Di Gonfienti e dei suoi reperti Prato non avrà un bel niente.
Mentre aspettiamo la risposta all'interpellanza del M5S toscano (ma è stata presentata? Boh!), è arrivata la risposta all’interpellanza regionale fatta dal Consigliere Mugnai di Forza Italia in merito alle sorti
future di Gonfienti, del Parco e dei reperti.
La risposta all'interpellanza inizia con la solfa-premessa leguleia che dei reperti è competente solo la Soprintendenza.
Quindi, chi ha da protestare, deve tacere. Chi fa le marce, meglio se ne stia a casa. Come se la politica non potesse mettere mani nella materia. Come se la politica non nominasse i soprintendenti e, come nel caso di Gonfienti, non li mantenesse 'in vita' lavorativa anche dopo la pensione affinché si continui certa politica!
"Nella risposta
all’interpellanza presentata in Regione dal Consigliere Mugnai vi
troverete a leggere gli accordi sottoscritti “casualmente” il 25 novembre
2016 (a pochi giorni dal referendum costituzionale del 4 dicembre!),
oltre ai patti annunciati per l’acquisto dei terreni vincolati … non vi
troverete invece nessuna risposta in merito ai destini dei reperti e alla loro
collocazione museale, non una parola della Regione sul trasferimento dalla
Provincia di Prato all’Area Metropolitana fiorentina, segnatamente alla Rocca
Strozzi di Campi Bisenzio.
Tuttavia si annunciano
accordi possibili bilaterali tra Soprintendenza e i Comuni interessati,
ovvero Campi Bisenzio e Prato (l’inghippo “reperti” potrebbe stare qui!). I 3
milioni di euro per l’acquisto da Interporto dei beni vincolati sono invece
impegnati e ripartiti su tre annualità 2016-2017-2018, uno per anno. Il
giochetto a tre (Soprintendenza, Regione, Interporto) risulterebbe
dunque lampante, come altrettanto chiaro risulta il fatto che Prato,
totalmente inerte sulla questione, non avrà un bel niente perché la
gestione anche del Mulino sarà totalmente discrezionale da parte della
Soprintendenza che sarà titolare per l’Agenzia del Demanio della proprietà
della struttura e quindi gestore promotore istituzionale delle iniziative
collaterali eventualmente connesse con le attività del laboratorio di restauro
archeologico, incardinato presso tale struttura. Per il varo del Parco
Archeologico di Gonfienti (attualmente non contemplato neppure a lunga scadenza
nei programmi culturali della città) si profilano densi nebbioni e, nella
migliore dell’ipotesi, lungaggini “burocratiche” infinite. Probabilmente,
andando così le cose, oltre alla fuga dei reperti anche la titolarità del parco
andrà all’Area Metropolitana fiorentina."
Insomma, per Prato è davvero un de profundis!
La città, che vorrebbe diventare pure lei come Pistoia città della cultura, lo diventerà nell'Anno del Mai forse grazie a una spintona politica (che d'altronde c'è stata anche per Pistoia, ormai eccitatissima per questa manna caduta inaspettata anche grazie alle prossime elezioni che certo potere intende rivincere); Prato, se mai sarà, diventerà la capitale del Contemporaneo Nulla e Vuoto, di certa politica che mette ferraglia nelle piazze e chiama a cantare i Rocco 'Caccia'. Altro che area archeologica, parchi sul Bisenzio, parchi sugli ospedali demoliti, parchi di Lorenzo il Magnifico e altri raccontini figurati di una città alla Barbie e Ken!
Per il momento Prato è solo una città in perfetta vertigine di decadenza.