Lo spettacolo dei celestini 2023 è stato un po' diverso dal solito, come avevo annunciato, sia per il resoconto che ho fatto delle vicende legate allo spettacolo dal suo debutto nel 2004 e all'incontro con i molti celestini, sia per la lettura di un passo delle testimonianze lasciatemi dal maestro che a suo tempo presentò la denuncia, e che sono contenute nella terza edizione pubblicata a mie spese.
A soli due giorni di distanza alcune persone mi hanno chiesto non solo del libro, ma anche di un'altra possibile replica; alcuni erano malati e impossibilitati a venire sabato scorso.
Dunque ho deciso di replicarlo a breve (e dirò presto quando) ma, come avevo già immaginato avvicinandosi il ventesimo anno dal debutto, facendogli assumere se possibile un afflato più corale con l'aiuto dei miei allievi che intendo coinvolgere, e proprio sulla base del tema del corso che stiamo svolgendo quest'anno.
L'obbiettivo è comunque presentare lo spettacolo in modo nuovo, tanto che, chi verrà è come se, nella forma, lo vedesse per la prima volta. E anche parzialmente nel contenuto, ché presenterò alcune cose originali; infatti, come ho spiegato in parte durante lo spettacolo, all'inizio non doveva essere una narrazione dei fatti, ma un vero e proprio spettacolo teatrale.
Nel prossimo incontro poi spero di avere la possibilità di precisare alcuni aspetti della nuova edizione che ho tralasciato per mancanza di tempo.
Sabato passato non erano presenti ex-celestini, ma figli o loro parenti; e comunque da diversi giorni sono oggetto di continue telefonate da parte di alcuni di loro che vivono ormai lontani da Prato.
Lo spettacolo è durato due ore e non ha avuto luogo il solito dibattito, per cui qualcuno ha scritto commenti che ricopio qui.
Commenti:
Prima volta: molto brava. Conosco la storia. Portavano da piccolo nel piazzale i miei genitori a vedere i celestini. (L.Coppini).
Continua così, brava Maila. (F.Meucci).
Non conoscevo. Complimenti per il coraggio.
Bello e interessante l'intreccio politico-reazionario e massonico post-fascista.
Nella foto, che non può essere riprodotta, un ex-celestino mi mostra Prato come si vedeva dal Rifugio nel 1960.
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