Stamani è uscito un altro articolo su La Nazione su Lettere di tedeschi.
A oggi non so se ci sarà una replica a breve, dipende solo ed esclusivamente dagli impegni fuori che sono previsti (la tournée!) proprio con queste Lettere.
Il teatro documentario, che ho iniziato con "i celestini" più di venti anni fa ormai, è tra le forme che più amo. Ed è, a mio avviso, tra le forme più avvincenti.
Amo anche la commedia e il dramma nelle loro forme classiche, con i
personaggi e la trama insomma, ma altrettanto uso la cosiddetta
"narrazione", di cui tra l'altro quest'anno conduco un laboratorio proprio
alla Baracca, o la sperimentazione documentaria, o drammaturgica ecc..
Con "i celestini" usai il documentario per diversi motivi: primo perché non esisteva una memoria sull'argomento, tutto era stato cancellato volutamente - era anche quello un lager, no? - e bisognava ricostruire e ritrovare tutto, incluso la documentazione (che poi in parte ho pubblicato); il secondo motivo perchè un dramma sui celestini nel senso classico sarebbe risultato scritto in maniera retorica ed edificante, con l'argomento è facile!, e non volevo. Dove i cattivi stanno da una parte e i buoni dall'altra: ma come insegna Levi, non avviene quasi mai così, purtroppo! Terzo, il motivo economico, perché più attori, se ingaggiati professionalmente, davvero non potevo permettermeli. E sarebbe stato l'unico modo per non mostrare un'opera edificante, buonista. E infine, qualcuno a cui a quel tempo proposi di partecipare, non se la sentì: fu detto che "non era teatro", ma in realtà per evitare i numerosi insulti e l'odio- che negli anni ho ricevuto puntuali - e non compromettersi la carriera.
Per questo scelsi, come primo passo, il teatro documentario. E così accade per queste Lettere, dove, al testo di Levi si intrecciano le storie personali, perché nella letteratura del torinese ho trovato molte corrispondenze e spiegazioni alle vicende drammatiche che narrerò. E ci saranno anche due sorprese musicali, due chicche o ciliegie sul tortino di cui però però adesso non voglio svelare il sapore...
Ringrazio Gianfelice che sostiene e condivide il progetto.
La Nazione, Cronaca di Prato, 17 gennaio 2025