"Le perniciose attività di “blindaggio” degli scavi archeologici (già evidenziate nelle settimane scorse da comitati ed associazioni di liberi cittadini ) con recinzioni estese di tutta l’area che resta confinata dalla Società Interporto della Toscana SpA, provocando scassi continui e profondi nei terreni in aree “a forte presenza archeologica” al fine di realizzare sottofondazioni, palificazioni e reti di sottoservizi, hanno già prodotto danni irreversibili al patrimonio ambientale ed archeologico della Città degli Etruschi sul Bisenzio .
Tutto ciò è avvenuto senza che nessuno dal “palazzo” si muovesse in difesa di quel territorio, o avesse alcunché da obiettare nel merito dell’obliterazione che si stava consumando a danno del patrimonio archeologico e del paesaggio.
Tale scempio è avvenuto sotto i nostri occhi, a fronte di denunzie documentate, in totale dispregio di ogni civile convivenza, negando persino l’ascolto elementare degli accorati appelli che i cittadini riuniti stavano muovendo, contravvenendo in questo a qualsiasi regola etica e alla legge: ad es. le opere di recinzione sono state eseguite senza l’apposizione degli appositi cartelli dei lavori (e quindi, presumibilmente, senza le dovute autorizzazioni), gli scavi conseguenti condotte in zone vincolate sono avvenuti senza che vi fosse l’alta sorveglianza della SAT; in una parola si è agito senza alcun controllo. La colpa di tale danneggiamento in presenza di una palese disattenzione delle norme, assume adesso i connotati del dolo perché si è operato in una zona di pregio ambientale, posta in tutela ai sensi del Codice dei beni culturali.
Le isole archeologiche esistenti che - (come detto – sono in regime di tutela dal 2006), ormai ridotte a pattumiere dopo il forzoso interramento e l’abbandono coatto di qualsiasi ulteriore attività di ricerca in situ, rimangono adesso rovinosamente intercluse in recinzioni che ormai le separano fisicamente, le decontestualizzano ancor più rispetto al già vistoso collasso paesaggistico determinato dalla cementificazione selvaggia avvenuta tutt’intorno, visibile specialmente negli ampliamenti dello scalo merci condotto a partire dal 2007 e da poco conclusa per le parti strutturali.
Si tratta di una cementificazione senza alcuna qualità, condotta in modo totalmente dirompente per dimensioni ed impatto ambientale (mai verificato), eludendo persino le norme essenziali della legge nazionale, per di più operando in aree già interessate da reperti archeologici (solo in parte bonificati per le cose mobili), contando tuttavia sul silenzio delle istituzioni preposte che evidentemente hanno lasciato inopinatamente che si facesse, consentendo persino l’edificazione di strutture prefabbricate di oltre 200.000 mc. sopra e a ridosso di aree pubblicamente dichiarate nell’ottobre del 2006, in sede di convegno regionale, “Eccellenze” dell’archeologia toscana.
Per tutto questo ritengo fermamente che, prima di andare avanti con qualsiasi progetto, qualcuno dovrà rispondere alla comunità di tali misfatti!" Prof. Giuseppe Centauro -
Tutto ciò è avvenuto senza che nessuno dal “palazzo” si muovesse in difesa di quel territorio, o avesse alcunché da obiettare nel merito dell’obliterazione che si stava consumando a danno del patrimonio archeologico e del paesaggio.
Tale scempio è avvenuto sotto i nostri occhi, a fronte di denunzie documentate, in totale dispregio di ogni civile convivenza, negando persino l’ascolto elementare degli accorati appelli che i cittadini riuniti stavano muovendo, contravvenendo in questo a qualsiasi regola etica e alla legge: ad es. le opere di recinzione sono state eseguite senza l’apposizione degli appositi cartelli dei lavori (e quindi, presumibilmente, senza le dovute autorizzazioni), gli scavi conseguenti condotte in zone vincolate sono avvenuti senza che vi fosse l’alta sorveglianza della SAT; in una parola si è agito senza alcun controllo. La colpa di tale danneggiamento in presenza di una palese disattenzione delle norme, assume adesso i connotati del dolo perché si è operato in una zona di pregio ambientale, posta in tutela ai sensi del Codice dei beni culturali.
Le isole archeologiche esistenti che - (come detto – sono in regime di tutela dal 2006), ormai ridotte a pattumiere dopo il forzoso interramento e l’abbandono coatto di qualsiasi ulteriore attività di ricerca in situ, rimangono adesso rovinosamente intercluse in recinzioni che ormai le separano fisicamente, le decontestualizzano ancor più rispetto al già vistoso collasso paesaggistico determinato dalla cementificazione selvaggia avvenuta tutt’intorno, visibile specialmente negli ampliamenti dello scalo merci condotto a partire dal 2007 e da poco conclusa per le parti strutturali.
Si tratta di una cementificazione senza alcuna qualità, condotta in modo totalmente dirompente per dimensioni ed impatto ambientale (mai verificato), eludendo persino le norme essenziali della legge nazionale, per di più operando in aree già interessate da reperti archeologici (solo in parte bonificati per le cose mobili), contando tuttavia sul silenzio delle istituzioni preposte che evidentemente hanno lasciato inopinatamente che si facesse, consentendo persino l’edificazione di strutture prefabbricate di oltre 200.000 mc. sopra e a ridosso di aree pubblicamente dichiarate nell’ottobre del 2006, in sede di convegno regionale, “Eccellenze” dell’archeologia toscana.
Per tutto questo ritengo fermamente che, prima di andare avanti con qualsiasi progetto, qualcuno dovrà rispondere alla comunità di tali misfatti!" Prof. Giuseppe Centauro -
Il 30 marzo 2008 pubblicavamo su questo blog :
Comunicato
L'Interporto sta recintando l'area degli scavi e, probabilmente d'accordo con la Soprintendenza, li sta blindando. Primavera di Prato si dichiara preoccupata di quanto avviene e chiede:
a quando una fruizione della città etrusca?
A quando la ripresa degli scavi?
A QUESTO PUNTO sarà davvero possibile includere la città etrusca sul Bisenzio nel Parco della Piana o ci stanno raccontando le solite favole?
Recintando pensano di impedire altre riprese? Lo scandalo è cosa pubblica, che ormai è stato registrato e diffuso. Maila Ermini
L'Interporto sta recintando l'area degli scavi e, probabilmente d'accordo con la Soprintendenza, li sta blindando. Primavera di Prato si dichiara preoccupata di quanto avviene e chiede:
a quando una fruizione della città etrusca?
A quando la ripresa degli scavi?
A QUESTO PUNTO sarà davvero possibile includere la città etrusca sul Bisenzio nel Parco della Piana o ci stanno raccontando le solite favole?
Recintando pensano di impedire altre riprese? Lo scandalo è cosa pubblica, che ormai è stato registrato e diffuso. Maila Ermini
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