giovedì 17 settembre 2009

Io sto con Flavio

Ieri ho rubato un po’ di tempo al lavoro e sono andata a vedere la mostra di Flavio Bartolozzi alle Antiche Stanze di Santa Caterina.
Non c’era nessuno. Era colpa dell’ora e del giorno, le 12 di martedì.
La mostra è semplice, piccola, ma interessante. Mostra i collages del pittore.
Flavio mi ha regalato una massima su cui ho dovuto riflettere:
“Il colore non è una spalmatura diluita della materia, esso è la prima sensazione visiva, indipendentemente dalle interposizioni creative”.
La mostra, solitaria e poco conosciuta, è forse uno degli ultimi strascichi della precedente giunta. Non so. Qualcosa che, comunque, alla nuova irrita molto, che già scalpita per la mostra dello Zar. Dalle manifestazioni artistiche vuole e prende solo i numeri.
La cittadinanza - incluso i poveri bambini ignari costretti per fare numero a frequentare laboratori alla russa così come sono stati costretti, in provincia, a quelli all’etrusca vestiti in maniera ridicola - , è già bombardata dalle cannonate della pubblicità e sarà forza andare a vedere.
Io non lo so se andrò. Quella mostra non mi incuriosisce. In quel modo strombazzata mi allontana.
La cultura non è stata mai così disprezzata e volgare dal dopoguerra.
Trattata da gente incompetente a cui non gliene frega nulla. Trattata da gente imbavagliata che se anche può, non può.
Ancora, assessore Beltrame, non sappiamo quali sono i suoi progetti culturali per la città.
Forse, assessore Silli, è inutile fare le consulte partecipative quando mancano i fondamentali.

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