giovedì 22 dicembre 2022

Recensione su L'infanzia negata dei celestini, 2022

 L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI

@Teatro La Baracca: dalla micro alla macro- storia

 scritto da  Leonardo Favilli | 21/12/2022

 (Per la rivista GUFETTO).

Giunta al suo diciottesimo anno (repliche dal 2004 con interruzione nel 2020), L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI è una lezione-spettacolo che Maila  Ermini,  anima  del  Teatro  La Baracca, interpreta con passione e coinvolgimento. Oggetto della rappresentazione è la storia dell’orfanotrofio fondato nel 1934 dal “venerabile” Padre Leonardo sulle colline di Prato e chiuso nel 1966 dopo la denuncia di maltrattamenti e privazioni dei bambini e ragazzi ospitati, identificabili dal loro grembiule celeste. Uno spaccato della storia locale e non solo il caso assurse alle cronache nazionali – raccolto in un libro che ripercorre le tappe della vicenda con testimonianze e materiale che Maila Ermini ha scrupolosamente raccolto nel corso degli anni.

 

L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI: la storia vista da   dentro

In un recente viaggio a Londra, ho notato all’aeroporto di Gatwick la gigantografia di un primo piano dell’ormai defunta Elisabetta II realizzato come un puzzle di tante piccole fotografie che pur contribuendo all’immagine che il nostro occhio è in grado di percepire, si perdono impedendoci di coglierne i dettagli. Seduto pochi giorni fa sulle panche  dell’ormai  storico  Teatro  La  Baracca  a Casale di Prato (per alcuni dettagli sulla sua fondazione vedi qui) ho avuto il privilegio di entrare dentro una di quelle piccole tessere. Ogni grande storia, infatti, è come quella gigantografia,  un mosaico composto da piccole storie che, sia per la loro eco locale, sia  per  l’impossibilità  di registrarne la memoria, rischiano di perdersi nel vortice del tempo, permettendoci di avere solo una visione generale, quella del “volto della monarca”. Se la precarietà e la disumanità  degli orfanotrofi italiani, così come accadeva per manicomi e riformatori, non ci sorprende e continua ad impietosirci, le vicende legate alla struttura di Prato rappresentano uno spaccato di vita vera che allibisce e stordisce allo stesso tempo.

 

L’orfanotrofio: dalla fondazione alla vergogna nazionale



L’orfanotrofio di Maria Vergine Assunta in Cielo fu  fondato  nel  1934  dal  cappuccino  Padre Leonardo, uomo venerabile e considerato intoccabile diverse anche le celebrità che negli anni ’50 e ’60 si recavano presso di lui per riceverne conforto e consiglio sulle colline prospicienti la città di Prato. Da allora centinaia di bambini e ragazzi, orfani o affidati da genitori emigranti, sono stati ospitati tra le mura della storica struttura,  costretti  ad  indossare  un  inconfondibile grembiule celeste da cui il soprannome di Celestini, soprattutto agli occhi dei cittadini che li incontravano per le strade a chiedere offerte o a  popolare  le  processioni  funerarie.  Una  presenza  discreta  ma integrata in un tessuto cittadino spesso rinsaldato da convenzioni, ipocrisie e abitudini incancrenite in una realtà ancora provinciale, dove la posizione riservata nella scala sociale alle istituzioni ecclesiastiche era e spesso ancora è intoccabile. Come quel padre Leonardo fondatore del vergognoso istituto.

 

L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI: la rispettosa semplicità della scenografia

In uno spazio tappezzato di alcune pagine di giornale della cronaca relativa al  processo,  una lavagna a gessi sulla sinistra è l’unico supporto che Maila Ermini, seduta per lo più sullo sgabello al centro, luce centrale fissa, utilizza per aiutarci a ripercorrere le tappe fondamentali che condussero allo scoppio dello scandalo nazionale. Sempre con la sua pubblicazione in mano, Maila attira magneticamente l’attenzione dei presenti ricordando e citando lettere, documenti ufficiali e dichiarazioni, condividendo anche alcune sensazioni e riflessioni personali, sempre con profonda onestà intellettuale. Ne emerge complessivamente un rispetto profondo per tutti, vittime e carnefici, senza scadere nel qualunquismo e nella demagogia neanche quando si giunge all’epilogo della vicenda: tutti assolti tranne un’unica dottoressa che se la caverà con una pena irrisoria.

 

Solo domande e nessuna risposta sulla vicenda dei Celestini

                                Maila Ermini ne L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI

Incontri più e meno fortuiti, ricerche e testimonianze hanno consentito all’artista di definire, non senza difficoltà, un quadro dettagliato con appiglio quasi investigativo, ricco di nomi e date, sullo sfondo di una società i cui contorni sono sfumati dall’incredulità crescente dalla quale siamo inondati. Nonostante le segnalazioni ed i tentativi di fuga, la cieca cattiveria  degli  “educatori”, nascosta dietro una spessa coltre di spiritualità fatta di punizioni corporali, preghiera opprimente e umiliazioni di gruppo, ha continuato a scagliarsi per mero sadismo su bambini e ragazzi in condizioni igieniche e didattiche inumane tali da condurli alla diagnosi di ipoevolutismo cognitivo. Cui prodest? Domanda sospesa senza risposta per un episodio che, da quel momento, si è scoperto tutt’altro che isolato nel panorama nazionale.

 

Le prospettive drammaturgiche de L’INFANZIA NEGATA

In un tempo nel quale si torna a parlare di punizioni con toni più vendicativi che pedagogici e nel quale l’indottrinamento è pratica altrettanto diffusa, L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI è un’operazione di teatro civile che avvicina Maila Ermini a nomi di caratura nazionale come Laura  Curino o Ascanio Celestini. Col tempo confidiamo che ci sarà spazio per un’evoluzione drammaturgica che al momento risulta ancora embrionale nonché prematura. La presenza e partecipazione di alcuni testimoni delle tristi vicende dell’orfanotrofio impedisce di azzardare.

Nonostante sia spontaneo e naturale condannare, esiste infatti una zona grigia nella quale anche fatti incontrovertibili possono assumere mille sfumature, ancora troppo confuse per consentire una lettura univoca. Ci auguriamo pertanto che questa lezione-spettacolo prosegua il suo pluriennale percorso di rinnovamento e di maturazione mantenendo la stessa onestà e lo stesso spirito rispettoso che abbiamo ritrovato sul piccolo ma prezioso palco del Teatro La Baracca.

 

Visto al Teatro La Baracca (Casale di Prato) il 17 dicembre 2022


testo e interpretazione Maila Ermini

regia e scenografie Maila Ermini
foto di copertina Francesca Pagliai

Il testo “L’infanzia negata dei Celestini” è stato pubblicato da Zella (I edizione 2006).

https://gufetto.press/teatro/linfanzia-negata-dei-celestini-teatro-la-baracca-dalla-micro-alla-macro-storia/


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P.S. Anche la ristampa della seconda edizione è esaurita.

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