giovedì 30 giugno 2022

"Non ci capiamo" al Giardino Buonamici,di Prato

Ieri sera abbiamo replicato a Prato, al Giardino Buonamici, Non capiamo, dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini.

Il posto non è adatto per il teatro, c'è troppa confusione attorno,  dentro e fuori il giardino,  e il nostro invece è un "rito culturale" impegnato e faticoso, che richiede massima attenzione per chi recita e chi ascolta e vede.

Ma l'avevamo notato anche l'anno passato rappresentandovi "La Cervelliera", che è uno spettacolo più lieve.

E poi lo spazio adibito non sembra stato allestito per il teatro, quanto piuttosto per 'eventi' di minor peso, come presentazioni di libri o letture, per esempio; infatti non c'è il palco e il pubblico in fondo alla fila di sedie rischia di non vedere niente. La moquette sulla pedana è stata messa male, e si rischia l'inciampo.

Senza considerare la fatica di portare su e giù gli oggetti per la scena per le scale di ingresso al giardino. Ma ancora abbiamo fiato e forza per fare attori e tecnici insieme, e c e l'abbiamo fatta.

Purtroppo è mancata anche la presenza di qualcuno del Comune, anche se c'erano due maschere: due ragazzi credo, ma non so, non si sono presentati.

Di molto aiuto invece è stata la presenza del tecnico Mauro Forte, che ringrazio.

E ringrazio anche gli amici che sono tornati a vedere lo spettacolo e tutti gli spettatori -  non erano pochi! -, che sono stati partecipi al nostro "rito culturale"fino alla fine.

Al momento non ho foto della serata.


Questi i commenti del pubblico.

"Bravi. Spero possa essere rappresentata nei vari teatri" (A. Livi)

"Bravissimi" (scritto due volte, daViola e da un altro spettatore)

"Emozionante e toccante"

"Dialogo semplice e poetico, anche se tratta di argomenti molto profondi. Maila Ermini bravissima come sempre" (Grazie!).



domenica 26 giugno 2022

Non ci capiamo, e la questione dell'aborto


Mercoledì prossimo, 29 giugno 22 (Piazzetta Buonamici di Prato, ingresso libero) replichiamo Non ci capiamo, Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini.

Dati i tempi - annullamento del diritto costituzionale all'aborto negli Stati Uniti - ci sembra che la nostra rappresentazione sia più che mai significativa e opportuna.

L'incontro, mancato nella realtà, fra Carla Lonzi e Pasolini, e che sta alla base del dramma, parte proprio dalla discussione della legge sull'aborto in Italia, la 194, nel 1975 e dalle polemiche scaturite dall'articolo di Pasolini "Il coito, l'aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti". L'articolo pasoliniano, pubblicato sul "Corriere della Sera" il 19 gennaio 1975, fu all'origine di una vasta aspra discussione e critica che coinvolse molti intellettuali e che è conosciuta, e che spesso è stata strumentalizzata.

Pasolini rifiutava l'aborto non dal punto di vista legale, ma perché lo considerava una aborrita conseguenza del consumismo sul sesso. (1).


La posizione della Lonzi è meno conosciuta, e voglio qui riportare due passi da due opere che non sono reperibili su Internet, ma che ritengo utili per la comprensione della situazione attuale, il diritto d'aborto sempre messo in discussione ovunque e quando possibile -  nonché ovviamente della mia opera:

"Le donne abortiscono perché restano incinte. Ma perché restano incinte? È perché risponde a una loro specifica necessità sessuale che effettuano i rapporti col partner in modo tale da sfidare il concepimento? La cultura patriarcale non si pone questa domanda poiché non ammette dubbi sulle leggi "naturali". Evita solo di chiedersi se in questo ambito ciò che è "naturale" per l'uomo lo è altrettanto per la donna: lo dà per scontato e difende con ogni mezzo la sessualità dell'uomo patriarcale come sessualità "naturale" per entrambi, uomo e donna.
(...)
L'uomo ha lasciato la donna sola di fronte a una legge che le impedisce di abortire: sola, denigrata, indegna della collettività. Domani finirà per lasciarla sola di fronte a una legge che non le impedirà di abortire: sola, gratificata, degna della collettività. Ma la donna si chiede: "Per il piacere di chi sono rimasta incinta? Per il piacere di chi sto abortendo? Questo interrogativo contiene i germi della nostra liberazione: formulandolo, le donne abbandonano l'identificazione con l'uomo e trovano la forza di rompere un'omertà che è il coronamento della colonizzazione.

