Senza il nume tutelare renziano, ecco che il governo della città di Prato, è rimasto orfano e basito.
C'è grande incertezza per il futuro e non ci sono prospettive di andare a Roma a rappresentare il popolino da sindaco-senatore.
La boria, come d'incanto, è scomparsa o, quanto meno, tenuta sottobanco; e si guarda di sottecchi, invidiosi, alla felice Pistoia che, fedele democristiana filo Franceschini o non completamente filo renziana , ha ricevuto la grazia di essere nominata Capitale della Cultura 2017, grazia che deve anche alle prossime venture elezioni che probabilmente confermeranno l'astuto Bertinelli e compagnia. (Bertinelli... me lo ricordo ancora quando malvolentieri impacchettava libri alla libreria Edison, ora scomparsa).
Qui a Prato, a pochi chilometri dalla detestata regina del prossimo anno, non sanno nemmeno come fare ad arrivare a fine 2016, e poco si trastullano col magro Natale e le magrissime offerte e le bancarellucole, come si vede andando in giro per la città.
Prato è depressa e non so cosa potrà infonderle gioia natalizia.
1 commento:
Nonostante le chiacchiere di Buffoni, Prato non ha avuto nessun peso a livello romano nemmeno col caro Renzi premier. Non saremmo messi come siamo messi se i famosi " canali preferenziali" fossero stati davvero efficaci. Sono serviti soprattutto al sindachino per fare collezione di poltrone cercando la "scalata" verso posti più ambiti (da lui ) che dubito abbia mai fatto salti di gioia quando gli imposero di candidarsi a sindaco a Prato.
Poi però le cose non vanno come si spera, Biffoni, e fare il signor Sì a Firenze e a Roma non porta automaticamente frutti.
Prato è ridotta MALE, alla faccia dei canali preferenziali.
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