mercoledì 20 novembre 2024

Gli Etruschi non finiscono mai

Hanno ritrovato altre tombe etrusche. Leggendo uno dei tanti articoli, quello che copio è di oggi, è nata un'altra riflessione che riguarda questo popolo su cui sto seduta.

Come ho avuto modo di dire e spiegare, il mito degli Etruschi è infinito. Essi, diciamolo romanzescamente, furono cancellati dai Romani che avevano nutrito, ma pur non restando nulla della loro scrittura,  lasciarono sulle tombe le loro effigi, i loro ritratti, la loro essenza. L'immagine. Essi sono uno dei pochissimi popoli del passato che ci guarda, collettivamente perché senza nome, senza lettere o pochissime. E pure ci osserva il singolo, perché di ciascuno di loro c'è l'effigie, e noi lo guardiamo, senza sapere chi furono questi opulenti e senz'altro poco garbati, questi ricchi e crudeli, queste signore agghindatissime e letterate. Sensualissime, come sono tutte le letterate. Questi panciuti che pure scandalizzavano i greci non solo per la libertà di cui godevano le donne - di quante abbiamo il ritratto! -, ma anche per come trattavano "umanamente" (sic!) gli schiavi....

Per questo  modificherò il titolo del mio racconto teatrale - che riproporrò molto presto perché proprio in questi giorni ho fatto altre scoperte e riflessioni sul loro mito e che qui solo accenno- così: Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono (ma non finiscono mai).

Sono uno dei popoli che, pur diversamente dai greci, ha inventato l'eternità. Tant'è che il profumo che hanno ritrovato in un sarcofago - come si legge in un articolo di oggi su Il Corriere -  emana ancora la sua essenza.

Profumieri, a voi!

 


domenica 17 novembre 2024

Novembre e dicembre 2024 Baracca

Dopo l'apprezzata replica dell' Intervista col fantasma, ecco che vi comunico il prossimo programma alla Baracca, fino alla fine di questo 2024.

Attenzione all'orario, che cambia per ogni spettacolo!

Sabato 30 novembre  ore 21,15

LA TESSERA VERDE

(con replica il 14 dicembre, ma da confermare).

Storie dal tempo in cui gli uomini erano costretti ad andare in giro con la tessera verde.


Sabato 21 dicembre ore 20,45

I CELESTINI: vent'anni di repliche e scoperte

di e con Maila Ermini
Racconterò ancora una volta la storia dell'orfanotrofio di Prato e, contestualmente,  gli spettatori potranno rivedere-riascoltare la Mostra Parlante "Ti mando ai celestini". Con qualche novità.
Invece, il radiodramma a vista Felino, fughe e vita di celestino - che chiude la trilogia  - sarà riproposto successivamente in data che indicheremo presto.

 

Martedì 31 dicembre ore 21,30

Commedia di San Silvestro 2024

LA CERVELLIERA

Commedia da matti

Quattro gagliardi personaggi alla ricerca dello gnègnero perduto.
“La cervelliera” è la storia di quattro ospiti di un hotel per pensionati benestanti, alla ricerca della propria identità. I quattro, o quattro alla seconda personaggi, si intersecano e tracciano uno stradario psicologico esilarante.

Seguirà un "veglione rustico", con tante cose buone da mangiare, secondo stile della Baracca eccetera.

Per il 31 dicembre la prevendita è obbligatoria.

 




giovedì 14 novembre 2024

Grazie a chi non pregiudica

In tutti questi anni di lavoro qui in Toscana, io sono toscana, non sono mai stata chiamata a presentare un mio spettacolo nel circuito della Fondazione Toscana Spettacolo, né ho mai recitato nel teatro della mia città, il Metastasio.

Colpa del mio impegno "politico"?

Colpa del mio teatro non ruffiano?

Colpa del blog?

Questo ovviamente non accade altrove, fuori regione.

E pure c'è qualche assessore toscano che, in barba alla consuetudine "razzista" nei miei confronti, va a piazzarmi proprio in quei teatri da dove sono bandita.

