mercoledì 29 ottobre 2025

Pasolini: si continua a massacrare il poeta

Si sommano, in occasione di questo anniversario pasoliniano, le fesserie.

Ora, il Presidente della Commissione Cultura del Senato, Federico Mollicone, afferma che Pasolini era un fascista. ("E' un fatto che Pasolini fosse un fascista").

E' sempre Il Foglio che tiene il banco delle provocazioni. Questa in data di oggi.

Si buttano le parole come piccole bombe sull'inesistente. Si crea l'Irrealtà. 

Si continua a massacrare il poeta.








martedì 28 ottobre 2025

Pasolini, il teatro fuori dal teatro

Prima di questa Intervista a Pier Paolo Pasolini, 50 anni dopo,  che presenterò l'8 novembre prossimo alla Baracca, sono andata in scena, insieme a Gianfelice D'Accolti, con Non ci capiamo, dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini. Fu nel 2021.

In realtà avevo scritto prima questa Intervista, ma poi, riprendendo anche la figura di Carla Lonzi, decisi di presentare prima il dramma che li vedeva insieme sulla questione del femminismo e dell'aborto.

In Italia  Non ci capiamo non ha mai circolato nei teatri ufficiali, solo all'estero e alla Baracca.

Ormai il teatro La Baracca fa teatro soprattutto fuori dal teatro italiano poltronato, che è rimasto perfettamente come lo fotografò Pier Paolo Pasolini alla fine degli anni '60 nel suo Manifesto e in alcuni articoli: settario e chiuso, clientelare e furbesco. Ruffiano.

(Non mi consola il dover seguire le orme del poeta, che notoriamente fu messo fuori da quel teatro tartufesco e invidioso che ora lo celebra!)

E dopo aver fatto anche un'opera, un radiodramma su Carla Lonzi,  (Carla Lonzi sono io!) ecco che ora anche su Pasolini vado singolarmente.

Per Pasolini approfitto di questo triste, anzi tragico anniversario, ma nella Intervista non c'è niente di celebrativo, niente d'occasione.


 

lunedì 27 ottobre 2025

Marchetta fatale

Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, attribuisce la morte di Pier Paolo Pasolini a una "marchetta fatale".

Nell'articolo, uscito domenica 26 ottobre, dal titolo Midcult perbenista che tiene in vita Pasolini senza capirlo, il direttore si scaglia piccatissimo contro il generone culturale romano che in questi giorni si dà un gran daffare per ricordare il cinquantesimo della morte del poeta.

L'articolo - absit iniuria verbis - ha un tono lievemente teppistico e livoroso, quasi minaccioso, e ci ricorda che Pasolini non era uno stinco di santo della Sinistra che pure lo celebra; che compiva un sacco di errori; che era comunista sì, ma la sua vita lo era poco e detestava i "sinistri" (che lo ricambiavano) e ci ricorda che era contro l'aborto.

Come Ferrara, d'altronde. Non ce l'avrà ancora con Pasolini per via di quella poesia non poesia contro gli studenti che occuparono Valle Giulia a Roma? Ferrara era fra loro, sembra.

Nell'articolo Ferrara definisce Pasolini un abile trasformista, uno che conosceva bene, in modo inaudito, i codici della teatralità. Ovvio, in senso negativo.

Dobbiamo ringraziare il direttore per questa sua azione pasolinistica che vuole rifulgere contrario in questo levarsi conformistico di ricordi?

Mi intriga che ogni tanto qualcuno segua le movenze pasoliniane, d'altronde Ferrara si intende di trasformismi, ma forse spicciare la morte del poeta con la spiegazione della "marchetta fatale", significa non aver letto nemmeno un po' gli atti processuali, né essersi informato. Il che, per un giornalista, nonostante tutte le sue ideologie, le sue prese di posizione tronfie e sicure che sono lecite, narcisistiche come erano quelle di Pasolini eccetera, mica è tanto corretto.  Ma si che è informato, ma sì che ha letto!

Ferrara, oltre che piccato contro gli intellettualodi (così credo che li consideri) romani che- suppone lui- Pasolini detesterebbe al punto da rivoltarsi nella tomba, Ferrara dico vuole essere scorretto,  negare la vulgata che fu il Potere a uccidere Pasolini, e ribadire ancora una volta, come un vecchio gesuita,  che era un depravato e che a "tenerlo in vita", con tutte questi ricordi e appuntamenti, si fa molto male. E comunque che questa gente che lo celebra non l'ha capito.

