mercoledì 30 aprile 2025

Stamani Fulvio

Tutte le mattine, salvo rare eccezioni, leggo i giornali. A volte capita che li legga la sera quando non ho avuto tempo e modo al mattino. Sono ancora della vecchia scuola, i giornali li leggo. 

Anche se, ma, chissà.

Fulvio Silvestrini spesso mi chiamava quando leggeva l'annuncio di qualche spettacolo alla Baracca.  E naturalmente mi invitata a commentare anche altri articoli, magari di giornali diversi.

Anche passava al mattino a teatro, e mi lasciava le sue fotocopie.

Hanno scopiazzato l'idea della titolazione, purtroppo per loro da me, ma la titolazione della sala in Lazzerini non significa niente, non ricorda niente, è una targhettina muta che non parla di Fulvio.

Bisogna saper copiare.

Fulvio Silvestrini, che pure aveva provato l'invidia come tutti, l'aveva superata e si rallegrava sempre di questi articoli che parlavano della Baracca. Ingenuamente. Sincero. Anzi, entusiasta.

Peccato che non ha potuto vedere lo spettacolo di cui parla l'articolo de La Nazione di stamani, Lettere di tedeschi (che presenteremo lunedì 5 maggio al Museo della Deportazione di Figline di Prato), ma soprattutto peccato che non potrà commentare quello che farò prossimamente su Simone Weil, di cui lui era un attento cultore-lettore: la filosofa Simone Weil era uno dei nostri argomenti preferiti e Fulvio era davvero un weiliano, tale si dichiarava, e a livello religioso e a livello politico.

Lui sì che difendeva la Baracca, e con la presenza e la testimonianza.


giovedì 24 aprile 2025

Rossa

Anche Simone Weil si merita il colore rosso. E non perché la chiamassero "la vergine rossa", non tanto insomma per simbologia politica, ma per tutto il resto.

Dopo il cambio di data, ora quello della locandina.


La liturgia delle donne non cambia

 

Disegno della compianta fumettista-sociologa Claire Bretécher.

Esso racconta della mia situazione, e della parabola di tutte le donne che alla fine si trovano comunque nella stessa immota liturgia da secoli: o a fare le badanti o le baby-sytter, o le domestiche, o le donne di servizio...

Fino a qualche anno fa la schiavitù delle donne era ben evidente; ora è totalmente nascosta (la "parità"!), tabuizzata (c'è il femminismo di Stato, che vuoi? Non vedi che ti aiuto? Che devo fare più di questo?), molto complessa e confusa con l'alternanza con il lavoro esterno, che purtroppo è diventato obbligatorio pena il ricatto e la disistima, la minaccia, ecc. (Lonzi docet!).  

Lo sfruttamento, subdolo e ipocrita, avviene con la complicità di tutti.

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All'ospedale hanno voluto il numero di telefono della figlia, non del figlio. Se c'è una donna nelle vicinanze, il carico della cura è suo.

 

martedì 22 aprile 2025

Nel giorno dell'Angelo

Ricevo e pubblico un testo sulla morte di Papa Francesco. 
Chi mi conosce può restare stupito, io non sono credente, sono lontana dalla Chiesa, da tutte le chiese. La mia posizione su questo Pontefice è la sospensione del giudizio, o di considerarlo ancora una volta come tutti gli altri pontefici dal punto di vista politico.  Si può non considerare politico un pontefice? Sono riuscita a considerare non conformista solo Papa Luciani ("Dio è anche madre").
E sinceramente attribuire a Papa Francesco la categoria di "sinistra" è inappropriato. E' stato un progressista, un francescano?
D'altronde appare chiaro il significato dell'arrivo - aggressivo - di tanti potenti sul sagrato di San Pietro.  Addirittura arriverà Trump, Presidente ostile a Bergoglio. E viceversa. 
Si dirà: è sempre stato così alla morte di un pontefice. Non esattamente. 
Questi sono giorni di grande crisi, guerre, di paura. Le ostilità sono evidenti, dichiarate. Sembra che bisogni muoversi, e fare in fretta, per tamponare qualcosa, rimediare al crollo a cui Bergoglio tutti dicono che si opponesse.  Certamente anche alle fratture interne al Vaticano, gli scandali, lo scontro con il cosiddetti "conservatori".
Sui giornali c'è molta mitizzazione sul Papa, sulla sua figura "woke", ma poca riflessione sul crollo della fede, sulle chiese vuote.  
Anch'io, come alcuni, ho pensato all'Angelo che ha segnato la morte del Papa. Al suo significato da un punto di vista cristiano e "mitologico".  L'Angelo annuncia la risurrezione di Cristo, ma annuncia anche la nuova era, un tempo nuovo.
E al riguardo c'è un'alternativa che non va sottovalutata e che arriva dalla filosofa Simone Weil, la quale già molti anni fa sosteneva che la strada per arrivare alla fede è l'ateismo.
 
