giovedì 26 gennaio 2017

La scuola 'leggera' senza compiti né zaini? Mah!

Con grande soddisfazione, di qua di là in Italia, viene annunciata la scuola elementare senza compiti né zaini

Certo, il progetto 'rivoluzionario' riguarda scuole con il tempo lungo, e quindi in realtà, a parte il fine settimana,  i bambini svolgeranno i compiti  in classe.
In queste scuole, dichiarano le insegnanti,  il concetto della scuola-comunità vuole essere accentuato: la sistemazione dei banchi messi a isola,  a gruppi; ci sono gli armadietti in comune, dove i ragazzi possono sistemare i loro quaderni. (Ma non se ne parlava anche negli anni '70 con i decreti delegati, qualcuno si ricorda, della scuola aperta?; all'università il 6 politico...).

E  con questi pochi ingredienti, si educherebbero i ragazzi al concetto di comunità?
La mia opinione è diversa: che la formula nasconda la tendenza al conformismo e all'uniformità, con cui poi ci troveremmo all'opposto dell'idea di indipendenza e creatività del metodo Montessori, che alcuni aspetti di questo 'nuovo' potrebbero far intravedere.

Non si parla di valorizzare la creatività del singolo, né della formazione culturale (e non a caso il ragazzo non porta più il quaderno  a casa, quaderno che è oggetto personale e primo passo ordinativo-creativo), bensì dare l'idea che la scuola sia un luogo dove non bisogna aver paura ad andare. Insomma, un tran tran non troppo impegnativo.

La scuola è già altro luogo 'liquido' (direbbe Bauman)?

L'idea di fondo che trasmette il progetto è che lo studio vada alleggerito, reso divertente, amabile, confezionato per piacere, ma senza quella necessaria attenzione alle esigenze formative e conoscitive della persona: una scuola - come quella annunciata dell'esame facile al liceo - che a mio avviso rischia di condurre all'ignoranza (o all'alfabetismo di ritorno) e all'uguaglianza orwelliana, sia strutturale in sé, sia rispetto all'individuo.

Ogni anno devo confrontarmi con ragazzi, e quanti già adulti, che sono sempre meno preparati e più svogliati nello studio; che non sanno né vogliono leggere, né comprendono quello che leggono; che non amano la matematica. Che non sanno concentrarsi in quello che fanno; che sono disordinati, aggressivi, poco inclini alla cura e al rispetto verso gli altri.

Non parliamo poi di studiare a memoria, che per l'attività didattica teatrale è fondamentale.

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