giovedì 25 maggio 2023

Un cartello per Gonfienti


Già, ci siamo chiesti con Erica: come potrebbe essere la bandiera etrusca?

Lei ha suggerito con la "palmetta", e mi sembra una buona partenza. Qualcuno vorrà disegnarla?

Oggi eravamo seduti, insieme ad altri amici, Franco, Mario, ad assistere al consiglio comunale di Prato, dove si discuteva, udite udite, una mozione per mettere finalmente un cartello e qualche spiegazione per il sito archeologico di Gonfienti in quel di Prato.

Che dopo la scoperta fatta da Silvio Biagini, mai sufficientemente ricordato e lodato, alla fine del' 900, non è mai stata indicata, mai un cartello vero che informasse i cittadini di Prato, non dico i turisti, dove si trovasse e si trovi.

La mozione era stata presentata dal Movimento 5 Stelle, e finalmente è arrivata alla discussione. Che c'è stata, per la verità, certo molto in ritardo, troppo, quando tutto o quasi sembra perduto per la cosiddetta città etrusca: dopo che il sito è stato  "sterilizzato" dal brecciolino, che quasi non sembra nemmeno uno scavo, portato asettico come da una massaia nevrotica per la pulizia,   varichinizzato;  dopo che il Museo Etrusco è stato portato a Campi Bisenzio, dove non va nessuno a visitarlo, e dopo che le 1671 firme raccolte per avere due stanze a Prato per i reperti, sono state definite inesistenti perché raccolte su Internet da chi, proprio in consiglio si è visto, non fa altro che stare collegato e scambia per realtà quella digitale; dopo che non è possibile proprio visitare quel luogo, perché poi in sostanza manca una struttura che lo gestisca, un parco archeologico come dovrebbe essere, ed è mancato in questi anni la spinta politica comunale affinché ciò si realizzasse, ma tutto è stato fatto a favore dell'Interporto - parola che in consiglio non è stata nominata nemmeno una volta! -, dopo insomma la distruzione di tutto, ecco che in consiglio oggi abbiamo assistito come a un recupero, a una battaglia politica in nome del sito archeologico pratese come non avevo mai visto, e tutto per una mozione, per un cartello che io personalmente chiedo da quando ero candidata come sindaco nel 2009, e questo se non prima lo posso documentare, e fu proprio grazie a me, scusate ma lo devo dire a qualche consigliere smemorato o poco documentato, se gli allora candidati sindaci allora misero il tema archeologico per i proprio punti programmatici.

Una piccola mozione è arrivata in discussione dopo le otto Camminate per Gonfienti! OTTO.

Sembra insomma, non si sa quando, consultando prima chi di dovere, cioè quella Bella Addormentata della Soprintendenza, che questi cartelli saranno posti. Che insomma alla fine il consiglio comunale, attraverso questi, permettetemi, ormai diventati risibili cartelli, e tuttavia necessari, si sia reso conto che in extremis, debba fare qualcosa.

Perché la domanda da fare era: perché non sono mai stati messi questi (risibili) cartelli, dopo più di vent'anni dalla sua scoperta? E la risposta è solo una: perché il sito etrusco in qualche modo doveva scomparire, essere dimenticato. E tutto a favore del consumo di suolo, della cementificazione, di cui si è anche parlato in consiglio per altre questioni, che tanto disastro sta combinando in Italia.

Che cosa succederà? Andranno a disseppellire la strada etrusca a Villa Niccolini, dove doveva essere il museo, che è stata venduta a un privato che l'ha coperta con un lastrone di cemento e cotto?

Continueranno gli scavi e apriranno il sito alla vita della città?

Allestiranno un museo bis al Mulino di Gonfienti con questi "nuovi" reperti?

Nel voto la Destra si è astenuta (sostenendo che la mozione era una presa per il cùculo visto che finora non è stato fatto niente eccetera); hanno votato a favore della mozione pentastellata, che è stata lievemente modificata rispetto a quella presentata, tutta la maggioranza.

