lunedì 27 aprile 2009

ANCORA SULLA STRUMENTALIZZAZIONE DI GONFIENTI, ovvero i collegamenti fra gli etruschi e Garcia Lorca e forse anche Bertolt Brecht. (Seconda parte).

Scusate se torno ancora sull’argomento, ma è necessario.
Ripenso all’orario dell’incontro organizzato dalla sconosciuta “Rete Etruschi di Gonfienti” insieme al candidato Carlesi sul futuro della città etrusca sul Bisenzio.
L’appuntamento è alle cinque del pomeriggio di mercoledì nella sede elettorale del candidato. (Candidato significa, per chi l’avesse dimenticato, ‘dalla candida veste’).
A las cinco de la tarde. Chi non ricorda che alle cinque della sera muore il torero IGNACIO SÁNCHEZ MEJÍAS celebrato da Garcia Lorca nel suo LAMENTO?
A las cinco de la tarde. Gli operai sono al lavoro; e anche gli industriali e i professori universitari, e i direttori di banca. In special modo di mercoledì.
A las cinco de la tarde. Ci chiediamo come sia fatta questa rete, che tipo di maglie abbia, se possono riunirsi tanto presto e comodamente nella sede del candidato.
A las cinco de la tarde. Che pesci prenderà questa “Rete?” Quali sono i pescatori più accaniti? Pescheranno pescecani? (“Quanti denti ha il pescecane”? Chi non ricorda la ballata di Mackie Messer con cui Bertolt Brecht inizia l’Opera da tre soldi?).
A las cinco de la tarde. Chi ci sarà in quell’arena ad ascoltarli? Chi potrà controbattere o essere informato? Chi sarà il toro, chi il torero a morire?
A las cinco de la tarde. Accadono cose strane. All’Interporto non c’è quasi più nessuno e i bilanci sono già in passivo. I TIR lentamente lasciano la strada, e lanciano saluti di gomma e catrame in lingua turca all’etrusco sepolto dall’archeologia preventiva.
Maila Ermini

domenica 26 aprile 2009

CANDIDATI SENZA PROGRAMMA, OVVERO DELLA STRUMENTALIZZAZIONE

In merito al dibattito pubblico sulle “prospettive di valorizzazione dell’area etrusca di Gonfienti” previsto per mercoledì 29 aprile, organizzato da Massimo Carlesi e la sedicente “Rete Etruschi di Gonfienti”.

Ora parlano di Gonfienti. I candidati si affrettano a colmare le lacune di un programma inesistente.

Fateci caso, nessun candidato ha ancora presentato un programma.

In altri tempi e luoghi questo sarebbe stato inaccettabile, ma oggi hanno talmente la sfacciataggine del potere che possono andare bellamente in giro senza.

Affittano locali dove addobbano come vetrine il loro essere per le elezioni, come gusci vuoti, manichini di belle vetrine con abiti allettanti, ma a cui non corrisponde un progetto serio e vero per la città.

Chi va con loro mira a prenotare posti, scranni per cinque anni di futura vita in posto sicuro con piccoli vantaggi, che però sono grandi in questi tempi di crisi.

Gonfienti è uno dei tanti argomenti che scottano e allora, se il vento può andare in quella direzione, via a dispiegare le vele degli espedienti dell’ultim’ora.

Anche perché personalmente ho chiesto le dimissioni della Poggesi e quindi bisogna correre ai ripari.

Chi ora parla, in questi anni se n’è completamente disinteressato, non sa o non vuole sapere.

Se non fosse stato per il mio personale operato, insieme a quello del Prof. Centauro, di Primavera di Prato, chi si sarebbe oggi occupato di Gonfienti?

NESSUNO.

Tutto sarebbe finito placidamente, e per molti felicemente, nel dimenticatoio.

Può apparire vanità, ma è soltanto far giustizia di un impegno e di una coerenza che in questi anni ci hanno contraddistinto.

Non ci faremo facilmente defraudare di questo, da nessun candidato che, ormai, non è più credibile.

Non cadremo nella “Rete”.