Lo riferirò a Pasolini nella mia prossima intervista, e farò sapere cosa ne pensa. Tra l'altro Pasolini conosceva bene il padre di Giuliano, Maurizio Ferrara, comunista e antifascista e direttore di varie testate ecc. che sull'Unità, nel 1974, definì Pasolini un "reazionario". Seguì fra loro un feroce botta e risposta.


giovedì 23 ottobre 2025

Prossimamente alla Baracca (ottobre novembre 2025)


Ci sono due appuntamenti importanti alla Baracca, questo spazietto un po' strambo che vi ritrovate a Prato, ma facilmente raggiungibile da tutto il mondo:

sabato 25 ore 21,15 la replica di Scaramànzia, uno spettacolo parecchio ganzo (posso dirlo una volta tanto!) e forse anche poetico? sulla superstizione. E'  divertente,  sì sì, e se la spasseranno anche i ragazzi naturalmente se li portate...ma non li porterete,

che voi genitori portate soltanto a vedere spettacoli per bambini, chiedendo puntigliosi e timorosi assicurati per quale età è adatto lo spettacolo? eccetera, ma sbagliate, a teatro i bambini vanno portati appena lo gnègnero comincia a funzionare un po', perché poi crescendo per quindici anni non metteranno più piede in teatro, e ci torneranno dopo i trenta ricordando perfettamente l'esperienza passata come fantastica.

E ancora, per i 50 anni dalla morte di Pasolini (ucciso il 2 novembre 1975) ho pensato di riprendere uno scritto, una intervista impossibile  messa  da parte perché avevo da fare il dramma Lonzi-Pasolini (Non ci capiamo). La presento l'8 novembre che è un sabato: Intervista a Pasolini, 50 anni dopo.  Non l'ho detto prima perché temo che, come è successo per lo spettacolo su Monni o quello sulla Weil,  stizzoso qualcuno ne piazzerà uno simile o prima occome non so, per oscurare il bel lavoro che facciamo. Bello perché pulito. 



mercoledì 22 ottobre 2025

Terna, ovvero l'invasione dei tralicci

Continua l'invasione dei tralicci da parte di Terna sul territorio italiano.

Oggi ben 10 pagine su un giornale riguardano questo scempio, in Toscana - Chianti! - Umbria, Marche...

Informano che metteranno tralicci a 5 fasi, soluzione innovativa per la riduzione del campo magnetico su una bella parte dell'Italia Centrale! Allora, se annunciano questi "nuovi" tralicci, il problema esiste, non sono quelli come me che si inventano le patologie, la gente ride di noi quando passiamo sotto questi elettrodotti, pensano che siano effetti psicosomatici (roba da gente stramba!) e non capiscono proprio la sofferenza degli elettropatici!

Naturalmente la questione che pongo è anche paesaggistica, in Italia come altrove ci troviamo ad ammirare un paesaggio letteralmente rovinato dai bestioni dei sostegni e dai cavi. 

Un cielo riempito da cavi, un panorama di tralicci!

Perché nessuno ne parla? Ma non li vedete, quanti sono? Vi sembra normale invadere e rovinare così il mondo?

Basta basta, ci sarà pur altro modo per trasportare su e giù per il globo questa corrente elettrica! Perché non si incentiva e studia meglio la possibilità di produrre corrente in modo autonomo? 

E della questione ecologica, politici, non ve ne occupate più? 


 
La prima pagina delle 10 pubblicate oggi su La Nazione da Terna 


sabato 18 ottobre 2025

Com'è andato ScaramAnzia

Come al solito comunico come è andato il debutto, questa volta di ScaramAnzia: nonostante aleggiassero i soliti spiriti maligni e numeri contrari, è andato bene, anzi direi bene alla terza!


Vi saluto con il 5, per dirvi che ci vediamo alla Baracca il 5x5 ottobre, ovvero sabato prossimo, 25 10 `25,  stesso orario, per il bis di ScaramAnzia.


Alcuni commenti del pubblico, che ringrazio!:

 "Bellissima serata" (Fernanda Ferri).

"Serata particolare" (Luisa)

"Divertentissimo e veramente reale" (Franca Nardi).

"Bravissima, come sempre! (Mila)

"Come sempre molto bello!" (Patrizia Pacini)

"Sciamani, santoni, streghe...Grazie." (Davide Croci) 

"Complimenti, bravissima" (Lorella Rossi).

"Divertente, intelligente, brava. La Baracca è uno dei rari posti alternativi che conosco: riesce in periferia a fare centro". (Stefano).