Vedremo se per la 9a Camminata questi cartelli saranno usciti dal cappello...o forse sarà troppo presto dopo che ormai è tutto troppo tardi?



martedì 23 maggio 2023

Programma dell'estate 2023 al Teatro La Baracca

 

Questo è il programma dell'estate 2023 alla Baracca:

Venerdì 16 giugno, ore 21,30 FRANCESCO CARLETTI, storie di un negriero fiorentino

Martedì 4 luglio, ore 21,30 SON CAVOLI MIEI, Confessioni di un'ortolana

Dal 10 al 14 luglio, ore 21-23 CORSETTO DI TEATRO, Laboratorio per una vita sottile.


TEATRO LA BARACCA, via Virginia Frosini 8, Casale, Prato. Gli appuntamenti si svolgeranno all'orto-pereto del Teatro La Baracca. In caso di maltempo, in teatro.

Agli spettacoli si assiste con offerta libera, minimo 5 euro. Per il costo del "Corsetto", di cui parlerò più dettagliatamente, è necessario chiedere informazioni. Il ricavato degli spettacoli e del laboratorio è destinato al teatro - sue attività e mantenimento - che notoriamente non riceve finanziamenti di alcun genere.

Per informazioni e prenotazioni, scrivere a teatrolabaracca@gmail.com. 


Io sto con Ippolito

Si celebrano i 150 anni dalla morte del Manzoni. E sia.

Pochi sanno che fu Gentile, incaricato da Mussolini di realizzare il programma delle scuole fasciste, impianto che noi in parte ancora seguiamo e subiamo, a scegliere I promessi sposi al posto delle  Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo. Troppo laico e ribelle  questo rispetto a quello, (se non altro nella figura della Pisana!), da essere subito accantonata l'idea di rendere il capolavoro del padovano come testo base dell'italianità. 

Perché le premesse, se non linguistiche, politiche a favore di Nievo colonnello garibaldino c'erano tutte: "Sono nato veneziano, morirò italiano", diceva. 

Ippolito morì nell'affondamento del battello a vapore  “Ercole”  il 4 marzo 1861 di ritorno da Palermo. Si era imbarcato per tornare a Roma, dove voleva mostrare i conti, che erano in ordine! a chi di dovere, lui diventato tesoriere dell'impresa dei Mille,  ma non ci riuscì, perché in quel naufragio morirono tutti, e anche il battello scomparve tra i flutti...Nessuna inchiesta seguì alla strage.  Ritrovò la nave il nipote Stanislao Nievo, molti anni dopo, ma nel tirarla su dalle acque del Tirreno si sbriciolò come polvere. Qui Cesare Garboli, e io l'accordo, sospetta "strage di Stato italiana, maturata dalla Destra e decisa dal potere piemontese per liquidare la Sinistra garibaldina: ‘strage’ con la quale si sarebbe aperta la storia dell’Italia unita”. (Dall'introduzione di Un prato in fondo al mare di S.Nievo).

martedì 16 maggio 2023

La Toscana non è più rossa (e lo si sapeva)


Lentamente il fortino della Sinistra si è sgretolato, ed è finita. Hai voglia ad aspettare il ballottaggio di questa ultima tornata elettorale del maggio 2023: pur ridotta a pochi comuni, la conta mostra ben evidente il risultato! La sperata rimonta non basterà a leccare le ferite.

Ma in realtà non si tratta nemmeno dell'avvento della Destra, qui come altrove si sta realizzando il disfacimento della politica basata sui partiti, come bene si vede per esempio anche a livello nazionale, che non esprimono più ideologie (ossia sono senza ideali, esprimono solo poltrone e incarichi), né tantomeno sono rappresentati da personaggi di spessore. E come si vede anche a livello comunale: dato che è finito anche il tempo in cui i sindaci potevano minacciare di sparare le loro siringhe al vaccino, cosa resta da fare?

Infatti la Destra non esulta per la vittoria, o la tenuta. Perché se crolla l'uno, crolla l'altro, e addio sistema.

Ma sono solo i primi passi nello smarrimento futuro che ci aspetta. Per questo certi magnati o dittatori, ultimi rappresentanti di un mondo che fu, anche se ridotti al lumicino, li raffazzonano alla bene in meglio e li fanno apparire in video o come è possibile. Per questo anche se un tempo furono combattuti e oggetto di satira, ora invece sono coccolati e benedetti in silenzio. Che vivano, per carità! Un po' come accadde per Tito, che ne ritardarono la morte e il relativo annuncio per salvare la Yugoslavia. E dopo di lui, infatti, da quelle parti, c'è stato il diluvio.