La donna adesso riflette: se è stato nel modello sessuale imposto dall'altro, dall'uomo, che essa ha sfidato il concepimento, allora è stato l'uomo a sfidare il concepimento sul corpo di lei. Il concepimento dunque è frutto di una violenza della cultura sessuale maschile sulla donna, che viene poi responsabilizzata di una situazione che invece ha subìto.
Negandole la libertà di aborto l'uomo trasforma il suo sopruso in una colpa della donna."
(Sessualità femminile e aborto in Sputiamo su Hegel, pp.68-70, Rivolta Femminile, Milano, 1974).

E ancora, in particolare commenta la posizione di Pasolini, su Taci, anzi parla:

"Non posso leggere qualcosa di Pasolini senza che mi ri riapra una specie di ferita. Avrei dovuto esporgli il mio punto di vista, argomentarlo - adesso capisco che ha parlato da poeta, come si dice, cioè abbastanza sprovveduto sul problema dell'aborto in sé, mentre io davo per scontato che ne fosse molto addentro, in questo riconosco un mio tipico errore...L'equivoco di base è che non ho preso sul serio la sua dichiarazione contro la liberazione dell'aborto, il suo verdetto di omicidio. L'ho considerato implicitamente un pregiudizio, un falso problema. Qualcosa da non controbattere nemmeno, da lasciare smaltire per via indiretta. La via diretta era l'offerta di una fiducia che facesse barcollare la sua sfiducia nella donna. E' da questo sentimento verso la donna che nasce in lui l'orrore di un aborto lasciato al suo arbitrio. Ancora, Pasolini si sente l'unico martire, e non può abbandonare il suo punto di vista egocentrico. Anc'io ho avuto la stessa forma di autoinvestitura. Certo i miei drammi sono stati più privati (il fatto che non mi abbiano permesso che fossero pubblici non è l'affronto peggiore?), mentre in lui hanno avuto un aspetto di persecuzione aperta che deve essere stato tremendamente umiliante visto che non riesce a liberarsene, oppure lo sta facendo, ma c'è ancora dentro; d'altra parte è anche un uomo affermato come poeta, regista, scrittore, quindi ha avuto la controparte positiva, è stato riconosciuto dalla cultura. Mentre io no, e ammettiamo pure che c'è un abisso tra noi, siamo sulla stessa strada, e io sono più avanti. Dunque non ha capito quello che io gli ho scritto per questo semplice motivo. Avrei potuto dirgli qualsiasi altra cosa, non sarebbe servita a niente. L'unica non dico speranza, ma possibilità, è che la lettera abbia trovato eco nel suo inconscio.
Il mio problema è i non rinati, non i non-nati.
Nessuno può impormi la maternità se non la voglio.
Questo è il dogma".
(Taci, anzi parla. Diario di una femminista. Edizioni Rivolta Femminile, Milano, 1978, pp. 940-941).


Approfondimento sul dramma:

venerdì 24 giugno 2022

ll teatro è l'arte più anticonsumista




Ieri Contro il Teatro da Pasolini al Circo Arci L'Unione di Vergaio.

Ringrazio Edi Guasti e tutto il Circolo per questo atto di coraggio nei confronti del teatro e dell'arte, per aver dato un segnale democratico in un tempo che è la sua negazione assoluta.

Abbiamo realizzato quel rito culturale di cui parla PPP,  il dialogo fra corpi e menti, carne e ossa di pubblico attori autori basato sulla parola,  improponibile ormai in qualsiasi contesto perché lo spettatore non è più abituato, non è più capace di ascoltare, capire le parole (questo già al tempo di Pasolini), immerso e condizionato com'è dal sistema sociale politico economico basato sull'audiovisivo tecnologico comunicante e uniformato, acorporale e amentale.