Ringrazio chi sceglie con la propria testa, e non in base ai pregiudizi, ai diktat, alle congreghe, alle ruffianerie, ai "nomi" per fare cassetta, che non impoverisce la cultura o rende asservite le persone.



mercoledì 13 novembre 2024

Torna il Fantasma!


Il Direttore del Teatro ha intervistato il fantasma Asma Fant che, come sapete, infesta il Teatro.  Lui ha chiesto di replicare, e glielo abbiamo concesso, vista la brutta figura!, e infatti sabato prossimo (16 novembre) chi vorrà lo potrà o rivedere o vedere per la prima volta.

Il nostro obbiettivo è allontanarlo dal Teatro per sempre. E' un elemento destabilizzante. Un elemento contrastante. Perturbante. Un elemento non completamente materiale ed oggettivo. Numerico. Misurabile. Quantificabile. Un elemento poi che stona con tutte le rosate poltroncine o anche con le solidissime panche.  

Lo sappiamo, la sua storia è complessa. Proviamo pietà per lui. Per questo, per non essere troppo brutali, non essere troppo cattivi, avendo, almeno sulla carta bandito il Male, finalmente abbiamo trovato un ridere, (e di questo siamo grati al Comune e alla Provincia e...?) un rudere volevo dire (Asma Fant mi fa sbagliare!), in un pezzo di campagna che ancora resta, di una vecchia casa, e lo mandiamo là a fare le sue recite, a dire i suoi sproloqui, a compiere le sue giravolte con le nottole ed il vocabolario, e con gli altri fantasmi che lui sostiene che esistano e svoltolino a destra e a manca.

Prima dell'ultima recita in Teatro il Direttore ha voluto rapidamente parlare con lui, al fine di tranquillizzare il pubblico. E forse anche sé stesso.

Ecco il resoconto del colloquio.


- Buongiorno, signor Asma Fant. Sabato prossimo vuole ancora essere intervistato, non le è bastata una volta?

...No.

E cos'altro vuole dire?

...Sì.

Ripeto la domanda: cos'altro vuole dire? Il sindaco lo vorrebbe sapere.

...Tru...mm

-Come, vuol parlare di tru...

...mmpp...sss!

- Non si può.

- No?

- No! Le ho già dato il melone, voglio dire...il copione!, lo studi bene, non facciamo brutta figura come l'altra volta.

- Sì. L'Elly?

- Come sì?...L'Elly chi? Sono preoccupato.

 - Sì. 

- E certo che sì. Il Teatro ha già una brutta nomea, mi raccomando. E soprattutto, dopo questa intervista, basta, deve lasciare il Teatro... Per sempre!...Asma Fant: siamo intesi?... Dov'è andato? Ah, eccolo qua. Non è possibile continuare a infestare lo spazio, assolutamente no.  A fare questi stupidi scherzi, dire quello che sparla, accusare di questo quello e di quell'altro questo, eccetera: ora abbiamo capito che è colpa sua. Ma questa volta si rivelerà, dirà il suo nome? Dirà se è uomo o donna.

 - Sì. Rivelerò. 

- Cosa, rivelerà? Qui non c'è niente da rivelare che il suo nome, capito? E poi bisogna vedere, perché l'altra volta ha già detto cose che...Via, ci siamo intesi: già abbiamo i nostri guai. Maledizione. Un'altra intervista, l'ultima e poi telare, capito? 

C'è il Sindaco?

- Non gridi...Ma Lei è fissato col Sindaco! Non lo so se tornerà. Lui ha molte cose di cui occuparsi, ha altro da fare che dar credito a fantasma. Forse ci sarà il presidente...Dove va?

- Ciao, Asma Fant.

- Come...Io non sono io Asma Fant.

- Lei chi è, allora, Fant detto Asma?

- Porca l'oca, se ne vada! Ci vediamo sabato prossimo a teatro. Puntuale, eh! E si ricordi quello che mi ha promesso....! Non voglio altri guai, ne ho già abbastanza...



venerdì 8 novembre 2024

Sulla soglia della città

Permettete che io vi spieghi, in poche parole, cosa vi aspetta quando venite a vedere uno spettacolo alla Baracca.

Il teatro La Baracca si situa in una zona di soglia, una zona di confine anche geografico, ma soprattutto simbolicamente, come a stare in esilio.