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Nel giorno dell’Angelo

Papa Francesco oggi è morto annunciando come fece l’Angelo alle donne accorse al sepolcro spoglio che Cristo è risorto, lui allo stesso modo per dar sostegno all’anelito di pace tanto a lungo professato contro tutte le guerre, per raccomandare ad un’umanità indifferente quale debba essere la via per la cura del creato. Lo ha fatto ieri, da vivente, nella Messa di Pasqua con un messaggio forte di speranza destinato ai poveri e agli emarginati e di solidarietà per i più bisognosi tra di noi, affacciandosi dalla Loggia di San Pietro per un’ultima Benedizione Urbi et Orbi, lo ha ripetuto oggi, dall’alto dei cieli, con le campane che suonano a morto riecheggiando prepotentemente quel «No al riarmo». Papa Francesco è stato tante altre volte il “messaggero”, l’Angelo custode (e noi non sempre l’abbiamo riconosciuto), come quando salendo in solitudine, sotto la pioggia, la lunga ascesa che lo portava all’altare nel sagrato di San Pietro si mise a pregare per noi per lenire le ferite
della pandemia per poi insegnarci a guarire quelle piaghe. Quel giorno di cinque anni fa, anche gli agnostici, hanno potuto toccare con mano la presenza di angelo, vestito di bianco, un poco claudicante, che veniva a proteggerci, ma anche ad incoraggiarci per operare per il meglio.
Papa Francesco ha fatto ancor tanto di più nel suo pontificato come quando ha testimoniato «Laudato si’, mi’ Signore», come cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico il Poverello di Assisi riviveva in quella sua mirabile enciclica mentre ci ricordava che «la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia»: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ».
Allo stesso modo, Papa Francesco è stato messaggero di scienza e sapienza: coi piedi ben piantati in terra, ci ha detto che «i cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela».
In molti non hanno digerito questa sua predicazione laica, eppure evangelica pensando agli ultimi, un messaggio rivolto ai potenti del pianeta cinici e indifferenti, per chiedere pace, pace ed ancora pace in mezzo a guerre fratricide frammentate ovunque e irrisolvibili senza dialogo e condivisione di armonia.
Papa Francesco ora è morto e ci sentiamo come smarriti senza la sua parola, se n’è andato il giorno dopo la Resurrezione, certo per dirci una volta ancora che occorre svegliarsi dal torpore, agire, stare inquieti e vigili per dar corpo e vedere realizzato quel suo messaggio di speranza e solidarietà nell’anelito profondo di pace che sola ci porterà alla cura del creato.

Giuseppe Alberto Centauro
Prato, 21 aprile 2025 

lunedì 21 aprile 2025

Cambio data

Per impegni di lavoro fuori Prato il debutto dell'opera teatrale La Condizione Weil (Da La Condizione operaia di Simone Weil) un libero disadattamento, previsto per il 30 aprile, è rimandato a venerdì 16 maggio ore 21,15, sempre al Teatro La Baracca

E' invece confermata per lunedì 5 maggio, ore 21 al Museo della Deportazione di Prato, la replica di Lettere di Tedeschi, ovvero il Gelataio di Amburgo e altre grigie storie



lunedì 14 aprile 2025

Un libero disadattamento

Sto definendo meglio il mio prossimo lavoro su Simone Weil. Dopo il Manifesto per l'abolizione dei partiti politici,  alla Baracca arriva l'analisi sulla condizione operaia.

