Ieri c'è stata la terza replica di Pinocchia alla Baracca.
Per me è stata particolarmente significativa, perché ne ha sancito la definizione del senso.
1. Pinocchia era un progetto drammaturgico che avevo da diversi anni, credo dal 2020, ma che è rimasto nel cassetto fino a quando Peter Schmidt e Britta Von Websky dell'organizzazione SI-PO di Prato non è venuto a chiedermi di sviluppare un Pinocchio al femminile. Sono stata incerta fino all'ultimo sul risultato perché i tentativi precedenti al mio non erano riusciti graditi o considerati significativi.
2. Pinocchia è il percorso di una liberazione tutta al femminile, è un suo paradigma. Ma la liberazione o emancipazione non avviene, come nel Pinocchio, diventando un bravo ragazzo ma, paradossalmente, nel restare burattina, e in ciò trova la sua "strada", la sua identità. Come ha scritto Lisa, "perché vuole restare sé stessa".
3. Pinocchia non è tanto la riscrittura della favola di Pinocchio in chiave femminile: è una sua rifondazione o un'altra cosa, (come ha anche detto il Prof. Valter Bucelli che era fra il pubblico), anche se tutta la storia segue l'andamento della favola originale, e la riproposizione dei suoi personaggi.
4. E' una favola del presente, di quello che vi accade nel brutto gioco dello sfruttamento dell'essere umano, qui in particolare le donne, ma in fondo tutti quelli che è possibile sfruttare nel sempre più terribile eser-vizio del potere.
4. E' una favola "vera". Sì, è divertente e fa sorridere, ma la sensazione che dà recitandola è proprio quella di certe favole, che risultano incredibilmente reali.
5. Alcuni personaggi dicono alcune battute in tedesco, che io ridico in italiano, per sancire un legame con la tradizione favolistica- i Grimm, in specifico -, ma questa volta ho fatto riferimento anche ad altri scrittori, come Perrault, che ho citato, ma anche Basile e Straparola, che non ho citato.
6. Nel bilinguismo, in alcuni momenti, della rappresentazione c'è poi un riferimento anche alla tradizione della Commedia dell'Arte, i cui comici, girando per l'Europa, erano costretti a dire alcune frasi chiave, per far capire il senso, in italiano e nella lingua del paese dove si trovavano a recitare.
6. In questa terza versione ho introdotto un preciso riferimento all'Odissea, non so se qualche spettatore l'ha colto, esattamente nel rapporto fra Pinocchia e il Pescecane, che è speculare di Ulisse e Polifemo.
7. Una curiosità: alcuni spettatori mi hanno detto di essere andati a rileggere Pinocchio dopo aver visto il mio spettacolo, che molti non l'hanno letto.
Sono soddisfatta della Pinocchia, che mi è costata molta fatica anche dal punto di vista dello studio tecnico-recitativo, e anche il pubblico, di cui scrivo i commenti qui sotto, ha molto gradito la rappresentazione.
Grazie!
"Uno spettacolo che arriva nel profondo e che ti lascia incantato. W i burattini" (Erica e Valter)
"Rimane burattina perché vuole essere sé stessa" (Lisa)-
"Pinocchia è unica, nient'altro da dire, mitica" (Lina)
"Danke, liebe Pinocchia. Wir brauchen mehr davon" (Grazie, bella Pinocchia. Ne abbiamo bisogno). - Senza firma