D'altronde, ognuno si difende come può.
La stagione, per il quinto anno consecutivo, non riceve alcun finanziamento pubblico, ed è tutta autogestita.
Il massimo che la Baracca ha ricevuto nel tempo, ricordo soprattutto a me, è stato di 4.600 euro. Era l'età dell'oro del mio teatro, durata pochissimo, quando faceva parte dei piccoli teatri della Toscana, un progetto mandato affareincù dalla politica nostrana, che doveva creare i teatri-azienda e dare i soldi a chi poteva ridarli indietro o ricambiar con voti eccetera.
Più volte, confesso, sono stata sul punto di mollare tutto, visto che non c'è guadagno da nessun punto di vista, ma poi ci ho ripensato per non dar vinta a chi vorrebbe che non si esistesse.
Invece si esiste. E il pro-getto c'è. Siamo nel mondo e per il mondo. Prima di crepare e di andare anche noi, con gran piacere e senza aver mai calato le braghe ruffiane, affareincù.
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