mercoledì 30 aprile 2025

Stamani Fulvio

Tutte le mattine, salvo rare eccezioni, leggo i giornali. A volte capita che li legga la sera quando non ho avuto tempo e modo al mattino. Sono ancora della vecchia scuola, i giornali li leggo. 

Anche se, ma, chissà.

Fulvio Silvestrini spesso mi chiamava quando leggeva l'annuncio di qualche spettacolo alla Baracca.  E naturalmente mi invitata a commentare anche altri articoli, magari di giornali diversi.

Anche passava al mattino a teatro, e mi lasciava le sue fotocopie.

Hanno scopiazzato l'idea della titolazione, purtroppo per loro da me, ma la titolazione della sala in Lazzerini non significa niente, non ricorda niente, è una targhettina muta che non parla di Fulvio.

Bisogna saper copiare.

Fulvio Silvestrini, che pure aveva provato l'invidia come tutti, l'aveva superata e si rallegrava sempre di questi articoli che parlavano della Baracca. Ingenuamente. Sincero. Anzi, entusiasta.

Peccato che non ha potuto vedere lo spettacolo di cui parla l'articolo de La Nazione di stamani, Lettere di tedeschi (che presenteremo lunedì 5 maggio al Museo della Deportazione di Figline di Prato), ma soprattutto peccato che non potrà commentare quello che farò prossimamente su Simone Weil, di cui lui era un attento cultore-lettore: la filosofa Simone Weil era uno dei nostri argomenti preferiti e Fulvio era davvero un weiliano, tale si dichiarava, e a livello religioso e a livello politico.

Lui sì che difendeva la Baracca, e con la presenza e la testimonianza.


giovedì 24 aprile 2025

Rossa

Anche Simone Weil si merita il colore rosso. E non perché la chiamassero "la vergine rossa", non tanto insomma per simbologia politica, ma per tutto il resto.

Dopo il cambio di data, ora quello della locandina.


La liturgia delle donne non cambia

 

Disegno della compianta fumettista-sociologa Claire Bretécher.

Esso racconta della mia situazione, e della parabola di tutte le donne che alla fine si trovano comunque nella stessa immota liturgia da secoli: o a fare le badanti o le baby-sytter, o le domestiche, o le donne di servizio...

Fino a qualche anno fa la schiavitù delle donne era ben evidente; ora è totalmente nascosta (la "parità"!), tabuizzata (c'è il femminismo di Stato, che vuoi? Non vedi che ti aiuto? Che devo fare più di questo?), molto complessa e confusa con l'alternanza con il lavoro esterno, che purtroppo è diventato obbligatorio pena il ricatto e la disistima, la minaccia, ecc. (Lonzi docet!).  

Lo sfruttamento, subdolo e ipocrita, avviene con la complicità di tutti.

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All'ospedale hanno voluto il numero di telefono della figlia, non del figlio. Se c'è una donna nelle vicinanze, il carico della cura è suo.

 

martedì 22 aprile 2025

Nel giorno dell'Angelo

Ricevo e pubblico un testo sulla morte di Papa Francesco. 
Chi mi conosce può restare stupito, io non sono credente, sono lontana dalla Chiesa, da tutte le chiese. La mia posizione su questo Pontefice è la sospensione del giudizio, o di considerarlo ancora una volta come tutti gli altri pontefici dal punto di vista politico.  Si può non considerare politico un pontefice? Sono riuscita a considerare non conformista solo Papa Luciani ("Dio è anche madre").
E sinceramente attribuire a Papa Francesco la categoria di "sinistra" è inappropriato. E' stato un progressista, un francescano?
D'altronde appare chiaro il significato dell'arrivo - aggressivo - di tanti potenti sul sagrato di San Pietro.  Addirittura arriverà Trump, Presidente ostile a Bergoglio. E viceversa. 
Si dirà: è sempre stato così alla morte di un pontefice. Non esattamente. 
Questi sono giorni di grande crisi, guerre, di paura. Le ostilità sono evidenti, dichiarate. Sembra che bisogni muoversi, e fare in fretta, per tamponare qualcosa, rimediare al crollo a cui Bergoglio tutti dicono che si opponesse.  Certamente anche alle fratture interne al Vaticano, gli scandali, lo scontro con il cosiddetti "conservatori".
Sui giornali c'è molta mitizzazione sul Papa, sulla sua figura "woke", ma poca riflessione sul crollo della fede, sulle chiese vuote.  
Anch'io, come alcuni, ho pensato all'Angelo che ha segnato la morte del Papa. Al suo significato da un punto di vista cristiano e "mitologico".  L'Angelo annuncia la risurrezione di Cristo, ma annuncia anche la nuova era, un tempo nuovo.
E al riguardo c'è un'alternativa che non va sottovalutata e che arriva dalla filosofa Simone Weil, la quale già molti anni fa sosteneva che la strada per arrivare alla fede è l'ateismo.
 