Non è lo stesso, come poteva esser fino a qualche anno fa, del vivere e operare in periferia.

La periferia in realtà non esiste più, e quindi fare teatro in periferia, ha perso quel senso "alternativo" che poteva avere fino a vent'anni fa.

Un luogo ormai può essere periferico anche in pieno centro, e viceversa, si può trovare un luogo centralissimo in periferia. Come per esempio sono diventati i "centri" commerciali.

Da qui, da questo esilio, involontario peraltro, facciamo teatro, ma  in realtà, lo dico chiaramente e chi ci conosce lo sa, facciamo politica.

Cioè ci occupiamo della, delle città.  Ma, anche con i nostri spettacoli popolari, di quello che rimane, ben poco, anche della campagna, tentando di ripercorrere un senso e un mondo, e magari chissà reinventarlo.

Che impresa disperata.

Per questo, pur con fatica a volte confesso, apriamo un dopo teatro di dibattito, cosa che non troverete in nessun luogo di teatro ufficiale. 

Il dibattito è infatti pura politica. E se non lo facciamo, è capitato e capiterà, è perché valutiamo che un non dibattito sia più politico. Infatti anche il silenzio è una forma di commento.

Ma non ci vantiamo per questo. Non siamo affatto i migliori. E poi migliori di cosa, per cosa, ormai?

Ciò che avviene ed è avvenuto qui da noi, accade perché la politica non si fa più, pensieri e azioni sono evanescenti come i suoi personaggi, visibili tristemente sorridenti in gran parte soltanto in foto sui social; insomma sapete tutti di cosa parlo.

E' come se si fosse aperto uno spazio in cui noi ci siamo inseriti, nostro malgrado, uno spazio vuoto che era urgente riempire, in qualche modo significare.

E così, nel breve volgere di qualche anno, La Baracca si è ritrovata in esilio, e non per colpa o per espiare alcuna pena, non per fare i furbi o i ganzi del finto alternume, ma perché il piccolo spazio non ha saputo farsi travolgere dall'insensatezza della non politica, dell'economicismo, dal mercato e dalla tecnologia.

Già un'azione politica dei politici sarebbe quella, per esempio, di venire a vedere uno spettacolo da noi, ma tutti se ne guardano bene, perché sanno cosa facciamo. Politica.

E questo vale per tutti, quando ci chiedono: cosa possiamo fare per voi? Non c'è altro da fare che essere presenti, politicamente.

Ma venire da noi, anche se per poco tempo, è recarsi su una soglia.

E trovarsi non si sa quanti spettatori vicino, magari pochissimi tanto da sentirsi soli e imbarazzati, o magari invece è la sera confortante della piccola folla ma sempre si tratta di stare fisicamente vicini, a contatto col corpo degli altri in un piccolo spazio esiliato.

Chi ci frequenta tutte queste cose le sa già. Scrivo per chi verrà per la prima volta, e probabilmente si sentirà "fuori luogo". E davvero lo sarà.

Per questo non crediamo alle promesse della politica, perché l'unico modo per aiutarci e pro-gettare è appunto essere presenti; e non servono più nemmeno i finanziamenti - che già danno inutilmente ai teatri pubblici - , perché chi vuole aiutare deve fare politica, deve recarsi sulla soglia, andare se necessario, per qualche tempo almeno, in esilio. Non in periferia, dico in esilio. O chiamarci là dove esso si trova o si forma.


giovedì 7 novembre 2024

Carla Lonzi tabu


Torna, per la quinta e ultima volta alla Baracca, Carla Lonzi sono io!

La forma è quella di un radiodramma a vista.

Su Carla Lonzi persiste il tabu e, nei miei confronti, riprovazione.

Primo perché lei stessa ha contribuito a creare il tabu con la volontà nichilistica verso ogni forma spettacolo del sé nella società, con l'eccezione però proprio del teatro che, come sa chi l'ha un po' letta, diventa al contrario un possibile mezzo per ricerca dell'autenticità.

