo gusto e libertà.

Tu me lo hai ripetuto sempre, non mollare mai.

Io non ho mollato, babbo, e sono così contenta di aver ritrovato queste foto! Le copio qui perché già una volta si perse il rullino, e infatti furono stampate ricordo molto tempo dopo. E così anche questa volta, chissà dove lo ho messe, mi dicevo. Poi stamani son riapparse, piccola tua magia. Anche se tu non credevi alle magie...

Per questo le metto qui, così magari non si perdono più.








martedì 14 febbraio 2023

La Misandra alla Baracca


Sandra, detta spregiativamente La Mi-sandra per il suo odio per gli uomini, viene accusata di averne avvelenato uno.  Messa in detenzione preventiva nella cosiddetta "cella democratica" (chi verrà allo spettacolo vedrà com'è fatta), parla con l'avvocata e col giudice, tenta la sua difesa in un vortice comico-esilarante fino al finale che naturalmente qui non svelo.

Sì, è uno spettacolo comico. Ma allo stesso tempo scandaloso. 

Infatti La Misandra sembra andare in direzione contraria rispetto alla narrazione ora in voga sulla identità di genere (per La Misandra un uomo è un uomo e una donna è una donna) e sul pacifico superamento delle differenze, e non mi dispiace che questo avvenga, se non per altro perché il teatro e la cultura devono fare così, andare in direzione se non contraria, altra. Questo è il suo ufficio, dai tempi dei greci antichi. E tuttavia proprio per questo la sua rappresentazione, pur sia divertente, non sarebbe permessa in certi luoghi dove la programmazione è bloccata dalla politica e dalle nomine di partito e dalla dittatura mediatico-economica che oggi come mai uniforma e sfrutta il pensiero e l'essere dis-umano.

Per cui La Misandra alla fine potrete vederla solo alla Baracca.

Ecco perché certi spazi devono continuare a esistere. Anche se poche persone vedranno lo spettacolo, sarà sufficiente. E' una questione di sopravvivenza mentale e culturale.


Venerdì 3 e sabato 4 marzo, ore 21,30 La Baracca

lunedì 13 febbraio 2023

Un cammeo per Clara Calamai


Una curiosità.

Tra le altre cose del particolarissimo spettacolo con cui debutteremo  questo fine settimana, HO VISTO LE STELLE dedicheremo un cammeo astrologico all'attrice Clara Calamai. Capirete perché.

A lei ho dedicato il monologo CONTRODIVA, Appuntamento con Clara Calamai. Questo spettacolo, che ha sofferto un po' del periodo pandemico in cui sostanzialmente ha debuttato, tornerà presto.

E come altri spettacoli del nostro repertorio, che via via speriamo di riportare sulla scena. Ovvio, se Santa Pupa ci assiste.


(P.S. La foto della locandina è di Angelo Sabanito Polizzi).

giovedì 9 febbraio 2023

Ho visto le stelle!


HO VISTO LE STELLE che presenterò insieme a  Nicoletta Zignani, esperta di astrologia, sabato 18 febbraio -il prossimo spettacolo alla Baracca! - , è un viaggio del tutto inaspettato, anche se pensato da tempo, in un campo in cui il teatro non entra quasi mai. Almeno oggi.

In realtà i temi dell'astrologia non sono affatto rari all'interno delle opere teatrali del passato...Ma lo vedremo!

Oggi invece il teatro raramente presta il palco all'astrologia, almeno in questa forma, ché qui io credo diventi provocazione, conoscenza e novità, che sia stimolante.

Anche se frutto di un percorso originale e sui generis, è comunque uno spettacolo e del teatro conterrà i suoi elementi fondamentali. Ma vedremo anche questo!

Naturalmente lo consiglio anche a chi non crede all'astrologia e la definisce "pseudoscienza" e rifugge gli oroscopi; anzi invito in particolare gli scettici, com'era mio padre a cui da parte mia lo dedico.

(E un ricordo va anche ai miei professori Paolo Mugnai e Tullio Gregory, che a Roma mi introdussero in questo mondo da un punto di vista filosofico...).

Per prenotare scrivete a teatrolabaracca@gmail.com.

Lo spettacolo inizierà alle ore 21:00!



mercoledì 8 febbraio 2023

La vita agra

Penso che pochi abbiano visto questo film di Lizzani, tratto da La vita agra di Luciano Bianciardi.

