Sembra e gira voce che i Vigili Urbani siano andati a Villa Niccolini a Gonfienti e abbiano trovato il pavimento senza la lastra di cotto sopra. Insomma che questa sia stata rimossa, in fretta e furia, ma senza togliere la massicciata di cemento.
Per fortuna abbiamo le foto, del lastricato di cotto, non abbiamo sognato!
E dunque che significa, se fosse confermato? Che il proprietario non aveva il permesso, o che aveva un altro permesso, non quello di coprire per sempre la strada etrusca? Eppure dal Comune di Prato altre voci affermavano che era tutto in regola, che il proprietario il permesso lo aveva!
E dunque, che cosa succede? Dov'è la verità? Dove sta la colpa per questo innegabile seppellimento?
In realtà la colpa è a monte: sta nel nel mancato acquisto da parte del Comune di Villa Niccolini (costava 700 miila euro se non ricordo male) per allestire in loco il Museo Etrusco di Gonfienti. Come doveva essere.
Solo allora si sarebbe potuto salvare la strada etrusca, documentata da tanto di librone sulla zona archeologica di Gonfienti pubblicato dalla Soprintendenza Fiorentina. A nostre spese! Tutto a nostre spese.
Con il museo a Villa Niccolini, a due passi dalla zona archeologica, le visite al sito di Gonfienti che ogni tanto la Soprindendenza organizza, sarebbero state sensate e succulente.
Ora il Museo lo hanno voluto a Campi (per me non sarà mai quello il Museo di Gonfienti, MAI), " lontano", ma chi visita la zona archeologica o quello che ne rimane, difficilmente si sposta là vederne i reperti!
E poi il fatto di avere un antiquarium in loco era, evidente!, una spinta per continuare a scavare, e chissà questo parco archeologico alla fine sarebbe stato fatto.
Non c'è stata alcuna volontà per questa nuova prospettiva per la Città di Prato, a cui questi signori che ci governano hanno assegnato da tempo un presente e un futuro solo di Contemporaneo!
Un pasticciaccio senza fine, dove le amministrazioni e gli enti preposti alla tutela che si sono succeduti in questi anni, tutti senza distinzione, hanno in realtà mancato la tutela del bene comune, non hanno restituito alla cittadinanza quello che LE APPARTIENE.
Il danno è irreversibile ed enorme. Risultato? Culturalmente, ma anche molto economicamente, la Città di Prato risulta impoverita, immusonita nella sua faccia-capannone, ancora una volta schiacciata dalla provincia di Firenze che le ha sottratto il museo, e gli scavi che non vanno avanti nonostante le promesse di un mattino di Giani: manca in sostanza un piano vero e sostanzioso per la zona archeologica, che ora con la copertura della strada antica da parte di un privato a cui è stata venduta la Villa, ha perso un altro pezzo importantissimo.
Un pasticciaccio brutto e senza fine.
Intanto, mentre si organizzano timidamente le visitine, quasi di nascosto!, i cartelli per la zona archeologica mancano, da nessuna parte a Prato è indicato che esiste una zona archeologica. Nessuna traccia di cartello turistico, e quello non costa 700 mila euro.
Vi è chiaro o no che i Lorsignori non vogliono gli Etruschi in mezzo ai capannoni, le terze corsie e le piste?