venerdì 30 giugno 2017

Pistoia: c'era una volta un sindaco

Samuele Bertinelli, l'ex sindaco di Pistoia, è scomparso.
In città, dopo la sonora sconfitta che ha visto salire in palazzo comunale l'antagonista della Destra ,Tomasi, sembra volatilizzato.

Mentre Tomasi si affretta a far eseguire ordinanze di ordine pubblico - questa la sua prima ordinanza, sull'ordine! - Bertinelli non si trova.

A Pistoia c'è molto silenzio e la festa per la città della cultura sembra finita.

Anche il Blues è cominciato male, sotto cattivi auspici, con l'annullamento per temporale del concerto di Battiato. 

Ho parlato con vecchi compagni, e tutti sono basiti. Ha vinto la Destra, la destra Destra! Quando torneranno a parlare, a dire? Non si sa.

Ma dov'è il sindaco? Nessuno lo sa.

I sindaci reucci (e con lui tutta la corte), nati dal nulla, ritornano al nulla; anzi, vi ci scappano.

Vergogna, umiliazione, disvelamento.  Si diventa grandi.

Oggi si diventa grandi, adulti, a tarda età, alle soglie dei quaranta, si sa.
Questi reucci democratici, giovanotti giovanotte usati dalla politica, questi volti nuovi, freschi, vengono tolti fortunosamente dalle loro difficoltà di lavoro, di vita, percorrono per breve spazio di tempo la 'walk of fame', la camminata della celebrità, della ribalta, firmano ordinanze, scelgono qualche direttore amico, si lasciano immortalare in qualche inaugurazione, sono iscritti nel registro degli indagati, e un mattino si svegliano e capiscono che il sogno è finito. Politicamente non erano e non dovevano essere niente. Devono essere solo reucci, reginette. Come in un concorso di bellezza - a questo e poco più si è ridotta la politica - sono votati dal popolo nella disperata ricerca di un cambiamento che non ci sarà.

I sindaci che perdono il trono democratico sperimentano il trauma, la fine del sogno, puff, finito! Non c'è più la corte, gli angeli, il potere. 

Più. E ritornano nel nulla.

Ma quante belle figlie Madama Dorè: ma sì, mi compro il Creaf

Rossi, il Governator ostil renziano, ha detto che la Regione comprerà il CREAF, quello che doveva dovrebbe dovranno avrebbe dovuto diventare il Parco Scientifico Tecnologico di Prato; insomma mamma! il centro di ricerche e alta formazione in via Galcianese, risorgerà.

Risorgerà? Ma non è mai sorto!

I soci del CREAF siamo noi, è una partecipatona piena di debiti - deve pagare IMU, creditori vari - e che ci è costata finora circa 22 milioni di euro per nulla.

E' questo il vero motivo per cui  l'altro giorno il Governatore sedeva sui banchi del consiglio comunale a Prato, insieme all'amatissima Ilaria Bugetti, la consigliera regionale?

Ma non dovevano comprare anche l'area archeologica e la Fattoria delle Cascine di Tavola? Vi ricordate?

Più che tante storie, a Prato circolano tante balle. Incluso quelle degli scarti tessili, certo, lasciate abusivamente ovunque, che sono metafora della realtà della nostra politica...

giovedì 29 giugno 2017

Un po' di educazione sessuale..."Le clitoris"!


Le amministrazioni, o l'ombra che ne rimane (ancora sullo Spettacolo della città in Valbisenzio)

Copio sotto la risposta che ricevo oggi in merito all'ennesimo sollecito riguardo ai miseri 300 euro per Lo spettacolo della città in Valbisenzio del settembre scorso. Anche per chiudere questo capitolo.
Come scrivono,  sarà veramente la volta buona?
Anche per telefono mi era stato assicurato lo stesso, in un colloquio, a marzo.

Dalle parole che copio, viene fuori che il dipendente è talmente carico di lavoro che non ce la fa a smaltirlo; che ci sono continue priorità; che la situazione è ormai insostenibile. Tanto lavoro, e pochi a svolgerlo.

Se è così, perché i dipendenti non lo dicono? Di cosa hanno paura? Dovrebbero dire, parlare, comunicare le difficoltà. Invece nicchiano, e preferiscono mettere in pratica la tecnica del muro di gomma.

Le amministrazioni sono sempre più le ombre di sé stesse.

Riguardo poi alla volontà politica di cui si parla, ho diverse perplessità, ché non solo non è stato facile ricevere questa miseria (che ancora non c'è), ma qualcuno avrebbe fatto a meno del viaggio-spettacolo, perché non era qualcosa che proveniva dalla politica. Non era 'benedetto'. Dal basso la cultura, autonoma e propositiva, non è affatto gradita.  Anzi, quando si può,  la si ostacola.

"Buongiorno, mi dispiace che sia attribuita all'amministrazione una colpa che è solamente dell'ufficio.
 Gli atti ci sono nel rispetto delle volontà delle tre amministrazioni.
Sono io responsabile di non aver dato corso agli atti di liquidazione non per volontà di non procedere ma perché per quanto mi ricordi ho sempre qualche compito che mi prende
Mi scuso sinceramente con te e con i sindaci ed assessori e provvedo quanto prima...".

mercoledì 28 giugno 2017

Quei soldi mai ricevuti per il teatro-tour in Valbisenzio

Ricordate Lo spettacolo della città in Valbisenzio, uno dei tre teatro-tour su pullman che abbiamo realizzato (anche a Prato e a Pistoia, con vari tentativi di scopiazzo, perché formula ben riuscita e originale?).

I tre comuni della cosiddetta Vallata dovevano dare 300 euro (era il totale, cioè 100 euro ciascuno), così come regalino per il bel compitino...Non sarebbero bastati nemmeno per pagarci il pullman!

Li avevano promessi, hanno voluto la documentazione eccetera, ma non li abbiamo mai ricevuti e probabilmente non li riceveremo mai. Trecento euro!

Vallata rossa, sì, ma dalla vergogna!




martedì 27 giugno 2017

Chi tutela la quiete pubblica?

