La città di Prato ha avuto un Sindaco integerrimo e vivace come Roberto Giovannini, che alla Baracca abbiamo ricordato come meritava con uno spettacolo che è stato bellamente snobbato dalla classe politica che ora si agita e rigira, si nasconde o sgomita dopo le dimissioni della Sindaca (con la A voleva lei farsi chiamare) Ilaria Bugetti, accusata di corruzione.
Snobbato e detestato in primis perché opera mia; e poi - viene da pensare! - perché Giovannini era un sindaco d'altri tempi non solo perché attivo fino a metà degli anni '60, ma perché coraggioso, tanto che fu deposto proprio perché - ormai è noto - si opponeva al malaffare e alla crescita senza controllo della città.
Servì la sua figura e il suo carattere nel Dopo Guerra; ma già qualche anno dopo si trasformò in un sindaco-ostacolante, di cui disfarsene alla prima occasione. E così fu.
Del tiro mancino che gli fu giocato dai suoi stessi compagni e amici Roberto se ne lamentò sempre e ne serbò per tutta la vita profonda amarezza, e credo che in parte fu causa della depressione che lo portò al suicidio.
Sibilla Aleramo era sua amica, ed ecco perché il dialogo teatrale: che è testo politico e memoria della città.
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