Prima di tutto perché si presenta insieme alla Mostra Parlante "Ti mando ai celestini", una specie di commistione visiva e parlata in cui oltre alla storia, spiego bene gli antefatti della narrazione che, ormai ben più di vent'anni fa, mi portarono alla scoperta di ciò che era completamente stato rimosso dalla città, a tal punto che allora era difficilissimo trovare un celestino disposto a parlare, anzi che dico, ad ammettere di esserlo stato. Tutti se ne vergognavano.
Il primo, a livello pubblico, è stato il pittore Marcello Meucci, il celestino che mi è stato più vicino e che mi ha difeso dai tanti attacchi che a vario modo ho ricevuto in questi anni, anche durante gli spettacoli, diverse volte interrotti da polemiche e proteste. La sua opera è stata profondamente segnata da quella vicenda.
Ora però, nella prossima prossima replica dirò anche altre cose, riflessioni che sono nate in questi vent'anni di studio e conoscenza, e che solo ultimamente ho compreso appieno (anche devo dire dopo il dramma di Felino, Fughe e vita di celestino), che mi hanno portato ad altri studi e approfondimenti, e che riguardano:
- il perché il Rifugio Maria Vergine Assunta in Cielo fondato da Padre Leonardo nacque e si sviluppò proprio a Prato;
- il ruolo dei genitori che consegnavano i propri figli al Rifugio, che notoriamente non era un mero orfanotrofio;
- le connivenze politiche trasversali occulte, oltreché quelle economiche già rilevate;
- le caratteristiche concentrazionarie e il ruolo della memoria e della vergogna, allo stile di Levi.
Insomma, sarà qualcosa di diverso, una vera e propria replica di vent'anni.
Proprio perché ho tante cose da dirvi e nuove, inizio lo spettacolo alle 20,45 di sabato 21 dicembre alla Baracca.
(Nella foto I celestini al Magnolfi, alcuni anni fa, credo 2014).
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