martedì 1 novembre 2011

Lettera per Enzo Iachetti

Caro, Enzo,
permettimi il caro e il tu anche se non ti conosco e nemmeno ti guardo, intendo non guardo la televisione, se non ogni tanto, di sfuggita e quindi ti conosco poco.
Ho saputo però che hai pubblicato due video contro gli sprechi della pubblica amministrazione.
Ora, a parte la mia perplessità o quanto meno la sorpresa sul fatto che uno come te abbia deciso di attaccare gli amici di casa  (è tutto possibile, ma permettetemi il dubbio e non me ne volere), resta il fatto che tu hai toccato un punto fondamentale, ma come accadeva per i temi a scuola, non l'hai sviluppato.
Siccome il Ministro Brunetta ti ha definito un 'grillo qualunque', tu gli hai risposto, più o meno testualmente: "Il ministro Brunetta non capisce un cazzo della commedia dell'arte...gli attori veri, quelli che dicevano ciò che pensavano, venivano attaccati con la lingua al portone...".
Ora, questo è un punto centrale, ed ha a che fare con la nostra cultura, la nostra tradizione, la nostra storia, oltreché il nostro teatro.
Per un artista, o un intellettuale, in questo paese non è possibile parlare, non è possibile criticare. 
Se lo fa, non viene proprio attaccato con la lingua al portone, ma viene isolato.
Isolato a tal punto che il potere fa in modo che anche quelli del popolo lo evitino. Insomma può accadere che dal nulla nasca la caccia all'untore, che come ben sai, alla sua base ha il disprezzo oltreché l'invidia.
Quindi non può più lavorare. Non lavora più.
Caro Enzo, questo va detto, va detto meglio.
Scusa, prima di fare l'attrice facevo l'insegnante in un liceo, e il vizio m'è rimasto.
Un saluto.

Maila Ermini, Prato
www.teatrolabaracca.com 

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