lunedì 14 ottobre 2024

Che si fa alla Baracca questa settimana

Alla Baracca domani (martedì 15 ottobre 2024 ore 21) parte il laboratorio per adulti sulla narrazione, Raccontare storie (Laboratorio per un futuro antico) e sabato 19 ottobre ore 21,15 replichiamo il viaggio nella letteratura etrusca, Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono. 

domenica 13 ottobre 2024

Alla fine gli Etruschi parlano, esistono


Come è andato il debutto di Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono?

Be' direi molto bene, anche se questo viaggio nella letteratura etrusca qualche sorpresa l'ha suscitato. Ma non voglio dire altro, perché lo replico sabato 19 ottobre, ore 21, 15, alla Baracca.

Trascrivo solo alcuni commenti del pubblico:

Molto coinvolgente! Viva l'originalità. Congratulazioni. (Serena)

Grazie per il grande lavoro di scavo etrusco. (Erica e Valter)

Complimenti per l'enorme lavoro che ha portato lo spettatore lungo un racconto teatrale evocativo. (Laura e Marco)

Grazie del vostro lavoro che fate al posto nostro...e che ci ridate (Costanza)

Brava, Maila. Tanto lavoro e bellissimo (Mila).

Scrivo ora quello che non sono riuscita a scrivere ieri sera: direi che qualcosa che è diverso che di solito si vede a teatro. Poetico, originale, sapiente. Grazie. (Luc).


(Nella foto testa di terracotta policroma di vecchio etrusco del IV sec. a.C. che si accarezza la barba, dal Tempio di Belvedere di Velzna (Volpini, Orvieto).

sabato 12 ottobre 2024

Etrusco fa rima con brusco

Questa è l'unica notizia che i giornali danno del debutto di stasera (Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono), che si annuncia abbastanza affollato.

Devo avere l'angelo custode, e biondo e con le ali, perché sennò io credo che nemmeno questa c'era! Per certa carta stampata, quando ci sono io di mezzo, etrusco fa sempre rima con brusco. (Come diceva il poeta). 

Sono poi lusingata, loro forse meno, anzi stupita del fatto che la Baracca sia messa a fianco del Teatro Metastasio; tuttavia immagino che voi sappiate bene qual è la differenza: la Baracca non prende un centesimo di sovvenzione pubblica.

Grazie!

Il cinema, la carne, e l'amore

Scene da Medea di Pasolini. La bellezza, la semplicità delle riprese, oserei dire naturalezza, la Callas che con gesto felino si pulisce le lenti degli occhiali leccandoli con la lingua; e Pasolini, umile umano vero in mezzo al caos delle riprese, si capisce che ama la Callas, con che tenerezza la tratta, ed è quanto basta per smettere di l'incasellarlo nell'omosessualità.

L'unico film possibile per me è quello con la pellicola, l'unica che ti ridà la carne, la vita.

(Se non vedete il video perché dice "non disponibile", potete cliccare qui https://www.youtube.com/watch?v=Qq32Wj8cwZo)



venerdì 11 ottobre 2024

Il Nobelino

Evviva chi ha rifiutato il premio Nobel:  Shaw, Sartre e il vietnamita Lê Đức Thọ (avrebbe preso il premio insieme a Kissinger!).

George Bernard Shaw scrisse: «Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel».

Ora invece tutti - artisti scienziati politici e relativi governi - sgomitano e si strappano i capelli per un Nobelino.

Cancellati: e nasce un sorriso etrusco...

Notizia: il Comune di Prato aderisce al Tavolo dell'Archeologia per Gonfienti: come al solito, dopo una Camminata, ecco che qualcuno si dà da dare e mostra che c'è interesse e attività per la zona archeologica di Prato.

Naturalmente non una parola su quello che finora NOI abbiamo fatto.

Già.  Tanto per cambiare. Ma non vi vergognate?

Una delle cose di cui parlerò domani allo spettacolo Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono, è proprio questa: la cancellazione della memoria, il suo meccanismo da parte dei vincitori.

In questi anni sono mai state riconosciute le 10 Camminate, le firme del Museo Etrusco, il nostro impegno, davvero profuso a piene mani almeno dal 2003 a questa parte con varie e diverse attività, prese di posizione, in qualche caso aggressioni e dileggi!

Tutto cancellato, come se non fossimo mai esistiti. Come se non avessimo fatto niente. 