Ma chi tutela la quiete pubblica nelle città, in particolare il fine settimana? I signori sindaci e compagnia cantando hanno timore di essere impopolari?  La legge ha ancora un senso o vince sempre Heineken & C, le multinazionali degli sbevazzi e le assurde stupide 'sballi' e 'movide'?

A Prato una australiana se n'è andata da un albergo nel centro storico perché non riusciva a dormire! E c'è anche qualche campione che suggerisce di far installare i doppi vetri, come in Europa.
Bravi, bravi. Sì sì, come in Europa. Mi viene da ridere. Come è bella questa Europa beona e festaiola, dai doppi vetri, com'è!

Così, mentre la terroristica maggioranza sta sbevazzando all'aria aperta, sulle strade, nei giardini, io poveraccio che ho la casa in centro- minoranza! -  devo tenere le finestre chiuse con l'aria condizionata obbligatoria, almeno nella santa Europa del Sud! Perché nel Nord le finestre non le tengono aperte, nemmeno d'estate (almeno finora no, se non eccezionalmente), e mettere i doppi vetri là ha più senso.

E' proprio questa Europa che vogliamo! Ma sì, un'Europa che si rifugia nelle bevute e 'magnate' del fine settimana! Tutti che corrono come pazzi a farsi di birrette e pizzettone, per non dire molto di più.

Senza poi considerare che magari altrove le regole che stabiliscono fino a che ora si può far casino sono più rispettate, un pochino, eh, se si confronta con il nostro solare paese. Ma questo è un dettaglio!

Ormai è fuga dai centri storici, visto che nessuno tutela un diritto che sembrava acquisito: dormire di notte.

Mentre questi campioni del futuro - purtroppo anche politico - 'guardano' all'Europa, mi permetto un piccolo memento:

 l'articolo 659 del Codice Penale prevede e punisce il disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e recita:
Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309.

lunedì 26 giugno 2017

Pistoia, sconfitta capitale

Il Partito Democratico ha perso le elezioni comunali, e per quattro anni non sarà più al governo della città. 
Ciò è tanto più significativo per Pistoia, che è capitale della cultura quest'anno; ovvero il 'regalo' culturale le era stato dato apposta, affinché il Centro Sinistra (una Sinistra solo nominale) vincesse. Non è bastato.

E' una sconfitta meritata per  le diverse umiliazioni e angherie che la gente ha subito da parte della classe politica dominante, e per la stasi assoluta, asfissiante che si respira in città.

Il Comune è servito soprattutto a dispensare prebende e privilegi alla piccola agguerrita casta che l'ha dominata. Nessun beneficio verso il basso.

E significativa è anche l'astensione (il 50% dei pistoiesi non ha votato), la sfiducia ormai che la gente nutre nei confronti della 'partitica', che serve ovunque per 'sistemare' i galoppini e riceverne l'appoggio.

Questi nuovi (nuovi?) toglieranno le radici al vecchio potere, i vassallaggi, il sistema dei favore diffuso e reciproco...l'arroganza?

Questa l'ho vissuta direttamente, sulla mia pelle. Questo guardarti dall'alto in basso, questo considerarti una poveraccia, una rompiscatole, una abusiva. Addirittura la derisione.
Questo dedicarti cinque minuti e poi sbatterti fuori dall'ufficio con qualche scusa! (come altrove, anche nella mia città, l'assessore-cinque-minuti-, lo stesso).

Devono cambiare parecchi presidenti, direttori, funzionari; bisogna togliere certa gente che sta sulle stesse poltrone da troppissimi anni. 

Gente che dirige uffici anche se è in età da pensione, e li dirige perché 'custode' di segreti e giretti...

Questi nuovi (nuovi?) lo faranno? Vorranno, potranno mandare via un po' di mandarini?

Dubito molto.

Intanto però il PD è stato battuto sonoramente, anche se non so se si rendano ben conto di quello che sono diventati, non so se faranno mai un po' di autocritica. L'autocritica, questa sconosciuta!
Il PD perde comunque un po' ovunque in Italia, checché ne dica il suo Segretario. Una vera sconfitta capitale.



domenica 25 giugno 2017

Concerti pop rock zoz, che noia mortale

Tanti anni fa il mio fidanzatino finlandese, Pauli, mi portò a un concerto rock. Eravamo a Brighton, e innamorati. Lui pensava di farmi un regalo, e anch'io ero felice di assistere al primo concerto rock della mia vita.Ricordo l'ammasso di gente, la droga, lo sballo. La birra.
La musica era a volume altissimo e io quasi mi sentii male.

Scappai, letteralmente, e Pauli non capì. Confessai di essermi annoiata a morte, oltre ad avere i timpani fuori uso. Lui restò basito.

L'ultimo concerto a cui mi sottoposi fu invece quello di De André, a Guidonia in provincia di Roma.
Lui non stava bene perché aveva bevuto. Ricordo la gente la calca. Un pessimo concerto, tutto stonato, sballato, e per un po' non ascoltai più canzoni dell'amato De André, per niente adatte al contesto commerciale del concertone.

I concerti pop rock zoz mi annoiano, oltre che brutalizzarmi. Anche lo sballo mi annoia, non ho mai voluto essere nella schiera degli sballati, dai tempi del liceo, quando anche andava tanto di moda.

In questi giorni roventi è tutto un fiorire di concerti, e gli assessori e i direttori si sbracciano nell'annunciare i concertoni gaudiosi, pop rock zoz, e tutti i giovani e meno giovani corrono nelle calche polverose estive.

Fa tanto moda, in out, esserci. E anche le mamme vorrebbero andarci, se solo potessero! Ma sì, andate, la pappa musicale è pronta.
Oh, quanta musica, quanti EVENTI MUSICALI!
Non fanno altro che darci in pasto una visione rocchettara, pseudo-giovanilistica, palchettara e massificante della musica! E quanti soldi fanno, con le poche note che suonano!
La musica dei cantantoni, dei gruppettoni!
Da tanti anni è così, ma ora cosa è cambiato?
Che una volta certa musica si poteva a volte porre come alternativa, era diciamo volgarmente, di protesta; ora invece non protesta un bel cavolo nulla e suona  a fianco e infilza osanna per tutta la classe dirigente, che deve fare le delibere e dare i soldi per montare i mega palchettoni e pagare tutti quanti.

