Sembrano disastrosi gli effetti sulla persona dei viaggetti nello Spazio.
Meglio restare a casa.
(LaPresse) Quando l'astronauta della NASA Sunita "Suni" Williams, 59 anni, è tornata sulla Terra dopo essere rimasta bloccata nello spazio per 288 tutti hanno notato i sorprendenti cambiamenti nel suo aspetto fisico. Sembrava invecchiata di dieci anni in meno di un anno. E biologicamente parlando, potrebbe essere così. Trascorrere mesi in orbita, infatti, ha effetti sconvolgenti sia sul corpo che sul cervello, simili a quelli dell'invecchiamento estremo.
Quando Williams lasciò la Terra a giugno, i suoi capelli castani erano lunghi e fluenti, ma quando mercoledì è atterrata al largo della Florida a bordo della capsula SpaceX Dragon, i suoi capelli erano completamente bianchi.
Gli astronauti, inoltre, perdono rapidamente massa muscolare perché non usano le gambe, i fianchi e la colonna vertebrale per sostenere il loro peso. Le loro ossa diventano fragili e perdono, al mese, l'1% della loro massa, l'equivalente di un anno intero di invecchiamento sulla Terra. Trovarsi nello spazio indebolisce anche il cuore, perché non deve pompare il sangue contro la forza di gravità e quindi non deve lavorare così duramente. La maggior parte degli astronauti perde circa il 5 percento del grasso corporeo quando torna sulla Terra, e nessuno di loro svolge missioni lunghe quanto quelle di Williams.
L'impatto forse più pericoloso dei soggiorni prolungati nello spazio è l'esposizione alle radiazioni, che possono aumentare il rischio di sviluppare patologie, come diversi tipi di cancro e l'Alzheimer. L'atmosfera e il campo magnetico della Terra ci proteggono infatti da alti livelli di radiazioni, cosa che non avviene nello spazio: un astronauta impegnato in una missione di almeno sei mesi riceve più di dieci volte la radiazione che si verifica naturalmente sulla Terra...
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