Alla Baracca questo rito basato sulla parola lo facciamo da sempre, ma lì,  anche se ugualmente difficile e da molti deriso come si dice si gioca in casa, e poi è un lavoro che ho intrapreso, io e insieme a me altri che m'accompagna, trent'anni fa e siamo a buon punto.

Siamo a buon punto perché non mi giustifico più se ci sono poche persone, per esempio, se il rito non è più così teatrale e non prevede l'azione del saltimbanco. Quando rappresentai per la prima volta lo spettacolo sui "celestini" molti colleghi sentenziarono che quello non era teatro. E' accaduto altre volte.

D'altra parte mi piace anche dilettarmi nel comico e nel teatro più classico, divertente, tragico, in rima, letture, mise-en-espace, per ragazzi, senza pregiudizi. Ma mai nel "facile".

Scrive Pasolini:
"Se io facessi un'opera facile, per il popolo, sbaglierei, perché non mi rivolgerei più al popolo, ma a questa nuova nozione indefinibile, la massa. Cioè compirei un'azione assurda, alla quale mi ribello, perché io mi ribello alla cultura di massa. Perché so che la cultura di massa è l'antidemocrazia".

Oggi è impossibile sfuggire alla cultura di massa proprio perché è alla base del sistema tecnocratico comunicante e avvolgente dove conta solo essere popolari. Guai a chi non lo è.
E per essere popolari bisogna far parte della massa, che la massa ti segua.  E quindi bisogna essere conformisti.

Solo il conformisti, e quanti guru!, hanno i "followers". La cultura dei seguaci è la cultura più conformista e reazionaria, misera e manipolante. Ipocrita.

In questo gioco della distruzione umana, della sua cultura e della sua creatività (che è anche opposizione a chi ci governa) il potere realizza il suo sistema più perfetto di dominio.

Il teatro, quando si slega dal sistema  (i circuitoni vellutati di cui parlava il nostro, ah se li vedesse ora che son diventati!), è - dice Pasolini, "una forma di protesta violentissima, ideologicamente estrema, globale...Fare teatro è come una forma di protesta democratica contro l'antidemocrazia della cultura di massa.".

Naturalmente questo vale per tutte le arti, ma il teatro, essendo atecnologico, arcaico, non riproducibile in serie e quindi non mercificabile, essendo dialogo e rapporto fra corpi viventi può essere la più anticonsumista e ribelle delle arti. 

E ora molto di più che al tempo di Pasolini.

giovedì 23 giugno 2022

Contro il teatro

Contro il teatro, da Pasolini, presentato per la prima volta alla Baracca nel febbraio scorso, e che replico stasera a Vergaio Circolo Arci ore 21,15 con ingresso libero,  non è uno spettacolo classico, ma piuttosto si vuole avvicinare a quel rito culturale di cui parla PPP nel suo "Manifesto per un nuovo teatro".

Avviso che non è un santino. Pasolini non entra e non sta in nessun santino a uso e consumo di qualche parte.







mercoledì 22 giugno 2022

Commissioni d'inchiesta sulla morte di artisti e intellettuali italiani

Oggi alla Camera c'è stato un incontro gestito dall'Onorevole Manfredi Potenti, che fa parte della commissione giustizia, che apre, speriamo! un nuovo percorso di indagine sulla morte di Luigi Tenco al Festival di Sanremo nel 1967. Erano presenti il legale e Patrizia Tenco, nipote del cantautore. (1) 

Sarebbero opportune commissioni di inchiesta parlamentari vere e non di partito anche sulla morte di

IPPOLITO NIEVO, scrittore

PIER PAOLO PASOLINI, poeta.(2)

RINO GAETANO, cantautore.

(In aggiornamento).



