Si celebrano i 150 anni dalla morte del Manzoni. E sia.
Pochi sanno che fu Gentile, incaricato da Mussolini di realizzare il programma delle scuole fasciste, impianto che noi in parte ancora seguiamo e subiamo, a scegliere I promessi sposi al posto delle Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo. Troppo laico e ribelle questo rispetto a quello, (se non altro nella figura della Pisana!), da essere subito accantonata l'idea di rendere il capolavoro del padovano come testo base dell'italianità.
Perché le premesse, se non linguistiche, politiche a favore di Nievo colonnello garibaldino c'erano tutte: "Sono nato veneziano, morirò italiano", diceva.
Ippolito morì nell'affondamento del battello a vapore “Ercole” il 4 marzo 1861 di ritorno da Palermo. Si era imbarcato per tornare a Roma, dove voleva mostrare i conti, che erano in ordine! a chi di dovere, lui diventato tesoriere dell'impresa dei Mille, ma non ci riuscì, perché in quel naufragio morirono tutti, e anche il battello scomparve tra i flutti...Nessuna inchiesta seguì alla strage. Ritrovò la nave il nipote Stanislao Nievo, molti anni dopo, ma nel tirarla su dalle acque del Tirreno si sbriciolò come polvere. Qui Cesare Garboli, e io l'accordo, sospetta "strage di Stato italiana, maturata dalla Destra e decisa dal potere piemontese per liquidare la Sinistra garibaldina: ‘strage’ con la quale si sarebbe aperta la storia dell’Italia unita”. (Dall'introduzione di Un prato in fondo al mare di S.Nievo).
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