venerdì 29 marzo 2019

Poesia incontraria

Scrivo qui l'inizio del mio nuovo poemetto,  "Poesia incontraria".
Ci vediamo alla Baracca domani,  per chi ci sarà,  per la replica di Malaparte.

"Ho raccolto tutte queste rime
l'ho raccolte per salir le cime
perdermi fra ultimi sentieri 
boschi e dirupi,
parlar con gli animali, forse i lupi.
E così andando
nella natura ch'è rimasta,
ciuffo di verdura che spunta dalla malta,
canto una poesia incontraria,
che va da un'altra parte
e che mi svaria.
Così forse mi salvo
dall'essere travolta 
dal prossimo traguardo...".



Trafiletti: Ne parlo con Malaparte!

Raccolgo qui i trafiletti sulla replica di sabato prossimo, 30 marzo ore 21 alla Baracca, per lo spettacolo Ne parlo con Malaparte, tanto per mostrare che è già un lusso ormai ricevere questa "trafilata" attenzione, e con le foto giuste (anche se con qualche errore, come Neparlo...).
La Nazione, venerdì 29 marzo 2019

La Nazione, martedì 26 marzo 2019


Il Tirreno, martedì 29 marzo 2019


mercoledì 27 marzo 2019

La giornata del teatro? Mi vien che ridere!

Giornata del teatro?
Mi vien che ridere! Non gliene frega niente a quasi nessuno, del teatro; ci sono già tanti spettacoli in giro per il mondo; le notizie stesse, la politica, tutto è teatralizzato, spettacolarizzato; la gente non sente il bisogno del teatro, che ci viene a fare? E' tautologico, è un doppio di cui non si sente la necessità! E poi è così poco tecnologico, ci sono persone reali in scena, vuole farci pensare, riflettere, ci fa durar fatica...E sempre meno il pubblico sente poco bisogno anche del cinema, che è affollato solo dalla parte di chi lo fa, e vive perché è ormai solo una industria piaciona e "netflizzata", ma come arte è morto.
Figuriamoci. I teatri se non fossero finanziati, crollerebbero, dentro e fuori!
Noi continuiamo a farlo perché non sappiamo fare altro e perché siamo nati in quel tempo quando vivere significava illudersi di poter coltivare  un progetto politico e civile per la propria esistenza.
Chi poi come me ha uno spazio teatrale per conto suo e che non si lascia strumentalizzare, in questo paese è come bruciato ogni volta che lo apre, odiato, e tanto più odiato quanto più persegue libertà e creatività.
La giornata del teatro, mi viene che ridere!

Noi, Robot


Questo articolo fa il paio con il precedente: Dio Robot ha ormai molti seguaci. Continua insomma, la robotizzazione del mondo. E i risultati...si vedono!


Ma la cosa più triste di questa foto, tratta da "Notizie di Prato" dove si può leggere tutto l'articolo,  non è il robot, protagonista, bensì lo sfondo, sono gli affreschi, le pitture antiche, con quella Madonnina ormai relegata in basso...Insomma, tutta l'Arte e la Fede, il "sacer" non conta più nulla.

Autostrade: voi tutti avrete il Telepass!

Dialogo fra me e un casellante di Autostrade per l'Italia.

Giungo a un casello di una città toscana: c'è fila di automobili in attesa di pagare e un casellante che a piedi parla con gli automobilisti. Capisco che la fila è causata dalla completa automatizzazione del casello. Il casellante arriva da me e questo, più o meno, è stato il nostro dialogo...

M.  Perché hanno tolto i casellanti?
C.   Perché vogliono che abbiate il Telepass.
M   E se non vogliamo?
C   Tutti tutti lo devono avere. Tutti "telepassati".
M   Anche quelli che prendono l'autostrada ogni tanto?
C  Questo è l'obbiettivo di Autostrade: prendervi i soldi alla fonte e risparmiare sul personale, più possibile.
M   In quanto tempo avverrà la meccanizzazione completa?
C  In pochi anni. Si può prendere le strade statali, in alternativa, impiegando il doppio di tempo. Finché non ci faranno pagare anche quelle.
M   Invierò una lettera di protesta...
C  Certo, ma che gliene frega a loro?... loro tirano avanti. Hanno il monopolio, capito? Fanno come gli pare...Sanno che tu devi prendere l'autostrada...
M  Infatti, ci sono certi tratti, come da Prato a Firenze, che con la macchina ormai si può solo passare  dall'autostrada...
C    Capito come funziona?
M   Allora hanno ragione coloro che vogliono togliere la concessione a Autostrade?
C   Sì che hanno ragione, ma lo faranno? Se n'era parlato con il crollo del ponte di Genova, ma ora  chi se lo ricorda più?...Sono troppo appoggiati dai governanti, questi. Il governo ci prende troppi soldi...Buon viaggio!