E secondo voi perché? Sul viso nasce un sorriso etrusco...

A margine poi faccio una osservazione economica: la partecipazione delle associazioni è molto lodevole, anzi lodevolissima, ma non deve precludere le assunzioni, non può sostituire il lavoro, che deve essere pagato: parlare di turismo per Gonfienti significa anche questo, assumere personale, dare lavoro e pagarlo, a vari livelli. Questo, tra l'altro, è vero turismo e impegno per il territorio: bisogna creare progetti, continuità, programmi culturali per il futuro.

Qui e sopra "Laris Pulenas" a Poggio Castiglioni, Prato nel 2008


Prato, il Comune aderisce al tavolo dell'archeologia per valorizzare l'area di Gonfienti

Da La Nazione, Prato, 10 ottobre 2024 - Il Comune di Prato ha aderito alla proposta della Soprintendenza di creare un “tavolo dell’archeologia”, ovvero un appuntamento periodico in cui le istituzioni del territorio e i vari soggetti dell’archeologia pratese, tra cui le Università di Firenze e di Tübingen che stanno eseguendo importanti ricerche a La Retaia, possano incontrarsi per costruire strategie condivise per favorire la ricerca, la tutela e valorizzazione dei beni archeologici di Prato. La proposta è arrivata al termine dell'incontro di stamani in Comune tra la sindaca Ilaria Bugetti, l'assessore ai Lavori Pubblici e Patrimonio Marco Sapia, il presidente del Gruppo archeologico l’Offerente Maurizio Bini e i funzionari della Soprintendenza Massimo Tarantini, responsabile della tutela archeologica per la provincia di Prato, e Arianna Vernillo, responsabile per il sito archeologico di Gonfienti.

Nell'incontro si è parlato innanzitutto delle ricerche nel grande abitato etrusco di Gonfienti, affrontando anche il tema della valorizzazione del sito, ma non solo: Prato presenta infatti numerose e importanti testimonianze ancora tutte da indagare, una storia che inizia addirittura con l’uomo di Neanderthal, come testimonia il nuovo spazio espositivo aperto nel maggio scorso al piano terra di Palazzo Pretorio “ Prato prima di Prato” che espone 120 reperti archeologici, dalla preistoria all’età tardo antica, provenienti dal territorio e dalla vicina area di Gonfienti. Oltre alla creazione del nuovo spazio, entrato a far parte della collezione permanente del Museo di Palazzo Pretorio, un'altra importante novità è l'impiego dei volontari dell'associazione L'Offerente nelle aree scavi di Gonfienti e La Retaia come supporto logistico ai ricercatori e nello spazio espositivo e laboratorio di restauro e diagnostica della Soprintendenza realizzato al Mulino di Gonfienti per accompagnare i visitatori e garantire apertura, chiusura e guardiania. Sono già tante infatti le scuole che hanno visitato l'area, che suscita un interesse sempre più ampio.  

martedì 8 ottobre 2024

Gli Etruschi non parlano gli Etruschi non esistono - Ma sarà vero?

Perché lo spettacolo di sabato prossimo alla Baracca, Gli Etruschi non parlano gli Etruschi non esistono (Viaggio nella letteratura etrusca)  costituisce uno scandalo?

Di quale scandalo si tratta?

Pasolini rivendicava il diritto di scandalizzare, e  nel suo tempo era in buona compagnia. O abbastanza, anche se nessuno raggiungeva il suo livello di scandalo culturale.

Ora invece, tutto al contrario, in tempo di super-restaurazione la cultura si guarda bene dal creare scandalo o imbarazzo se non in una cornice istituzionalizzata, accettata, voluta, e solo per fingere un modo di essere o estetico emancipato o aperto eccetera, che non corrisponde a nulla.

E invece noi ogni tanto, senza denudarci, anzi ben vestiti, ci pregiamo di ossequiare la vecchia tradizione di épater les bourgeois, che poi qui di borghesi non so se si può ancora parlare.

Ma sia: già di per sé parlare di Etruschi a teatro è scandaloso:

e rispetto al teatro (argomento quantomeno anomalo, non avendo appunto alcun testo teatrale etrusco), e dall'altra parte, per tutto il mondo culturale legato ai beni ambientali e culturali amen, che non si capacitano di come a teatro si possa portare uno spettacolo sugli Etruschi. (Non si capacitarono con il dramma Laris Pulenas, forse si sentirono offesi, figuriamoci adesso!)