Brava Maila e brava attrice, continua così, contro ogni avversità e contesto sociale. Di sicuro Tu non sei "...uno di quelli portati dalla piena..." (M. Paoli).

 

venerdì 17 ottobre 2025

ScaramAnzia

Cambio di programma:

la replica di SCARAMàNZIA di sabato 18 ottobre è spostata a sabato 25 ottobre.

Il debutto di stasera, venerdì 17 ottobre è confermato!




Agli scomparsi, grazie

In questi lunghi anni di teatro alla Baracca ho incontrato e incontrato tanta gente.

Gente che ha frequentato variamente il teatro, anche in maniera significativa, anche in maniera politica, o furono allievi o colleghi, insomma che furono più che spettatori o altro, ma poi, improvvisamente, è scomparsa.

Perché? In qualche caso il motivo è stato detto, va bene. Ma altre volte no.

Le persone si sono dissolte. Senza litigi. Senza rancori apparenti. Senza fastidi. Non hanno voluto spiegare, non mi hanno permesso di capire.

E quindi non ho potuto ringraziarle del tempo che mi hanno dedicato, e che io ho potuto dedicare loro.

Lo voglio fare qui: essere riconoscente con tutte quelle persone che, pur ormai introvabili o irriconoscibili, mi hanno permesso di entrare in contatto con la loro umanità. E lo scrivo senza ironia, senza astio. Senza scomodare la solita ingratitudine. La facile invidia. Senza queste cose qua.

Agli scomparsi, grazie: proprio così come si legge.

giovedì 16 ottobre 2025

E così resistiamo

Pubblico l'articolo apparso oggi su La Nazione, cronaca di Prato, e ringrazio chi si è preso la briga, ancora una volta, di scrivere della Baracca e qui del debutto di Scaramànzia.

E così questo minuscolo teatro resiste. 

Ora, a proposito di resistenza: ammetto di non essere più una grande appassionata di compleanni - sto prendendo il posto del mio babbo che, a proposito di scaramanzia, sosteneva ironicamente che il compleanno porta male e non permetteva di festeggiare il suo - ma lunedì saranno 36 anni che La Baracca resiste.  Non male come resistenza culturale di periferia, no?

P.s. La foto è di repertorio, ma il titolo dell'articolo è azzeccato. 


martedì 14 ottobre 2025

Che fortuna

Pensate che fortunata che sono stata: sono nata in Toscana. Nel tempo della democrazia, dove si può comandare anche se hai solo il 20% dei voti.

Dove decide l'illuminata Massoneria e la Consorteria di scambi di favori.

Sono anche capaci di cancellare il porcaio che è stato fatto recentemente qui a Prato, che ha portato al commissariamento del Comune.

Sono bravi. Sono forti. 

Che fortuna essere nati qui e ora: non mi metteranno mai in prigione per quello che scrivo o dico. Magari mi isoleranno un po', mi toglieranno il lavoro, come fanno e hanno fatto, per esempio quando andavo sulle barricate per la questione dell'area archeologica di Gonfienti, deridendomi un pochino chiamandomi - usando il titolo di una mia opera - stupida.

Ma sono cose che succedono in democrazia.  Ci sono abituata da tanti anni al loro disprezzo. Alle loro punizioni democratiche.

Però non mi faranno del male. 

Naturalmente oltre a togliermi il lavoro non verranno mai a vedere gli spettacoli al Teatro La Baracca, anche se magari abitano a cinquanta passi, perché mi associano a una lebbrosa politica, ma non mi faranno del male.

Mi hanno detto che il disprezzo è dovuto anche al fatto che sono donna. Ci sarebbe di mezzo il sessismo, il disgusto per la donna di cultura. L'invidia. 

Anche se sono stati miei allievi. O persone che hanno lavorato con me.

Anzi loro in particolare. 

Infatti certi non mettono mai nei loro curricula wikipediani che hanno lavorato con me, regolarmente stipendiati, anche se poi si armano di diritti umani. O recitano nei grandi teatri.

Che fortuna. Mi lasceranno vivere. Potrò scrivere le mie opere senza temere, come mai sarebbe successo in passato a una donna, avrei rischiato di essere considerata strega donnaccia o non so cosa.

Senza finire sul rogo, sarei comunque finita pugnalata, o morta di fame o malattia.

Se entreranno in teatro lo faranno solo con disgusto o con il solito sorrisetto ironico (quello che mostrò un assessore quando entrò nel Pereto qualche anno fa) e possibilmente caricando il cellulare a una delle spine disponibili. Come hanno fatto. Ma ce l'avevano scarico!

