In questi ultimi giorni, sui giornali e blog pratesi, alcuni candidati si fanno vanto di aver inserito donne nelle proprie liste, o di fare politiche a favore delle donne o, più teneramente, delle 'mamme'.
Da anni si sentono gli stessi discorsi a ogni campagna elettorale. Da anni nulla cambia; anzi, a ogni tornata elettorale si vedono sempre meno donne nella politica, a dispetto di tutti gli slogan, di tutte le promesse. Le cosiddette ‘quote-rosa’ sono rispettate solo sulla carta, poco incide la legge sulla prassi quotidiana.
In Italia seguire la politica, così come oggi è impostata, è un’attività impraticabile per una donna se non è appoggiata, aiutata nel lavoro casalingo, che spetta a lei, e solo a lei.
La donna non può fare politica se non è benestante, innanzi tutto.
Nella vita quotidiana la maggior parte delle donne si trova svantaggiata, in particolar modo in famiglia, dove si carica di un lavoro costante e silenzioso. Questo è il 'non detto' di ogni famiglia italiana e che nessun candidato 'femminista' può dire.
In questo senso il maschio italiano non è europeo.
Il maschio italiano è indifferente alle questioni pratiche delle casa. Alla cura dei familiari, dei vecchi, delle persone.
Poco e nulla è stato fatto in questi anni; oggi, mediamente, i ragazzi sono ancor più ‘tradizionalisti’ nei loro comportamenti dei nonni e in casa delegano alle sorelle, se le hanno, o alle mamme.
Certo, più aiuti e strutture (asili nido, sostegno economico, ecc.) sono essenziali, ma non basta.
Bisogna affrontare seriamente le discriminazioni di genere; bisogna che venga inserito ‘altro’ nella politica che facciamo che dia man forte alla trasformazione, al cambiamento.
Che si affronti la questioni dal di dentro, non solo esternamente.
Non accetto che si parli così furbescamente in materia femminile per fini elettorali.
In sostanza la donna è ancora oggi, in moltissimi casi, 'lo schiavo' della famiglia, a cui non è corrisposto alcun compenso, sui cui si fa affidamento, che si 'sfrutta.'
Signori uomini, signori candidati, di questo non parlate!
Dico no a quegli uomini che, ancora una volta - come sempre! -parlano artatamente di noi.
Spero che la mia candidatura - la prima donna candidato sindaco a Prato - sia uno spunto di riflessione e un incitamento per le donne a pensare un cambiamento sostanziale e una maggiore partecipazione nella vita politica; spero che continuino ad aiutarmi in questo faticoso percorso per una politica diversa.
Maila Ermini
Lista civica PER IL BENE COMUNE
Da anni si sentono gli stessi discorsi a ogni campagna elettorale. Da anni nulla cambia; anzi, a ogni tornata elettorale si vedono sempre meno donne nella politica, a dispetto di tutti gli slogan, di tutte le promesse. Le cosiddette ‘quote-rosa’ sono rispettate solo sulla carta, poco incide la legge sulla prassi quotidiana.
In Italia seguire la politica, così come oggi è impostata, è un’attività impraticabile per una donna se non è appoggiata, aiutata nel lavoro casalingo, che spetta a lei, e solo a lei.
La donna non può fare politica se non è benestante, innanzi tutto.
Nella vita quotidiana la maggior parte delle donne si trova svantaggiata, in particolar modo in famiglia, dove si carica di un lavoro costante e silenzioso. Questo è il 'non detto' di ogni famiglia italiana e che nessun candidato 'femminista' può dire.
In questo senso il maschio italiano non è europeo.
Il maschio italiano è indifferente alle questioni pratiche delle casa. Alla cura dei familiari, dei vecchi, delle persone.
Poco e nulla è stato fatto in questi anni; oggi, mediamente, i ragazzi sono ancor più ‘tradizionalisti’ nei loro comportamenti dei nonni e in casa delegano alle sorelle, se le hanno, o alle mamme.
Certo, più aiuti e strutture (asili nido, sostegno economico, ecc.) sono essenziali, ma non basta.
Bisogna affrontare seriamente le discriminazioni di genere; bisogna che venga inserito ‘altro’ nella politica che facciamo che dia man forte alla trasformazione, al cambiamento.
Che si affronti la questioni dal di dentro, non solo esternamente.
Non accetto che si parli così furbescamente in materia femminile per fini elettorali.
In sostanza la donna è ancora oggi, in moltissimi casi, 'lo schiavo' della famiglia, a cui non è corrisposto alcun compenso, sui cui si fa affidamento, che si 'sfrutta.'
Signori uomini, signori candidati, di questo non parlate!
Dico no a quegli uomini che, ancora una volta - come sempre! -parlano artatamente di noi.
Spero che la mia candidatura - la prima donna candidato sindaco a Prato - sia uno spunto di riflessione e un incitamento per le donne a pensare un cambiamento sostanziale e una maggiore partecipazione nella vita politica; spero che continuino ad aiutarmi in questo faticoso percorso per una politica diversa.
Maila Ermini
Lista civica PER IL BENE COMUNE
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