Con grande soddisfazione, di qua di là in Italia, viene annunciata la scuola elementare senza compiti né zaini
Certo, il progetto 'rivoluzionario' riguarda scuole con il tempo lungo, e quindi in realtà, a parte il fine settimana, i bambini svolgeranno i compiti in classe.
In queste scuole, dichiarano le insegnanti, il concetto della scuola-comunità vuole essere accentuato: la sistemazione dei banchi messi a isola, a gruppi; ci sono gli armadietti in comune, dove i ragazzi possono sistemare i loro quaderni. (Ma non se ne parlava anche negli anni '70 con i decreti delegati, qualcuno si ricorda, della scuola aperta?; all'università il 6 politico...).
E con questi pochi ingredienti, si educherebbero i ragazzi al concetto di comunità?
La mia opinione è diversa: che la formula nasconda la tendenza al conformismo e all'uniformità, con cui poi ci troveremmo all'opposto dell'idea di indipendenza e creatività del metodo Montessori, che alcuni aspetti di questo 'nuovo' potrebbero far intravedere.
Non si parla di valorizzare la creatività del singolo, né della formazione culturale (e non a caso il ragazzo non porta più il quaderno a casa, quaderno che è oggetto personale e primo passo ordinativo-creativo), bensì dare l'idea che la scuola sia un luogo dove non bisogna aver paura ad andare. Insomma, un tran tran non troppo impegnativo.
La scuola è già altro luogo 'liquido' (direbbe Bauman)?
La scuola è già altro luogo 'liquido' (direbbe Bauman)?
L'idea di fondo che trasmette il progetto è che lo studio vada alleggerito, reso divertente, amabile, confezionato per piacere, ma senza quella necessaria attenzione alle esigenze formative e conoscitive della persona: una scuola - come quella annunciata dell'esame facile al liceo - che a mio avviso rischia di condurre all'ignoranza (o all'alfabetismo di ritorno) e all'uguaglianza orwelliana, sia strutturale in sé, sia rispetto all'individuo.
Ogni anno devo confrontarmi con ragazzi, e quanti già adulti, che sono sempre meno preparati e più svogliati nello studio; che non sanno né vogliono leggere, né comprendono quello che leggono; che non amano la matematica. Che non sanno concentrarsi in quello che fanno; che sono disordinati, aggressivi, poco inclini alla cura e al rispetto verso gli altri.
Non parliamo poi di studiare a memoria, che per l'attività didattica teatrale è fondamentale.
Non parliamo poi di studiare a memoria, che per l'attività didattica teatrale è fondamentale.
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