Prima dell'esame di scuola media, mio padre fu chiaro: se vuoi andare al liceo, devi arrivare almeno con la media del 7. Almeno.
-Altrimenti, disse, vai dal Gori a lavorare-. La fabbrica Gori era in via Galcianese a Prato.
Ero una ragazzina indisciplinata e ribelle, e mio padre mi aveva fatto 'provare' la fabbrica durante l'estate; così, diciamo per gioco. Non facevo niente di particolare, osservavo. Imparai a distinguere i tessuti, e tante altre cosette, ma non mi piaceva. Lavorare sì, ma prima volevo studiare. A scuola facevo di testa mia, e questo non piaceva. Le insegnanti dicevano a mia madre: "Legge romanzi, scuola il flauto, tutto invece che studiare la lezione...". Mio padre fu inflessibile. Allora mi misi di buzzo buono, e riuscii a passare come dovevo. Liceo!
In famiglia tutti erano stupiti. Ma sia, una promessa è una promessa...
-Eh, diceva la nonna, ha preso dagli Spinelli, gli anarchici di Carmignano. Tutta gente semplice, ma appassionati studiosi autodidatti...-
I miei vecchi, alla notizia che si può passare all'esame anche con lo striminzito 6, scuoterebbero la testa.
Ma tant'è. La scuola renziana è una scuola ancora più asina e gli allievi, come ho modo di verificare troppo spesso a teatro, passano gli esami poco preparati, con sempre meno letture e abilità mentali; e meglio così, ché devono essere pronti per essere schiavizzati nel mondo del lavoro.
La scuola-azienda non vuole formare l'individuo, ma il lavoratore-consumatore.
1 commento:
Sì abbassa l'asticella così da favorire il dilagare della mediocrità. Essere esigenti a una maturità non è fare i sorgenti di ferro, è chiedere un minimo sindacale sotto il quale non è lecito scendere se non si vuol dare il messaggio" Fai il minimo minimo che tanto basta".
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