Leggevamo Bertrand Russell quando sono arrivati i rumori dei fuochi sul Bisenzio. La festa era in ritardo, era già il 9 settembre. E questo sforare nel giorno dopo, tingere di rosso anche il giorno 9, c'è sembrato simbolico.
Noi non siamo andati alla festa cittadina; ci siamo già stati diverse volte, sempre annoiandoci parecchio.
Non diciamo del sacro, che, in questa forma, non ci compete; ma il profano era come al solito, noioso e patetico. Qualcosa abbiamo visto nella diretta televisiva: la sfilata degli sbandieratori; i teatranti sui trampoli osannati come se recitassero Amleto; il conformismo più totale. Le cronache dei giornali cittadini non pongono nessun interrogativo; io suggerirei qualche miglioramento registico, far sfilare i gruppi così e basta, è veramente tedioso. Ma si ha paura di sbagliare, di innovare. D'altronde alla maggioranza sembra piacere così.
Sembra.
Ora vediamo se questa giunta smette di far feste - non ha fatto altro da quando s'è insediata- e si mette al lavoro.
1 commento:
Ho l'impressione che il capo non sia veramente un capo, ma solo un capo d'ovatta, che aspetta ordini e porta la voce d'altri. Una testa di legno scelta per non avere fastidi. Allora, se sei un Pinocchio, caro capo, torna presto ragazzo e governa la tua vita che ora é la vita degli altri. Ma troppi indugi iniziali fanno temere che il ragazzo non verrá mai fuori dal burattino di legno.
Padre Malaventura
L'Osservatore Pratese
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