Nasce la Fondazione Italo Bolano. Un “ponte d’Arte” tra l’atelier-casa museo di Prato e l’Open Air Museum (San Martino – Portoferraio).
Giuseppe Alberto Centauro
Chi ha amato
ed apprezzato l’arte pittorica e ceramica di Italo Bolano, la sua inarrivabile
tavolozza fatta di blu, di colori scuri a contrasto con strisciate di luci di
lontane marine, di bagliori di tempeste come di rasserenanti e quieti azzurri che odorano di mare prima ancora di
abbacinare gli occhi di risplendenti policromie, non dovrà più solo ripensare a
tutta questa bellezza come un bel ricordo del passato, morto con la scomparsa
dell’uomo. Chi ha nel cuore quel racconto poetico e struggente del mare che
l’artista nella sua vita non ha mai smesso di farci conoscere e di dipingere in
tutte le forme possibili avrà modo di sentire ancor vivo e presente questo
mondo partecipando alla rigenerazione del primo “visionario” progetto che Italo
stesso ha lasciato in eredità a tutti noi nel suo “giardino segreto” elbano, un
luogo magico di studio e meditazione che prendeva il nome di dell’International
Art Center. La “Fondazione Italo Bolano ETS”, nata pochi giorni fa, grazie al
profondissimo e devoto amore di Alessandra Ribaldone, sua compagna in vita e
musa ispiratrice di tanta parte del suo inesauribile lavoro, si è posta come
ambizioso obiettivo quello di garantire in modo permanente la sopravvivenza
e la valorizzazione delle opere che l’artista elbano ci ha trasmesso ovunque
abbia lavorato e di quello speciale enclave di sculture all’aperto. Del resto,
Italo Bolano si è impegnato con tutte le sue forze a restituire bellezza e
coraggio nel perseguire l’idea di un mondo che con la poesia e l’arte potesse trovare
una perfetta sintonia con la natura idealizzando la sua amata isola
d’Elba. In particolare, Bolano ha
gettato attraverso il messaggio della sua Arte, un “ponte” tra Prato, eletta
come sede pulsante del suo pensiero critico di didatta e di uomo di cultura, e
l’Elba, quale fonte inesauribile d’ispirazione. Adesso la Fondazione che si è
costituita darà l’occasione per tutti coloro che hanno condiviso con lui i
valori etici e la profonda spiritualità del suo messaggio di concorrere
concretamente a valorizzare la sua opera, custodirla e diffonderla agli altri.
Se Bolano – mutuando quello che ci ha testimoniato il suo caro amico Mario Luzi
– “non ha mai cessato di parlare della sua isola, dell’Elba, dalla quale, per
quanto il lavoro artistico e l’insegnamento lo tenessero a lungo lontano non è riuscito a staccarsi neppure
fisicamente, anzi neppure logicamente, dal suo laboratorio elbano” (quell’”Open
Air Museum” dal quale tutto nasce), in tal modo potremo noi altri farlo nel
ricordarlo in futuro così da riapprendere dalla sua Arte il senso vero della vita, dai suoi concetti
“senza fare a meno di quella risorsa generosa per il senso, per il respiro, per
la lucentezza accesa delle impressioni, per lo spazio dove si profilano e si
dispiegano i piani.” Toccherà per questo alla nascitura Fondazione e ai suoi
futuri amici, magari ripartendo proprio da Prato, sua città d’adozione, e
dall’Elba insieme sostenere questo progetto. In particolare, potremo (dall’art.
3 dello Statuto) “gestire, tutelare e incrementare le opere realizzate
dall’artista sull’Isola d’Elba e fuori di essa, nonché diffondere la conoscenza
dell’artista stesso, diffondere la conoscenza dell’Arte in particolar modo tra
i giovani e gli ospiti dell’Isola anche creando una collaborazione tra le varie
forze culturali, economiche e imprenditoriali presenti sul territorio”. Tra gli
scopi della fondazione vi è anche l'apertura dell'atelier pratese di Bolano in
Via Frà Bartolomeo, per realizzare un luogo di incontro destinato agli artisti
pratesi e in particolare ai giovani emergenti. Non appena concluso l'iter
regionale per la convalida, daremo informazioni su come partecipare. La
Fondazione Bolano è infatti aperta a tutti.
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