(1) https://webtv.camera.it/evento/20955

(2) Su PPP ci sono stati varia annunci di commissioni, e l'ultima è questa: http://documenti.camera.it/_dati/leg18/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/022/019/INTERO.pdf.  Ma tutto sembra insabbiarsi da quelle parti.

lunedì 20 giugno 2022

L'inferno ricco e conformista

Molti giovani, soprattutto laureati in materie scientifiche, fuggono all'estero, attirati dai soldi e dalle carriere del Nord Europa: Olanda Belgio Inghilterra e dintorni.

Dicono che là sono  trattati bene, che qui in Italia non sono sufficientemente valorizzati o pagati.

E' così: là c'è buon stipendio e vita cara. Anche per questo si va in bici, perché l'autobus costa come un tassì.

Insomma, i giovani si affidano convinti alla cottura dell'inferno neocapitalista, tecnocratico reazionario corretto asfissiante ricco.

CONFORMISTA.

Davanti al contante i giovani cassieri dei supermercati del Nord Europa non sanno contare, sono in difficoltà. Tutto si paga con la carta. Tutto si fa con il palmare.

Tutto è medesimo, uguale, come deve essere, senza disordine, come la struttura urbanistica delle città.

Preferisco di gran lunga cuocere nel maledetto caotico imperfetto caldissimo inferno di qua.

sabato 18 giugno 2022

Programma alla Baracca e dintorni


Questo è il programma dei nostri spettacoli a Prato nei prossimi giorni. 

 Giovedì 23 giugno al Circolo L'Unione di Vergaio replico

CONTRO IL TEATRO da Pasolini

con me, Gianfelice.

L'esperienza di Pasolini col teatro italiano fu negativa in modo assoluto. E però solo lui ha lasciato un contributo fondamentale con il suo Manifesto. Per lui il teatro significava lotta contro la cultura di massa, e naturalmente non fu "capito".

Ingresso libero.


Mercoledi 29 replichiamo, ambito Pratestate, ore 21,30

NON CI CAPIAMO Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini

scritto e interpretato da me e con Gianfelice. (Ingresso libero senza prenotazione).


Sabato 2 luglio, al Pereto della Baracca

DISCORSO ALL'ORTO, Confessioni di un'ortolana

Si tratta di una pièce comica, divertente e crudaiola.

Segue l'aperitivo casalingo, e bisogna prenotare, i posti sono limitati. (10 euro).

venerdì 17 giugno 2022

Capperi al Pereto 22

 


Nonostante sia stato organizzato all'ultimo, vista la fagocitante tournée olandese, ieri sera sono riuscita a replicare L'amore è un brodo di capperi nell'orto-pereto

Il rito scaramantico è stato compiuto.


"Molto divertente, bravissima nell'interpretare così tanti personaggi. Da rivedere". (Rosalia C.)

"Bravo! Tu as su...nostre attention meme si on...tout compris...Je ai eté heureux de t'applaudir sur scène..."(Catherine).

"Bella serata! (Fiorito).

Grazie! Non ho mai riso così tanto! (Teresa).

"Sempre un piacere!" (Patrizia).


mercoledì 15 giugno 2022

Capperi e altro

Tornata in Italia dopo una faticosissima tournée ricca di spunti, riflessioni e di "successo".

Crisi in vista, ormai è evidente, per il sistema governo italiano, che, come risulta anche dalle elezioni e soprattutto dal referendum sulla giustizia.  E' governo che non ha più il sostegno di una grossa parte dell'elettorato. Ma soprattutto non è più sostenuto dal Covid.

Dalle elezioni di domenica scorsa viene fuori un PD mesto (anche in Toscana dove a Pistoia torna Tomasi sindaco dal di là di ogni previsione), un M5S giustamente punito, e una Destra che avanza ovunque. 

Ho un orto meraviglioso, uva da tavola e pomodori che si matureranno a breve. Una salvia prepotente. Un'altra vite è nata spontaneamente. Pere: sarà credo un ottimo raccolto, a tal punto che  dovrò combattere duramente con i calabroni, ghiottissimi. Ma ancora non ci sono, arriveranno fra una ventina di giorni, puntuali con la maturazione dei frutti.

