venerdì 27 settembre 2024

Archeologia del presente

Ho detto tante volte che La Baracca è un teatro archeologico.

Non scaviamo però solo nel passato, ma anche nel presente. Perché è un presente che fagocita e seppellisce, e tutto viene, anzi deve venir travolto implacabilmente.

Al momento il teatro, e gran parte della cultura in verità, è come una mummia tenuta in vita dal sistema politico, sostanzialmente insignificante e marginale, perché ha perso del tutto la sua capacità di dire una parola autonoma e critica rispetto al mondo.

Se studiate le programmazioni anche di quelli pubblici, nei teatri vedrete sempre di meno opere e sempre più figure mediatiche, spesso santoni e conferenzieri che tentano invano di curare l'umanità resa malata e che deve restare tale; insomma, Pirandello ci sta sempre meno per lasciar spazio al fisolofone di grido; o al personaggio sanremita. 

Se ora è un replicante del sistema mediatico, una volta era l'opposto. Sì, una volta il teatro era marginale, ma aveva una influenza molto grande. Ora è solo marginale e appunto, se fatto a certe condizioni, anche marginante.

Ormai in Italia i teatri veramente liberi e svincolati dai finanziamenti e sostegni mediatici sono credo pochissimi (a parte quelli che ospitano solo personaggi televisivi ecc., che comunque sono finanziati da "taikun" privati), e non solo per le difficoltà che l'assenza di soldi comporta, ma anche per vergogna. Voglio dire che per sostenere un teatro libero bisogna anche reggere i continui tentativi di umiliazione, discriminazione e scherno di cui si è oggetto. Anche per questo nessuno vuol più essere libero in campo culturale. Non capiamo più cosa vuol dire essere liberi e preferiamo essere sommersi e schiacciati dalla macchina del presente.

Agli spazi come la Baracca, che in politici disertano (e non solo loro) per paura e odio e che sperano di vedere chiusi e dimenticati, per avere un senso non resta altro, in attesa di essere travolti anche noi, che scavare in questo presente, ormai già quasi passato, per trovarvi e lasciare una traccia di quella umanità che ormai sfugge un po' a tutti.

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