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Nel giorno dell’Angelo

Papa Francesco oggi è morto annunciando come fece l’Angelo alle donne accorse al sepolcro spoglio che Cristo è risorto, lui allo stesso modo per dar sostegno all’anelito di pace tanto a lungo professato contro tutte le guerre, per raccomandare ad un’umanità indifferente quale debba essere la via per la cura del creato. Lo ha fatto ieri, da vivente, nella Messa di Pasqua con un messaggio forte di speranza destinato ai poveri e agli emarginati e di solidarietà per i più bisognosi tra di noi, affacciandosi dalla Loggia di San Pietro per un’ultima Benedizione Urbi et Orbi, lo ha ripetuto oggi, dall’alto dei cieli, con le campane che suonano a morto riecheggiando prepotentemente quel «No al riarmo». Papa Francesco è stato tante altre volte il “messaggero”, l’Angelo custode (e noi non sempre l’abbiamo riconosciuto), come quando salendo in solitudine, sotto la pioggia, la lunga ascesa che lo portava all’altare nel sagrato di San Pietro si mise a pregare per noi per lenire le ferite
della pandemia per poi insegnarci a guarire quelle piaghe. Quel giorno di cinque anni fa, anche gli agnostici, hanno potuto toccare con mano la presenza di angelo, vestito di bianco, un poco claudicante, che veniva a proteggerci, ma anche ad incoraggiarci per operare per il meglio.
Papa Francesco ha fatto ancor tanto di più nel suo pontificato come quando ha testimoniato «Laudato si’, mi’ Signore», come cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico il Poverello di Assisi riviveva in quella sua mirabile enciclica mentre ci ricordava che «la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia»: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ».
Allo stesso modo, Papa Francesco è stato messaggero di scienza e sapienza: coi piedi ben piantati in terra, ci ha detto che «i cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela».
In molti non hanno digerito questa sua predicazione laica, eppure evangelica pensando agli ultimi, un messaggio rivolto ai potenti del pianeta cinici e indifferenti, per chiedere pace, pace ed ancora pace in mezzo a guerre fratricide frammentate ovunque e irrisolvibili senza dialogo e condivisione di armonia.
Papa Francesco ora è morto e ci sentiamo come smarriti senza la sua parola, se n’è andato il giorno dopo la Resurrezione, certo per dirci una volta ancora che occorre svegliarsi dal torpore, agire, stare inquieti e vigili per dar corpo e vedere realizzato quel suo messaggio di speranza e solidarietà nell’anelito profondo di pace che sola ci porterà alla cura del creato.

Giuseppe Alberto Centauro
Prato, 21 aprile 2025 

lunedì 21 aprile 2025

Cambio data

Per impegni di lavoro fuori Prato il debutto dell'opera teatrale La Condizione Weil (Da La Condizione operaia di Simone Weil) un libero disadattamento, previsto per il 30 aprile, è rimandato a venerdì 16 maggio ore 21,15, sempre al Teatro La Baracca

E' invece confermata per lunedì 5 maggio, ore 21 al Museo della Deportazione di Prato, la replica di Lettere di Tedeschi, ovvero il Gelataio di Amburgo e altre grigie storie



lunedì 14 aprile 2025

Un libero disadattamento

Sto definendo meglio il mio prossimo lavoro su Simone Weil. Dopo il Manifesto per l'abolizione dei partiti politici,  alla Baracca arriva l'analisi sulla condizione operaia.