Giovedì 16 giugno ore 21,30 replico L'amore è un brodo di capperi, quasi ormai un rito scaramantico. Chi è interessato deve prenotare.




venerdì 10 giugno 2022

Olanda 22, reportage


Ultima moda si fa per dire. Qui da un rigattiere. E tutti pazzi per l'usato, il basso costo.

                                     Attenzione alle biciclette, qui sul sellino si vola e ti possono investire!


                                          C'è il sole, finalmente e il verde comanda

                                    Case senza avvolgibili, persiane, tapparelle, niente. Tende e via. 
                                      Deve entrare il  sole! Al mattino ti svegli alle 6 perché
                                        la camera è già piena di luce...
                                             Olanda multicolore e rispettosa delle differenze: sembra. 
                                           E ovunque tracce delle ex Colonie...
                                                                Giorno di mercato...


                                                                


Vecchi lupi di mare.
Il cartello recita: Destinato ai visitatori pratica fisioterapica.
Prestare attenzione al parcheggio a pagamento.


Noordwijk, località di villeggiatura sul Mare del Nord.
Sopra la chiesa protestante, la cattolica sotto.
La vertigine verso il cielo è una protesta, distinzione dal romanico.
Insomma, Roma è avvisata.
Però: "Vijk" viene dal latino 'vicus', 'paese', 'villaggio'. Lo stesso del nostro Vicchio.

giovedì 9 giugno 2022

Giustizia 22

Brevemente sui referendum sulla giustizia del 12 giugno '22: non voto, e non perché mi troverò ancora fuori Italia.

Credo i quesiti referendari, purché ben presentati e con titoli allettanti, siano del tutto inutili per una vera riforma di una giustizia che si trova in mano alle correnti politiche e alle logge.

Nei due ricorsi che feci contro il rifiuto da parte della Regione Toscana di assegnare una manciatina di soldi pubblici al Teatro La Baracca - era qualche anno fa - ebbi modo di capire un pochino chi era la signora giustizia a cui mi rivolgevo con tanta sollecitudine. L'avvocato fu chiaro fin dall'inizio e mi confidò onestamente che non avrei mai potuto vincere - a prescindere dalle mie fondate ragioni - per il semplice fatto che il sistema della giustizia è, e lui diceva dolcemente, pilotato. E infatti persi il primo e anche il secondo ricorso.

Oggi non solo non presenterei ricorso alla giustizia, ma nemmeno domanda alla politica.

Lettura consigliata: Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist; in alternativa Il processo di Kafka.

https://www.referendumgiustiziagiusta.it/i-6-quesiti/

"Non ci capiamo" all'Istituto di Cultura di Amsterdam

Una serata discretamente affollata con tanto di pubblico olandese. E con spettatori che hanno sostenuto un dibattito con domande significative e intelligenti sul rapporto ideologico fra Lonzi e Pasolini, i singoli protagonisti, sul femminismo.

Mi hanno sorpresa. Tutto avrei pensato di esportare in tutto e per tutto il modo di fare teatro, semplice provocatorio ideologico,  di assoluta parola, dalla Baracca di Prato ad Amsterdam. 

Che accade?

Le foto dello spettacolo sono di Leo Giannotti. Il ritratto di Pasolini, posto all'ingresso dell'Istituto di Cultura Italiana di Amsterdam e che qui copio, è del pittore olandese Vries Bastiaen.












Commenti:

-Bravi, e grazie (Paola Cardone IIC Amsterdam)
-Bellissimo, bravi.
-Ho scoperto di essere un pasoliniano e un lonziano senza saperlo. Grazie. (Mauro Mastrogiacomo).
-Molto interessante e ben presentato!( Lia Karsten)
-Sono molto contento di esserci stato (Leo Giannotti)
-Grazie mille per la splendida interpretazione (Francesca).
-Una vera serata di cultura (Gianfelice).

mercoledì 8 giugno 2022

"Non ci capiamo", stasera ad Amsterdam

 



"La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non essere capiti". PPP
"Non ci capiamo", Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini, stasera ad Amsterdam, Istituto Italiano di Cultura, ore 20.

martedì 7 giugno 2022

Tournée europea dello spettacolo "Non ci capiamo" (Lonzi-Pasolini)

 Pubblico alcune foto scattate durante il viaggio. 