Un puro marketing dato in pasto alla gente, un puro marketing politico! Questa musica infatti è diventata una bella servetta della politica.
Ma sì, vi piace così! La musica che soffoca la musica.


giovedì 22 giugno 2017

Disertate gli immobili!

Naturalmente non sono io che scrivo queste parole, mi sono state dettate da Carmelo Bene. Chi mi legge sa che ogni tanto mi appare in sogno. Anzi, spesso mi appare sotto forma di incubo del te(a)tro.

"Se potete, non andate nei teatri immobili.  Vi si fa spettacolo, non teatro! Al massimo diventa TE(A)TRO!
Per questo, anche se il 'prodotto' in sé può esser diciamo 'buono', in un teatro immobile si guasta subito, e diventa 'spettacolo', spettacolo immobile!

Il motivo di questo immobilismo è questo: nei teatri 'immobili' vige la legge dello scambio del borderò, della ruffianeria, della politica più bassa. Gli stessi direttori sono espressione di questa politica, e hanno tutto l'interesse per mantenerla. Nessuno protesta, nessuno dice nulla; nessuno vi farà sapere della cacca del teatro!

Il teatro, quello che ha di più temibile - atto di ribellione, rivolta, sconquasso - , non si trova là, se non di rado, sporadicamente. Come un errore.

Disertate gli immobili!

I direttori degli 'immobili' non possono prendere se non compagnie già sovvenzionate, altrimenti non vale il borderò e non possono ricevere altri finanziamenti. Questo sistema è soffocante, è assurdo, rende il teatro mediocre e misero. Oltre a essere totalmente anti-economico e 'razzista'. I direttori e i loro sodali - assessori direttori dei direttori, direttori funzionari - sono i primi affamatori dell'arte scenica!

Non siate i carnefici del teatro!
Smuovete gli immobili, disertate!

-Per recitare nei teatri italiani...bisogna essere, sovvenzionati, assistiti dallo Stato, quello che si occupa dei mediocri...sennò alla mediocrità chi ci pensa...se io voglio andare all'Eliseo...vengo da te, vengo a percentuale...no, non possiamo far niente...perché io per far questo devo già usufruire dei denari dei contribuenti...sennò il gestore dell'Eliseo non lo può fare in quanto non gli verrebbe dallo Stato riconosciuto il borderò, cioè le sue spese, le spese del personale...o bisogna essere assistiti tre volte, e più si è assistiti più si è mediocri...-". 


mercoledì 21 giugno 2017

Anno dei miracoli


Nella rivendita degli artisti

-Prego signora, signore, che vuole?

Io cerco artisti alla moda
Artisti che mi faccian la broda.

-Ah sì, certamente!
Guardi la sfilza di gente
Che abbiamo apposta per Lei!

L’artista lo voglio ruffiano
Mite umìle alla mano.

-E questi son tutti così…

Ah, sì? Lo voglio per metterlo là
Dove mi piace che sta.

-Qui stanno tutti così
in tempo di crisi, sì sì.

Ecco io voglio l’artista
fedele, amico parente…
sicuro sicuro, sennò niente.

Lo voglio si può? di partito
Magari lindino e amico.

Oppure sia controcorrente
Ma senza fastidi, per niente.

-Un controcorrente garbato
polemico misurato?

Sì, ma non troppo…

-Può essere a volte drogato,
maledetto ma tenuto?

Ma sì, se è una cosa decente,
può andare certo un...protestante.
Mi serve anche il ceralaccato
Per le vetrine di qua di là
Della regione e chissà.

-Per caso…deve essere messo
Sul palco e premiato?

Eh, sì. Per le tante varietà
di feste e teatri in città.

-Abbiamo sì, la …fa per Lei,
e minore e maggiore, direi.

E sempre si possa concludere
battendo le mani e ridere.

-E questo prodigio le va?
Non dice un ma fuori posto.
E quello poi là,
è tanto tanto bravino;
e questa, sì, graffia un pochino,
ma basta chiamarla,
e si lima...la ciarla.

Son certificati, andrà?

-Ma sì...

       ...E il costo?

-Non costan poi molto
E poi lo vedrà, saran miti ...
Che faccio, il pacco lo avvolgo?
Li prende così, o spediti?



martedì 20 giugno 2017

Ma dove andate, ragazzi, a farvi sfruttare nella City?

Ma dove andate, ragazzi, a lavorare a Londra?
Andate a farvi sfruttare nella City? Nel mondo della totale assoluta de-regolamentazione, e a tal punto la vogliono fare che si sono inventati la 'Brexit'?
Aprite gli occhi: andate là e lavorerete 12 ore al giorno in qualche studio di architettura; quello che guadagnate lo dovrete dare, in gran parte, per l'affitto di qualche casa di m...a, che prende fuoco con molta facilità.

E invece, siete pure contenti, e postate le vostre foticine sui social e vi autocompiacete col mondo di essere arrivati a tanto!

Siete giunti a farvi sfruttare, contenti, dai pescecani di tutto il mondo, che contribuiscono a rendere Londra una delle città più assurde d'Europa.

E' vero, da noi al Sud esiste ed è florido il caporalato: ma almeno questi schiavisti primitivi si possono ancora denunciare e combattere (un pochino, via); là no, gli schiavisti sono raffinati e protetti dai governi, finanziatori e al sicuro. 

lunedì 19 giugno 2017

L'entroterra milanese

Quando mi inoltro nell'entroterra milanese, di solito con uno spettacolo, ho la sensazione viva della 'marzianità'. Entro in un territorio devastato, dove il passato è stato cancellato per dar spazio a un futuro che non si intravede. Macchine, edifici, torri, autostrade: tutto ha cancellato quello e come era prima. E' una delle tante epifanie, e forse nemmeno la peggiore, della modernità brutale.

Ieri ho portato il mio spettacolo sui proverbi in una vecchia corte trasformata fortunosamente in biblioteca.  Il pomeriggio,  festivo milanese assolato,  non prometteva che il deserto. Ma poi, alla spicciolata, come uscita da chissà dove, la gente: silenziosa, mite, riservata, insomma meneghina, si è accomodata nelle sedie del giardino.