Nel libero disadattamento di operaia della minuscola fabbrica teatrale della Baracca.


giovedì 10 aprile 2025

Teatro confuso

Si riparla molto di teatro diffuso. Di teatro nelle frazioni. 

Teatro nella periferia. Vecchia storia. Ma ormai è una luce spenta. Opaca.

Chi lo immagina non sa bene di cosa parla. O non frequenta il teatro che giù esiste, con difficoltà, nelle frazioni.

Se ne tiene ben distante, perché magari non è espressione di chi "comanda".

Nella periferia vi sopravvive il teatro amatoriale.

Che ha come oggetto la commedia. O, più raramente mette in scena il dramma, trattando per lo più di temi che appartengono alla storia locale.

Il suo pubblico è fatto di amici e parenti: le compagnie amatoriali, composte da più persone, così portano tanto pubblico. O la gente le va a vedere - come certe compagnie filodrammatiche del nord o quelle fiorentine, per esempio - perché attratta dal puro divertimento. Dal gergo dialettale. Dai temi cliché ormai consunti, ma che ancora funzionano.

Io ho molto rispetto per chi si adopera in questo teatro, ha certi meriti.

D'altronde anche il teatro televisivo, cioè fatto dai comici televisivi che si mostrano nei grandi teatri, li riempiono grazie alla pubblicità acquisita sullo schermo e a temi ben più che consunti.

Tant'è che puoi arrivare a certi teatri solo se sei "televisivo" e tratti alcuni temi. 

Naturalmente in periferia l'ente pubblico vuole portare un teatro monopolizzato, quello che per molti aspetti è in agonia. E ha una necessità spasmodica di trovare nuova vita. E non sa come fare.  Più che diffuso, al momento è teatro confuso. 

lunedì 7 aprile 2025

Prossimo programma aprile/maggio 2025


Lunedì 5 maggio, ore 21,00

al Museo della Deportazione di Prato

LETTERE DI TEDESCHI 

(Il gelataio di Amburgo e altre grigie storie) 

drammaturgia e commento Maila Ermini

letture di Gianfelice D'Accolti


 Venerdì 16 maggio, ore 21,15 

al Teatro La Baracca

LA CONDIZIONE WEIL

Da La condizione Operaia di di Simone Weil

nel Libero disadattamento di e con Maila Ermini

Maggio/giugno, data da definire

MACCHE' BEATRICE

(Incontro con Gemma Donati moglie di Dante) 

la commedia sarà replicata nel mese di maggio o giugno alla Baracca in data ancora da fissare.



venerdì 4 aprile 2025

Prato al mattino quando frizza aprile


Prato al mattino quando frizza aprile

col sole e' m'invita a desinare

e corro in fretta, non la fo aspettare.

Prato, come vi azzurra il cielo!

brutta sarà ma ha su un vestito

d'un chiaro altrove mai fiorito.

Io la inforco e giro tutta da ciclista,

come pietanza che mi sia più mista,

e Carceri e Castello e Mercatale

fra traffico e inciampi e i meno male!

fin al Bisenzio su, Santa Lucia, 

da dove vedo e scendo la periferia.

E sulla testa mi ritrovo Malaparte,

sempre lui come dessert m'incappo,

che mima tosco di cantuccio ad arte

che voglia nel vinsanto finir zuppo.

E per Galceti serpo alla Bardena

guardando quella gente chiusa e in pena,

e giù e giù col vento in sulla faccia

io per Galciana torno a casa sazia,

e stanca, e desinata, e in altalena. 

domenica 30 marzo 2025

Un'altra bella serata con "Macché Beatrice!"

 


Un'altra piccola bella serata al Teatro La Baracca con Macché Beatrice!, incontro, diventato possibile,  con Gemma Donati, moglie di Dante.

"Ti insegnano a non splendere, ma tu splendi". (PPP).

 

Grazie per la splendida serata, Fernanda.

Grazie per lo spettacolo, Angela Panti (?)

Grazie per il garbo e la tessitura teatrale di temi non semplici, Lucia (?)

Grazie per il bellissimo spettacolo, per avermi fatto conoscere la Gemma Donati, così intima e nuova, Alessia.

