martedì 2 luglio 2024

IO MALAPARTO: LA MACCHIA

Caro Malaparte!

Sono di nuovo qua a scriverti, ma questa volta brevemente...Spero che le tue parole, che copio sotto, vengano scolpite da qualche parte a Prato, magari in Comune, e se non proprio a Prato visto che nessuno è profeta a casa sua e gli invidiosi sono in aumento, in qualche altra città; che insomma ci sia qualche sindaco, qualcuno che abbia il coraggio, perché come anche diceva Hemingway il coraggio è la cosa più importante, di piazzarle grandi e poterle leggere da lontano.

O magari che la macchia di cui tu parli la si faccia veramente, la si scolpisca per sempre, indelebile, in qualche luogo:

"Quel che proprio ci vorrebbe, e non se ne può fare a meno, è una macchia scura sul lastrico di qualche vicolo, o meglio ancora in mezzo alla Piazza del Comune. Una goccia di sangue, e nessuno sapesse come c'è piovuta, chi c'è morto, e perché. Una goccia rossa appena sbiadita: e né il sole, né il vento a lavarla. Che fosse come una macchia sulla coscienza della città: poiché una ragione di rimorso e di paura ci dev'essere, in una città, se si vuole che sia perfetta".

(Malaparte, Da Città come Me)

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