Infatti, come penso io, il teatro è inattuale, povero, fuori dai grandi numeri e dalle grandi comunicazioni, ed è questa la sua forza. In particolare il teatro La Baracca, che è un teatro autogestito e indipendente. Come lei pensava che avrebbe organizzato il suo di teatro. Anche per questo mi sento totalmente "autorizzata alla profanazione". Anzi, non lo è affatto.

Secondo perché per Carla Lonzi il femminismo non è tanto emancipazione sociale e politica, ma appunto ricerca di autenticità.  Il femminismo, dice Lonzi, è un mezzo non un fine.

Persiste nei suoi confronti cattiva coscienza, disagio per aver inteso il femminismo in modo diverso da come poi è stato "assunto" .  E come è oggi volgarmente spacciato.

Terzo perché, nonostante Lonzi sia stata marginalizzata, sembra che solo la casta delle detentrici del verbo ne possano parlare.  Chi non fa parte del "gruppo", insomma, taccia.

Ma proprio no.

C'è in questo atteggiamento una violenza come iconoclasta che certo non mi intimorisce. Né, come vorrebbe qualcuno, mi renderà fantasma.

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Sabato 9 novembre ore 21,15, Teatro La Baracca (Prato, via Virginia Frosini, 8). Per la prenotazione, obbligatoria, scrivere a teatrolabaracca@gmail.com.

Nella foto sopra, Carla Lonzi con Pietro Consagra e la sorella Marta Lonzi

lunedì 4 novembre 2024

Aggiornamento del programma di novembre '24 alla Baracca

Ricordo i prossimi appuntamenti alla Baracca:

 

Sabato 9 novembre, ore 21,15

CARLA LONZI SONO IO!

Radiodramma a vista sulla filosofa femminista fiorentina Carla Lonzi. Quinta "trasmissione".


Sabato 16 novembre, ore 21,15 

INTERVISTA COL FANTASMA

Comica intervista a un fantasma che, impossessatosi di un teatro durante la "lunga chiusura", non vuole più uscirne...


Sabato 30 novembre, ore 21,15

LA TESSERA VERDE

Una storia dal tempo in cui gli uomini erano costretti ad andare in giro con la tessera verde.

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Per prenotare potete telefonare al 3487046645  o scrivere una mail a teatrolabaracca@gmail.com.

No whatsapp.

 

 

 

La tragedia del consumismo: "la muerte en el coche"

Nel diluvio spagnolo, con tutti quei morti intrappolati e sepolti nei parcheggi degli ipermercati, sulle strade e autostrade, treni e aeroporti trasformati in fiumi e laghi, e subito gli sciacalli saccheggiano e va in scena il caos, si assiste alla tragedia del consumismo, dove l'uomo è ucciso dal suo stesso "benessere".

Eppure ci si pensava al sicuro e asciutti, procedendo su cemento e asfalto alla guida del "cochecito querido": ma proprio dentro le amate automobili, quante!, molti di noi hanno trovato una liquida tomba.


venerdì 1 novembre 2024

Intervista col fantasma 3

Un'altra forma del fantasma, negativa e cattiva, può essere l'irriconoscente. Infatti non sempre il fantasma è la vittima, l'assassinato. E' anche il carnefice. 

Chi si dilegua, e sparisce dopo aver ricevuto del bene, diventa fantasma. 

Diventando fantasma, vuole uccidere te, accusandoti di un assassinio che non hai compiuto. Ricevere il bene è odioso e pesante per alcuni, così come il vedere negli altri la felicità, la pace, la serenità.  Per non parlare del successo o della semplice abilità.

E' allora che certuni diventano fantasmi. Desaparecen, diventano desaparecidos per loro volontà. E questo può accadere di punto in bianco. Da un giorno a un altro.

Di questi fantasmi punitori la Baracca ne ha visti e ne vede passare. 

Ma non pensate che si tratti solo di vicende tristi o che si rappresenti in termini di pura malinconia; anzi spesso, loro malgrado, questi ripetuti (o in qualche caso ripetenti), piccati fantasmi riescono a inscenare pura vita comica. 

Notoriamente il comico si realizza infatti con la ripetizione.