Attendeva. Che novità avrebbe portato la toscana?

L'impegno era gravoso, perché qui la domenica pomeriggio e specialmente in estate, si fanno sempre le prove per la morte. Prassi è la diffidenza, che è una delle varie forme della rassegnazione.

E il mio raccontare un passato non troppo lontano, i modi di dire, la creatività spontanea e ormai defunta in un mondo ormai incellofanato dato mercificato e invigliacchito, ecco, è stato come dare la stura a una piccola sorgente; piano piano, come polle d'acqua, dal pubblico emergevano sorrisi borbottanti nei più giovani,  piacevoli ricordi nei più vecchi.
La vita!
E alla fine del mio racconto e delle canzoni sono stata circondata dalla misurata ma convinta riconoscenza lombarda; i lombardi!,  che sono così difficili da trattare, così composti e coriacei a teatro, così formali, li ho visti accesi, svegliati, divertiti.

Se questi piccoli semi potessero far germogliare qualcosa.  Ma no, è troppo tardi.


sabato 17 giugno 2017

Un post anti-moderno: contro i grattacieli

Dài, scriviamo un post anti-moderno!...

Io non capisco come si possa vivere in un grattacielo, che ne so, al trentesimo piano.
Anche nel miglior grattacielo del mondo, costruito con tutti i crismi. 

Se fossi un professore di architettura parlerei di come non bisogna costruire i grattacieli, che sono contro gli uomini, il loro benessere, la loro vita.

Il grattacielo non è costruito solo per mancanza o risparmio di suolo, ma anche per prepotenza, arroganza, dominio. Speculazione!

Tutto ciò che in architettura va in alto per me esprime questa volontà di schiacciare, rinchiudere, ingabbiare, massificare l'essere umano.

Sì, se abitare in un grattacielo è la 'modernità',  sono totalmente contro..


Io canterò politico


venerdì 16 giugno 2017

Prato, un Comune disastrato

Il Comune di Prato è stato condannato dalla Corte di Londra a pagare 14,5 milioni di euro all'istituto di credito Dexia Crediop, col quale lo stesso Comune ha un contratto sulla ristrutturazione del debito basato sui cosiddetti swap o derivati. Ma sono solo questi, o ce ne sono altri, di debiti? Forza, ditecelo, tanto pagheremo noi. Che storia triste per la città, che zero prospettive!


La Nazione, data di oggi:
Un conto da almeno 14 milioni Il sindaco: altro che tesoretto «Questo per noi è un disastro»

UNA MAZZATA. Sulla vicenda Swap la corte d’appello di Londra ha dato ragione a Dexia. Il Comune dovrà pagare 12 milioni di euro, ovvero i differenziali di quanto non corrisposto dal 2010 a oggi, quando la giunta Cenni decise di fare causa contro quei contratti capestro, oltre alle spese legali sostenute dalla controparte, per ora quantificate in 2,5 milioni di euro. Una cifra molto probabilmente destinata a crescere, ma la misura precisa si conoscerà solo nei prossimi giorni: si ipotizza un massimo di spese legali di cinque milioni di sterline (quasi sei milioni di euro), ma la speranza è che siano cifre inferiori. Certe sono due cose: la sentenza è inappellabile; il pagamento di 14,5 milioni (differenziali e prima parte delle spese legali) deve essere perfezionato entro il 31 luglio. Un lampo, per i tempi così rigidi della contabilità pubblica.

I DODICI milioni per i differenziali sono stati negli anni prudenzialmente accantonati. Peccato non si possano spendere per la città, ma questo è il verdetto di Londra (foro competente secondo i contratti stipulati ai tempi delle giunte Mattei e Romagnoli). Per le spese legali l’accantonamento è di 2,1 milioni: restano da trovare 400mila euro, per ora. La sentenza è stata pubblicata ieri ed è stata una doccia fredda, la seconda in pochi giorni, dopo l’assoluzione di Dexia nel processo penale celebrato a Prato con l’accusa di truffa. In primo grado i giudici londinesi avevano invece dato ragione al Comune, ma si erano espressi solo su questioni di tipo formale.

La vicenda è molto complessa - non è un caso che le spese legali siano così rilevanti: il Comune ha speso finora tre milioni per i propri consulenti, ma è purtroppo semplice da capire l’esito dell’annosa vicenda: si deve pagare. 

Ieri sera il sindaco Biffoni ne ha informato il consiglio comunale e le polemiche non sono mancate. «Questa sentenza inciderà in modo molto significativo sul bilancio – ha detto –. Dopo la prima sentenza dall’opposizione mi era stato detto: ‘Il Comune ha vinto, ora si devono abbassare le tasse’. Conservo una dolorosa rassegna stampa di quei giorni. Dicevo invece che si doveva essere cauti: altro che tesoretto per tagliare le tasse, questo è un disastro... Prima di andare a giudizio, ho cercato di transare con Dexia, come altri Comuni hanno fatto, ma non è stato possibile. Ora siamo condannati a risarcire». 

IMMEDIATA la replica di Alessandro Giugni, di Energie per l’Italia. «Biffoni tiene un comizio su una notizia così grave – ha detto – e sembra quasi che la colpa degli swap sia della giunta Cenni, che invece ha cercato giustizia su una scelta scellerata e maldestra compiuta dal centrosinistra». Sulla stessa linea Rita Pieri, capogruppo di Forza Italia: «Non li abbiamo fatti noi, gli swap. Abbiamo cercato di porre rimedio, non ce l’abbiamo fatta, e ora il Comune dovrà pagare, come avrebbe dovuto fare ugualmente». La replica è venuta dal capogruppo Pd, Lorenzo Rocchi: «Il sindaco ha detto solo la verità: se avessimo abbassato le tasse, saremmo a gambe all’aria. Certo sugli swap è stato fatto un errore, come in molti enti locali, che però hanno transato e non si trovano in questa situazione». Ne parleranno ancora in consiglio comunale. Intanto, c’è da pagare.
Il Tirreno:
http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2017/06/15/news/colpo-alle-casse-del-comune-dovra-sborsare-14-5-milioni-a-dexia-crediop-1.15492629?ref=hftiprer-3