Maila Ermini

martedì 21 aprile 2009

CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DELLA ISPETTRICE POGGESI

Che vergogna. Oggi si legge sui giornali che la Provincia di Prato spende 80 mila Euro per la carta archeologica realizzata dalla Soprintendenza, e non riesce a trovare 20 mila euro per tagliare la sterpaglia che domina la città etrusca sul Bisenzio. Lo farà l’Interporto. Anche la cura dei reperti uscirà dal cappello magico dell’Interporto.
Insomma, si creano ancora servitù e intrecci, come se non bastassero quelli che finora sono stati creati, fra Interporto, Soprintendenza, Comune e Provincia.
La signora Poggesi, Ispettrice, che mai è stata vista alle nostre numerose proiezioni su "Gonfienti muore" e "Gonfienti è morta", video determinanti (e mai citati) per il dibattito in corso e che da mesi segnalano alla pubblica opinione l'attuale stato della città etrusca, addirittura contempla "sempre di più l'ipotesi di un "insabbiamento" della città etrusca per non dover rimettere mano ogni anno alla spesa di 20 mila euro di manutenzione dell'erba", quando è noto che associazioni competenti lo avrebbero fatto volontariamente.
So che recentemente, in un consesso archeologico internazionale a Bonn, e lo so perché leggo il tedesco, la signora Poggesi si fa vanto della città antica, parlando di tutt’altro che di sabbia da buttare sulla NOSTRA città.
Per questo dubbio uso che viene fatto di un bene collettivo, chiedo le dimissioni della Ispettrice con delega per il Territorio di Prato della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Gabriella Poggesi, ormai evidentemente incapace di gestire ciò a cui è preposta.
E’ l’ora di far sapere anche a Bonn cosa veramente succede a Prato.

Maila Ermini
Lista civica Per il Bene Comune

lunedì 20 aprile 2009

Il nostro programma elettorale per Prato

1. La cura : valorizzazione estetico-architettonica della città, dentro e fuori le mura, centro e periferie. Ricerca e studio degli spazi collettivi, al chiuso e all’aperto, per utilizzare, creare il tempo futuro.

2. Piano economico : oltre il tessile e con il tessile per la ricerca, lo studio di uno sviluppo economico alternativo anche attraverso la valorizzazione culturale della città. Censimento del lavoro, chi fa che cosa per capire quali provvedimenti adottare, nel rispetto della sicurezza e della tradizione locale. Sperimentazione del buono locale di solidarietà per un maggiore potere d’acquisto.

3. Rifiuti e ambiente: studio per una possibile fruttifera attuazione del piano ‘rifiuti zero’; educazione ambientale ‘porta a porta’. Estrema attenzione per l'ambiente; in particolare, per l'acqua. Obbiettivo: acqua di qualità dal rubinetto.

4. Il verde: rinascita di tutte le aree verdi, creazione di nuove, valorizzazione e ampliamento delle piste pedo-ciclabili. Camminare, pedalare tutta la città, dentro e fuori le mura.

5. L’educazione: progettare, anche a livello locale, un nuovo tipo di scuola pubblica, dalle elementari alla università. Stabilire alcune finalità didattiche imprescindibili, come la formazione della persona e del cittadino; la possibilità e libertà di ricerca. No a una scuola o a una università solo per la ricerca di un lavoro. Internet Wi-max per gratuito per la città.

6. ‘Nascita’ della città etrusca di Gonfienti e del parco archeologico; riscrittura e ricollocazione della storia di Prato. Ri-significazione per i grandi centri culturali come il Pecci e il Metastasio. Spazi per la cultura musicale, per le alterità culturali, giovanili e non.

7. Sicurezza: dialogo, confronto, osmosi con le altre comunità per il rispetto delle regole e/o creazione di nuove. La sicurezza della città passa attraverso la conoscenza e la realizzazione di una città culturalmente ‘viva’. Realizzazione di una collaborazione creativa con le forze di sicurezza.

8. Creazione di un fondo e una rete di solidarietà permanente per le persone sole e malate, non autosufficienti, che coinvolga tutti i cittadini pratesi.

giovedì 16 aprile 2009

Memento per sabato 18 aprile

Ricordo a tutti l'appuntamento per sabato 18 aprile, ore 21 alla Baracca per la proiezione di alcuni stralci dei video:
Gonfienti muore;
Gonfienti è morta (Il Requiem)
Periferia smerrita, centro mancato (una specie di percorso dantesco nella città di Prato, con uno sguardo particolare alla zona delle Pantanelle).

L'ingresso è libero.

I video intendono sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto sta avvenendo nel nostro territorio, una silenziosa devastazione, nonostante i promessi parchi e aree protette.
Quanto sta avvenendo a Gonfienti non pone dubbi sulle reali intenzioni del potere locale riguardo ai nostri beni culturali e ambientali.


Maila

Povera Gonfienti


NO COMMENT!