Grazie per la bellissima performance, non sapevo neanche che Dante fosse sposato. Ottimo, e recitato con le rime...Edoardo.

 Cara Maila, sei sempre sorprendente! Anche stavolta, sul registro comico-brillante, sei riuscita a realizzare uno spettacolo al tempo stesso piacevole e acuto. Complimenti per la cura e l'attenzione con le quali prepari ogni tuo spettacolo (Rita Biancalani).

venerdì 28 marzo 2025

Un commento su Macché Beatrice!



Ringrazio Giovanna per questo commento su "Macché Beatrice!" che  replico domani sera, sabato 29 marzo ore 21,15, alla Baracca.

Con questo spettacolo si conclude la stagione autunno-invernale. Proseguiremo con il saggio del laboratorio di narrazione e poi, possibilmente, con altri appuntamenti.

Confidiamo in Santa Pupa.

 

"Mando il mio commento a scoppio ritardato. Macché Beatrice! è uno spettacolo davvero divertente, comico, anzi satirico. Oggi se ne vedono pochi intelligenti e spassosi insieme, che fa sempre piacere trovarne uno così,  e controcorrente. Dando poi il gusto di una Gemma Donati molto vera. Brava."


Cara Giovanna,

grazie. Ogni commento è gradito, e anche quelli meno belli e lusinghieri, ché ci ridà la direzione e il senso di quello che facciamo. Non ci serve insomma più tanto alla vanità, al successo (che non c'è e non ci sarà perché appartiene ad altri livelli e mondi), ma perché ci fa sentire meno soli e inutili, come ormai vogliono che siano tutti gli artisti. Almeno che non accettino di stare a servizio. A una prossima.

 

giovedì 27 marzo 2025

Assedio a Gonfienti

Ricevo e pubblico una immagine zenitale tratta da Google Earth della zona attorno all'area archeologica di Prato, detta di Gonfienti.

Sono state cerchiate in rosso le zone interessate da nuove lottizzazioni (Interporto, centro commerciale, parcheggi), che sono nel Comune di Campi Bisenzio, come anche i Gigli, cerchiato in giallo.

In arancione si evidenzia l'area archeologica di Gonfienti nel Comune di Prato.

Si comprende perché non è stato voluto alcun museo archeologico di Gonfienti vicino all'area archeologica (ex Villa Niccolini), e che valore possono avere le visitine che ogni tanto ci concedono. O le Ciclovie del Sole (sic!).

E' poi evidente anche da questa porzione che nella Piana tutta, coperta dal cemento e orlata da montagne, se cade un po' più di pioggia, si allaga tutto.


(Immagine di GAC)

Mondiale ipocrisia

Oggi è la giornata mondiale del teatro

di cui non frega a nessuno

(è per questo che fanno 'ste giornate)

anzi appena possono lo distruggono

è una vecchia storia

destino certo per chi

osa usarlo per 

mostrare le menzogne

(ci hanno appena sputato in un occhio 

mentre

l'altro giorno fecero benevolmente 

finta

che tu non esisti

oppure si alzarono pieni di rabbia,

invidia non si può dire, è vietato,

appena mi videro salire sul palco,

ti ricordi?)

o lo usano per le loro propagande

'sto teatro, 

io teatro tu teatri ella teatra

teatriamo! si ride si ride!

com'è il caso che riguarda 

le  scene foraggiate

con le bombe che serviranno

per raderlo al suolo 

'sto maledetto teàtron

per meglio poi

si piange si piange!

ricostruirlo con tanto di 

nastro foto articolo

e nuova banda e propaganda! 

Che credi

farò parte anch'io

della compagnia

Nuovi artisti asserviti

è solo questione di tempo. 

Ma perché i maestri

ci hanno ingannato così?

