venerdì 30 aprile 2021

Noli me tangere



Ricevo l'annuncio, articoli relativi (La Nazione e Cultura Commestibile), di una importante mostra di arte sacra contemporanea che si terrà a Prato nella prossima estate presso il Chiostro di San Domenico.  In attesa di rinascere alla vita.

NOLI ME TANGERE

Giuseppe Alberto Centauro

Dopo l’isolamento che stiamo ancora soffrendo per la circolazione del coronavirus volteremo finalmente pagina consapevoli però che solo la ripresa delle attività culturali saprà rigenerarci nel corpo e nello spirito.  Se tornare a vivere la città lo stiamo iniziando a fare fin da oggi, nella festa del primo maggio, con le riaperture di teatri, cinema e musei, tra qualche settimana saremo ancor più forti. Una grande rassegna dell’Arte contemporanea ispirata al sacro, nell’originalissima orchestrazione del Noli me tangere creata da Carlo Palli, si sta allestendo in San Domenico grazie all’accoglienza ricevuta dal Vescovo, mons. Giovanni Nerbini e da tutta la Curia diocesana di Prato. L’Arte contemporanea sarà presto protagonista con opere di Marcello Aitiani, Paolo Amerini, Marcello Andreozzi, Andrea Bacci, Stefano Benedetti, Carlo Bertocci, Annamaria Biagini, Daniela Billi, Adriano Bimbi, Italo Bolano, Maicol Borghetti, Anna Boschi, Umberto Buscioni, Mauro Capitani, Myriam Cappelletti, Giacomo Carnesecchi, Cinzio Cavallarin, Stefano Cecchi, Riccardo Cocchi,  Martina Codispoti, Cristina Corradi Mello, Enzo Correnti, Giuseppe Ciccia, Chiara Crescioli, Mattia Crisci, Jakob De Chirico, Elio De Luca, Fabio De Poli, Debora Di Bella, Tamara Donati, Luigi Doni, Gianni Dorigo, Mauro Gazzara,  Fabrizio Giorgi, “Emily Joe”, Sergio Fiaschi, Franco Fossi, Kiki Franceschi,  Ignazio Fresu, Gabriella Furlani, Marco Gerbi, Alessandro Gioli, Andrea Granchi, Carla Guarino, Emilio Isgrò, Siriana Lapietra, Sara Lovari,  Ruggero Maggi, Roberto Malquori, Giovanna Marino, “Miradario”, ”Mono”, Fernando Montagner, Fernanda Morganti, Hermann Nitsch, Gian  Marco Oppo, Renza Paoletti, Luigi Petracchi, Lamberto Pignotti, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Alessandro Poli, Andrea Rauch, Ina Ripari, Enzo Risaliti, Gian Paolo Roffi, “I Santini del Prete”, Minnia Satta, Vittorio Tolu, Stefano Turrini, Sergio Ulivi, Adriano Veldorale, William Xerra, Elisa Zadi. Laura Monaldi ne curerà il catalogo.

Nei magnifici spazi claustrali del San Domenico di Prato, la rassegna di ben 172 opere provenienti dall’Archivio Carlo Palli andrà a costituire un fondo permanente, alimentando un ambizioso progetto culturale. Lo stesso Palli, deus ex machina dell’iniziativa, è stato incaricato dalla Curia diocesana, in qualità di direttore, di curare il nascente polo museale dell’arte contemporanea.  Infatti, la  ricca dotazione di opere che il noto collezionista pratese ha messo a disposizione della Diocesi di Prato confluirà in questa prima mostra che già si annuncia come un avvenimento unico nel suo genere nell’ideale confronto, a tutto tondo, con l’arte sacra antica, da quella medievale a quella moderna da tempo presente all’interno del monumentale complesso architettonico.  E così le opere dei contemporanei avranno sullo sfondo le auliche sinopie di Paolo Uccello come pure con le pitture staccate dai tabernacoli di Agnolo Gaddi e di Niccolò Gerini i segni della devozione popolare. All’Arte contemporanea saranno inoltre dedicate tutte le successive esposizioni a tema che lo stesso Palli ha già in animo di organizzare in questi spazi. Questo primo segmento dedicato ai percorsi  del sacro esplorati nell’originale e libera  rivisitazione condotta dai valenti e autorevoli artisti che hanno fin qui aderito al progetto, offre una molteplicità straordinaria di contributi creativi che aprono nel migliore dei modi la stagione delle future proposte che verranno qui ospitate. Con questa esposizione si andrà così a realizzare in un luogo di riconosciuto misticismo un’esperienza sui generis con le diverse opere proposte dagli artisti che saranno presentate in itinerari tematici. Per prima cosa il visitatore troverà nell’antico refettorio del convento  un’insolita Via Crucis, e non potrebbe essere diversamente,  con le 14 stazioni che recheranno, come in una sorta di denuncia collettiva (Crucivie), altrettanti quadri infissi su croci oggigiorno vilipese dai  vizi e dai  peccati che vi sono rappresentati;  dopo la catarsi si andrà ad esplorare la parte intitolata Ascesi, con composizioni metafisiche e trascendenti.  Negli ambienti del chiostro superiore il viaggio affronterà in un alternarsi drammaturgico e onirico una coinvolgente introspezione spirituale (Sulla via di Damasco). Il complesso delle tematiche esposte nel  corridoio centrale troveranno  dipoi in stanze dedicate puntuali  approfondimenti d’autore, legati ad episodi della bibbia e dei vangeli che lasciano spazio all’elucubrazione personale, alla meditazione e alla trasposizione del mondo profano nella sfera del sacro. La successiva sezione del Laudato Si’, ispirata all’enciclica di Papa Francesco, tratterà problematiche legate alla salvaguardia del Creato da difendere  dall’aridità di una politica “globalizzata”, indifferente ed egoista, suggerendo altri motivi di riflessione testimoniati in opere propense all’interpretazione piuttosto che all’imitazione, alla rappresentazione della realtà fattuale da vivere come scrigno di verità nascoste. E non sembrino queste cose di poco conto nella difficile contingenza che attualmente viviamo che oggi chiama l’Umanità tutta ad interrogarsi sulle false certezze e sulle vane chimere consumistiche che hanno portato il mondo sull’orlo del baratro.  In ultimo, il leitmotiv, il fulcro mediatico che conduce alla rinascita dopo la morte, ancora una volta attraverso le icone di altre croci purificatrici che si mostrano come pura contemplazione per concludersi con l’installazione ambientale di una “Ultima Cena” perfettamente imbandita ma pietrificata in un neo Cenacolo che pare attendere solo che vi si partecipi. Tutto questo e tanto altro ancora sono le cose che stanno dentro a questa mostra, tanto che all’Arte contemporanea pare affidato il compito di interrogarsi  non solo sul presente quanto - per mutuare quel che scrisse il poeta - sulle “magnifiche sorti e progressive” che ci attendono per tradursi in forme, immagini, visioni attraverso i simboli  e i  rinnovati linguaggi del sacro.

P.S. Riapre anche il Museo Pretorio, da lunedì 3 maggio e fino al 28 maggio con ingresso gratuito. Sotto due opere donate al museo da Carlo Palli,  "Venere Maria - nudo color seppia" di Michelangelo Pistoletto e "Victoire de Samothrace" di Yves Klein. 

 




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