Ci sono molti articoli sui pedaggi di Autostrade, questo di Avvenire è molto approfondito:


martedì 26 marzo 2019

Aforisma di Alejandro Jodorowsky

E' un aforisma che fa sempre piacere: "Il tuo clitoride ha insegnato alle mie dita la delicatezza".

Te lo spiego io il festival!


Sono Pratopezza, e vi spiego come funzionano i festival. 
Come mi raccontò Pamela di Gotto di Greto Asciutto, lei così esperta nell'organizzare, costretta, uno dei festival più famosi del mondo,  di festival ce ne sono di tutti i tipi: di letteratura, della mente, dei fumetti...A Prato ce n'è stato uno nel fine settimana, festival dell'economia circolare, chiamato Recò (da "Recovery", stessa etimologia di "ricovero").

I festival hanno dei formati ben stabiliti, e son quelli, c'è poco da fare. Per esempio, quelli della letteratura sono organizzati dai cartelli editoriali con il sostegno delle banche e dagli sponsor. In altri ci sono altri cartelli, come si può ben capire leggendo i cartelloni che li pubblicizzano.
Questo di Recò, per esempio, era finanziato, fra altri, anche da Toscana Promozione Turistica, che ha come motto "Destination marketing".
E infatti in questi festival la destinazione è quella del mercato o della cultura casinò, che è quella che va per la maggiore. Come al casinò in questi festival si passa da un gioco all'altro, e tutto va consumato velocemente.

A questi festival devono essere invitati personaggi famosi (vedi Gad Lerner che è stato molto visto a Prato), o artisti che appartengono a certo giro. Altri artisti sono esclusi.
Faccio un esempio: io, Pratopezza, non avrei potuto mai essere invitato a questo festival del riuso e del tessuto, pur fatto di tessuto riciclato e riciclone al massimo, perché non faccio parte del "marchio dei ricicloni".

I pratesi, oriundi o meno, sono contenti quando offrono loro colazioni aggratisse, lo capisco bene!, ma spesso non sanno bene cosa mangiano. A molti di loro basta mangiare. 

A proposito di me,  ho trovato questa bella presentazione che mi era proprio sfuggita:

Da TV Prato: Nato da una geniale intuizione di Maila Ermini, il personaggio Pratopezza è figlio di un tessitore, generato dai cenci che confluivano nelle fabbriche pratesi provenienti da tutto il mondo, vive in un portaballe e ha smesso di stare ai telai per andare in giro a raccontare le storie che ha imparato dagli stracci. Infatti Pratopezza è un moderno Pinocchio fatto di fili, ogni filo ha una storia da raccontare). 


lunedì 25 marzo 2019

Malaparte bis


Sabato 30 marzo ore 21 replichiamo Ne parlo con Malaparte, dialogo impossibile sopra "Tecnica del colpo di stato".
Nella foto di G.A.C.:  Fulvio Silvestrini, Maila e Gianfelice durante il dibattito dopo il debutto, che credo molto importante, alla Baracca. 
Come ci ha indicato Fulvio, su La Lettura del Corriere un articolo importante sul pratese maledetto, ispiratore anche di artisti all'estero...






venerdì 22 marzo 2019

Quattro arance sulla Seta

E così, per quattro arance che i padroncini del Sud raccolgono ancora con sistema nero-latifondistico, e per qualche fabbrica di mobili del Nordest in espansione e poco più, senza che il problema dello sfruttamento e del costo del lavoro sia minimamente stato affrontato da questo governo, ecco che si vedono lo Stato calare le braghe al colosso capistalistico orientale, che sempre più maldestramente riesce a vestire i panni del fu comunismo, e si inaugura la Via della Seta.

Il re comunista è stato accolto in gran pompa.


Il re di un impero che riesce a tenere sudditi i propri cittadini come pochi nel mondo; che rifiuta ogni dissenso e diversità.


Mentre di Maio sgambetta, cercando invano evitare la sua prossima sconfitta con il consenso dei padroncini, Salvini il furbo se ne sta a fare la sua campagna elettorale proprio al Sud, ché lui non vuole sporcarsi le mani.
Chiude i porti ai disperati, ma intanto ai cinesi apre quello di Trieste e non solo.

Così domani potrà dire: - Io non c'ero.