Ci vuole coraggio

Ci vuole coraggio in sere come questa, dove fai teatro da sola, con una ragazza che ti aiuta, e non sai poi come andrà.
Prima hai studiato, per alcuni giorni; il testo è difficile, e non puoi lasciare nulla all'improvvisazione, e tu sei sola in scena, sola in teatro.
Hai montato la scena; è semplice, e tuttavia devi fare anche questo. Costruire il piccolo mondo.
Poi hai mandato il comunicato; quello in realtà l'avevi fatto prima, e càpita che qualche volta lo rimandi. Scopri spesso che non pubblicano niente, soprattutto in periodi come questo, l'estate, che a Prato e in zona ci sono tanti eventi. Gratuiti. Come stasera.
Però senti che non tutto è perduto; che forse vale la pena.
Il tuo piccolo teatro si trova lontano dal centro, non è gratuito, ma soprattutto  non è gradito. Non è gradito al sistema politico locale, che fa finta che non esista. E' troppo fuori da tutto, non solo dal centro; anche dall'opposizione, anche  da quelli che pensi che ti dovrebbero almeno avere in simpatia.
Il fatto è che te lo sei costruito da sola, con tuo padre, è tuo, e lì non possono comandare, né decidere. Lì decidi tu. Senza soldi, ma decidi tu.
Non ti possono eliminare fisicamente, ma ti possono liberamente detestare, calunniare; soprattutto ignorare. 
E appena possono, lo fanno.
Non sei alla moda, non vuoi nemmeno esserlo, né mai hai voluto. Sei fuori dal giro dei giovani, dei maturi, dei vecchi, e da tutti gli altri giri; non lecchi le terga a nessuno, e anche chi lavora con me, uguale a me.
Alla fine arriva il giorno dello spettacolo e prima di entrare in scena ti chiedi chi te lo fa fare. Si guadagna veramente solo lavorando fuori.
Ma a un certo punto arriva il pubblico. Addirittura da Firenze, e ti regala un po' di felicità. E allora dimentichi il piccolo silenzioso calvario che hai vissuto, ché è sempre più grande man mano che aumenta l'età. E non perché non ti sostiene il fisico, no; ma perché aumenta il capitale nero della disillusione e delle difficoltà.

Ci vuole coraggio a resistere in queste condizioni.
E' per darmi coraggio e per continuare a resistere che chiediamo agli spettatori di scrivere un commento, di darci liberamente il loro piccolo dono. La vanità non c'entra. C'entrano il sostegno, la vicinanza, la sensazione di non aver lavorato inutilmente. Mi danno l'idea che non sono sola, non siamo soli!
E anche stasera, con  "L'amore è un brodo di capperi", non lo sono stata.


Per i commenti sullo spettacolo, leggete qui:
http://primaveradiprato.blogspot.it/p/appuntamenti.html

giovedì 15 giugno 2017

Campi estivi per ragazzi...gestiti da ragazzi!

Forse non si sa, i genitori non sanno, nella fretta di lasciare i propri pargoli in qualche 'parcheggio',  che spesso chi gestisce i loro ragazzi nei cosiddetti campi scuola sono ragazzi poco più grandi con alcuna esperienza e poca responsabilità?

C'è molta superficialità nella gestione dei campi estivi, e molto interesse nell'intascare le quote; e tutto va liscio fino a quando non succede qualcosa di grave. Che è accaduto.

Per il resto, si osserva di tutto; il peggio: maleducazione, cattiva gestione, poco rispetto per chi vive vicino.

E in qualche caso anche danni, danni a cose, come è accaduto a mee poca cura di tutto. Oltre alla pochezza dei programmi educativi e di intrattenimento.

martedì 13 giugno 2017

Il teatro è ancora vivo e vegeto

Quando il teatro è coraggioso e non si fa intimidire dal potere, mantiene intatta la sua funzione sociale e politica.
Negli Stati Uniti un Giulio Cesare scatena il putiferio perché vi si vedono riferimenti espliciti a Trump.

Questo è il teatro che ci piace, non quello organizzato dalle cariatidi italiane, che si preoccupano delle loro carriere, dei borderò, degli abbonamenti. O dei politici che considerano il teatro solo una vetrina o, peggio ancora, una 'eccellenza'!

http://www.repubblica.it/esteri/2017/06/13/news/usa_trump_giulio_cesare_william_shakespeare-167982563/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S2.4-T1


Ciao, voto.

Ma chi andrà a votare, fra 15 giorni a un passo dal luglio (luglio, il bene che ti voglio...); chi voterà al ballottaggio delle elezioni comunali?
Praticamente quasi nessuno, se dobbiamo valutare dai dati di affluenza alle urne di ieri.

Chi rappresenteranno poi, che cosa, questi nuovi sindaci, queste nuove giunte? Pochi potranno dire di essere espressione popolare...

E' il paradosso: molti disposti a correre per la corsa nel settore casta, e va bene anche una 'castina' piccola -- peraltro quanti liste civiche finte...- e poi pochi vanno a votare, ché ormai il gioco è scoperto e, visti i presupposti, le speranze di cambiamento, nulle.

Vincono  i partiti che si coalizzano, punto. I partiti ben radicati sul territorio con i loro circoletti e truppine cammellate che si nutrono del sistema dello 'scambio'; davvero la solita storia che si ripete alle elezioni amministrativa. E' una magra vittoria di 'pirlo' in cui solo il Centro Destra sembra risorgere dal lungo sonno in cui era sprofondato. Ma vi si trova un bel covetto di serpentelli, là dentro, pronti a mordere. (Eh, ci si attacca anche al fumo della pipa...). E, visto i risultati, come morderanno presto!

Il M5S perde anche perché si è totalmente 'istituzionalizzato',  irrigidito e ingessato, non solo perché corre da solo...I suoi rappresentanti sono scollegati dal territorio, non comunicanti, non empatici; non basta insomma postare le foto e commenti su Facebook, e avere i 'like' dell'onestà mandando affanculo il mondo.