Giornata mondiale del teatro

un'altra mondiale ipocrisia!

lunedì 24 marzo 2025

Carla Lonzi sono io! e l'esercizio del potere



Quanta ostilità e pregiudizio ancora sul mio radiodramma a vista Carla Lonzi sono io!, ( e senza averlo visto!) e su di lei, come se a parlare di Carla Lonzi potrebbero soltanto le "titolate"!  Non è questo, molto di più del voler rappresentare l'irrappresentabile Carla Lonzi, a dimostrare esercizio di POTERE?
Non si può rappresentare, però le conferenze si possono fare, i libri si possono scrivere ecc.
Direi che ora basta con questo tabu-Lonzi. Assume quasi l'aspetto di una minaccia. Andrò avanti col mio lavoro e non risponderò ancora alle più o meno velate provocazioni.
Come ho detto al termine del radiodramma più volte, mi occupo della Lonzi dai tempi dei miei studi filosofici all'Università La Sapienza in anni in cui la filosofa giaceva dimenticata.
E poi, scusate la banalità: si può criticare uno spettacolo, qualsiasi cosa, ma bisogna prima averlo visto. O no?


Trascrivo i commenti del pubblico di questa tournée.

"Straordinario, unico e autentico, come vorrebbe e direbbe Carla Lonzi. Complimenti (Simona Roncelli).

"Molto interessante, un figura che non conoscevo, mi ha stimolato la curiosità, andrò a leggere di lei. Buon lavoro di comunicazione. Grazie!" (Cinzia Cometti).

"Ho apprezzato molto la figura di questa donna. Perché gli artisti fanno così fatica nella vita? Grazie!" (Carmen Pozzi).

"Profondo e di interesse apprezzabile, diverso nel suo genere!" (Senza firma).

"Grazie per l'intensità dei temi e delle riflessioni. Una donna forte che ha cercato così intensamente l'autenticità...Un esempio per tutti. Grazie Maila per la splendida interpretazione" (Lisa Sonzogni).

"...Ed ora la mia vita è un salita, ma Grazie! (Silvana).

"Sono grata della possibilità di aver conosciuta Carla Lonzi attraverso tanta chiarezza e professionalità. Molto bello lo spettacolo e la protagonista di questo. Bravura e autenticità." (Anna Maria Incorvaia)

"Grazie per l'interessante rappresentazione del pensiero di Carla Lonzi. Un tema da riprendere per rilanciare una riflessione sulla pratica della differenza. Bellissima voce" (Gabriella).

venerdì 21 marzo 2025

I prossimi spettacoli alla Baracca (marzo aprile 2025)

Dopo la prossima tournée, sabato 29 marzo alla Baracca si riparte con la replica di Macché Beatrice!, e si continua, sabato 5 aprile, con lo spettacolo conclusivo del laboratorio di narrazione Poche storie, sembran novelle

Vi saluto con un autoscatto mentre provo l'acconciatura della Gemma Donati di Macché Beatrice! in teatro, alla luce del tramonto di qualche giorno fa. 



Se LO-SPAZIO diventa LO-SPIZIO

Sembrano disastrosi gli effetti sulla persona dei viaggetti nello Spazio.

Meglio restare a casa.

(LaPresse) Quando l'astronauta della NASA Sunita "Suni" Williams, 59 anni, è tornata sulla Terra dopo essere rimasta bloccata nello spazio per 288 tutti hanno notato i sorprendenti cambiamenti nel suo aspetto fisico. Sembrava invecchiata di dieci anni in meno di un anno. E biologicamente parlando, potrebbe essere così. Trascorrere mesi in orbita, infatti, ha effetti sconvolgenti sia sul corpo che sul cervello, simili a quelli dell'invecchiamento estremo. 
Quando Williams lasciò la Terra a giugno, i suoi capelli castani erano lunghi e fluenti, ma quando mercoledì è atterrata al largo della Florida a bordo della capsula SpaceX Dragon, i suoi capelli erano completamente bianchi
Gli astronauti, inoltre, perdono rapidamente massa muscolare perché non usano le gambe, i fianchi e la colonna vertebrale per sostenere il loro peso. Le loro ossa diventano fragili e perdono, al mese, l'1% della loro massa, l'equivalente di un anno intero di invecchiamento sulla Terra. Trovarsi nello spazio indebolisce anche il cuore, perché non deve pompare il sangue contro la forza di gravità e quindi non deve lavorare così duramente. La maggior parte degli astronauti perde circa il 5 percento del grasso corporeo quando torna sulla Terra, e nessuno di loro svolge missioni lunghe quanto quelle di Williams. 
L'impatto forse più pericoloso dei soggiorni prolungati nello spazio è l'esposizione alle radiazioni, che possono aumentare il rischio di sviluppare patologie, come diversi tipi di cancro e l'Alzheimer. L'atmosfera e il campo magnetico della Terra ci proteggono infatti da alti livelli di radiazioni, cosa che non avviene nello spazio: un astronauta impegnato in una missione di almeno sei mesi riceve più di dieci volte la radiazione che si verifica naturalmente sulla Terra...

