martedì 11 giugno 2024

Perché non dico " la sindaca"

Tante, in questa tornata elettorale, le donne sindaco elette.

Ma io non userò il sintagma "la sindaca" per indicare la donna sindaco, e ora ne indico i motivi:

1. Per una questione di fonetica personale: la "a" finale di "sindaca" rafforza la cosiddetta gorgia toscana, e io lo sono, e ne risulta un suono sgradevolissimo, antiestetico, e difficile. La gorgia risulta meno forte se la finale è "o".  

2. Per motivi grammaticali: abbiamo già l'articolo femminile "la", usiamolo. E poi è noto: ci sono poi dei nomi che si usano per maschile e femminile, e finiscono in -a,  come per esempio "esteta". Perché tanto timore se usiamo per una donna un nome che finisce in -o? Perché la lingua non sia solo maschile eccetera?

3. Per motivi ideologici: dirò "la sindaco" anche per ricordare che il sindaco è un ruolo che abbiamo ricevuto in "dono" dagli uomini, che ci hanno imposto e impongono la loro visione del politica del mondo. Ecco perché per molti suona ancora ironico e lo utilizzeranno in tal senso. Noi donne seguiamo le loro orme, e finora non abbiamo portato - se si esclude il Femminismo in sé - alcun serio contributo alternativo.  Carla Lonzi docet.

Se dico "la sindaca" ho facile gioco a vincere e forse baro: sotto il vestitino la regina potrebbe essere nuda. E torniamo ai sorrisetti e agli stereotipi di genere eccetera. Il contributo al cambiamento verso il femminile della lingua è in questo caso davvero nullo.

4. Perché io parlo con la mia bocca e dicendo "la sindaco" non offendo nessuno. 

5. Per non cadere, ancora una volta, da un conformismo a un altro.

6. Perché, e lo affermo anche se qui non se ne tratta ma così chiarisco una volta per tutte, non uso né voglio usare il simbolo fonetico "schwa", che per motivi ideologici si è fatto diventare grafico!, impossibile da riprodurre in un parlato reale, almeno nell'italiano di Dante che è il mio e uso. 

Chiaro, o vorrete imporre anche il lessico?

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