Ora è più chiaro che la Lega non vuole prendere la rogna di Prato con la sua mega comunità cinese, che lascia volentieri alla Sinistra. Meglio stare qui dalla parte dell'opposizione, se possibile creare confusione, anzi aiutare se possibile i concorrenti nel giochetto del prossimo maggio con qualche "strana" autorizzazione, e intanto mangiare il resto.

Malaparte 23 marzo

Lo spettacolo su Malaparte (Ne parlo con Malaparte, dialogo impossibile su "Tecnica del colpo di stato") non è stato fissato il 23 marzo provocatoriamente perché ricorrono i cento anni dalla fondazione dei Fasci.
Non me ne ricordavo proprio quando ho fissato la data; e quindi non è stata una "trovata di marketing". La coincidenza è stata casuale, ma visto anche il pandemonio che sta succedendo a Prato con il corteo di Forza Nuova, ha dell'incredibile.
Chissà cosa mi avrebbe detto Freud. A parte gli scherzi: Malaparte scrive cose interessanti proprio sull'argomento dittature e sul Fascismo, lui così immischiato col potere fascista, su cui vale la pena di riflettere. Anzi, quasi sembra volerci insegnare a difenderci dal colpo di stato, svelandocene la tecnica...
Lo spettacolo però non tratta solo di questo.

Quello con Malaparte è il terzo dei miei "dialoghi impossibili", e in tutta libertà, senza dover poi giustificare nulla, il Teatro La Baracca, che paga regolarmente le tasse e non prende un centesimo da alcun ente pubblico, che anzi proprio i rappresentanti del sistema pubblico, e quindi anche partiti e movimenti santificati disertano perché non è funzionale alla loro presa del potere (come direbbe Malaparte), propone, nel rispetto e attenzione dovuti, spettacoli di contenuto sociale e politico quando può e ritiene opportuno. Come ha sempre fatto.


mercoledì 20 marzo 2019

La Nazione su Malaparte

Oggi, su La Nazione di Prato.

Siate italiani (Chi scrive male, pensa male)

Ecco io devo fare un appunto grammaticale a questi di Forza Nuova che sabato 23 marzo sfileranno nel centro di Prato contro l'immigrazione nel giorno della fondazione dei Fasci (data che proprio non ricordavo...).
Per la verità avremmo ben altri problemi e voglia che occuparci di voi e delle cupe sfilate che vi hanno autorizzato a fare, tant'è che ho pensato, senz'altro sbagliando: se voi non ci foste, qualcuno avrebbe dovuto inventarvi!
Insomma, ho pensato, ma certo sbagliando, a una strategia della tensione o della distrazione in salsetta locale!

Pressata dal tam tam mediatico ho finito per leggere - è stata la prima e ultima volta - le vostre opinioni sui social, e ho visto, a parte per me gli svarioni ideologici che propugnate, quelli grammaticali, che sono assolutamente oggettivi: quando scrivete la particella ne nel senso di congiunzione copulativa, ci vuole l'accento, ossia si scrive così: Esempio: "Non voglio né questo né quello". 
Invece voi la scrivete senza accento, e ripetutamente! 
Senza accento il ne è avverbio o pronome; per esempio: "Io non ne vedo la necessità".

Visto che tenete tanto all'italianità e vi richiamate al per me pessimo tempo antico di cui mi narravano i nonni che presero le manganellate o che fuggirono dai treni piombati, siate per primi e almeno italiani corretti voi, non asini, scrivendo nell'ormai antiquato, ma corretto italiano. 
Chi scrive male, pensa male.


Comunicato stampa Forza Nuova Prato (Da Facebook).
"Apprendiamo da fonti stampa che la chiesa pratese annuncia che la città di Prato non sarà mai " la patria " di Forza Nuova.
Prendiamo atto di questo (inutile) proclama, ma non crediamo spetti alla curia pratese stabilire cosa significhi il concetto di patria.

Ma ormai da questa chiesa alla deriva, che ha abbandonato il proprio popolo da anni in favore del business immigrazione mascherato da carità, che non parla più di famiglia, che ha sdoganato anche la folle cultura gender dando il benestare al farmaco cambia sesso, la famigerata triptorelina. Una chiesa latitante su un tema fondamentale come aborto, non potevamo aspettarci altro che lo starnazzare tipico di chi ormai non ha più niente da dire, ne a Prato ne ai Pratesi.

Per questo stia sereno il Vescovo Agostinelli, non siamo noi a doverci convertire, ma gli oltre 141 sacerdoti arrestati e condannati per pedofilia in Italia dal 2004 a oggi.
Per loro non può esistere nessuna patria, ne a Prato ne nel resto d'Italia".

martedì 19 marzo 2019

Ma senti senti...

