Il Comune di Prato è stato condannato dalla Corte di Londra a pagare 14,5 milioni di euro all'istituto di credito Dexia Crediop, col quale lo stesso Comune ha un contratto sulla ristrutturazione del debito basato sui cosiddetti swap o derivati. Ma sono solo questi, o ce ne sono altri, di debiti? Forza, ditecelo, tanto pagheremo noi. Che storia triste per la città, che zero prospettive!
La Nazione, data di oggi:
Un conto da almeno 14 milioni Il sindaco: altro che tesoretto «Questo per noi è un disastro»
UNA MAZZATA. Sulla vicenda Swap la corte d’appello di Londra ha dato ragione a Dexia. Il Comune dovrà pagare 12 milioni di euro, ovvero i differenziali di quanto non corrisposto dal 2010 a oggi, quando la giunta Cenni decise di fare causa contro quei contratti capestro, oltre alle spese legali sostenute dalla controparte, per ora quantificate in 2,5 milioni di euro. Una cifra molto probabilmente destinata a crescere, ma la misura precisa si conoscerà solo nei prossimi giorni: si ipotizza un massimo di spese legali di cinque milioni di sterline (quasi sei milioni di euro), ma la speranza è che siano cifre inferiori. Certe sono due cose: la sentenza è inappellabile; il pagamento di 14,5 milioni (differenziali e prima parte delle spese legali) deve essere perfezionato entro il 31 luglio. Un lampo, per i tempi così rigidi della contabilità pubblica.
I DODICI milioni per i differenziali sono stati negli anni prudenzialmente accantonati. Peccato non si possano spendere per la città, ma questo è il verdetto di Londra (foro competente secondo i contratti stipulati ai tempi delle giunte Mattei e Romagnoli). Per le spese legali l’accantonamento è di 2,1 milioni: restano da trovare 400mila euro, per ora. La sentenza è stata pubblicata ieri ed è stata una doccia fredda, la seconda in pochi giorni, dopo l’assoluzione di Dexia nel processo penale celebrato a Prato con l’accusa di truffa. In primo grado i giudici londinesi avevano invece dato ragione al Comune, ma si erano espressi solo su questioni di tipo formale.
La vicenda è molto complessa - non è un caso che le spese legali siano così rilevanti: il Comune ha speso finora tre milioni per i propri consulenti, ma è purtroppo semplice da capire l’esito dell’annosa vicenda: si deve pagare.
Ieri sera il sindaco Biffoni ne ha informato il consiglio comunale e le polemiche non sono mancate. «Questa sentenza inciderà in modo molto significativo sul bilancio – ha detto –. Dopo la prima sentenza dall’opposizione mi era stato detto: ‘Il Comune ha vinto, ora si devono abbassare le tasse’. Conservo una dolorosa rassegna stampa di quei giorni. Dicevo invece che si doveva essere cauti: altro che tesoretto per tagliare le tasse, questo è un disastro... Prima di andare a giudizio, ho cercato di transare con Dexia, come altri Comuni hanno fatto, ma non è stato possibile. Ora siamo condannati a risarcire».
IMMEDIATA la replica di Alessandro Giugni, di Energie per l’Italia. «Biffoni tiene un comizio su una notizia così grave – ha detto – e sembra quasi che la colpa degli swap sia della giunta Cenni, che invece ha cercato giustizia su una scelta scellerata e maldestra compiuta dal centrosinistra». Sulla stessa linea Rita Pieri, capogruppo di Forza Italia: «Non li abbiamo fatti noi, gli swap. Abbiamo cercato di porre rimedio, non ce l’abbiamo fatta, e ora il Comune dovrà pagare, come avrebbe dovuto fare ugualmente». La replica è venuta dal capogruppo Pd, Lorenzo Rocchi: «Il sindaco ha detto solo la verità: se avessimo abbassato le tasse, saremmo a gambe all’aria. Certo sugli swap è stato fatto un errore, come in molti enti locali, che però hanno transato e non si trovano in questa situazione». Ne parleranno ancora in consiglio comunale. Intanto, c’è da pagare.
Il Tirreno:
http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2017/06/15/news/colpo-alle-casse-del-comune-dovra-sborsare-14-5-milioni-a-dexia-crediop-1.15492629?ref=hftiprer-3
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