Non potendoci definire dilettanti, in certi ambienti se non hai il tesserino di laurea giusta sei con disprezzo definito un dilettante, tutti tacciono, perché non sanno come collocare lo spettacolo.

In aggiunta è scandaloso perché parla di quello che non c'è, tratta di ciò di cui non è pertinente lecito o no so parlare, se non nel suo proprio contesto, e per giunta, nel titolo provocatorio (Viaggio nella letteratura etrusca? ma questa è pazza!) postula una presenza dove c'è comprovata assenza, e così senza volerlo diventa anche simbolo della politica attuale: mancante. Eppure se ne parla e quanta pessima letteratura produce!

Infatti inevitabilmente, trattando di Etruschi, non si può non transitare direttamente nel politico o nell'impegnato, o nel poetico, come vedrà e sentirò chi verrà a vederci.

A Prato come sapete non c'è il Museo Etrusco, anche se gli Etruschi li hanno trovati, ma questa volta non parlerò di questo, perché appunto  il discorso si pone su un livello diverso e che si estende e va e gira a tal punto da essere di per sé stesso uno scandalo.

Ma potrebbe essere semplicemente teatro documentario, di quelli che ancora alla Baracca si possono apprezzare, o non apprezzare. Ma che ci sono. Altro scandalo.  No?


E infine, i ringraziamenti: ma senza malinconie o troppe riverenze, per carità!

Come altri, anche questo spettacolo deve molto a Pasolini Malaparte Lorca, Dalì, Lawrence, Yourcenar, Morante, Macrì, Vassalli, Agamben, Aurelio Roncaglia, Tullio Gregory, Massimo Scheggi, Carla Lonzi, e a tutti i miei insegnanti di "ORALITURA", mio padre e mia madre,  le nonne in particolare, Osmina e Ada, la zia Piera e altri zii biszii, conoscenti antichi come la pollaiola Tacca del Montanino di Reggello, la pratese Pea di via Bolognese, e non dimentico il caro amico e confidente Fulvio Silvestrini. (E invece voi lo avete dimenticato, nonostante le traghette che mettete, ma perché non è una cosa che è partita da voi, è partita da qui, proprio qui!).

Un ringraziamento particolare infine lo dedico a Giovanni Feo. Lo conobbi tanti anni fa, avevo una casa a Pitigliano vicino al ghetto.  Lo incontrai due o tre volte.

Prima che morisse, al telefono con amici, disse di ricordarsi di me. Allora, a Pitigliano, ero una giovane sposa ribelle,  lui mi scoprì gironzolante e curiosa fra le tombe e le tagliate. E ricordo bene che una sera, insieme ad altri viaggiatori del mondo ctonio, in una trattoria ai piedi della Fortezza Orsini, mangiammo un'acquacotta. Lo chiamavano Apache, ed era della razza umana ormai scomparsa degli Uccelli.


Laris Pulenas a Poggio Castiglioni, Prato nel 2008

domenica 6 ottobre 2024

E fu...la decima Camminata per Gonfienti


(Dovete leggere questo scritto pensando al sorriso dell'Apollo di Veio).

Si è conclusa anche la decima Camminata per Gonfienti. 

In questi dieci anni abbiamo tenuto alta l'attenzione:

- sul deprimente stato del sito archeologico;

- sulla mancata realizzazione del Parco Archeologico;

- sulla mancata realizzazione del Museo Etrusco a Prato.

Le sporadiche aperture del sito non possono soddisfare in nessun modo la cittadinanza, non sono nulla, piccoli contentini, il minimo dovuto e forse meno del minimo.

Peccato aver perso Villa Niccolini per il Museo, l'avremmo avuto a due passi dagli scavi; peccato mantenere in questo stato, con un cartello stinto e da cantiere, con quel cancello, orribile che sa di provvisorio o di carcere, un bene che è di tutti e che è invece tenuto come bene privato.

Questa Camminata per me è stata molto significativa anche a livello personale: "ho visto" il senso della assenza di certe persone e, molto più importante, per la prima volta mi è sembrato di riconoscere i segni di una via sacra nei pressi del sito.

Ma di questa intuizione, anzi folgorazione!, tanto reale da sembrare immaginaria, forse parlerò in un'altra occasione.

