Così Gianni Morandi canta in Senato, e i Senatori canticchiano di rimando, dando sempre una sbirciatina al palmare.
Così il potere svuotato dalla sua politica si riempie di note e incorona i propri artisti e si decora, ad alti livelli come ai più piccoli.
Con gli artisti in campo si toglie l'agone. Servono a questo!
E gli artisti prontamente corrono. Gli artisti ridotti a reca-conforto.
Perché io non mi sono fatta mandare a suo tempo? Ho sbagliato a coltivare indipendenza e rabbia?
Vabbe', forse fu una scelta sconsiderata, e se non l'avessi fatta magari sarebbe stato diverso: se nel passato avessi accettato di cedere tutta la mia vincita ricevuta al Fondi La Pastora -o qual premio prestigioso allora! - sarei entrata davvero nel giro e diventata famosa chissà cosa avrei fatto, che tournée che giri di meraviglia, eh, me lo disse il noto regista romano, basta che mi lasci il malloppo e le porte si apriranno...Almeno fu onesto nel dirmi la verità in faccia. Quel giro che per un attimo mi permise di sfiorare i De Sica, conobbi via telefono la famosa Maria Mercader che voleva interpretare la mia Matilda, quel giro che per qualche mese mi accreditò presso attori registi e quanti altri famosi...
E poi dissi di no!
Chissà se avessi detto di sì, non sarei diventata anch'io una piccola gemma da presentare all'occasione, da far chiamare, sù, scendi al Piccolo, alla Pergola o al Valle non più occupato ma sempre acclamato!
Le scelte si pagano. E dissi no, e sono rimasta qui, nel mio teatrino di legno come dentro a Forte Apache, a inventare e raccontare storie eccetera. Anzi, di più, a dar battaglia!
Volevo questo?
Il fatto è che la mia mamma, ma il soprattutto il babbo che per prima cosa mi insegnò l'indipendenza che è libertà, non mi avrebbe mai mandato a prendere il latte: avrebbe capito subito che sotto c'è l'inganno, che proprio sotto sotto ci sarebbe stato qualcuno ad aspettare per prendermi il malloppo.
Volevo questo?
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