Dal blog liber@amente
"Come da programma, oggi al Mulino Ginori le associazioni riunite nel tavolo di lavoro per Gonfienti oltre ad Ambra Giorgi, Andrea Mazzoni, Paola Giugni ed il candidato sindaco Massimo Carlesi hanno incontrato l’ispettrice della Soprintendenza ai Beni Archeologici, nonché referente per i lavori di Gonfienti, Gabriella Poggesi.“Questo luogo – ha esordito la dott.ssa Poggesi – è una sistemazione provvisoria e per il quale non abbiamo avuto alcuna assicurazione di permanenza; dovrebbe essere un laboratorio aperto, dove si potrebbe realizzare una conoscenza in tempo reale dei reperti scoperti qui a Gonfienti, ma non sappiamo ancora per quanto tempo potremmo disporre di tale spazio, né quale sarà la probabile destinazione futura. In questo laboratorio abbiamo portato tutto il materiale individuato nei 20 ettari che sono stati sottoposti a vincolo; successivamente una parte di tale materiale è stato ricoverato a Carmignano. Viceversa, da Prato Rosello ed Artimino abbiamo ricevuto alcuni reperti che sono tuttora oggetto di restauro”. La dott.ssa Poggesi ha poi ricordato di aver partecipato al convegno di etruscologia che si è svolto nel gennaio scorso a Bonn: entrando nel merito ha evidenziato come in quell’occasione è stato messo in risalto il valore storico di Gonfienti, delle ceramiche e di altre cose preziose qui riemerse dal fango; a Bonn si è parlato anche dell’antica strada che da Gonfienti portava a Marzabotto, definita città gemella per via della simile struttura urbanistica, anche se qualcuno ha avanzato l’ipotesi che Marzabotto è di epoca successiva rispetto a Gonfienti, segno che lo sviluppo della civiltà etrusca si è espanso dal centro verso il Nord, forse anche per trovare altri sbocchi per il suo commercio, alternativi a quello attraverso i porti di mare”.
Enrico Bianchi

mercoledì 15 aprile 2009

Noi e il terremoto in Abruzzo

di Giuseppe Centauro

Il terremoto ha lasciato nudo, ancora una volta, l’uomo di fronte a se stesso, ai propri errori, alla propria fragilità, e ci ha fatto comprendere, senza che lo volessimo, la relatività assoluta del nostro malessere. Tuttavia, c’è qualcosa di diverso in quest’ennesima calamità che ha devastato L’Aquila e l’Abruzzo. Anche la città simbolo della tenacia, fiera - com’è da sempre - della propria silenziosa virtù, è caduta, sbriciolata insieme ai suoi monumenti, ai simboli stessi di quei valori. Niente si è salvato, pure le frazioni storiche del contado, fedeli compagne della grande storia della civiltà rurale che ha attraversato questo territorio, hanno subito analogo e, semmai ancor più rovinoso, destino, addirittura sparendo, forse per sempre, dalla geografia di questi luoghi. Tutto ciò, in una paradossale contrapposizione, ha messo a nudo, semmai ancor più crudemente, insieme alla coscienza individuale di ognuno di noi, tutta la società italiana con i suoi infiniti difetti che sono oggi da misurare, uno per uno, con le infinite storie, commoventi e appassionate, di gente virtuosa che di quei valori ha fatto da sempre motivo di orgoglio. Ecco perché, a pelle, avvertiamo con rabbia come non ci possa essere giustizia sulla terra, nell’improvviso manifestarsi di un lutto, nella devastazione totale di cose, fino ad ieri amorevolmente curate. Questo incomprensibile sacrificio è in realtà una grandiosa metafora che sottolinea l’importanza proprio di quei valori perdutisi in un sol colpo.