Nel libero disadattamento di operaia della minuscola fabbrica teatrale della Baracca.


giovedì 10 aprile 2025

Teatro confuso

Si riparla molto di teatro diffuso. Di teatro nelle frazioni. 

Teatro nella periferia. Vecchia storia. Ma ormai è una luce spenta. Opaca.

Chi lo immagina non sa bene di cosa parla. O non frequenta il teatro che giù esiste, con difficoltà, nelle frazioni.

Se ne tiene ben distante, perché magari non è espressione di chi "comanda".

Nella periferia vi sopravvive il teatro amatoriale.

Che ha come oggetto la commedia. O, più raramente mette in scena il dramma, trattando per lo più di temi che appartengono alla storia locale.

Il suo pubblico è fatto di amici e parenti: le compagnie amatoriali, composte da più persone, così portano tanto pubblico. O la gente le va a vedere - come certe compagnie filodrammatiche del nord o quelle fiorentine, per esempio - perché attratta dal puro divertimento. Dal gergo dialettale. Dai temi cliché ormai consunti, ma che ancora funzionano.

Io ho molto rispetto per chi si adopera in questo teatro, ha certi meriti.

D'altronde anche il teatro televisivo, cioè fatto dai comici televisivi che si mostrano nei grandi teatri, li riempiono grazie alla pubblicità acquisita sullo schermo e a temi ben più che consunti.

Tant'è che puoi arrivare a certi teatri solo se sei "televisivo" e tratti alcuni temi. 

Naturalmente in periferia l'ente pubblico vuole portare un teatro monopolizzato, quello che per molti aspetti è in agonia. E ha una necessità spasmodica di trovare nuova vita. E non sa come fare.  Più che diffuso, al momento è teatro confuso. 

lunedì 7 aprile 2025

Prossimo programma aprile/maggio 2025


Lunedì 5 maggio, ore 21,00

al Museo della Deportazione di Prato

LETTERE DI TEDESCHI 

(Il gelataio di Amburgo e altre grigie storie) 

drammaturgia e commento Maila Ermini

letture di Gianfelice D'Accolti


 Venerdì 16 maggio, ore 21,15 

al Teatro La Baracca

LA CONDIZIONE WEIL

Da La condizione Operaia di di Simone Weil

nel Libero disadattamento di e con Maila Ermini

Maggio/giugno, data da definire

MACCHE' BEATRICE

(Incontro con Gemma Donati moglie di Dante) 

la commedia sarà replicata nel mese di maggio o giugno alla Baracca in data ancora da fissare.



venerdì 4 aprile 2025

Prato al mattino quando frizza aprile


Prato al mattino quando frizza aprile

col sole e' m'invita a desinare

e corro in fretta, non la fo aspettare.

Prato, come vi azzurra il cielo!

brutta sarà ma ha su un vestito

d'un chiaro altrove mai fiorito.

Io la inforco e giro tutta da ciclista,

come pietanza che mi sia più mista,

e Carceri e Castello e Mercatale

fra traffico e inciampi e i meno male!

fin al Bisenzio su, Santa Lucia, 

da dove vedo e scendo la periferia.

E sulla testa mi ritrovo Malaparte,

sempre lui come dessert m'incappo,

che mima tosco di cantuccio ad arte

che voglia nel vinsanto finir zuppo.

E per Galceti serpo alla Bardena

guardando quella gente chiusa e in pena,

e giù e giù col vento in sulla faccia

io per Galciana torno a casa sazia,

e stanca, e desinata, e in altalena. 

Stamani Fulvio

Tutte le mattine, salvo rare eccezioni, leggo i giornali. A volte capita che li legga la sera quando non ho avuto tempo e modo al mattino. S...