mercoledì 15 dicembre 2021

Come sopravvisse la cantante



Dal Calendario dei delitti, il "Delitto della Cantante", 2 aprile.

Vi racconto come riuscii a sopravvivere durante la Grande Proibizione.

Io ero cantante, ma sapete, non si poteva cantare senza permesso.

Allora io cantavo sommessamente, ma qualcuno chissà come mi sentì o seppe, e mi sparò: - Cosa canti, sciocca! Lo sai che non si può. Che tu sia maledetta!

Le parole colpirono proprio le mie corde vocali. Non seppi mai chi mi sparò.

Mi misi a letto. Muta.

La gola era infuocata, e per giorni fui percossa da febbri altissime, e mi trovai in pericolo di vita, e che strazio, senza poter chiamare il dottore! 

Non sarebbe venuto, non mi avrebbe curata.  Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto. Avevo commesso un delitto! Ma sapevo che non avrebbe voluto nemmeno.

Mi curai da sola, giovandomi anche degli insegnamenti dei vecchi maestri, e mi ci vollero mesi per guarire.

Ma fu durante la lunga e solitaria malattia che imparai a cantare in silenzio. A cantare dentro di me. 

Quando fui certa di poterlo fare, era come se avessi imparato una nuova tecnica di canto, decisi di trasformare il mio corpo in un teatro, anzi, in vari teatri. E mi misi a organizzare una tournée all'interno di me. All'insaputa di tutti.

Decisi il programma. Mi sarei esibita con arie del '700 italiano, ma anche qualche canzone folk della mia Terra del Fuoco, era la mia specialità...

Fu così che cantai nel grande, immenso teatro delle mie cellule. Fu così che cantai nell'oscuro teatro del fegato, e cantai nell'acido pancreas, e cantai fra le ovaie solitarie, e cantai per i curiosissimi neuroni, e cantai per l'indomito cuore, e cantai per gli ariosi polmoni, e cantai per le puntute mammelle, e per l'imponente teatro delle ossa, e cantai...

A ogni replica la mia carne risuonava di applausi, e ritornai ad assaporare in qualche modo la gioia del canto, che solo sa chi canta per amore. 

E credo che questo cantar solitario, tacito per il mondo, ma  cristallino e vibrante nel mio corpo, questo giro di note e arie andante nella carne viva, credo sì che mi abbia guarita e condotta fuori dal soffocato mondo, portata in salvo, limpida e argentina come sono, fino a qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo, commovente, rivoluzionario.
Brava.

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