E' un film innovativo anche da un punto di vista strettamente strutturale, inconsueto e anticipatore (forse qualcuno l'ha anche scopiazzato), che rispecchia l'andamento del romanzo, anche se la scena filmica è spostata, da Grosseto di dov'era Bianciardi alla provincia emiliana. Si parla di morti sul lavoro e di disfacimento dell'utopie.
Leggeva Bianciardi il mio amico e parente Enzo Federici, quello che cito nei proverbi e a cui ho dedicato la canzone "La Leggera".
Fu lui, ricordo bene quel libro sulla barca!, a farmelo conoscere da ragazzina nelle palafitte che gli anarchici costruivano fra Follonica e Punta Ala per andarci d'estate, senz'acqua e senza luce, quelle che, le poche rimaste, oggi sono usate come bar sulla spiaggia.
Oggi nessuno finanzierebbe questo film, forse solo avrebbe potuto ancora un Alfredo Bini. Ma anche lui purtroppo non c'è più, e d'altronde come produttore lo hanno fatto morire prima di morire.


Ci sono pubblicità inframmezzate, ma poi nemmeno troppe.
Tognazzi, inutile commentare la sua bravura drammatica, e la Ralli, beh, lei brava e bella vera.

IL DELITTO DI SANREMO


Ripropongo il pezzo del 7 febbraio del mio CALENDARIO DEI DELITTI, che fu l'ultimo spettacolo alla Baracca prima del disastro della pandemia e della chiusura dei teatri voluta dall'allora ministro Franceschini. Fu in quei giorni che lui, spento il teatro, accese la piattaforma digitale IT'SART per lo spettacolo. La società è morta, vivaddio, e il teatro, seppure fra mille difficoltà, guastato dal mitismo imperante e dal terrorismo del palmare, ha ripreso timidamente a camminare. Zoppicando va.

I miei delitti torneranno a teatro, in forma di spettacolo a testo e con nuovi giorni rispetto al debutto di due anni fa - oh quanti delitti di nuovo genere compiuti nel frattempo! - , prossimamente o nella prossima stagione.


"Quando in Italia a febbraio va in scena il Festival di Sanremo, aumentano tutti i delitti.
Come nelle peggiori dittature, l'assassinio è generalizzato e, miror,  i suicidi invocati; addirittura si osserva come un piacere in questo autosoffocamento.
L'assassino è diventato Tutti. E questo uccide quello; e quelli codesti. Ammazza, ammazza! E chi può, si uccide da sé. Con le cuffiette.
I livelli di morte sono così alti che nemmeno le dittature di un tempo sudamericane possono confrontarvisi. Là i dittatori buttavano i dissidenti dall'aereo nell'Oceano; qui i dittatori non devono fare nulla, i consenzienti si gettano da sé nel morto Mediterraneo. Con le cuffiette. Con gli smartphone.
E anche se non ti ammazzi, arriva il virus, il virus Sanremo; anche se non guardi il Festival, arriva, entra ovunque.  Anche se stai isolato, chiuso. Quasi senza respirare.  Senza cuffiette. Ma pochi sono quelli sopravvivono, e alla fine tutti vogliono morire. Qualcuno dice che è l'effetto del virus.
Ogni anno la mattanza peggiora, aumentano i numeri dei morti, quest'anno è quasi una strage, perché tutti tutti ma proprio tutti vogliono morire. 
I cimiteri non bastano più. Come i cinesi a Wuhan per il corona virus, bisognerà costruirne altri e altri ancora in pochissimi giorni.
E anch'io ho deciso di morire. Sono infetta".


(La foto in alto è di Angelo Sabanito Polizzi, scattata durante le prove dello spettacolo. 
Qui sotto foto mia, virata in rosso, della scena).

lunedì 6 febbraio 2023

Telefonami

Per favore, non "messaggiatemi".

Chiamate. Non ce la faccio più a rispondere alla marea di messaggi che ricevo, (uso solo SMS avendo un telefono contadino), mi portano via troppo tempo, e soprattutto non mi danno alcun piacere. 

Perché solo la voce, la sua intonazione, fa capire bene quello che si ha da dire.

La voce è qualcosa di fisico e umano.

Se avete qualcosa da chiedermi, da dirmi, se volete sapere se sono ancora viva, chiamatemi.

Ho tre telefoni: uno di casa, uno a teatro e un vecchio cellulare.

O, se proprio più non sapete parlare al telefono o non volete (è una questione di coraggio, lo so), usate la mail: teatrolabaracca@gmail.com.

Grazie.


domenica 5 febbraio 2023

SPUGLIAMI, o dell'Amore


Dopo la terza recita di Spugliami, metto qui i commenti.

Bravissimi, come sempre. L'amore...tutti lo vogliono e lo cercano. Ma lui è come un folletto dei boschi leggero e trasparente... (Lisa).

Fantastico per un anno pieno di Eros. (Beppe).

Lo spettacolo è un ammonimento a non perdere mai di vista l'amore come occasione di crescita...Grazie mille, bravi! (Senza firma).