Dopo la vicenda dell'avvelenamento di Imane Fadil, teste al processo per corruzione contro Berlusconi, è interessante riascoltare una intervista di pochi mesi fa, in cui  Renzi afferma che bisognerebbe "chiedere scusa a Berlusconi",  e dove Sandro Veronesi, visti i disastri dell'attuale governo, auspica il ritorno di Berlusconi premier, con i ministri Brunetta e Tremonti, e che per questo firmerebbe "col sangue...".

lunedì 18 marzo 2019

La Lega a Prato

A Prato il Centro Destra litiga sul candidato, perché la Lega vuole mettere il suo.
Ma si annuncia un candidato sbagliato.
Questa ostinazione suggerisce l'idea che vogliano perdere, tutto sommato. 
Perché?
Prato è una città che pone il problema dell' "invasione cinese". 
I pratesi, svuotati in pochi anni dalla loro storia industriale che aveva fatto sorgere capannoni come funghi e piccoli imperi manifatturieri, sbalzati nel nulla da una economia globalizzata, si sono visti riempire quei capannoni dalla comunità cinese in pochi anni. Lavoro a nero, lavoro totale, capitale circolante senza regole.
L'evento è stato drammatico, e proprio in una città che l'aveva vista protagonista delle lotte sindacali. Il fenomeno in parte si è diffuso grazie alla complicità della politica; in parte la politica non ha potuto porvi rimedio, perché ormai le città sono discariche di situazioni economiche globali, in cui la "piccola" politica si smarrisce.
Il sentimento ostile nei confronti della comunità cinese è ancora alto fra quei pratesi che non hanno dato in affitto o venduto ai cinesi i loro capannoni. Come molte altre città italiane il capitale invisibile ne trasforma l'identità.
Ora, la politica tribale della Lega ha gioco "facile" nel bloccare gli immigrati africani sulle coste del "Continente Nero" (a proposito, dove come si trovano adesso?), perché quegli immigrati sono poveri e non aiutano il capitale, se non come forza lavoro schiavizzata. Devono essere assistiti, non producono, non prendono in affitto o comprano immobili.
L'immigrazione/occupazione cinese invece, con la sua frenetica inarrestabile attività, aiuta e amplifica la circolazione di capitale che non si può né si deve fermare.
Mentre la Sinistra, nel migliore dei casi, ha trincerato la sua immagine politica e affrontato il problema dietro il paravento dell'antirazzismo, la Lega non può.

Quindi, nel momento in cui quel partito intende andare al potere regionale toscano e nazionale, vincere in un territorio così problematico...insomma, potrebbe rivelarsi controproducente doverne rispondere ai cittadini.
Fantapolitica?
Finora la Lega di Prato non ha posto la questione se non superficialmente, non minaccia di rimandare i cinesi irregolari a casa, non tratta di diritti umani e di lavoro, di obblighi fiscali disattesi, e piuttosto si focalizza sul tema generico della sicurezza: ancora una volta è più facile porsi contro la delinquenza di marocchini e nigeriani spacciatori, tutte cose "sacrosante", e lasciare intatta l'enclave cinese.

sabato 16 marzo 2019

Cacciatori

Andando in giro per il mondo si scorge una miriade crescente di cacciatori.
Non c'è più un luogo che non si veda affollato da manipoli di cacciatori che corrono e corrono, forsennati. 
Le autostrade ne sono travolte, le stazioni assediate, le città sommerse. Ma perché s'agitano e corrono, e cosa cacciano? Più che la lepre, ho capito che cacciano la paura di diventare preda. La prossima preda.

lunedì 4 marzo 2019

Duello con Malaparte


Mi intriga, quest'opera, che mi è nata improvvisa in questi giorni affollati, fra spettacoli e tournée, quando proprio non doveva nascere!
Io, poi, con Malaparte non ha mai avuto il santo, come si dice in Toscana.  Ma proprio mai. D'altronde non c'era nemmeno con i protagonisti dei precedenti "dialoghi impossibili", né con Federico II né con Datini. Ma forse proprio per questo mi piace, non è roba edificante, come ho letto in questi giorni, ritornando al maledetto Curzio. Lui certo non l'avrebbe amata, la melassa. Piuttosto preferiva i duelli, come questo che spero sarà, fra lui e me. E qualcun altro, che c'è nell'opera.
La locandina è di Raffaello D'Accolti, che ha interpretato l'ambiguità di opera e personaggio a modo suo, e anche questa interpretazione ambigua e spiazzante mi piace.
Questo "duello con Malaparte" debutta sabato 23 marzo ore 21 alla Baracca.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.