Ciao, voto. E fra questa marmaglia c'è chi si merita anche di più di una diserzione.

domenica 11 giugno 2017

Prato, una città che mangia sé stessa

Poveri pratesi che vivono dentro le mura, come li compiango! Il sabato sera costretti a sopportare la gente che a frotte mangia e beve per strada; localini e sudicio ovunque; musica a tutto volume di pessimi concertini rock; gente che staziona a frotte con il bicchiere in mano; rassegne di mangiare, come quella di Eat-Prato, dove la calca in piazzetta Buonamici è soffocata da una entrata-uscita molto stretta, non proprio in tutta sicurezza...

Il fine settimana la città di Prato mangia, e beve, e mangia, e beve...Questo è il tràino culturale...

(Simile a tante altre città, lo so! Ma non a tutte per fortuna ancora. La dittatura culturale della bottiglia non è ancora assoluta. La 'mortida' non è ancora completa sullo Stivale, e qualcuno cerca anche di cambiare rotta...).

Il Metastasio, teatro ormai in rosso (ieri il suo direttore artistico ha annunciato alla città indifferente la sofferenza dello storico teatro pratese), un teatro scollegato da una città allevata dalla presente amministrazione e anche dalle precedenti allo sbevazzo collettivo per rendere il centro 'vivo' e parecchio sudicio e puzzolente,...insomma, il teatro Metastasio, per far sì che la gente possa celebrare il sabato sera 'mangia e bevi e stordisci' - sintomo evidente di alienazione collettiva, c'è poco da fare - ecco che decide, confortato dal pubblico, che gli spettacoli saranno alle 19,30. Così alle 21,30 i pratesi potranno andare allo sbevazzo liberi.

A oggi tutti i fondi commerciali davanti a quel teatro sono vuoti e abbandonati; tutti, generando uno spettacolo di spettrali presenze...
Ci saranno anche altri motivi, ma è certo che avere un negozio davanti al teatro non rende; infatti, non potendoci mettere il solito localino mangia-e-bevi, perché darebbe fastidio al teatro, e non essendo fruttuosa altra attività ormai, altro commercio che quello, ecco che il vuoto fa mostra di sé. Questa è l'economia e l'anima della città, che alcuni rappresentanti politici celebrano con gli hashtag!

Fino a pochi anni fa i pratesi cenavano alle 19  e correvano a teatro. E solo i teatranti dopo le 23.
In alcuni casi lo spettacolo era fissato alle 20,45 perché le opere duravano anche tre ore, e c'era l'intervallo - alla fine erano sempre 20 minuti che se ne andavano - e il pubblico utilizzava il caffè del teatro prima di entrare e anche durante. Insomma, tutto era focalizzato sullo spettacolo. 
In questo modo, anticipando di un'ora e mezzo lo spettacolo, il teatro annuncia la resa a un cambio che probabilmente sarà seguito da altri; ma soprattutto annuncia la sua fine.

E non solo lo spettacolo di prosa è sul viale del tramonto; ma anche la musica e altro. Infatti vanno molto quegli spettacoli in cui puoi fare altro, come mangiare e bere appunto, tipo una volta il caffè chantant; il concertino rock da ascoltare bevendo e mangiando e chiacchierando; il comico zampettante sul palco davanti alla ressa masticante deglutente. Lo spettacolo disimpegnato.

Gli amministratori potranno pur cantar vittoria sul centro storico redivivo, ma ai miei occhi e non soltanto miei, questa è una vitalità presunta, oltreché maleducata e sporca; è una vitalità a senso unico, asfissiante, che non dà nulla di sé e tutto prende. Infatti, dopo essere stati a giro per Prato il sabato sera, si torna a casa con la sensazione davvero del vuoto. Anche perché sempre più famiglie lo stanno abbandonando, e chi ci va a vivere è solo costretto, attirato dagli affitti davvero molto convenienti in case in completa svalutazione.

venerdì 9 giugno 2017

A palle sgranate


L'espressione può sembrare un po' volgare, ma non era per le nonne, che raccomandavano ai maschietti di non stare 'a palle sgranate', che significava in primo luogo senza far niente, ma anche seduti 'come villani' con le gambe aperte, dando fastidio alle persone accanto.

Si tratta di una semplice norma di educazione.

A Madrid c'è una campagna contro questa postura molto fastidiosa e frequente (in inglese 'manspreading', ma il sintagma italiano in questo caso è molto calzante), che è pura abitudine, abito culturale, e non c'entra niente la conformazione fisica dei maschi.

Questa 'seduta' era un po' scomparsa, ma negli ultimi anni si è diffusa di nuovo.

E non solo a Madrid.

giovedì 8 giugno 2017

Perché sono a favore dello voto segreto in Parlamento

Sono a favore del voto segreto in Parlamento, che peraltro è regolato e non è sempre, nonostante sia usato a vario modo e fine, e rallenti procedure e governo.
Esso è assolutamente indispensabile per certa pur lontana dose di autonomia del parlamentare nei confronti del proprio partito o gruppo o movimento... 
Ricordo che Mussolini fu uno dei fautori dell'abolizione dello scrutinio segreto proprio per avere il controllo totale della Camera e del Senato.
Per ripassare un po' di storia, si può leggere l'articolo riportato qui sotto.

mercoledì 7 giugno 2017

Supportare il lavoro!

Leggo il seguente comunicato pubblicato sul sito del Comune di Prato in merito alla sua triste posizione nella classifica della ricchezza nazionale della stilata da Il Sole 24h e rimango colpita dalle parole del Sindaco, in particolare dalla frase: "L'amministrazione comunale...ha il dovere di stare vicino a chi fa impresa".
E finora cosa è stato fatto, anche dalle precedenti amministrazioni? Solo stare vicino a chi fa impresa, a chi ha i soldi, agli industriali eccetera.
Poi il risultato di questo star vicino è sotto gli occhi di tutti, non solo sul giornale della Confindustria: un fallimento.
E sennò per quale altro motivo, se non per 'stare vicino a chi fa impresa', per per quale motivo avrebbero costruito, che ne so, l'Interporto che non funziona come interporto, visto che la ferrovia non è quasi per nulla utilizzata per lo scambio di merci? 
Infatti, gli interporti, pensati e costruiti per diminuire il traffico del TIR, hanno sortito l'effetto opposto, e i loro parcheggi sono pieni di TIR! Hanno aumentato il traffico di camion, e in maniera sostanziosa!  Ironia della sorte, vero?