Articolo su La Nazione di oggi.


mercoledì 30 ottobre 2024

Intervista col fantasma (2)

C'è poi da aggiungere, sempre per capire questa opera che si concretizza in una fantasmatica intervista, che in questo mondo dove la realtà scompare ogni giorno di più, ormai quasi trasformata in un simulacro, resa inutile dalla tecnologia, la presenza di un fantasma in un teatro diventa cosa concreta, essenza, simbolo. Futuro.

Noi saremo gli ultimi ad aver praticato l'arte concretamente. E quindi con senso e diciamo utilità, pensando di dare mandare costruire un messaggio verso il cosiddetto mai arrivato mondo migliore.

Di messaggi ne abbiamo inviati tanti, ma non sono serviti che a essere detestati, come in un perfido gioco di boomerang; e più messaggi abbiamo inviato, più siamo stati vituperati.

Abbiamo infine capito che nessuno vuole un mondo migliore, è troppo impegnativo. 

Per questo si stanno infatti organizzando per distruggere quello che ancora rimane ostinato di ruvido e irregolare, e faranno come con i pesci, con le reti. Tentando di inscatolarci come tonni. E la cosa è preoccupante, visto che non c'è più nessuno che pensi di aprire con un vaffa le scatolette di tonno.

Per questo proviamo a lasciare al fantasma la nostra eredità artistica, lui-lei non lo potranno catturare. Nemmeno con l'acchiappafantasmi.

In sostanza sabato vedrete questa evanescenza. E' molto divertente.


martedì 29 ottobre 2024

Intervista col fantasma




A proposito di questa Intervista col fantasma che debutta il prossimo sabato 2 novembre 2024 ore 21,15 alla Baracca.

Vi svelo subito una chiave per capire questa opera che si appalesa buffa, piacevole, bizzarra:  quasi un divertissement di passaggio e in divenire, opera fluttuante.

Intanto i fantasmi esistono. 

Ce ne sono tantissimi. Dove? Ovunque.

Perché? Perché ogni fantasma è una traccia di una violenza. Oppure, ogni violenza lascia una traccia, e diventa fantasma.

Tipo i desaparecidos.

E poi ricordate: il fantasma sta dalla parte di chi sente il mondo in modo diverso da come viene descritto. 

Vi aspetto.

La cattiveria etrusca

Segnalo una mostra da vedere, e un appuntamento da evitare.

La prima a Roma, sugli attori e l'arte recitativa nella Roma antica, che sarà presentata all'Ara Pacis. Che, come a denti stretti dice anche l'articolo, è etrusca. Nella Roma antica gli attori erano etruschi. Punto. Come ho avuto modo di dire nel mio spettacolo Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono (che spero di ripresentare a primavera se non prima), tanto che la commedia dell'arte italiana non è altro che uno sviluppo dell'arte recitativa etrusca. Due punti.

Si sono poi inventati l'appuntamento al tumulo di Montefortini, a Comeana, dove i bambini entreranno, vestiti per Halloween, nella "notte più terribile dell'anno",  per poi andare per il paese a fare "dolcetto e scherzetto".

Questa versione del Etruschi, nata con D'Annunzio e poi mercificata nei film  di stampo anglo-americano (L'Etrusco uccide ancora eccetera), ora ce la ritroviamo nel piatto della festa in salsa orridetta melenso-caramellosa.

Se ormai siamo costretti a prendere questi miti a livello consumistico, (purtroppo non possiamo più fare certe cose -andare a un museo, teatro eccetera - senza questi apparati mediatici, il mondo sceglie per noi), chi può e voglia cerchi almeno di usare la sana 'cattiveria etrusca'.

E diserti.



(Entrambi gli articoli sono pubblicati oggi su La Nazione).

 

giovedì 24 ottobre 2024

Chi si inchina troppo

Quello che da un po' di tempo succede al Ministero della Cultura, dove gli amanti vanno per la maggiore (è chiaro che qualcuno vuole che si sappia, altrimenti non sapremmo niente), dimostra il vizio di sempre della piccola Italietta. 

Già da prima del Fascismo (che acuì e diffuse il vizio) in Italia si lavora a certi livelli culturali e non solo con la parentela (oh, la sacra famiglia!), il letto, e le sole ruffianerie condite con calunnie, spiate e offese.