Soddisfattissimi per lo spettacolo realizzato con professionalità e molto capibile anche a me che non sono culturalmente "letterale". Grazie anche per l'ospitalità che ha accompagnato lo spettacolo. (Michela).

Teatro vero. (Vittorio B. e Marina T.).

Molto "Eros" lo "spugliarello" di Gianfelice. (Rita)

Bravo Gianfelice (Fabio P. Carla S. e Manuel).

L'Amore è rivoluzione e cambiamento. Grazie, siete stati fantastici (Federica V.).

Brillante e divertente. Bravi bravi. (Saoirse).

Una ricchezza di immagini, suoni, parole che...fanno innamorare. Grazie. (Loretta).

Tutte le volte che vi vediamo è una sorpresa. Bello spettacolo. (Chiara M.).

venerdì 3 febbraio 2023

Io Malaparto, sì, ancora

Caro Malaparte,

non ti scrivo da un po'.

Anzi, ti ho scritto eccome, ma non pubblicamente.

Sai, è morto il babbo, e in questi giorni ripensando al passato, mi sono ricordata della prima volta che lui mi portò da te lassù al mausoleo dove tu giaci e da cui spero tu ci sputi addosso, come promette la tua lapide.

A Babbo Loris tu piacevi tanto, credo che ti avesse anche letto, e mi sembra di ricordare di aver visto, da bambina sul tavolo di cucina, il tuo Kaputt.

Sono giorni difficili, di vuoto per me, anche se il babbo non era più quello di un tempo da diversi anni, però era una presenza, un appuntamento fisso della mia vita.

Per fortuna è sepolto vicinissimo a casa.

E questo aiuta tantissimo, perché tu sai qual è il mio rapporto con i cimiteri, che è è fatto di vita, energia, memoria speranza, anche se non in senso cristiano, e sapienza!

Tu mi capiresti, lo so. Tu sì.

Da quando lui è morto mi è successo poi un fatto straordinario: la sua morte mi ha come investito di energia, di forza, è come se mi avesse donato giovinezza, speranza appunto, e anche se velata di tristezza e pianto, ecco che mi sento come ringiovanita di diversi anni.

Io col mio babbo non era come tu col tuo, il tedesco austero che sì certo amavi ma con cui non eri in consonanza.

Io col mio babbo era tutto; e lui è stato anche il mio balio nel senso che mi ha nutrito forte di radici, e la poesia popolare, quella dell'ottava che lui sapeva intrecciare, e i proverbi e i modi di dire con cui mi ha allevato, insomma mi ha insegnato  quella cultura popolare che gli era propria, e la manualità, il rapporto d'amore e di possesso creativo con la materia, e il saper "aggeggiare", per cui la gente si stupisce, in una donna! che uso in teatro e non solo.

Quello che a te dette il balio Melziade.

In te, in questo, mi riconosco, che tu, Malaparte, sei un rappresentante come nessuno della nostra cultura popolare, e non solo toscana!,  e le cose più belle tu l'hai scritte in questa forma irriverente e polemica e spiazzante e anarchica, che, almeno nel piglio, è propria del popolo antico. 

Per questo ti amano, e sempre sei vivo.

mercoledì 1 febbraio 2023

Io non sostengo Pereira

Avete visto lo scandalo del Maggio Fiorentino? Il signor Pereira che spende e che spande i soldi pubblici?

E il nostro presidente che gli ha bacchettato le mani, eh, così non si fa. Così smaccatamente.

Inutile, sta per crollare tutto!

Sono anni che denuncio lo scempio della mafia culturale, sostenuta da certa politica.

Veder girare nei circuiti sempre le stesse signorine e signorini, gli artisti ruffiani pompati dal sistemino!

E a capo di certi enti culturali asini e asinesse totali, compromessi e compiacenti però, che fanno crescere solo l'arte serva.

Per questo mi auguro la scomparsa di questa politica, con la conseguente caduta del giro asfissiante che strangola arte e artisti.

Gente che non ha mai fatto teatro riceve lauti stipendi dai teatri e dilapida tutto.

Che di me dicono: "ha fatto terra bruciata attorno" perché la mafia l'ho denunciata. Quella sottile e invisibile. La loro.

Per questo non mi chiamano a lavorare nel "giro".  Nello stesso modo, di bravi e coraggiosi, ne hanno fatto morire diversi.

Voi avrete la vostra pensione, certo,  ma non ci manca molto al crollo di chi vi sostiene.

Io non sostengo Pereira. E voi?

Orto-Pereto del Teatro La Baracca in fiore

"Amo il teatro perché si arriva alla verità smascherando il falso; mentre nella realtà si arriva alla falsità smascherando la verità&qu...