venerdì 13 agosto 2021

Al ristorante sì; a teatro no. Ovvero come il governo ha distrutto arte e cultura

Come in ogni dittatura che si rispetti, arte e cultura sono trattati con disprezzo e lasciati calpestare da tutti.

Umiliati gli artisti. Derisi gli intellettuali.

Secondo i dettami dei governi, e non solo Conte e Draghi, per l'espressione del pensiero, per l'arte e la creatività titolari di lasciapassare devono essere certe persone autorizzate e finanziate dall'alto.

Artisti e intellettuali che si agitano in arene pompatissime, Pompei rimesse a lucido, teatri in cui si entra vestiti in certo modo. 

Gli incontri culturali importanti poi si svolgono al Colosseo.

Questo è il programma per una cultura su cui il governo vuole investire, calata e calante dall'alto. Primo perché, essendo tutto mercato, anche questi politici si trovano in tale prospettiva. E poi per scongiurare il pensiero differente, l'azione differente. 

O la semplice pratica del pensiero, anche questa viene vista con estremo sospetto e si tende a censurare.

E in questo modo ormai le manifestazioni culturali sono omogenee e in tal guisa organizzate.

Da tempo il processo dittatoriale è in atto, ma la pandemia con le chiusure forzate e le varie obbligatorietà, ha solo l'opera.

Arte e cultura sono state rese schiave, e ormai sono in uno stadio di ridicolaggine, insulsaggine, inutilità assoluta.

Senza contare il danno economico, la perdita di lavoro di cui nessuno parla,  e so di diversi colleghi che hanno smesso di praticare l'arte e al momento svolgono altri lavori. 

Prima il potere ha spianato l'opera di distruzione, includendo l'arte nel finanziamento pubblico, sovvenzionandola, senza compiere un'opera sulla società nel suo complesso; anzi, ponendo le basi per allontanare la gente dal gusto dell'opera d'arte, dalla lettura, dalla musica (escluso ovviamente l'arte commerciale), e piuttosto indirizzandola, la domenica, verso i centri commerciali, i parchi del cemento.

Poi ha potato i rami secchi, i gruppi, le manifestazioni dal basso, i pochi circuiti alternativi rimasti e li ha resi quasi proibiti. Pirati.

E che tanto si disprezzi l'arte e la cultura, che nulla conti a livello politico, tanto i suoi "protagonisti" sono asserviti e imbavagliati, si nota anche da questo: che senza tessera verde puoi, all'aperto, sedere al ristorante; a teatro o al cinema, no.

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