(L'immagine sopra è tratta da La Nazione di oggi).

giovedì 11 maggio 2023

Meteo schiavitù

Le previsioni meteorologiche, si sono sempre fatte, ancora prima dell'arrivo dei satelliti.

I miei nonni le facevano guardando verso ovest, il mare, o verso sud,  Siena. Di solito alzavano la testa la sera per il giorno dopo, e le azzeccavano puntuali, che altro i meteopuntoittì.

Addirittura molti proverbi furono costruiti per regolarsi nell'agricoltura, ogni luogo ha il suo,  e riconoscere i segni dell'arrivo del maltempo.

Che se non il raccolto, almeno la pelle e le galline salvare si doveva.

Mai però si era arrivati a diventare schiavi del tempo metereologico così compiutamente, a tal punto da consultarne i siti più volte al giorno, e a esserne ca tal punto influenzati da ritenerli più veri della realtà. Da condizionare in modo profondo la nostra giornata. E la nostra economia!

Eppure non sempre, è dimostrato, i maghi del meteo ci azzeccano, non solo perché nell'atmosfera si fa un po' quello che ci pare e almeno lassù ci si può ribellare ai calcoli matematici, ma anche perché le previsioni vengono annunciate in modo distorto, irreale, terroristico.

Fino a qualche giorno fa si parlava di siccità, e giù foto sui media del Po, nel cui alveo in secca pascolano gli asini; ora piove e già si prevede che l'estate 2023 non ci sarà!

Ma siamo davvero asini noi, anzi pecore, e della peggior lana!

Perché non possiamo vivere senza guardare più volte al giorno le previsioni del meteo? Senza intrattenerci coi simboletti così tanto infantili,  nuvolette, lampi e soli che sorridono...?

Perché non ci liberiamo ogni tanto da tutto questo mondo-previsione soffocante? Ma no, ci piace tanto essere soffocati, ci sentiamo così ben protetti nella nostra meteo-schiavitù!

E poi, via, non si può!

Se piove, se viene una bufera, se c'è un allagamento, se se se...insomma, governo ladro, io devo essere protetto, io me la rifaccio col clima che è cambiato, eh davvero, e non me la posso rifare con chi ha cosparso di cemento il mondo...Tanto per fare un esempio.

Se c'è un allerta rossa, allora, se sono sindaco, chiudo le scuole,  diramo comunicati a destra e a manca, ché devo mettere al sicuro... e non me la posso rifare con chi ha disboscato le montagne che vengono giù!

Nel frattempo io, che notoriamente sono rimasta ai proverbi - essendo l'antipatica bacucca di un teatro offissimo e superpop-provinciale con tanto di orto a latere -, ho ancora una volta riscontrato efficace quello meteo che la nonna materna recitava sempre sicura e beffarda: tre (o quattro) aprilante, quaranta giorni durante. 

Voi?


lunedì 8 maggio 2023

Fatti mandare dalla mamma

Così Gianni Morandi canta in Senato, e i Senatori canticchiano di rimando, dando sempre una sbirciatina al palmare.

Così il potere svuotato dalla sua politica si riempie di note e incorona i propri artisti e si decora, ad alti livelli come ai più piccoli.

Con gli artisti in campo si toglie l'agone. Servono a questo!

E gli artisti prontamente corrono. Gli artisti ridotti a reca-conforto.

Perché io non mi sono fatta mandare a suo tempo? Ho sbagliato a coltivare indipendenza e rabbia?

Vabbe', forse fu una scelta sconsiderata, e se non l'avessi fatta magari sarebbe stato diverso: se nel passato avessi accettato di cedere tutta la mia vincita ricevuta al Fondi La Pastora -o qual premio prestigioso allora! - sarei entrata davvero nel giro e diventata famosa chissà cosa avrei fatto, che tournée che giri di meraviglia, eh, me lo disse il noto regista romano, basta che mi lasci il malloppo e le porte si apriranno...Almeno fu onesto nel dirmi la verità in faccia. Quel giro che per un attimo mi permise di sfiorare i De Sica, conobbi via telefono la famosa Maria Mercader  che voleva interpretare la mia Matilda, quel giro che per qualche mese mi accreditò presso attori registi e quanti altri famosi...