Olanda






Svizzera e Germania





Studio del copione...





Trentaduemila ingressi o sarà un flop?


Qualcuno certo è stato contento nel leggere del prossimo arrivo, a luglio, del Museo di Gonfienti a Campi!
Se scorrete l'articolo de Il Tirreno (di domenica 5 giugno 2022), il tempo usato è il futuro, perché nonostante gli annunci ancora ci troviamo in alto mare. Ma anche quando sarà realtà, e vedremo i politici sfilare per il taglio del nastro con foto, perché certo in qualche modo rabberceranno il museo, ecco che solo in sogno arriveranno a trentaduemila ingressi in 18 mesi (che è il tempo prova concesso per la modica somma di più di 90 mila euro!).
Gestirà il tutto la società partecipata del Comune dell'Accademia dei Perseveranti, la stessa che gestisce il Teatro Monni.
A Prato di Gonfienti dovrà rimanere il minimo possibile, e l'obbiettivo sarà far dimenticare l'idea di un parco archeologico nonché museo vicino agli scavi e, soprattutto, vicino all'Interporto!
Il museo vicino agli scavi, dispiace per le magnifiche sorti e progressive immaginate e realizzate dalla classe politica locale, rimane l'unica vera alternativa sensata per valorizzare l'area e darle vita. E non certo le visitine sotto le stelle previste nel sito per la prossima estate organizzate solo pro propaganda e diversivo!
L'obbiettivo vero di questa operazione museale è, se non far morire, sminuire l'area archeologica, lasciarla un campetto in mezzo ai capannoni e ai Tir e, soprattutto sprezzo nei confronti di più di 1600 persone che hanno espresso la loro volontà che un museo rimanga nei pressi degli scavi! con le loro firme!
Ma voglio terminare con alcune domandine: vedremo le solite cooperative a gestire il museo di Campi Bisenzio, con vigilanti sottopagati e il ben noto sistema dei subappalti...? E la Rocca, quando la restaureranno? Perché tutta questa fretta di aprire il museo dei reperti di Gonfienti quando ci sono urgenze per il castello?
Il museo etrusco di Campi Bisenzio, sarà un flop, visto anche che l'area archeologica dista 40 minuti circa a piedi?

venerdì 3 giugno 2022

In partenza



Alla vigilia del nostro tour teatrale in Olanda, - porteremo Non ci capiamo, dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini, e uno spettacolo per ragazzi - , mi sento smarrita. Non per il lungo viaggio, le incognite, che sono poi anche il bello di tutti i viaggi, ma per la mancanza di senso del nostro fare teatro per cui, come aveva ben visto Pasolini già molti anni fa, "non c'è richiesta".  E non si riferiva alla richiesta commerciale, ma a una necessità intima e profonda, sociale e politica. 

Ringrazio chi, non curandosi della mafia culturale e di partito, vizio ormai transnazionale, ignorando la servitù se non prostituzione che è ormai richiesta per ogni genere di lavoro,  coraggioso chiama artisti artigiani, semplici, non inseriti in nessuna fondazione circuito sistema con spettacoli difficili, non ruffiani. Che in un tempo insensato sollecitano il senso, e non quello ipocrita dei vari palazzi, che si mostra nei giorni di festa.

Chi fa questo genere di teatro - diciamo asistemico e non mediatico - è visto come la peste, e destinato, nel giro di pochi anni, a scomparire. La tecnologia compirà a breve quello che rimane da fare.

Oggi si sopravvive in pochissimi. E a parte qualche sostegno e apprezzamento, che c'è, il resto è disprezzo poi da parte di molti (che spesso giudicano senza conoscere o invidiano la creatività) o  paternalismo di chi, con in mano il piccolo scettro,  benedice e contenta con una data per farti star zitto o non sentirsi colpevole per la tua morte. 

Questa tournée europea è tutta sulle nostre spalle.

Nei limiti del possibile e delle mie idiosincrasie, racconterò questo viaggio.


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.