Le amministrazioni comunali di Prato non hanno fatto altro che sostenere l'industria tessile e quella del mattone. Punto. Non sono riusciti a creare, ma che dico, nemmeno a pensare o immaginare altri scenari economici, attanagliati e presi per il cappio da certo quattrino...

Noto - ah gli studi di glottologia! -  l'uso del verbo 'supportare', anglismo per 'sostenere', che compare nel titolo del comunicato stampa: " ...necessario supportare chi crea lavoro".
Il verbo italiano viene da 'to support', termine calcistico che significa 'tifare' (vedi il 'supporter', tifoso). Parola di origine latina che rientra in italiano dalla porta del calcio inglese. E' una specie di autogol linguistico.
Oltre al lavoro, quante cose ci tocca sopportare!

Ecco dunque il comunicato, pubblicato in data di ieri:

Crisi del distretto, Biffoni: "Negli ultimi 10 anni Prato ha perso tanta ricchezza, necessario supportare chi crea lavoro"

Prato la città italiana più penalizzata dalla crisi, anche se i redditi restano nella media italiana
E' Prato la città che più è stata penalizzata dalla crisi economico-finanziaria degli ultimi 10 anni. Un dato noto, messo nero su bianco questa mattina dal Sole 24 Ore che ha analizzato i redditi delle città italiane confrontando il periodo pre-crisi con gli ultimi anni. Tra il 2007 e il 2015 la provincia pratese ha person 6,22 punti percentuali. Al contempo il reddito medio si attesta sui 20.188 euro, a fronte di una media nazionale di 20.798 euro: "La media dei redditi nazionali è più o meno come quella dei pratesi, ma la differenza è che la crisi sul territorio italiano ha fatto scendere i redditi dell'1,32%, mentre da noi si è portata via oltre 6 punti percentuali - ha commentato il sindaco Matteo Biffoni -. Una crisi dura, che ha visto chiudere tante aziende e per la prima volta ha creato sul nostro territorio il problema occupazionale. Da sempre sostengo che tra le mille sfide quotidiane, il problema principale è e resta il lavoro, la creazione di occupazione e di redditi. Lo vediamo dai dati del servizio sociale, dalla fila di persone che sono in difficoltà".
Negli ultimi tre anni l'imponibile Irpef è andato aumentando, passando da 10,8 miliardi nel 2012 a 12,1 nel 2017: "Sicuramente parte di questa crescita è legata all'emersione dell'evasione, ma ci vogliamo leggere anche un segnale positivo di ripresa dei redditi. Questo però non ci esime da una riflessione con tutte le parti attive della nostra società sulla trasformazione del distretto pratese e su come il nostro territorio, depauperato dalla crisi, possa far fronte a nuove sfide".
"L'amministrazione comunale non può creare lavoro, ma ha il dovere di stare vicino a chi fa impresa. Allo stesso tempo lavorare su progetti di rilancio della città, delle infrastrutture, aprire i cantieri significa dare una città migliore ai cittadini e alle imprese del nostro territorio".

martedì 6 giugno 2017

Pedone per un'ora (1)

Fate la prova: andate a piedi per la città. Diventate pedone, pedone per un'ora.

Suggerisco un orario e due giorni: verso le sei del pomeriggio, il lunedì o il venerdì. 

Camminate, andate.

Prendete un punto qualsiasi della vostra città, lasciate la macchina, parcheggiate e cominciate a camminare.

Provate cosa succede. Guardatevi attorno.

Intanto inizierete subito a sentirvi insicuri, anche sul marciapiede, sempre stretto e faticoso,  sempre pieno di impedimenti, tanto che avete voglia di camminare per la strada.

Ma non potete. Ci sono le macchine, che sfrecciano veloci. I camioncini che a quell'ora vanno come pazzi. Si torna dal lavoro...

Molti guidano e usano il telefono, rispondono ai messaggi, lo si osserva chiaramente.

Forse nemmeno vi vedono.

Per attraversare scegliete le strisce pedonali, ma nessuno si ferma subito. Dovete attendere. L'automobilista - lo eravate anche voi fino a qualche minuto fa - non si ferma che con molto fastidio. Lo sapete bene cosa si prova. Egli deve andare, deve sfrecciare.

Finalmente si ferma qualcuno, e attraversate.

Poi, improvvisamente, vi accorgete che il marciapiede non c'è più, che state camminando sul ciglio della strada, e vi ricordate che la nonna si raccomandava che nel vostro andare le macchine vi venissero incontro, che dovevate farvi vedere, che le dovevate vedere. Ché altrimenti le macchine vi arrivano alle spalle, vi stanno arrivando alle spalle, e questo è inquietante, esse sfrecciano veloci.

Lambiscono i vostri fianchi anche i camion di una certa importanza.

Tornate ad attraversare la strada, e l'ansia cresce. Non sapete più cosa fare, qual è la cosa migliore da fare, forse tornare a prendere la macchina.

A un certo punto incrociate il cavalcavia; lì corre un cordolo sottile di salvezza, e vi affrettate a raggiungerlo. Mentre corrono le automobili al vostro lato, aggressive e mordaci, puzzolenti, soffocanti, ai vostri occhi che guardano in giù si apre lo spettacolo dell'autostrada, l'autostrada alle sette di sera, dove il flusso di veicoli è continuo, e vengono verso di voi, senza sosta pausa stacco intervallo, e passano e passano e in pochi secondi, se ne seguite qualcuna con lo sguardo, si rimpiccioliscono in fretta verso l'orizzonte...e non ci sono più. Ma ecco altre e ancora altre.

Tornano a casa? Perché corrono così? E vi ricordate come correte, anche voi, come correte veloce, avete sempre fretta di arrivare, arrivare, arrivare.

Il vostro andare con la macchina non può essere fermato da un pedone, da un qualcuno che va per la strada.

Ma ora siete un pedone, avete solo voglia di ritornare alla vostra macchinetta, e ripararvi, rinchiudervi.

Siete la lumaca che lentamente passa per la strada dopo la pioggia che miracolosamente giunge all'altro cigliO passando fra assi e ruote.