Per il momento, per quanto mi riguarda, il mio discorso sugli Etruschi si sposta su un altro piano, e per chi vorrà ascoltarlo, mi trova sabato 12 ottobre alla Baracca con lo spettacolo Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono.

sabato 5 ottobre 2024

Decima Camminata per Gonfienti

La 10a Camminata per Gonfienti di sabato 6 ottobre, è confermata. Non è necessario prenotarsi, basta trovarsi in piazza del Comune a Prato alle 14,30. 

Chi ha la maglietta della 7a Camminata, la porti, la indossi. Noi lo faremo. 

Grazie a tutti coloro che parteciperanno a quest'azione civile e che dimostrano solidarietà al nostro più che decennale impegno per l'area archeologica di Gonfienti e per il Museo Etrusco a Prato.

martedì 1 ottobre 2024

Ottobre, mese etrusco


Questo ottobre 2024 sarà un vero e proprio "mese etrusco".

Vi elenco alcune date importanti:

Domenica 6 ottobre, decima Camminata per Gonfienti, aperta a tutti e libera e pacifica.

Come al solito ci ritroviamo in Piazza del Comune a Prato alle 14,30 per arrivare a piedi fino all'ingresso degli scavi a Gonfienti. 

Celebriamo questa specie di rito da dieci anni, ed è grazie a noi, a tutti coloro che partecipano, se ancora r-esiste questo fazzoletto di passato che è stato strappato a Interporto.  Camminiamo anche perché il Museo Etrusco di Gonfienti si trovi a Gonfienti (il Mulino vicino agli scavi lo potrebbe benissimo ospitare), e non a Campi Bisenzio, dove potrebbero trovare luogo i reperti trovati in quel Comune. Anche se il sito archeologico viene ogni tanto aperto per le visite, ciò costituisce un niente di fronte alle potenzialità dell'area, soffocata ormai dal cemento. Quindi partecipare a questa Camminata è anche un'azione a favore dell'ecologia e per la vita del territorio della Piana.


Sabato 12 ottobre alla Baracca debutta un insolito spettacolo 
Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono, un viaggio nella letteratura etrusca. Un viaggio che  può sembrare paradossale, perché in tanti secoli di storia gli Etruschi non ci hanno lasciato un pensiero, nemmeno un verso, nemmeno un ricordo di un fatto. E allora? E allora, invece, c'è una "letteratura in absentia" su cui riflettere, e paradossalmente ci sono testi di cui non è stato ancora detto o rappresentato nulla; certamente non a teatro. Novità assoluta e prima nazionale.


A metà mese poi dovrebbe uscire il libro
Roma Etrusca, di Giuseppe Centauro (Studi di Mario Preti)  di cui, in data da definire ma probabilmente a novembre, faremo una presentazione 
alla Baracca.



domenica 29 settembre 2024

Il senso di Pinocchia



Ieri c'è stata la terza replica di Pinocchia alla Baracca.

Per me è stata particolarmente significativa, perché ne ha sancito la definizione del senso.

1. Pinocchia era un progetto drammaturgico che avevo da diversi anni, credo dal 2020, ma che è rimasto nel cassetto fino a quando Peter Schmidt e Britta Von Websky dell'organizzazione SI-PO di Prato non è venuto a chiedermi di sviluppare un Pinocchio al femminile. Sono stata incerta fino all'ultimo sul risultato perché i tentativi precedenti al mio non erano riusciti graditi o considerati significativi.

2. Pinocchia è il percorso di una liberazione tutta al femminile, è un suo paradigma. Ma la liberazione o emancipazione non avviene, come nel Pinocchio, diventando un bravo ragazzo ma, paradossalmente, nel restare burattina, e in ciò trova la sua "strada", la sua identità. Come ha scritto Lisa, "perché vuole restare sé stessa".

3. Pinocchia non è tanto la riscrittura della favola di Pinocchio in chiave femminile: è una sua rifondazione o un'altra cosa, (come ha anche detto il Prof. Valter Bucelli che era fra il pubblico), anche se tutta la storia segue l'andamento della favola originale, e la riproposizione dei suoi personaggi.

4. E' una favola del presente, di quello che vi accade nel brutto gioco dello sfruttamento dell'essere umano, qui in particolare le donne, ma in fondo tutti quelli che è possibile sfruttare nel sempre più terribile eser-vizio del potere. 

4. E' una favola "vera". Sì, è divertente e fa sorridere, ma la sensazione che dà recitandola è proprio quella di certe favole, che risultano incredibilmente reali.

