Miccina significa piccolina. E' protetta da un cerro centenario, visitato ogni sera alla stessa ora da due scoiattoli che lo hanno eletto loro ristorante preferito; di notte perlustra i dintorni una volpe magrissima e naturalmente astuta; è decorata notte e giorno da farfalle di ogni genere e colore e carattere (ci sono certe con un caratterino!); la proteggono rospi baldanzosi; è trapuntata da minuscoli scorpioncini che giocano alla doccia, e la strada che vi conduce è decorata da chiocciole cicciute, quelle del Giusti?, che sciano e fanno slalom fra radici di castagni capelloni e magri abeti... Folle di insetti misteriosi si affacciano dal bosco all'imbrunire a intonare, una volta l'uno una volta l'altro, la canzone: - Chi vi ha invitato? Boh. Chi vi ha chiamato? Bah! - E naturalmente la Mìccina è circondata da gatti gatti gatti - hanno già capito chi siamo e perché, e ci aspettano al varco per l'interrogazione - e da qualche cane permaloso che abbaia al passaggio, taluno anche per contratto col padrone.
Siamo in attesa del tasso dal muso bianco e nero, dice che arriverà a momenti, mentre l'altra notte sulla via un cerbiattone, scambiandoci per la Stradale, ha già declinato le generalità: ed era proprio lui.
Dagli spiriti maligni e dall'invidia protegge il Fauno Silvano: per questo toglie il campo.
Nel mezzo, un prato; è coperto di verdeggiante muschio,
da una roccia sgorgava una vena d'acqua perenne;
ad essa quasi soltanto Fauno e Pico si dissetavano. (Ovidio).
Qui la favola è vera.
Nessun commento:
Posta un commento