martedì 22 novembre 2011

Il gioco

I miei amici spagnoli erano sicuri che avrebbe visto Rajoy, che sarebbero tornati i Popolari al governo.
Quest'altalenare nel nulla dei nostri governi dittatorialmente democratici, un pendolo che oscilla una volta a destra e una volta sinistra, ma che scandisce sempre lo stesso vuoto.
Nel piccolo nel grande siamo in questo immobilismo, in questa impossibilità di cambiare le cose.

Costruire una vera alternativa è al momento impossibile.

I partiti sono in crisi nella loro credibilità, e per rimanere in sella in Italia hanno ceduto volentieri al diktat Monti.
A parte la Lega che per tentare una rinascita ha bisogno di ripercorrere il teatrino della rivoluzione padana...

Per un attimo ho sperato che l'avvento di Monti costituisse il primo passo per la loro distruzione, ma in realtà questo dà  tempo ai partiti per  riorganizzarsi e continuare a vivacchiare.

Dunque, tra qualche anno, e anche meno, il Rajoy si troverà nella stessa situazione di Zapatero, e sarà spedito a casa, perché così vuole il gioco. Il pendolo che oscilla nel nulla.

Viviamo in questa società dove ci hanno messo a disposizione vari giochi di società: vado in banca e gioco con i soldi, che non esistono, è tutto finto come nel Monopoli - è questa l'essenza dell'economia attuale- ; vado a votare e gioco alla politica democratica, che non esiste: una volta posso far vincere l'uno e una volta l'altro a seconda di certe regole, e sempre nell'ambito del gioco.

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