5. Alcuni personaggi dicono alcune battute in tedesco, che io ridico in italiano, per sancire un legame con la tradizione favolistica- i Grimm, in specifico -, ma questa volta ho fatto riferimento anche ad altri scrittori, come Perrault, che ho citato, ma anche Basile e Straparola, che non ho citato.

6. Nel bilinguismo, in alcuni momenti, della rappresentazione c'è poi un riferimento anche alla tradizione della Commedia dell'Arte, i cui comici, girando per l'Europa, erano costretti a dire alcune frasi chiave, per far capire il senso, in italiano e nella lingua del paese dove si trovavano a recitare.

6. In questa terza versione ho introdotto un preciso riferimento all'Odissea, non so se qualche spettatore l'ha colto, esattamente nel rapporto fra Pinocchia e il Pescecane, che è speculare di Ulisse e Polifemo.

7. Una curiosità: alcuni spettatori mi hanno detto di essere andati a rileggere Pinocchio dopo aver visto il mio spettacolo, che molti non l'hanno letto.

Sono soddisfatta della Pinocchia, che mi è costata molta fatica  anche dal punto di vista dello studio tecnico-recitativo,  e anche il pubblico, di cui scrivo i commenti qui sotto, ha molto gradito la rappresentazione.

Grazie!

"Uno spettacolo che arriva nel profondo e che ti lascia incantato. W i burattini" (Erica e Valter)

"Rimane burattina perché vuole essere sé stessa" (Lisa)-

"Pinocchia è unica, nient'altro da dire, mitica" (Lina)

"Danke, liebe Pinocchia. Wir brauchen mehr davon" (Grazie, bella Pinocchia. Ne abbiamo bisogno). - Senza firma




venerdì 27 settembre 2024

Archeologia del presente

Ho detto tante volte che La Baracca è un teatro archeologico.

Non scaviamo però solo nel passato, ma anche nel presente. Perché è un presente che fagocita e seppellisce, e tutto viene, anzi deve venir travolto implacabilmente.

Al momento il teatro, e gran parte della cultura in verità, è come una mummia tenuta in vita dal sistema politico, sostanzialmente insignificante e marginale, perché ha perso del tutto la sua capacità di dire una parola autonoma e critica rispetto al mondo.

Se studiate le programmazioni anche di quelli pubblici, nei teatri vedrete sempre di meno opere e sempre più figure mediatiche, spesso santoni e conferenzieri che tentano invano di curare l'umanità resa malata e che deve restare tale; insomma, Pirandello ci sta sempre meno per lasciar spazio al fisolofone di grido; o al personaggio sanremita. 

Se ora è un replicante del sistema mediatico, una volta era l'opposto. Sì, una volta il teatro era marginale, ma aveva una influenza molto grande. Ora è solo marginale e appunto, se fatto a certe condizioni, anche marginante.

Ormai in Italia i teatri veramente liberi e svincolati dai finanziamenti e sostegni mediatici sono credo pochissimi (a parte quelli che ospitano solo personaggi televisivi ecc., che comunque sono finanziati da "taikun" privati), e non solo per le difficoltà che l'assenza di soldi comporta, ma anche per vergogna. Voglio dire che per sostenere un teatro libero bisogna anche reggere i continui tentativi di umiliazione, discriminazione e scherno di cui si è oggetto. Anche per questo nessuno vuol più essere libero in campo culturale. Non capiamo più cosa vuol dire essere liberi e preferiamo essere sommersi e schiacciati dalla macchina del presente.

Agli spazi come la Baracca, che in politici disertano (e non solo loro) per paura e odio e che sperano di vedere chiusi e dimenticati, per avere un senso non resta altro, in attesa di essere travolti anche noi, che scavare in questo presente, ormai già quasi passato, per trovarvi e lasciare una traccia di quella umanità che ormai sfugge un po' a tutti.

sabato 21 settembre 2024

Perché questa decima Camminata per Gonfienti


Uno dei motivi per cui è ancora necessario fare la Camminata per Gonfienti (il 6 ottobre la 10a) può venire dal confronto di queste due foto: la cementificazione del territorio in questi ultimi anni della Piana fra Pistoia, Prato e Firenze.

Non vedono poi l'ora di mettere le mani su quel verde che ancora resta davanti all'attuale ingresso degli scavi, l'area che si trova nel Comune di Campi.

Nonostante le alluvioni, infatti continueranno a costruire.