Qualche anno fa si faceva meglio con le raccomandazioni. Non mi ricordo quale parlamentare, origine calabrese, avesse un ufficio suo dedicato alle raccomandazioni. E questo santo democristiano non lo nascondeva. Tutti, ah, la democrazia! gli potevano scrivere e chiedere un aiutino.  Fu molto amato e votato.

Oggi però siamo più ipocriti, più schifosi. Anche se ci depiliamo e teniamo tanto all'igiene, e la corrente filosofica più in voga è il guru-salutismo.

Infatti la cultura italiana è così levigata, depilata, senza profondità e ruvidezze, che non vuole turbare nessuno, e s'inchina sempre di più, pornografica e senza erotismo.

Ma, come dice un proverbio romano che ripeteva sempre il mio fu suocero Ugo, grand'uomo come una volta erano certi personaggi del popolo, chi si inchina troppo, mostra er culo.

lunedì 21 ottobre 2024

Programma di novembre 2024 alla Baracca

 




Sabato 2 novembre, ore 21,15

INTERVISTA COL FANTASMA

Comicissima intervista a un fantasma che, impossessatosi di un teatro durante la "lunga chiusura", non vuole più uscirne. E spiega anche perché.


Sabato 9 novembre, ore 21,15

CARLA LONZI SONO IO!

Radiodramma a vista, quinta "trasmissione".


Sabato 16 novembre, ore 21,15 

INTERVISTA COL FANTASMA


Sabato 30 novembre, ore 21,15

LA TESSERA VERDE

Una storia dal tempo in cui gli uomini erano costretti ad andare in giro con la tessera verde.

 




domenica 20 ottobre 2024

Una gustosa serata etrusca

Serata molto gustosa per me ieri sera con la replica Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono, dove ho potuto anche sperimentare tecnicamente e dire qualcosa di più e credo meglio.

Ci vuole molto coraggio, come qualcuno mi ha detto, quando non sei "specialista" o "del settore, a trattare certi argomenti sulla scena.

Davvero una specie di scandalo, e per i teatranti e per gli studiosi. E anche per qualche sciocco che commenta e critica, senza aver visto niente! (Come hanno fatto per altri spettacoli, in verità).

Per questo alcuni poeti, che hanno parlato sull'argomento in maniera profonda, sono stati snobbati. C'è in Italia un feroce settorismo, stupido accademismo, ognuno a coltivarsi l'orticello.

Il viaggio non è finito, ma al momento non replico. Ho, per l'argomento, altri approfondimenti da fare e da lavorare sul testo.

Approfitto per dire che lo spettacolo Intervista col fantasma  previsto per sabato 26 ottobre, è spostato, per altri impegni, a sabato 2 novembre.

 

sabato 19 ottobre 2024

Commenti prima dello spettacolo

Di solito pubblico i commenti dopo uno spettacolo. Su questo "scandaloso"  Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono copio  questa volta anche quelli prima, e quindi di non spettatori. Di gente che ha visto la pubblicità sui social o mi ha scritto, ma che NON ha visto!

Stasera replico e magari cercherò di rispondere alle perplessità e curiosità che questo insolito spettacolo ha suscitato. Anche solo con il titolo!


Non ho mai sentito dire che esista una letteratura etrusca.

Ma guarda che curioso!

Deve essere interessante.

Il titolo lascia sconcertati.

Ma di cosa si tratta?

Dagli Etruschi è tutto possibile.

Lo replica? Mi voglio proprio fare una risata.

Il titolo lascia interdetti: ci potrebbe dare maggiori informazioni?

Gli Etruschi sono una cosa seria, cosa ne intende fare? E' una prospettiva "romana", da vincitore?

Parlerà di Gonfienti?

Si tratta di archeologia o letteratura? O di un orribile ibrido?

Verrò senz'altro, mi piacciono le burle. 

La letteratura etrusca non esiste davvero. Ma l'idea che possa esistere è affascinante!


Il fazzoletto, favoletta

Una volta m'ero avvista d'esser fazzoletto. Da fazzoletto, qualcuno cominciò a pulircisi il naso.