Ecco perché, dopo questo cataclisma, tutto ci appare improvvisamente prezioso e “finalmente” comprendiamo, anche se in un fuggevole pensiero, quanto sia sbagliato dissipare le nostre risorse più preziose. Con questo pensiero il senso di un semplice gesto di solidarietà può assumere un significato diverso. Improvvisamente ci sentiamo debitori nei confronti di chi ha perduto tutto, e forse proviamo analoghe sensazioni di fronte ai deboli che vivono intorno a noi, e persino sconforto pensando alle attenzioni mai date verso la nostra stessa città, l’ambiente avito, la storia che di un colpo può sparire, obliterarsi come un reperto archeologico sotterrato, senza che si sia mai fatto nulla di concreto per capire, custodire, salvaguardare, trasmettere tutto ciò ai posteri. Ecco perché di fronte al dramma che si consuma nel volgere di poche ore, annullando ogni qualsivoglia prospettiva futura, occorre inequivocabilmente confrontarci nell’esigenza insopprimibile di dare risposte a queste domande, con risposte non di comodo, ma di sostanza, non date per giustificare scelte inconsapevoli. Le troppe menzogne, i compromessi quotidiani e le politiche dei furbetti sono rese talmente palesi e miserevoli da questo stato di cose da apparire disgustose e vomitevoli. Ecco perché, prima delle case e dei muri, il terremoto ha inciso profondamente sulle nostre esistenze intorno ad una coscienza che, forse, credevamo di avere perduto. Adesso (ma quanto durerà tutto questo?) dentro di noi, il vento dell’intolleranza soffia in un collo di bottiglia che mostra ben altri obiettivi, restituendo con la verità oggettiva dei fatti, solidarietà e comprensione verso la povera gente, gli umili e gli altri, “finalmente” riconosciuti senza distinzione di razza, colore o diversità culturali. Così i romeni, i macedoni d’Abruzzo, muratori e pastori in una terra condivisa con noialtri come patria comune, sono loro pure eroi del nostro tempo, perchè hanno dato voce, con il loro dramma, alla vergognosa manfrina che alimenta l’artefatto razzismo odierno; così come le piccole, grandi storie di una popolazione studentesca, bistrattata e relegata all’indifferenza sociale, ma resa improvvisamente martire dal sisma, hanno finalmente acceso i riflettori sulle cose che dovrebbero davvero contare per il futuro di noi tutti; eppoi, ancora, rendere omaggio a tanti uomini e donne di buona volontà che hanno reso fiera ed orgogliosa una città ed una regione, con la nazione tutta che ora assiste allo loro dignitosa ricostruzione per tornare ad imparare a vivere, comportandosi civilmente, su questa terra.

10 Aprile 2009

Una donna candidata sindaco a Prato: chi è e che vuole


lunedì 13 aprile 2009

MAILA ERMINI CANDIDATO SINDACO -PROGRAMMA




Maila Ermini candidato sindaco a Prato Per il Bene Comune
PROGRAMMA
1. La cura : valorizzazione estetico-architettonica della città, dentro e fuori le mura, centro e periferie. Ricerca e studio degli spazi collettivi, al chiuso e all’aperto, per utilizzare, creare il tempo futuro.

2. Piano economico : oltre il tessile e con il tessile per la ricerca, lo studio di uno sviluppo economico alternativo anche attraverso la valorizzazione culturale della città. Censimento del lavoro, chi fa che cosa per capire quali provvedimenti adottare, nel rispetto della sicurezza e della tradizione locale. Sperimentazione del buono locale di solidarietà per un maggiore potere d’acquisto.

3. Rifiuti e ambiente: studio per una possibile fruttifera attuazione del piano ‘rifiuti zero’; educazione ambientale ‘porta a porta’. Estrema attenzione per l'ambiente; in particolare, per l'acqua. Obbiettivo: acqua di qualità dal rubinetto.

4. Il verde: rinascita di tutte le aree verdi, creazione di nuove, valorizzazione e ampliamento delle piste pedo-ciclabili. Camminare, pedalare tutta la città, dentro e fuori le mura.

5. L’educazione: progettare, anche a livello locale, un nuovo tipo di scuola pubblica, dalle elementari alla università. Stabilire alcune finalità didattiche imprescindibili, come la formazione della persona e del cittadino; la possibilità e libertà di ricerca. No a una scuola o a una università solo per la ricerca di un lavoro.

6. ‘Nascita’ della città etrusca di Gonfienti e del parco archeologico; riscrittura e ricollocazione della storia di Prato. Ri-significazione per i grandi centri culturali come il Pecci e il Metastasio. Spazi per la cultura musicale, per le alterità culturali, giovanili e non.

7. Sicurezza: dialogo, confronto, osmosi con le altre comunità per il rispetto delle regole e/o creazione di nuove. La sicurezza della città passa attraverso la conoscenza e la realizzazione di una città culturalmente ‘viva’. Realizzazione di una collaborazione creativa con le forze di sicurezza.

8. Creazione di un fondo e una rete di solidarietà permanente per le persone sole e malate, non autosufficienti, che coinvolga tutti i cittadini pratesi.

http://perilbenecomune-prato.blogspot.com/

perilbenecomuneprato@libero.it

Per raccolta firme: Teatro la Baracca 0574/812363

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.