Accompagnando mia madre in chiesa per una messa ai suoi e miei defunti, in uno di questi piovosi pomeriggi, ecco che ho avuto conferma di quanto so da sempre: teatri, chiese, cimiteri, e pochissimi altri luoghi sono ormai quelli rimasti dove si sperimenta l'inversione del ritmo imposto dall'esterno a tutti noi, dove si vive e si opera un cambio di respiro, di sguardo, insomma, di comportamento, dove, finalmente, compie forse l'unico viaggio ormai possibile.
Dove si ascolta, così dicevano i vecchi, il silenzio.
Anche da studente, a Firenze e a Roma, nelle chiese mi sedevo non per pregare, non sono credente, ma per ripararmi dal tumulto, e così mi riparo ancora là a volte, e passeggio nei cimiteri, non certo per necrofilia!
Fenomenologia del sacro che si manifesta ormai rarefatta e violata.
Nei teatri purtroppo l'allontanamento e stravolgimento del quotidiano, dove avviene il miracolo del sacro, lo spazio come tempo, il mito come verità, la notte come luce, il silenzio come voce, il medicamento senza medicina, è sempre più difficile, ostacolato se non impedito, perché i teatri sono diventati quasi tutti luoghi solo mondani e commerciali, hanno perso il rito, incluso quello rimasto esteriore del vestito, e quindi la sacralità.
Lo spettatore non sperimenta più alcun miracolo, non vive la trasformazione, perché è visto come lo vedono ovunque, cliente, merce numero, prenda il biglietto, e le programmazioni degli spettacoli, tutte uguali perché vi circolano le stesse compagnie con i medesimi spettacoli "divertenti" e ruffiani, sono o-scene.
Infatti i programmanti messi alla gestione dal potere dei partiti e dal sistema economico imperante scelgono solo spettacoli o quante dir si voglia espressioni artistiche che lo rafforzino con il la i personaggi famosi della televisione o altro mediatico, e fanno di tutto perché lo spettatore non possa essere altro che consumatore. Alla fine, con il selfie insieme al divo all'uscita del teatro, fa addirittura la riverenza.
Questo accade da tempo, ma oggi con fare più scientifico e netto grazie alla tecnologia, e programmato e numerato.
E tutto deve essere dimenticato e cancellato presto per far posto al prossimo evento da dimenticare.
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