E poi dissi di no!

Chissà se avessi detto di sì, non sarei diventata anch'io una piccola gemma da presentare all'occasione, da far chiamare, sù, scendi al Piccolo, alla Pergola o al Valle non più occupato ma sempre acclamato!

Le scelte si pagano. E dissi no, e sono rimasta qui, nel mio teatrino di legno come dentro a Forte Apache, a inventare e raccontare storie eccetera. Anzi, di più, a dar battaglia!

Volevo questo?

Il fatto è che la mia mamma, ma il soprattutto il babbo che per prima cosa mi insegnò l'indipendenza che è libertà, non mi avrebbe mai mandato a prendere il latte: avrebbe capito subito che sotto c'è l'inganno, che proprio sotto sotto ci sarebbe stato qualcuno ad aspettare per prendermi il malloppo.

Volevo questo?


martedì 2 maggio 2023

L'intrattenimento, ovvero il colpo di stato spirituale

Quanti bei commenti ho letto sul film di Moretti.

Il buon film di Moretti.

Questo film ottimista. Che consola la Sinistra spezzettata e franta. Tradita.

Ha consolato un po' anche me, confesso. Ma solo per qualche giorno.

Vi vedevo qualche ritorno all'antico con lo spezzettamento dello storytelling, qualche traccia di dinamite, ma poi ripensando a quel finale, ho visto che quella polvere sparsa era solo segatura. 

E poi mancava la miccia.

Il finale piacione del film, che ho cercato in un primo momento di giustificare, ora mi sembra la quintessenza della cultura e non solo di Sinistra, attuale, con il collettivo finto, la "reunion" di gente importante, i suoi attori (mancava la bella Morante però), gli ammirati, perché solo chi conta può sfilare nel corteo-osanna.

Solo loro che ci intrattengono. Che ci possono curare. Salvare. Che riuniscono lo spezzettamento, levigano le asperità.

Che disgusto quest'arte che racconta e medica. Che "funziona". Lo storytelling. Che pur spezzettato, poi si riconcilia col mondo. 

Al massimo, come accade proprio nel "Il Sol dell'Avvenire", l'arte (?) riflette un po' su di sé e su quello che fa. E masturbandosi,  si assolve poi col pubblico dai peccati.

Il peccato di non svelare tutta la cacca che gira in quel mondo. Moretti, hai solo accennato a quel sistema inventandoti la figura, un po' miserina, della moglie-produttrice, che non vedeva l'ora di disfarsi di te. O ti sei assolto dicendo di detestare "Netflix" e le sue trame-algoritmo (e meno male l'hai fatto, almeno questo!).

Per piacere oggi bisogna assomigliare tanto al pubblico. E' questo il segreto per esempio di attori non attori che hanno successo perché il pubblico vi si riconosce e identifica. Anche se sul palco sono cani.

Pensate per esempio alla differenza fra un attore popolare come Carlo Monni o Benigni o altri comici nati negli anni '80, e quelli utilizzati da Pasolini o prima ancora dal Neorealismo. Una differenza ontologica.

Moretti, hai criticato Netflix, ma poi hai finito il tuo film con la celebrazione degli intrattenitori, quelli patentati! Anche quelli politici, s'intende, perché oggi anche la politica è intrattenimento.

Il corteo finale con i volti sorridenti, con le nostre facce-libro.

L'arte non è fatta per piacere, era uno scoppio, una bomba, ma ora non scoppia più, non lo può più fare, perché appunto, ideologicamente, ci troviamo nella dittatura dell'intrattenimento. 

E' questo il colpo di stato spirituale che è stato compiuto, l'intrattenimento forzato.

A questo ci hanno condannato, e nemmeno un regista epigono o sopravvissuto come Moretti può farci niente.


P.S. "Il Socialismo è il sol dell'avvenire" è una frase attribuita a Garibaldi, il quale più precisamente scrisse, in una lettera del 1873: "L'Associazione Internazionale dei Lavoratori è il Sol dell'Avvenire...".

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.