Come fazzoletto, mi sembrava normale. Anzi, invitavo io a usarmi, come un fazzoletto. 

- Son qua, son qua, prego, venite!

Chi si asciugava le mani, chi appunto ci si soffiava il naso, chi lo usava per spolverare.  Addirittura qualcuno lo utilizzò per salutare. In breve, ci fu la folla, e molti facevano la fila, contenti com'erano di trovare questo fazzoletto per ogni uso a buon mercato.

Dopo un po' di tempo però, mi ritrovai completamente sporca. Non servivo più nemmeno come fazzoletto.

Chiesi allora un aiuto per essere lavato. Ma non trovai nessuno, tutti mi dissero di aver altro da fare, e mi ci volle un bel po' per lavarmi da sola e ritornar pulita, anche se non pulita come prima.

Sapendomi fazzoletto, e vedendomi di nuovo lustra,  qualcuno chiese di pulircisi ancora.

Ma io dissi di no: - Mi dispiace. Non sono più fazzoletto. Lavandomi ho cambiato stoffa che, non più porosa, non è più adatta al vostro moccico.

Ora la folla non c'è più, ma almeno, come stoffa, respiro: son pulita.

giovedì 17 ottobre 2024

Io Malaparto: Se mi perdo nel mar dei Tirreni

Caro Malaparte,

sarò brevissima, avrò spero modo di scriverti più a lungo riguardo alla questione della letteratura etrusca di cui ti voglio parlare: al solito ti ho sottovalutato, ma te lo meriti, perché spesso sei stato ruffiano, ambiguo e doppio.

In questo meraviglioso viaggio che faccio nella letteratura etrusca, ho infatti scoperto una perlettina tua sulla letteratura etrusca, che avevo tralasciato citandoti al debutto. E ho altre novità, scoperto altri porti: il viaggio è imponente. Se mi perdo, nel profondo mar dei Tirreni,  spero che qualcuno mi venga a prendere.

Sabato 19 ottobre alle 21,15 correggo su di te e aggiungo altro alla Baracca. E sennò, dove?

lunedì 14 ottobre 2024

Che si fa alla Baracca questa settimana

Alla Baracca domani (martedì 15 ottobre 2024 ore 21) parte il laboratorio per adulti sulla narrazione, Raccontare storie (Laboratorio per un futuro antico) e sabato 19 ottobre ore 21,15 replichiamo il viaggio nella letteratura etrusca, Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono. 

domenica 13 ottobre 2024

Alla fine gli Etruschi parlano, esistono


Come è andato il debutto di Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono?

Be' direi molto bene, anche se questo viaggio nella letteratura etrusca qualche sorpresa l'ha suscitato. Ma non voglio dire altro, perché lo replico sabato 19 ottobre, ore 21, 15, alla Baracca.

Trascrivo solo alcuni commenti del pubblico:


-Molto coinvolgente! Viva l'originalità. Congratulazioni. (Serena)

-Grazie per il grande lavoro di scavo etrusco. (Erica e Valter)

-Complimenti per l'enorme lavoro che ha portato lo spettatore lungo un racconto teatrale evocativo. (Laura e Marco)

-Grazie del vostro lavoro che fate al posto nostro...e che ci ridate (Costanza)

-Brava, Maila. Tanto lavoro e bellissimo (Mila).

-Scrivo ora quello che non sono riuscita a scrivere ieri sera: direi che qualcosa che è diverso che di solito si vede a teatro. Poetico, originale, sapiente. Grazie. (Luc).

-Bravissima. Come sempre fuori dagli schemi. Il tuo è davvero un teatro di narrazione libero. Forse l'unico se non uno dei pochi. Non vedo l'ora di rivederti e riascoltarti. Gianfelice poi è sempre da brividi! Complimenti anche a lui. (Cinzia).



(Nella foto testa di terracotta policroma di vecchio etrusco del IV sec. a.C. che si accarezza la barba, dal Tempio di Belvedere di Velzna (Volpini, Orvieto).

Gli Etruschi non finiscono mai

Hanno ritrovato altre tombe etrusche. Leggendo uno dei tanti articoli, quello che copio è di oggi, è nata un'altra riflessione che rigua...