Quindi camminare per Gonfienti non è solo per la zona archeologica, di cui all'amministrazione locale e regionale frega quasi niente, nonostante le aperture e le piccole concessioni che sono stati costretti a fare anche grazie al nostro impegno e tenacia; è camminare anche per l'ambiente, contro le devastazioni.

E' perché vogliono continuare a cementificare che è stato spostato a Campi Bisenzio il Museo di Gonfienti di Prato.

Ma di più: è uno dei motivi per cui la scoperta archeologica è stata ridotta a un fogliettino di terra, dove ogni tanto praticano  alcuni scavettini  qua e là, i "saggetti"; e nelle finte giornate dell'archeologia o  aliquando ci concedono le aperturine del sito, senza aver creato, ma nemmeno mai pensato,  il parco archeologico.

Dal 1985 sono nati, senza contare lo sviluppo delle abitazioni private: i Macrolotti, l'Interporto, e i mega centri commerciali i Gigli e Parco Prato. Mi dimentico qualcosa?

(Le foto sono tratte dal sito di Simone Spark Masi, fonte Google Maps).

mercoledì 18 settembre 2024

IO MALAPARTO: Evviva gli inventoni

Caro Malaparte,

nel mio prossimo laboratorio sulla narrazione, Raccontare storie, ricorderò anche la tua celebrata capacità di novellare, di incantare l'uditorio con le parole. Rammentando alcuni aneddoti molto interessanti e utili.

Tu eri un "inventone". Ti avrebbe definito mia madre, lei inventona di parole.

Ora, tu detestavi il telefono e, stando alla testimonianza della tua amante Bianca Maria Fabbri, che addirittura scrisse Schiava di Malaparte, nella villa di Capri ce l'avevi, ma tenuto sempre staccato, per evitare di essere interrotto durante la scrittura.

Pensa come sono cambiate le cose: oggi non telefona più nessuno. Non c'è più bisogno di tenerlo staccato. Anche se il telefono ce l'abbiamo tutti e lo portiamo sempre con noi, e veniamo continuamente disturbati e distratti, pochissimi sono capaci di tenere una conversazione perché tutti hanno paura di essere scoperti, come dei ladri, sulle loro emozioni, sui loro pensieri, sulle loro azioni.

Il telefono era anche un modo di raccontarsi la vita, tessere amori e amicizie. I nostri genitori si arrabbiavano perché lo tenevamo occupato con i nostri lunghi discorsi con amici e amorazzi.

Eravamo sempre in attesa di una telefonata; ora invece, se non infastiditi, rispondiamo allarmati.

Ci si scrive, ci si messaggia, perché nelle parole scritte, e nemmeno si tratta di scrittura a mano!, impersonali come quelle che sto battendo ora, ci si cela meglio.

Io ricordo mio padre che spesso a cena raccontava un aneddoto, una storia. E di alcune chiedevo che me le ripetesse, e ancora e ancora, con sempre più dettagli. Era un po' inventone anche lui. E gli facevo domande. Per sentirmi felice.

E allora evviva gli inventoni: perché raccontare storie e anche ascoltarle è il primo passo per la felicità.

Vero, Malaparte?

domenica 15 settembre 2024

La domenica è sempre domenica

Grazie per questo bell'articolo domenicale, forte e chiaro, sulla prossima vita al Teatro La Baracca.

La domenica è sempre domenica.


Se non si riesce a leggere bene, lo si può all'indirizzo:

https://www.lanazione.it/prato/cronaca/riparte-la-baracca-uno-spazio-di-liberta-tra-limpegno-civile-e-i-nuovi-spettacoli-e1900a0f

venerdì 13 settembre 2024

Il confortante

 Mi stanno arrivando messaggi di gente interdetta per lo spettacolo Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono previsto per sabato 12 ottobre prossimo.

Alcuni mi scrivono di essere rimasti scandalizzati e, quasi arrabbiati, giurano sull'acqua calda che testi di letteratura etrusca non ne abbiamo.

Altri, curiosi, chiedono maggiori informazioni. Vogliono capire "di che si tratta". Ci vanno cauti.

Ricevetti qualche messaggio simile quando presentai due anni fa Cimiteri, e uno addirittura mi scrisse: "Non verrò mai a vedere uno spettacolo del genere". 

E' chiaro che ormai il pubblico è abituato al musical, al teatri che ridono, e al "confortante" contemporaneo che viene loro propinato con tanto di foto dell'autorità a latere, quasi avessero bisogno di un'autorizzazione certificata ad andare in un posto.