Ma poi non toccheranno nient'altro, non offenderanno il posto, materialmente lo rispetteranno.

Che fortuna. Hanno sempre mostrato una certa dose di civiltà.

Pensate a nascere in Corea del Nord; oppure durante il Nazismo, o nel regno di Stalin, nel baratro di Pinochet, o nel passato ancor più profondo e scuro.

Non potrei scrivere queste cose qui, su una piattaforma data gentilmente data in uso dal Potere Sommo (uso questo termine tanto per dare una sfumatura distopica, va).

Che gusto, in questo già lungo viaggio, vedere salva e integra la buccia e potersi consolare democraticamente ancora e sempre con la scrittura di queste storielline.

In fondo, in quanti le leggono? Ininfluenti. Di nicchia. Come disse l'inviato della Digos alla Baracca.

No, non mi faranno del male. Sto nella nicchia. Tanto basta. Mi salvo.

Vedete che fortunata che sono stata: sono nata in Toscana.


venerdì 10 ottobre 2025

ScaramAnzia

 

Questo il prossimo spettacolo alla Baracca, Scaramànzia, un monologhetto, comico, sulle superstizioni quotidiane.

La data del debutto è pericolosa, lo so, ma solo per me. 


lunedì 6 ottobre 2025

Laboratorio teatrale alla Baracca 2025-2026

Martedì 7 ottobre alle ore 21 inizia alla Baracca il nuovo laboratorio teatrale di Raccontare storie che avrà come argomento portante il mito, declinato in tutte le sue forme, anche moderne.

Il mito moderno, come aveva ben visto Roland Barthes, ha molto a che fare con la manipolazione, con gli affari, con la promozione di sé e con molte altri aspetti che analizzeremo e rappresenteremo insieme sulla scena.

Naturalmente non mancheranno gli aspetti della didattica teatrale che sono imprescindibili, in particolare affronteremo senso e tecnica di parola/storia e di corpo/geografia, non dimenticando al solito la geometria teatrale.

Speriamo di divertirci e di stare bene insieme, ovvio.

sabato 4 ottobre 2025

Un mese con Carlo Monni, terza replica

Stasera terza replica alla Baracca di Un mese con Carlo Monni, che non dovevo fare. Ma c'è un motivo, della replica. 

Lo so che ci sono cose ben più importanti in questo momento,  ma lo spettacolo è curioso, insolito credo, e la terza replica non sempre si può fare. 

Lo spettacolo inizia alle 21.15.


venerdì 3 ottobre 2025

La Baracca? No branding. Con una punta di maschilismo.

La Baracca non fa "branding". Non crea immagine. Anzi, averci lavorato in qualche caso, visto che non è allineata, non serve per l'immagine, per la vendita di sé.

Infatti,  alcuni che furono attori, o altri, ancora in mestiere, tipicamente codardi, che pur si spacciano nel mercato con la loro dose di fintume variopinto, nei loro curricula tacciono questa tremenda "tacca": aver lavorato con me.

E pure furono regolarmente stipendiati per diverso tempo (come anche alcune signorine che se lo sono dimenticato), e pur iniziando da quasi zero chiesero pronti aumenti di stipendio (subito accordati), e mangiarono e pure dormirono a casa mia; e certi ne hanno copiato tutto, ma proprio tutto: oltre a qualche testo, mediocre fortunatamente, il  povero teatrino e la macchinuzza con la scritta con cui naivemente giravo e rigiravo con loro a carico.

Copiarono ahiloro senza successo.  Iniziarne lo stile non servì nemmeno a me.

Voglio loro ancora bene, tuttavia!, anche se non sono stata corrisposta che con qualche regalino di compleanno al 20 ottobre.

Ci fu poi e c'è la bella punta di maschilismo, l'ostilità, com'è ancora in ampio uso nel sempre vecchio e maschio teatro italiano, il tutto naturalmente taciuto, mai sia: maestri va bene, non maestre. E di registe poi, o drammaturghe eretiche, omamma. La peste.

mercoledì 1 ottobre 2025

Guai a dirlo

In margine a convegni e tavolate sulla cultura.

Oltre che pubblico, il teatro dovrebbe essere libero. E liberato. Anzi sgombrato dalle occupazioni in nome di un pubblico che è gestito privatamente.

Ma guai a dirlo.

Un po' come accade a certe aree archeologiche da queste parti, per cui i reperti archeologici si vanno a mettere un po' dove ci pare e ci fa comodo. Fino in qualche caso a scomparire.

Ma guai a dirlo.

Vi-deo invito