Dunque con le firme della nostra petizione sul Museo Etrusco a Prato (e ovviamente sulla nascita del Parco Archeologico) siamo arrivati a MILLE e oltre, e andiamo avanti.
Ora questi quattro gatti sono diventati mille appunto e sarà interessante sapere cosa diranno, a Firenze e a Prato, a questi quattro gatti diventati mille e più. Non solo a Maila Ermini bisognerà dare la buona pace, come qualcuno ha detto, ma a più di mille persone! (E questo solo a oggi).
Intanto a Campi Bisenzio sono agitati, come si vede dal settimanale Bisenzio7 di questa settimana, perché qualcuno gli vuol portare via il tesoro di cui più nemmeno si ricordavano. E naturalmente sventolano, non potendo altro le questioni di campanile ("Guerra fra Campi e Prato sui reperti" recita la civetta; ma il campanile si erge solo fra noi e voi politici!), oppure rispolverano vecchi slogan come "La cultura non ha confini"...Invece la cultura è molto confinata, e proprio da coloro che dicono che non lo deve essere. Per ora è confinata l'area archeologica, anzi, recintata e ben inaccessibile, e lo sono anche i reperti!
L'assessore di Prato dice che deciderà la Soprindentenza, come se alla politica non spettasse delineare scenari e dire preferenze, o prendere posizione. La vogliamo prendere o no? Vuole fare al Pretorio la stessa "mostriciattola" che fu fatta per "L'ombra degli Etruschi", mettendo due vasetti?
Campi ha i suoi reperti per il museo alla Rocca Strozzi; a Prato vadano quelli di Gonfienti. E poi, Villa Niccolini, e lo mostrerò prossimamente, deve essere aperta, perché essa stessa contiene tesori!
Il Museo deve essere lì per i motivi che la petizione stessa spiega!
Campi ha i suoi reperti per il museo alla Rocca Strozzi; a Prato vadano quelli di Gonfienti. E poi, Villa Niccolini, e lo mostrerò prossimamente, deve essere aperta, perché essa stessa contiene tesori!
Il Museo deve essere lì per i motivi che la petizione stessa spiega!
L'avete letta?
Senz'altro, nella stagnazione politica e culturale locale, questa nostra petizione costituisce davvero il "caso dell'estate", come recita il titoletto di uno degli articoli che copio, ma la nostra intenzione non è quella di essere un caso, bensì di portare avanti con convinzione la battaglia. Di cui, tanto per informare chi non lo è, mi occupo non dalla primavera scorsa, bensì almeno dal 2003 e, in particolare in prima persona, dal 2007.
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