Versioni diverse sono temute.

D'altronde gli Etruschi, quando mai sono stati visti o vissuti come "confortanti"?

Non serve scandalizzarsi né da addurre, a smentita del titolo e del nostro lavoro, prove e controprove scientifiche. Vi collocate su un terreno sbagliato.

Le maggiori informazioni poi che qualcuno mi chiede si scoprono vedendo lo spettacolo, che si svolgerà alla Baracca come annunciato.


mercoledì 11 settembre 2024

Raccontare storie

Voglio dire due parole su questo nuovo percorso chiamiamolo didattico, ma forse dovrei dire di studio sulla narrazione, Raccontare storie, che partirà da martedì 15 ottobre alla Baracca.

Innanzi tutto si tratta della necessità della mia bambina, quella che porto dentro. Ha bisogno di ascoltare storie e nessuno più gliele racconta.

Morti tutti coloro che mi narravano, la comunità narrativa di cui facevo parte, nonne nonni e babbo, scomparsa la loro fisicità, ho necessità di continuare a prendere quel nutrimento.

Se mai è ancora possibile.

Vorrei che non si facesse confusione: si tratta di un fatto ben diverso dallo "storytelling" (raccontare storie per vendere storie su Internet), o dai milioni di video che vediamo e facciamo, che sono sì importanti come documento o quello che volete, ma niente a che vedere con la narrazione vera, in presenza, carnale: solo quella costituisce un vero nutrimento e un insegnamento efficace.  Di fantasia e memoria.

Contrariamente a quello che si pensa, la narrazione è fisicità, e quindi nei nostri incontri sarà necessario anche curare il corpo.

Qualcuno obbietta: ma quando si racconta, si racconta e basta, non servono tecniche.

E' possibile, ma non per tutti; e comunque è certo più nessuno racconta o capisce ormai cosa questo possa costituire. Non ci sono più occasioni. Comunità.

Quante volte ne ho parlato con il mio amico Fulvio Silvestrini! 

In realtà non si racconta anche perché non siamo più capaci di ascoltare. Anche se vediamo centinaia di video.

Raccontare presuppone il restare in ascolto, attenzione senza immagini.

Il racconto in presenza senza immagini è quello che più stimola la fantasia. In questo è come la musica; e d'altronde nel parlare la musica è imprescindibile, la musica delle parole, come i silenzi, le pause...

Ma non abbiamo più la pazienza necessaria per ascoltare, e dunque è venuta meno quella di immaginare liberamente, e quindi la capacità di raccontare.


P.S. Scrivo per chi ha conosciuto Fulvio: lui era un grande narratore, oltreché lettore, e sapeva ascoltare come pochi. 

Per questo tutti lo scansavano, perché era un grande narratore. Certo, non aveva il senso della misura, che invece è importante; ma  alla fine l'aveva imparata, quell'arte della misura e del tempo e noi avevamo stabilito un accordo, quando interveniva alla Baracca, che a un certo punto lo dovevo fermare. 

Altrettanto importante è stato quello che ho imparato da lui nelle mattinate che abbiamo passato insieme a raccontarci. O al telefono. Lui è stato uno degli ultimi a telefonarmi per raccontare qualcosa.

lunedì 9 settembre 2024

Decima Camminata per Gonfienti, e altro


Domenica 6 ottobre 2024 ci ritroviamo in Piazza del Comune a Prato, ore 14,30 per la consueta Camminata per Gonfienti. 

Anche se sembra ormai tutto inutile, fatto (come il museo di Prato a Campi Bisenzio) e deciso, non lo è.

Dobbiamo sempre ricordarci che se è rimasto qualcosa dell'area archeologica di Prato, che se non hanno interrato anche questa col cemento, è anche grazie a coloro che hanno "camminato" in questi anni.

E poi: la settimana dopo alla Baracca, sabato 12 ottobre, presenteremo uno spettacolo davvero originale sulla "letteratura etrusca": Gli Etruschi non non parlano, gli Etruschi non esistono.

Credo che sia il primo spettacolo sull'argomento, e molto appassionante e significativo.

E non finisce qui.




Che si fa alla Baracca questa settimana

Alla Baracca domani (martedì 15 ottobre 2024 ore 21) parte il laboratorio per adulti sulla narrazione, Raccontare storie (Laboratorio per ...