https://video.corriere.it/scienze/l-astronauta-suni-williams-dopo-288-giorni-nello-spazio-e-come-se-fosse-invecchiata-di-10-anni/66d95b1b-d071-489b-8c8d-d8b6dc665xlk


giovedì 20 marzo 2025

Solo i figli obbedienti vanno in tivvù

Non capisco coloro che pensano che il Comico sia diventato "democristiano". 

E questo accade ogni volta che si esibisce, ben titolato e registrato, in tivvù.

Non so se il suo sogno sia sempre stato quello di diventare "democristiano". 

Per me questo Comico è sempre stato un "figlio obbediente". Anche quando sembrava il contrario, e pinocchiando, sgambettava.

D'altronde solo i figli obbedienti vanno in tivvù.

domenica 16 marzo 2025

Debutto alle Idi di Marzo

Debutto di Macché Beatrice alle Idi di Marzo!

Ho vissuto una incertezza assoluta, che non avevo mai sperimentato a un debutto: il diluvio, la mamma all'ospedale, la fatica del testo comico in un momento che non lo è. Lo faccio, lo rimando? Dopo tanti giorni di studio e di difficoltà!

Bisogna decidere che fare fra allerte meteo che ti vogliono salvare ma che, grazie alla raffinata tecnologia,  non realizzano altro che l'ormai costante meteo-terrorismo. Condizionano la vita.

Io mi ricordo da bambina i campi allagati fino ad aprile. C'erano tanti campi liberi, e si viveva eccome le alluvioni, ma l'acqua andava sui campi e sì, pure nelle cantine, e certe volte bisognava salire ai piani alti. Le gore erano piene. Qui nella Piana di acqua ne abbiamo sempre avuta a pochi metri da sotto i piedi. O no? Perché è stato costruito e costruito?

E poi ieri alla fine ho rischiato e tutto è andato come doveva andare e forse anche meglio.

C'è stata anche la revoca dell'ordinanza che proibiva gli spettacoli al chiuso.

E' difficile per un teatro rimanere libero, in questo costante equilibrio sul niente, sul disprezzo o la finta indifferenza. 

Nel mucchio delle ordinanze. Sul filo della solitudine. 

Adagiati sulla magra, ossuta economia.

Devo tutto al pubblico del mio piccolo, piccolissimo teatro. Al sostegno di Gianfelice. Al mio babbo Loris che, se anche non c'è più, è presentissimo in me e che mi dice, come ha sempre fatto, di lottare. Di non dargliela vinta. E mi ha detto tante altre cose che non posso scrivere qui. Purtroppo ieri non sono potuta andare a parlarci, come faccio appena posso, perché i cimiteri erano chiusi da ordinanza per allerta rossa. 

Questa è una cosa che mi dà ancor più fastidio dei teatri che si vogliono chiusi!

Macché Beatrice torna alla Baracca sabato 29 marzo.

"Che bello essere quello che si è, anche se si è poco pochissimo, niente".


Alcuni commenti del pubblico,  ne sono lusingata e mi danno forza:

"Grazie! Ambiente accogliente, intimo, come un salotto di casa! Rappresentazione esaltante". /Silvia

"Una vera delizia! Complimenti, attrice bravissima."/Senza firma.

"Avevo letto di Maila, ma non avevo avuto il piacere di partecipare come spettatrice. Direi deliziosa, complimenti" /Isabella



Stamani Fulvio

Tutte le mattine, salvo rare eccezioni, leggo i giornali. A volte capita che li legga la sera quando non ho avuto tempo e modo al mattino. S...