martedì 2 maggio 2023

L'intrattenimento, ovvero il colpo di stato spirituale

Quanti bei commenti ho letto sul film di Moretti.

Il buon film di Moretti.

Questo film ottimista. Che consola la Sinistra spezzettata e franta. Tradita.

Ha consolato un po' anche me, confesso. Ma solo per qualche giorno.

Vi vedevo qualche ritorno all'antico con lo spezzettamento dello storytelling, qualche traccia di dinamite, ma poi ripensando a quel finale, ho visto che quella polvere sparsa era solo segatura. 

E poi mancava la miccia.

Il finale piacione del film, che ho cercato in un primo momento di giustificare, ora mi sembra la quintessenza della cultura e non solo di Sinistra, attuale, con il collettivo finto, la "reunion" di gente importante, i suoi attori (mancava la bella Morante però), gli ammirati, perché solo chi conta può sfilare nel corteo-osanna.

Solo loro che ci intrattengono. Che ci possono curare. Salvare. Che riuniscono lo spezzettamento, levigano le asperità.

Che disgusto quest'arte che racconta e medica. Che "funziona". Lo storytelling. Che pur spezzettato, poi si riconcilia col mondo. 

Al massimo, come accade proprio nel "Il Sol dell'Avvenire", l'arte (?) riflette un po' su di sé e su quello che fa. E masturbandosi,  si assolve poi col pubblico dai peccati.

Il peccato di non svelare tutta la cacca che gira in quel mondo. Moretti, hai solo accennato a quel sistema inventandoti la figura, un po' miserina, della moglie-produttrice, che non vedeva l'ora di disfarsi di te. O ti sei assolto dicendo di detestare "Netflix" e le sue trame-algoritmo (e meno male l'hai fatto, almeno questo!).

Per piacere oggi bisogna assomigliare tanto al pubblico. E' questo il segreto per esempio di attori non attori che hanno successo perché il pubblico vi si riconosce e identifica. Anche se sul palco sono cani.

Pensate per esempio alla differenza fra un attore popolare come Carlo Monni o Benigni o altri comici nati negli anni '80, e quelli utilizzati da Pasolini o prima ancora dal Neorealismo. Una differenza ontologica.

Moretti, hai criticato Netflix, ma poi hai finito il tuo film con la celebrazione degli intrattenitori, quelli patentati! Anche quelli politici, s'intende, perché oggi anche la politica è intrattenimento.

Il corteo finale con i volti sorridenti, con le nostre facce-libro.

L'arte non è fatta per piacere, era uno scoppio, una bomba, ma ora non scoppia più, non lo può più fare, perché appunto, ideologicamente, ci troviamo nella dittatura dell'intrattenimento. 

E' questo il colpo di stato spirituale che è stato compiuto, l'intrattenimento forzato.

A questo ci hanno condannato, e nemmeno un regista epigono o sopravvissuto come Moretti può farci niente.


P.S. "Il Socialismo è il sol dell'avvenire" è una frase attribuita a Garibaldi, il quale più precisamente scrisse, in una lettera del 1873: "L'Associazione Internazionale dei Lavoratori è il Sol dell'Avvenire...".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Exactly what I think, you should be edited in the most famous magazine, Maila, congratulations! I wonder how you can survive in Italy. See you in Prato.
John Fast

Maila Ermini ha detto...

Famous magazines will not allow me to write what I think. Ferquently freedom means not being published. You should say: I wonder how you can survive in a lot of countries today, not only in Italy, which perhaps is not the worst place in the world, who knows. Thanks.

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