Tornate indietro, di fretta, pieni di paura anche se non lo volete ammettere; e vi guardate attorno e vi accorgete che nessuno, nessuno cammina e giurate che a quell'ora non lo farete più...

domenica 4 giugno 2017

Prato, capitale della cultura industriale?

Invidiosa della troppo vicina Pistoia, anche Prato farà la domandina per diventare, nell'anno del chissà, Capitale della Cultura italiana.

Ma di una cultura tutta speciale: quella industriale.

Anche se le industrie, qua, sono ormai in fase declinante. Almeno che non si chiamino industrie le confezioni cinesi.

La città di Prato, dopo essere stata massacrata per più di un secolo con queste industrie del tessile che hanno rovinato totalmente o quasi aria acqua terra, ora, così in tempo di declino trova i suoi cantori della sua solita eccellenza, a tal punto che vuole diventare capitale della cultura industriale.

Ma che sarà mai questa cultura industriale? E' una cultura 'rock', manco a dirlo, una cultura partorita dall'estetica del brutto e sudicio, dall'incuranza, dallo scarto, dal riciclo, dal rifiuto, della fabbrica. Dall'asfalto e dal cemento. Tutto fuorché Prato! (che destino amaro, in questo nome!) Una cultura inquinata. Una cultura che vuole essere 'out', poco impegno e studio e molto 'trendy', una cultura rosso tinta industriale, e sempre col bicchierino in mano, tanto che si difendono i localini del centro dai camion della spazzatura ('Ma non c'è un altro orario per togliere la spazzatura?', a noi ci piace tanto mangiare sulla strada, fra la polvere, il sacco dell'immondizia accanto e il topolino sgusciante!).

Una cultura che non ti permette di invecchiare, oppure ti permette di invecchiare ma solo nell'effigie 'rock e maledetta' e sempre col bicchierino in mano e per la strada.

Un cultura giovanilista, ma...profondamente vecchia, astuta, e perbenista e conformista. Ista!

In tutto questo, nel compitino che presenteranno per passare all'esame ministerialen (difficile sarà), certo i nostri amministratori non presenteranno nulla o poco del passato, se non quello 'lecitizzato': Medioevo, cambiale, Datini, Pretorio e Lippi...le ciminiere, Pecci! Le Beghinage! Tutto quello che c'è stato prima, scavi archeologici e compagnia scavando, non vedono l'ora che venga dimenticato.

E nello stesso modo, tutto quello che non entra nel 'sistema loro', nel loro  interessaccio perbenista e untuoso, le Beguinage! vestito di alternativo per gli allocchi che ci credono, va cassato.
Messo sotto il tappeto come una polvere fastidiosa.

Quindi Prato città della cultura industriale servirebbe solo a confermare il loro dominio e la loro prospettiva culturale (come avviene altrove). E per 'loro' intendo una cultura calata dall'alto.
Posto che ancora possa esistere o nascere una alternativa.

venerdì 2 giugno 2017

La putrescenza

Siete mai stati a Pescia?
In Toscana, provincia di Pistoia. La città della cultura dell'anno 2017.
Pescia è la città dei fiori, e anche della carta.  E' così vicina a Lucca, ricchezza d'acque!, dove l'industria della carta, soprattutto igienica, dà così tanta musica blues e cosplay a buon mercato! 
E senza volerla offendere, potremmo dire che Pescia è la città della putrescenza. Fiori recisi, carta macerata.
E' la città lambita dal fiume omonimo e da un elettrodotto mostruoso, che si può apprezzare nella sua potenza uscendo dall'Autostrada A11, a Chiesina Uzzanese (dove c'è la famosa discoteca Don Carlos con relativa e altrettanto famosa piscina). In località Marginone (ma già siamo in provincia di Lucca) l'elettrodotto con mega tralicci sovrasta le case, mentre a Pescia fa da corolla alle tante fabbrica dell'industria floreale.

Ho molti personali ricordi di Pescia, che è una cittadina amena, da visitare; dove sempre ci si fermava, ero bambina, durante i viaggi a Collodi o alla Svizzera Pesciatina. Al teatro comunale di Pescia bloccarono la rappresentazione di Matilda per presunta oscenità e vissi lunghi interminabili minuti...

Ieri il sindaco  di Pescia, Giurlani è stato arrestato per aver intascato dei soldi pubblici - pare - quando era a capo dell'ente che gestisce i comuni montani. Sembra che facesse benzina con i soldi pubblici e si riempisse anche il conto corrente con lo stesso carburante.
Ma davvero ha fatto questo, il sindaco?
E' così banale la corruzione,  così sistemica la putrescenza?
E quindi, visti i tempi, si deve cambiare il famoso verso di De André così: dai fiori nasce il letame?

giovedì 1 giugno 2017

Non sono nessuno

I'm nobody! Who are you?
Are you nobody, too?
Then there's a pair of us - don't tell!
They'd banish us, you know,
How dreary to be somebody!
How public, like a frog
to tell your name the livelong day
to an admiring bog!

Emily Dickinson

Non sono nessuno! Tu chi sei?
Nessuno anche tu?
Allora siamo in due - non lo dire!
Ci metterebbero al bando, sai,
Che cosa noiosa esser qualcuno!
Così pubblica, come una rana
che ripete il tuo nome tutto il giorno
a un pantano ammirato!

Ciclabile, mirabile...trascuratezza





In attesa delle magnifiche sorti e progressive, ovvero la tanto annunciata 'ciclopolitana', intanto la ciclabile, qui nella zona di Iolo a Prato, cade a pezzi.  Le protezioni non ci sono più o sono rovinate e cadono nel fosso (di Iolo, appunto). E se nel fosso cade qualcuno? Fino a ieri l'erba impediva il passaggio; poi, in fretta e furia, l'hanno tagliata...poco e male. Invece altrove, a Vergaio, qualche cittadino pensa di utilizzare la ciclabile per buttare gli scarti tessili. 

A chi compete la gestione della ciclabile, ad 'Alìa Servizi Ambientali'? Forse sono troppo impegnati a Firenze con la chiamata del Sindaco Nardella, che intende buttare acqua sui sagrati delle chiese per evitare i bivacchi dei turisti...?

Robe della 'Toscana felix'.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.