martedì 8 novembre 2011

Gli indignati del teatro (da qui in avanti della cultura). Comunicato nr.2

Ci fanno letteralmente ridere i comunicati culturali sulle programmazioni prossime e venture.
Zucchettoni vuoti.
Non perché, come giustamente ha detto una signora recentemente, non vogliamo distrarci qualche volta con il musical di turno o il cantantone, ma perché non ci possono essere solo certe robe, o più spesso porcherie ingrassate e unte con i nostri soldini.
Eh , no. Quanti soldi dati al vento.
E a noi, bricioline. Mostricine, spettacolini, musichelle.
Ma questo ancora per poco.
Perché le vostre astutissime (?) storie non ce le raccontate più. Voglio dire che vi mancano i soldi, o altri piantini del genere.
Ci fanno anche ridere i resoconti degli uffici cultura, sinistrati, che insieme ai venduti, messi alle pulsantiere dai voti di papà e mamma, raccontano quante belle cose hanno fatto con madama doré. Tutti che lavorano per i giovani. Puttanate.
Ci sono anche le vendo-lesse assessooore culturame a condire il polpettone del successo.
Intanto, mentre l’Italia fa acqua e Berlusconi prepara le valigie, i porci pensano a come sopravvivere o tornare a galla.
Ma c'è qualcuno che non vi renderà la vita facile. 

Ci ha comunicato il Teatro La Baracca che la direttrice (non la presidente) della Fondazione Toscana Spettacolo aveva giurato la sua presenza per la domenica ultima della Chisciotta, ma non s’è fatta vedere.
Avrà avuto paura dello spettacolo? O si sarà persa nella Prato perirubana, complice un navigatore bugiardo e prezzolato?
O forse, avendo saputo che proprio la domenica ci sarebbe stato un folto gruppo di una cooperativa che cerca di attuare la legge Basaglia, ha preferito tenersi lontano?

Abbiamo comunicati anche da Gonfienti, da Pompei, da alcuni musei, scuole di musica e universitudini, ma per non tediarvi troppo, inviamo tutto nei prossimi comunicati indignati.
Addio, porci.

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